Sulla questione Ferriera mi sono state rivolte alcune domande cui ritengo di dare una risposta chiara e precisa: lo faccio, a costo di ripetermi, anche perché rilevo la singolare coincidenza – già vista su altri temi in passato in questa città di una polemica molto aggressiva che viene accesa e stimolata, facendo leva sulla giusta preoccupazione dei cittadini, proprio quando la soluzione progressiva del problema sembra possibile: che a qualcuno la soluzione dia fastidio proprio perché su questo problema si sono create fortune elettorali?
Quali sono i poteri di intervento del Sindaco?
La legge assegna al Sindaco i cosiddetti poteri dell’Autorità Garante della salute dei cittadini per situazioni imprevedibili e di grave improvvisa emergenza.
Il Sindaco vigila sul rispetto dei parametri fissati dalla legge e si attiva quando questi non siano rispettati o quando vi siano evidenze oggettive di danni alla salute (malesseri diffusi, chiare conclusioni epidemiologicheda oggettive) emettendo ordinanze che evidenzino l’evento negativo e le cause e ne prescrivano l’eliminazione. In caso di mancato rispetto dell’ordinanza o di mancata efficacia della stessa può ordinare la riduzione dell’attività per eliminare comunque l’inconveniente o procedere a sospensioni temporanee. Va detto comunque che le ordinanze emesse hanno avuto un effetto positivo documentato. A queste iniziative dobbiamo poi collegare le possibili azioni sanzionatorie nei confronti dell’azienda che scaturiscono dal mancato rispetto delle prescrizioni, con finalità di tutela ambientale, contenute nell’AIA: queste vanno dalla diffida alla revoca dell’autorizzazione (con conseguente cessazione dell’attività), tutte azioni di competenza della Regione FVG, sentiti gli altri Enti. In ogni caso, un provvedimento di chiusura, come da tanti cittadini invocato,verrebbe immediatamente impugnato e annullato con conseguenti danni per tutta la comunità premesso che non sarebbe risolutivo.
Ma la chiusura risolverebbe il problema?
La chiusura senza un piano di interventi risolverebbe parzialmente il problema ambientale, in quanto si eliminerebbero le fasi a caldo, in particolare le emissioni temporanee da fughe degli impianti. Con tutta probabilità la chiusura innescherebbe un blocco per molti anni dell’area che dal punto di vista ambientale nell’abbandono totale continuerebbe ad inquinare.
Ma allora cosa fa il Comune?
Il Comune in questi due anni e mezzo ha lavorato su tre piani:
1. tutta una serie di iniziative (sempre visibili e partecipate) dell’Assessore all’Ambiente che, con la partecipazione di esperti ed associazioni, ha portato a definire da un lato azioni migliorative della situazione ambientale (approvate e rese operative nel giugno 2013), e a definire con gli altri Enti un quadro di prescrizioni molto precise e restrittive per una nuova eventuale Autorizzazione Integrata Ambientale
2. con apposite ordinanze ha impegnato l’azienda ad interventi che hanno portato i limiti di benzopirene ben sotto il limiti di legge in tutte le centraline esclusa quella di via San Lorenzo in Selva dove comunque il livello del 2013 è circa un terzo del 2012
3. ha spinto Governo e Regione per addivenire ad un accordo istituzionale per messa in sicurezza, bonifiche, continuazione produttiva “pulita“. A documentarlo ci sono lettere del Sindaco, richieste di riunioni, documenti del Consiglio Comunale, incontri del Sindaco con i Ministri Passera e Clini prima, Zanonato e Orlando poi, i sottosegretari Catricalà e De Vincenti, i tavoli al MISE.
Determinante è stato l’impegno continuo, a Trieste e a Roma, della Presidente della Regione Debora Serracchiani (chi polemizza ora da destra dovrebbe arrossire ricordando i 20 minuti che con sufficienza Tondo in occasione di una visita di Clini dedicò al Tavolo Ferriera).
Come si vede un lavoro continuo, senza proclami che non si potessero mantenere e che avevano caratterizzato la precedente amministrazione comunale; dall’estate 2007 al maggio 2011, non vi è traccia di contatti e/o iniziatrive con le altre Istituzioni, in primis il Governo, per affrontare la situazione.
A proposito di AIA: il Sindaco Cosolini era membro della Giunta Illy quando nel 2007 fu rilasciata l’AIA?
Certo, e questo è motivo di polemica strumentale: chi la fa infatti o non sa – o fa finta di non sapere- che l’AIA è un atto amministrativo conseguente ad un’istruttoria cui partecipano tutti gli enti interessati, tra cui Arpa e Azienda Sanitaria, basata su norme e prescrizioni NON sull’esercizio di una DISCREZIONALITA’ POLITICA. Ricordo, peraltro, che è stata questa Amministrazione Comunale, con l’Assessore Umberto Laureni, a promuovere un tavolo di lavoro finalizzato ad una verifica sui limiti dell’attuale AIA per definire una griglia di condizioni più restrittiva e più in generale un modo più efficace di gestire le attività di controllo.
Si è manifestato nei mesi scorsi l’interesse di Arvedi: ma si continuerà quindi con la siderurgia ” a caldo”?
Oggi sta partendo una procedura di gara e quindi non è dato saper se Arvedi parteciperà e nel caso vincerà. Quel che è certo però che fin dai primi contatti è apparso chiaro che un’eventuale prosecuzione della siderurgia sarebbe condizionata ad un piano di interventi sugli impianti per non inquinare più, e che in ogni caso la prospettiva è quella di un graduale e progressivo superamento della siderurgia a caldo.
L’accordo di programma del 30 gennaio 2014 poi è il primo atto istituzionale forte sul tema Ferriera che si sia visto. Già questo dovrebbe far tacere chi avendo responsabilità istituzionali nel passato più o meno recente, poco o nulla ha fatto o posto a casa per una soluzione.
razionalità e buona fede sono i requisiti indispensabili per affrontare una questione così complessa.