Unicredit verso Capodistria? Se confermata la notizia scatenerà i contrapposti commenti sia di chi non ha mai creduto al progetto, sia di chi invece ritiene potrebbero essere le troppe incertezze e i troppi ostacoli ad aver affossato l’idea originale. Forse c’è un po’ di vero in tutte e due le reazioni e in ogni caso emerge chiaramente come il Governo non abbia una strategia per lo sviluppo del sistema portuale e si divida sulla base della capacità delle varie lobbies territoriali di tirare per la manica questo o quel ministro. Ciò che rimane sul tavolo è la mancata scommessa sull’Alto Adriatico. Qui da noi fra balbettii della Regione, incapacità di far arrivare i soldi per la piattaforma logistica e litigiosità anche fra Trieste e Monfalcone, la lobby territoriale proprio non c’è stata.
Oggi ancora di più si conferma la mia idea: per essere presi in considerazione da questo o quell’investitore bisogna smetterla di star fermi e cominciare a camminare. Per il nostro Porto ciò significa avviare fin da subito alcuni provvedimenti; per la loro realizzazione intendo battermi a tutti i costi: attuazione delle opere del Piano regolatore varato da Boniciolli (e in particolare raddoppio del Molo VII e piattaforma logistica), accordo con Ferrovie e Regione per il potenziamento dell’attuale collegamento ferroviario, che con investimenti contenuti è in grado di arrivare a trasportare un milione di teu all’anno (quasi 4 volte il volume attuale), abbattimento delle tariffe ferroviarie anche grazie al superamento del monopolio della gestione dei trasporti, creazione della zona retroportuale a Fernetti, e infine, la realizzazione di un sistema portuale con unica Authority fra Trieste e Monfalcone.