Vorrei fare chiarezza su un tema che nei giorni scorsi ha generato qualche spunto polemico -che ritengo ingiusto- che ci (Sindaco? Giunta? Maggioranza? non si è ben capito) addebiterebbe una presunta incertezza e ritrosia su alcuni temi significativi dei diritti civili.
Si fanno delle ipotesi, tipo quella che vedrebbe freni nella difficoltà di sintesi nel PD con le posizioni della componente cattolica o quella, decisamente fantasiosa, che vedrebbe il Sindaco frenare perché s’incontra con il Vescovo, argomento questo totalmente privo di fondamento!
Questa congettura ignora la doverosa dimensione istituzionale dei rapporti tra il Sindaco e il Vescovo di una città che certo non condiziona libertà di pensiero e autonomia di scelte, resa evidente, nel mio caso, da atti politici come l’impegno sulle DAT (dichiarazione anticipata di trattamento meglio conosciute come “testamento biologico”) e da scelte personali come la firma sulla proposta di legge sul fine vita promossa dai radicali.
Forse chi ha avanzato queste ipotesi non ha visto attacchi piuttosto duri che mi sono stati rivolti dal settimanale della Diocesi, il che non mi impedisce certo di incontrare Mons. Crepaldi, di discutere con lui temi della comunità, di condividere qualcosa e di essere in chiaro dissenso su altri temi.
Perciò faccio il punto su come stanno le cose mettendo da parte spunti polemici e limitandomi ai fatti.
DAT
Parto dalle DAT per arrivare al tema caldo del “Registro delle Unioni civili”.
Sul “fine vita” la Giunta è impegnata, a seguito di un atto di indirizzo del Consiglio comunale, a varare un regolamento che istituisca l’apposito registro, e presenterà una sua proposta entro il mese di ottobre. I lavori, per certi versi, sono stati rallentati dal tentativo, fatto in analogia con quanto realizzato dal Comune di Udine, di coinvolgere il Collegio Notarile che però, alla fine, non ha dato la propria disponibilità e quindi stiamo procedendo con una diversa modalità. L’impegno c’è e verrà portato a compimento.
REGISTRO UNIONI CIVILI
Sul registro ho letto di una proposta pronta sulla falsariga della delibera del Sindaco Furio Honsell che attenderebbe nei cassetti , il che porterebbe a concludere che il Sindaco di Trieste non ha il coraggio del Sindaco di Udine o del Presidente della Provincia di Gorizia Enrico Gherghetta. Bene, poiché credo alla buonafede delle persone non la definirò questa una balla quanto piuttosto un’affermazione sbagliata,basata sull’abitudine al “sentito dire, mi pare di ricordare ” invece che sulla conoscenza della situazione o sulla ricerca magari sul sito internet di Udine: già perché il web oltre che per polemizzare è anche un ottimo strumento per accedere alle informazioni…..
Risultato: non esiste nel Comune di Udine nessuna delibera sul “Registro delle Unioni Civili”, mentre esiste la stessa certificazione dello stato di convivenza (famiglia anagrafica) prevista dalla legge e che viene rilasciata dal Comune di Trieste. Di ciò ero abbastanza sicuro, anche perché ricordavo come lo stesso Assessore udinese Enrico Pizza avesse espresso serie perplessità sull’utilità di questo strumento e poco fa, Furio Honsell me l’ha confermato: Udine non ha istituito il registro, perché non produce alcun effetto sul piano dei diritti; sono le stesse ragioni che emersero durante una seduta di Giunta a Trieste quando se ne parlò in termini generali.
Appurato perciò che la graduatoria del coraggio civile fra i Sindaci di Trieste e Udine va rivista rimane, delle considerazioni lette, la Provincia di Gorizia autrice di un gesto puramente simbolico.
Anche gli atti simbolici privi di qualsiasi efficacia sono importanti?
Anche sì, ma oggi dalle Istituzioni i cittadini si aspettano il riconoscimento di diritti esigibili invece di atti simbolici o puramente di facciata, come mi pare sia, francamente, l’immagine di un Presidente di Provincia immortalato con una coppia omosessuale intenti a firmare una dichiarazione che certifica l’esistenza di un rapporto di coppia fra due persone.
