Intervenire a sostegno delle persone e delle famiglie in stato di disagio economico concorrendo al superamento dello stato di indigenza ed evitando l’instaurarsi della dipendenza assistenziale; contrastare l’esclusione sociale offrendo l’opportunità di raggiungere l’autonomia di vita anche ai soggetti più fragili; sostenere i nuclei familiari ed i singoli cittadini in un percorso di “empowerment”; mettere in atto azioni tese al miglioramento del benessere della persona secondo criteri di omogeneità degli interventi e compatibilmente all’adeguatezza delle risorse; prevedere azioni di “solidarietà civica”, individuando idonee provvidenze a favore di persone e famiglie che sono coinvolte in fatti ed eventi non prevedibili e di carattere straordinario che meritano tutela solidale da parte della comunità.
Sono queste alcune delle finalità che si prefigge il nuovo regolamento degli “Interventi di sostegno economico e di solidarietà civica a favore delle persone e delle famiglie”, approvato oggi pomeriggio (mercoledì 21 novembre) dalla giunta, su proposta dell’assessore alle Politiche sociali Laura Famulari, e che ora passerà all’esame del consiglio comunale. “E’ la prima volta che a Trieste si fa un regolamento in materia d’intervento di sostegno economico. Con quest’azione –ha detto l’assessore Laura Famulari- introduciamo una soglia di reddito minima, adeguata al costo della vita in rispetto alla dignità dei cittadini, anche con la finalità di razionalizzare gli interventi, superando la pura logica assistenzialistica e riparatoria, costruendo, invece, progetti individuali e personalizzati che consentano alle persone di ridurre o superare lo stato di bisogno. Ritengo molto importanti anche le azioni di solidarietà civica in occasione d’eventi straordinari e imprevedibili che meritano la tutela solidale da parte della comunità”.
Il nuovo regolamento (che va a sostituire una delibera del 2004 che veniva rinnovata annualmente) punta a definire i criteri e le priorità d’accesso a favore di quei cittadini che si trovano in situazione di necessità e definisce lo “stato di bisogno” (insufficienza del reddito e della vita di relazione per il soddisfacimento delle esigenze primarie, incapacità di provvedere a se stessi, provvedimenti dell’autorità giudiziaria che rendano necessari interventi/prestazioni socio – assistenziali) che va valutato in rapporto alle circostanze concrete di vita e alle risorse reali o potenziali nonché di rete delle persone interessate. La valutazione è affidata al Servizio sociale, che concorda con il cittadino interessato la realizzazione di un effettivo progetto d’intervento per la riduzione/superamento dello stato di bisogno. Prevedendo quindi dei “progetti personalizzati”d’accompagnamento sociale (in grado di prevedere gli obiettivi, gli interventi individuati, le strategie operative ed i tempi di realizzazione al fine di superare/migliorare la condizione di disagio sociale ed emarginazione nonché di prevenire una situazione di ulteriore aggravamento), il percorso punta sul coinvolgimento con altri Enti privati o pubblici con pari finalità, creando le necessarie sinergie secondo i criteri del principio di sussidiarietà, sia verticale che orizzontale, garantendo, con la stipula di appositi protocolli d’intesa, l’equità e la comparabilità degli interventi, anche ai fini della loro quantificazione. Tutto ciò s’inserisce nella filosofia del “Piano di Zona”, individuato dalla normativa di settore come strumento essenziale per la programmazione del sistema dei servizi alla persona di un determinato territorio.
Le soglie di accesso agli interventi di sostegno economico prevedono un valore ISEE non superiore ai 7.500 euro e un patrimonio mobiliare del nucleo familiare non superiore a 5.000 euro. L’assegnazione degli interventi terrà conto di alcuni criteri di priorità: la presenza di minori nel nucleo del richiedente, con precedenza ai nuclei monoparentali e le situazioni di morosità debitamente documentate, relative ad utenze ed affitto, con particolare attenzione alle situazioni a rischio di sfratto imminente o chiusura utenze.
Il nuovo regolamento prevede diverse tipologie di intervento. La prima riguarda gli “interventi ordinari senza progetto sociale personalizzato”: tra cui il “minimo garantito” (che consiste in un contributo economico a carattere continuativo erogato ad integrazione del reddito finalizzato a contrastare una condizione di indigenza economica non risolvibile sia per problemi di età che per specifici target di persone affette da particolari patologie che hanno determinato uno stato importante di invalidità certificata). Sempre in questa tipologia sono compresi anche i “contributi per il funerale”, a favore di persone decedute residenti nel Comune di Trieste che abbiano beneficiato, nel corso dell’anno, di interventi di sostegno economico con modalità continuativa.
Un’altra tipologia prevede invece “interventi continuativi ordinari e straordinari con progetto sociale personalizzato”. Di questa fanno parte il “contributo minimo d’inserimento” (intervento a carattere temporaneo finalizzato al sostegno di progetti di media e lunga durata e comunque per un periodo di 12 mesi, prorogabili di norma di ulteriori 12, in quanto si considera che la persona possa migliorare le proprie condizioni socio – economiche), i “contributi straordinari” (finalizzati a fronteggiare difficoltà economiche causate da eventi occasionali, contingenti ed urgenti, non coperti da finanziamenti specifici. Questi interventi, debitamente documentati, sono finalizzati prioritariamente al pagamento di utenze), i “contributo tramite pronto cassa” e i “vaucer sociali per l’acquisto di beni di prima necessità”.
Altre tipologie d’intervento riguardano ancora i “progetti speciali” (interventi di carattere economico rivolti a favore di soggetti in condizioni sociali ed economiche familiari particolarmente fragili, riconducibili all’emersione di nuove forme di povertà), la novità degli “interventi di solidarietà civica” (aiuti temporanei, conseguenti ad eventi gravi e non prevedibili, fino a quando i soggetti non acquisiscano indennizzi o recuperi da terzi. In tale ambito s’intendono prevedere interventi di sostegno economico, prestazioni e servizi, concessioni in uso di beni immobili di cui l’Amministrazione può disporre, gratuitamente od a canoni e corrispettivi agevolati) e “contributi erogati dal Comune ma derivanti da altri Enti”.
Tratto da Retecivica del Comune di Trieste