Nel 2012 Trieste “vinceva” la classifica delle 10 città al mondo meno celebrate della Lonely Planet, una città dalle grandi possibilità ancora poco conosciuta al grande pubblico. A distanza di poco meno di 3 anni, dopo un lavoro di squadra e diversi investimenti, la nostra città sta vivendo un ottimo periodo di affluenza turistica e anche la stampa, nazionale e internazionale, continua a dedicarle spazio e attenzione.
Il mensile inglese Monocle, una delle pubblicazioni più note a livello mondiale, ha indicato Trieste una delle dieci città di tutto il mondo da visitare assolutamente inserendola nella lista di “The Escapist” lo speciale estivo per viaggiatori della nota rivista londinese. Anche il Financial Times parla di Trieste. Oltre a consigliare di comprare casa nella nostra città, considerato un buon investimento per il futuro, la ritiene una meta ideale per un soggiorno estivo per bellezza, storia e cultura. Invece, proprio in questi giorni, è Piazza dell’Unità d’Italia a spopolare sul web e a trionfare al contest online lanciato da “La Lettura”, inserto del Corriere della Sera, che l’ha proclamata la piazza più bella d’Italia, dimostrazione che anche la reputazione web della nostra città continua a crescere, a generare curiosità e ad attirare nuovi turisti.
Che Trieste piaccia è sotto gli occhi di tutti, soprattutto in questi primi mesi dell’anno ognuno ha potuto imbattersi in scolaresche e gruppi di viaggiatori alla scoperta delle meraviglie della nostra città. Tant’è vero che se si raffrontano i dati del primo semestre del 2015 con lo stesso periodo del 2014 delle due più importanti Associazioni di guide turistiche che operano sul territorio regionale, si evidenzia un 30% in più di servizi svolti nella sola provincia di Trieste, con una netta prevalenza, circa il 95%, delle richieste per le attrazioni e i siti culturali del nostro Comune. Si tratta, infatti, per lo più di un flusso di turismo scolastico italiano, attratto dal centenario della Grande Guerra ma, come dimostrano i dati, non si è concentrato solo su Redipuglia e Gorizia, bensì ha creato interesse anche per la nostra città.
Ma nel dettaglio, che tipo di ricadute economiche genera la presenza di turisti sul territorio? In base agli studi condotti da Unioncamere e ISTAT “Viaggi e vacanze” nel 2014 l’impatto economico generato dalle spese sostenute complessivamente dai turisti italiani e stranieri (considerando sia coloro che pernottano nelle strutture ricettive che i turisti che alloggiano nelle abitazioni private) nel corso della vacanza è imputabile: quasi il 47% al core business del settore, ovvero alle spese sostenute per alloggio e ristorazione, il 18% al settore manifatturiero in spese di abbigliamento, calzature, ecc), il 18% alle attività ricreative, culturali e di intrattenimento, il 14% al settore agroalimentare e il 3% ad altre attività. Le aree economiche interessate dalle ricadute del turismo sono, quindi, la ricettività, la ristorazione nelle sue diverse forme, l’enogastronomia, la fruizione culturale, l’attività manifatturiera e lo shopping. In particolare, il turista che visita l’Italia spende circa 111 euro al giorno e nelle città la spesa viene valutata leggermente superiore alla media. Un effetto più che positivo che crea occupazione e dà ossigeno all’economia del nostro territorio.
La crescita del turismo a Trieste è corroborato anche dalle posizioni delle categorie economiche, sono buone le notizie che arrivano in questi mesi dagli albergatori e i primi dati della Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, di Trieste confermano le previsioni fatte solo poche settimane addietro dall’ufficio studi di Roma: dopo cinque anni di segno negativo la domanda turistica interna inverte la tendenza e torna a crescere. Le presenze turistiche in città si stanno concentrando sempre più nei mesi di luglio e di agosto con una ripartizione delle spese al 65% per gli italiani mentre il restante 35% proviene dalle tasche dei turisti stranieri. La Fipe sostiene che quest’inversione di tendenza segnala finalmente una ripresa della fiducia da parte degli italiani, incoraggiati dal persistente bel tempo che – dopo il disastro meteorologico dell’anno scorso – ha dato ossigeno a tutti ma in particolare agli stabilimenti balneari. La spesa per il cibo sta crescendo di oltre il 2% rispetto al 2014 e conferma che la ristorazione è fondamentale per l’offerta turistica. Un risultato da ascrivere al merito delle tantissime imprese del settore, che esprimono i migliori valori dell’accoglienza, partendo dalla qualità dei prodotti e dal servizio. Nel nostro Comune, conclude la nota della FIPE, si è registrata una tendenza all’aumento medio settimanale delle presenze in periferia (+5% di turisti) probabilmente dovuto alle calde temperature del centro ed ad una sostanziale tenuta delle presenze di turisti lungo le Rive ed alcuni assi viari che ormai contraddistinguono la vita turistica della città.