Tant’è che mi pare che dal momento dell’annuncio, che risale al giugno del 2012, la prima, e l’unica di cui si abbia notizia, cerimonia di questo tipo, sia stata fatta nel febbraio del 2013.
Il tema vero, come giustamente sottolinea il consigliere Pietro Faraguna, è dare, dove possibile, contenuto alla richiesta di diritti.
In ogni caso discuteremo, in Giunta e in maggioranza, anche dell’eventuale istituzione del registro, purché la decisione che verrà presa, qualunque essa sia, susciti legittime opinioni senza che ne venga però disconosciuta l’autonomia culturale e la laicità che, in situazioni del tutto corrispondenti a quelle di Cosolini o del centro-sinistra triestino, non è stata messa in discussione nei confronti di Furio Honsell e di Enrico Pizza.
Assolutamente necessario il DAT!
Sarebbe comunque bello che Trieste esprimesse un segno di grande civiltà con l’istituzione del registro delle unioni civili, anche se solo strumento simbolico.
Sono felice che il sindaco, da sempre favorevole, dichiari il suo impegno a rendere attuabile il registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento (DAT), meglio note come testamento biologico. La mozione da me presentata è stata approvata alcuni mesi fa e spero proprio che entro l’autunno la cittadinanza sia in grado di poter depositare le proprie DAT presso gli uffici comunali. Non sarà certo una priorità dell’amministrazione che deve confrontarsi con problemi ben più gravi ed urgenti, ma dare anche ai cittadini di Trieste, come in tanti altri comuni italiani, l’opportunità di poter decidere sul loro fine vita è un atto di civiltà che rafforza il diritto di tutti noi all’autodeterminazione. Ringrazio il sindaco per l’impegno preso.
Mi auguro che si concluda positivamente l’iter per poter attuare questo registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento. Ho sempre pensato che si un atto di democrazia poter decidere sulla fine della propria vita. Non si tratta di obbligare nessuno, se uno non è d’accordo non aderisce a tale iniziativa ma si da’ la possibilità a chi vuole di poter scegliere . Non capisco pertanto chi si dichiara contro una scelta che proprio perché “scelta individuale” non obbliga nessuno a fare una scelta che va contro le sue convinzioni. Spero vivamente che questa Amministrazione riesca a rendere attuabile tale iniziativa.
L’argomento DAT, di vasto e trasversale interesse, giustifica ogni sforzo politico della Giunta e del Sindaco. Attendiamo il Regolamanto del Consiglio.
Ma, non so con quale mezzo, mi pare utilissimo dare da subito le informazioni anche se in progress a tutti i cittadini. In modo discreto per non suscitare reazioni inutili in chi la pensa diversamentre ma in modo che raggiungano chi ne ha intreresse. Questo sito potrebbe essere un mezzo ma chi non è registrato è tagliato fuori. Meglio sarebbe ReteCivica : un domani approvato il Regolamanto in “come faccio per”, ma intanto le proposte ( le delibere di Giunta andrebbero inserite per esteso in questi casi) potrebbereo essere collegate al lavoro della Sottocommissione Salute e Politiche Sociali.
Sui diritti civili, che ci definiscono come cittadini, ci vuole serieta,
di dichiarazioni roboanti e vuote ne ho piene le tasche, quando un intendimento
puo incidere veramente i clericali si scatenano c’e’ poco da fraintendere..
Vai sindaco ….
Vedo che i commenti che esprimono lecitamente ed educatamente dissenso non vengono pubblicati. Ma non vi vergognate neanche un po’?
Noto che sono in errore, dato che il commento è stato pubblicato e non era visibile per un temporaneo bug. Pertanto, mi scuso e ritiro il mio penultimo commento.
Sei anni fa, mio marito è stato in coma un mese, a differenza di quelli che auspicano in quei casi la fine anticipata, lui ha avuto la fortuna di avere accanto la sottoscritta che lo ha stimolato parlandogli fino a che si è risvegliato. Se avrebbe firmato per il fine vita, come stanno facendo tante persone suggestionate ,oggi non sarebbe vivo.Anziche’ desiderare la morte, cerchiamo di migliorare la vita . Quella che si sta portando avanti è discriminazione nei confronti di chi come anziani e ammalati sono ritenuti deboli e inutili.