«Nel mio programma dico chiaramente che i collegamenti sono fondamentali per il Porto; lo sono per il turismo, per il commercio e per la ricerca. Anche a causa della disattenzione del Governo italiano e dei parlamentari locali di maggioranza, non arrivano buone notizie su questo fronte. Da un lato, l’Unione europea si orienta su scelte infrastrutturali che privilegiano Capodistria senza che il Governo reagisca; dall’altro Mauro Moretti, a capo di Ferrovie dello Stato, ci racconta che non conviene investire sul collegamento passeggeri da e per Trieste.
A Moretti dico due cose. E’ molto comodo fare ragionamenti con logiche esclusivamente imprenditoriali dirigendo un’impresa che gode di un sostanziale monopolio – e si sa che la concorrenza fa bene alle tasche del consumatore! – su infrastrutture realizzate con i soldi pubblici, cioè degli Italiani. Ben diverso è invece fare il manager dove ci sono mercati aperti e concorrenza effettiva. Ed è ancora più difficile portare avanti la propria impresa in aree dove lo Stato sembra abdicare ai propri compiti di pianificazione, investimento e servizio.
In secondo luogo, prima di affermare che la tratta Venezia-Trieste non ha mercato, Moretti dovrebbe dotarla di treni efficienti, veloci e puliti, che non scoraggino e obblighino a scegliere l’automobile i tanti viaggiatori che ne sperimentano i quotidiani disservizi e le cancellazioni. Bello sarebbe invece che Ferrovie dello Stato venisse spinto dal Governo a investire seriamente sui collegamenti di questa zona.
Ricordo che tra le priorità per lo sviluppo del Porto c’è l’ammodernamento del collegamento tra il Porto stesso e Monfalcone, che con un intervento certo non insostenibile – pari a 15-20 milioni di euro – potrebbe incrementare fino a un milione di teu la sua capacità di trasporto.
Se sarò eletto Sindaco voglio rappresentare con la massima determinazione e in tutte le sedi le esigenze della città, perché la storia ha dimostrato che Trieste può vivere e svilupparsi, esprimendo al massimo tutte le sue potenzialità solo stando al centro di una rete di flussi e relazioni».
Con un sistema di trasporti efficiente si moltiplicherebbero le opportunità in senso turistico e del commercio in genere.
La situazione di quest’area che vede un disinteresse progressivo di fornitori di servizi egemoni sul mercato come Trenitalia non è però atipica in Italia al momento. Ho notato un progressivo abbandono delle zone “terminali” della penisola (specie al Sud – La Lega forse docet?) dove sempre di più i collegamenti spariscono per lasciare il posto ad autobus di linea (con una corsa al giorno) o, addirittura, al nulla.
Spero che un’azione forte intrapresa dal nuovo Sindaco a Trieste sia non solo motore di una crescita locale (che prevedo esponenziale, visto le potenzialità della nostra area) ma anche stimolo a livello nazionale per rivedere certe politiche e per ripensare il sistema dei trasporti in genere.
A proposito di trasporti e infrastrutture, è di questi giorni la notizia secondo la quale il trcciato della rete transeuropea (TEN-T) che dovrebbe supportare il cosidetto corridoio Adriatico-Baltico partirà probabilmennte da Capodistria, senza coinvolgere la “gamba” italiana (Trieste-Venezia) come invece si ipotizzava nei risultati tecnici di importanti progetti europei transnazionali (es. SoNorA).
Ancora una ennesima sconfitta di questo Governo sul fronte dell’estremo Nord-Est, e di Trieste in particolare; governo sempre in ritardo o assente nel supportare la causa di questo lembo di paese, anche per bilanciare l’azione sempre forte della Slovenia a livello Europeo.
Altro che dibattiti sterili sulla specialità del porto franco! Quest’area che nei fatti è ancora un’area di confine, esposta a fenomeni di “concorrenza” molto forti, necessiterebbe oggi di una “specialità” della politica nazionale, per contro del tutto latitante. Ripetiamo ancora: per salvare Trieste anche sul piano dei trasporti e delle infrastrutture serve cambiare la politica a 360 gradi: in Piazza Unità come in Piazza Colonna (a Trieste questa piazza non esiste ma a Roma sì!). Meditate, gente, meditate….
Vittorio Torbianelli
Lista Trieste Cambia
Non è un male che il corridoio adriatico parta da Capodistria, forse qualcuno si accorgerà che l’invesitmento più serio che si possa fare, è di realizzare quegli 8 km per collegarci alle loro ferrovie e fare un accordo con loro per fondere i porti, che sono reciprocamente sinergici perchè ognuno dei due ha carateristiche complementari e che l’altro non avrà mai. Aspettare che l’Italia investa sulle ferrovie da queste parti, è pura illusione. La loro programmazione economica per il settore ferroviario è chiara e scritta nero su bianco: l’asse Genova Rotterdam e quanto necessario per l’asse Bari Varna, con i porti di Bari, Brindisi e Taranto. Le altre opere ferroviarie finanziate dagli italiani, sono tutte quelle che agevolano qualsiasi porto tirrenico o adriatico, ma che non sia il nostro.
Non comprendo a cosa serva portare i treni a Monfalcone, e poi? Come arrivano all’Interporto di Cervignano? Sul solito binario super affollato? Come prendono altre direzioni? Come si risolvono i colli di bottiglia di Udine e di Carnia? Come fare per convincere la Regione a finanziare anche i trasporti merci? Come fare per convincere Trenitalia di non chiedere le sue assurde tariffe di 200 km minimi anche per muovere un vagone di 100 metri? Come fare per disincagliare i vagoni che si arrestano misteriosamente a Cervignano?
Perchè non tentare per l’unica via aperta, praticabile ed economica?
Scordavo, stanno investendo pesantemente anche al Brennero, per una linea di traffico che ci interessa in modo molto relativo. E’ sempre nero su bianco, che la direttrice di traffico per la Germania riconosicuta dall’Italia, è quella Gioia-Tauro Liguria Brennero.