Anche i dati relativi al comparto della crocieristica sono positivi, secondo Trieste Teriminal Passeggeri i passeggeri delle navi da crociera movimentati quest’anno nel periodo dal 1° gennaio al 10 agosto, sono stati 65.121 lo scorso anno, invece, nel medesimo periodo, erano passati 13.481 passeggeri. Tra l’altro, si confermano i buoni numeri relativi al collegamento con l’Istria tramite aliscafo e altrettanto buone sono le presenze sulle linee marittime che collegano Trieste a Grado e Trieste a Muggia. A proposto di trasporto pubblico locale, proprio il Tram di Opicina ha registrato un grande successo turistico. Nel secondo trimestre dell’anno in corso i passeggeri sono aumentati dell’8% dimostrando un grande interesse per le vetture storiche e per la tratta, particolarmente suggestiva, che collega il cento di Trieste all’altopiano carsico. Il tram, infatti è considerato sempre più un simbolo della nostra città, vera attrazione per i turisti che in tal modo hanno anche l’occasione di vistare e scoprire il Carso e il borgo di Opicina.
Per concludere, il quadro generale conferma che le scelte che si sono fatte stanno portando a buoni risultati, la strada intrapresa è quella giusta, il lavoro da fare è ancora tanto ma i primi benefici per la comunità stanno arrivando.
La città sta riuscendo a connotarsi nel mondo ed essere attrattiva, per le sue interessanti valenze caratteristiche. Trovo assai confortante vedere così tanti turisti a Trieste. Con le mappe e le spiegazioni storiche girano anche nelle vie meno note. In questi giorni mi hanno proprio stupita quando ne ho visti che scendevano dal tram di Opicina , agghindati di tutto punto, per una camminata sulla Napoleonica, in barba alla canicola! A volte tendiamo a sottovalutarci ma effettivamente le vedute paesaggistiche sono uniche.
Quale futuro riservare al Pontone URSUS ???
Mentre non si può che essere soddisfatti del crescente interesse “quale ambita meta turistica” nei confronti della nostra bellissima Città, apprezzata sia per il suo magnifico Golfo il Ciglione Carsico che scende al mare, che le sue stupende Rive i suoi Palazzi i Musei i Castelli e non ultima quella che è da molti considerata la più bella Piazza sul mare d’Italia.
Ma purtroppo quando da Piazza Unità D’Italia si volge lo sguardo a Ovest verso il Castello di Miramare si percepisce un triste senso d’amarezza poiché fa una certa impressione il degrado che accomuna sia il Comprensorio del Porto Vecchio che il Pontone Ursus ormai da anni in stato di semi abbandono ed ormeggiato al suo interno, ma mentre per il Porto Vecchio sembra si siano finalmente trovate delle soluzioni percorribili per far si che in futuro possa ritornare a pulsare giorno e notte, per generare nuove economie e lavoro per il nostro territorio, per il Pontone Ursus si ha l’amara sensazione che non si muove foglia.
Penso sia doveroso sollecitare i nostri Politici ed Amministratori per far si che si possano finalmente reperire i finanziamenti necessari siano essi Pubblici o Privati e trovare una soluzione per far si che non si possa disperdere il patrimonio d’archeologia industriale rappresentato “dal Pontone URSUS” che ha legato la sua vita alla storia della cantieristica Triestina e dell’Alto Adriatico, costruito nello Stabilimento Tecnico Triestino nel 1914 soprattutto per posizionare i motori e i cannoni sulle navi da guerra della flotta Asburgica, si pensi che la gru alta 70 m all’epoca poteva sollevare un carico di 300 ton. poi nei decenni successivi ha subito una serie di revisioni e modifiche strutturali e la sua portate è stata ridotta a 150 ton. e fu impiegato sia per le operazioni Portuali che per la costruzione di tutte le più grandi navi che uscirono dai Cantieri dell’Alto Adriatico.
Credo sia condivisibile la speranza che questo nostro pezzo di storia ormai centenario e probabilmente unico nel suo genere ancora in vita, non venga soltanto preservato ma che con l’adozione di alcune opportune soluzioni possa essere ulteriormente sfruttato, per incrementare la valenza Turistica/Culturale di questa nostra Città.
Una delle soluzioni percorribili potrebbe essere quella d’individuare un sito idoneo sul nostro bellissimo lungomare in cui poterlo definitivamente e stabilmente collocare e poi valutare l’eventuale soluzione “suggerita da vari soggetti” che ipotizzava la realizzare di una specie di funicolare dotata di telecabine panoramica per poter regalare ai Turisti, la suggestiva e splendida vista dall’alto del nostro magnifico Golfo.
Brunello Zanitti Giuliano
Riflessioni tratte dal mio Sito >>> https://sceltemancate.trieste.it