In questa campagna elettorale ho parlato di Trieste e ho illustrato programmi e proposte per il rilancio della città. Sento in questi giorni dall’altra parte tentativi di deformazione delle nostre posizioni e di agitare fantasmi. Noi continuiamo per la nostra strada, invitando al voto per Trieste e per la soluzione dei problemi di Trieste. E’ nostra intenzione aprire una fase nuova, tagliando ogni ponte con la contrapposizione ideologica del Novecento e rappresentare Trieste come una moderna città italiana ed europea. Spero che un analogo processo possa cominciare anche nel centro destra, nonostante le retromarce di questi ultimi giorni.
Se eletto Sindaco voglio riconoscere fino infondo il ruolo dell’opposizione, ascoltarne le proposte e lavorare insieme per Trieste. Per questo motivo mi soffermo su alcuni temi emersi da liste e candidati non presenti al ballottaggio, ma che considero utili e interessanti.
Si è invocata una legge speciale per Trieste. Non so se sia possibile, ma certo serve un impegno del Governo con importanti risorse straordinarie per Servola, per il Porto e per le bonifiche. Chiameremo tutti ad una seria elaborazione, di modo che si possa fare fronte unico in Consiglio regionale e in Parlamento per l’approvazione di un provvedimento necessario.
Si è molto discusso dell’assetto istituzionale della Provincia. Davanti all’idea dell’area metropolitana ho espresso la preoccupazione che, intervenendo nello stesso territorio, peraltro molto limitato, non si riesca ad affrontare il tema di fondo della dimensione necessaria per un livello istituzionale superiore al Comune. Credo perciò che dopo il voto si debba lavorare per una semplificazione istituzionale e per porre le basi per un rapporto con Monfalcone e Gorizia. Troppi sono gli aspetti in comune tra le due aree: dalla collocazione vicina alla Slovenia, all’essere un unico distretto cantieristico navale e nautico e al divenire un’unica realtà portuale. Bisogna lavorare per un livello istituzionale adeguato.
Sul Porto vecchio condivido le sollecitazioni ad un attento presidio del buon uso di questo enorme patrimonio pubblico, che è una risorsa per il nostro futuro.
Infine, Trieste si sviluppa se riesce a darsi un’idea di città. La variante 118 certo non lo ha fatto e contiene al suo interno forti criticità. Dovremo lavorare da subito per una nuova pianificazione urbanistica, anche in vista di scadenze urgentissime.
In conclusione, davanti alla sfida dell’economia e del lavoro, della società solidale e della valorizzazione del grande patrimonio culturale e ambientale del territorio di Trieste, chiedo a tutti di sostenere il mio sforzo al cambiamento.
Propongo un lavoro comune per Trieste e un clima politico in cui un centro sinistra e un centro destra rinnovati e moderni possano d’ora in poi confrontarsi sui temi veri della coesione e dello sviluppo.
Roberto Cosolini
Buongiorno,
non so ancora per chi votare e se andare a votare. Sicuramente non votero’ per la provincia, ente che reputo assolutamente inutile nonche’ uno spreco non indifferente di risorse pubbliche. Se c’e’ un posto in Italia dove la provincia conta ZERO e’ proprio qui. Volevo sapere cosa ne pensa Lei a riguardo.
Saluti e comunque buona fortuna