Quello dell’immigrazione è un fenomeno di dimensioni mondiali che interessa particolarmente anche la nostra città, essendo noi vicini alla rotta che queste popolazioni percorrono per raggiungere la loro meta definitiva, che non è Trieste e nemmeno l’Italia, ma i paesi centro-nord Europei.
Dire “NO” all’accoglienza peggiora la situazione perché, come hanno dimostrato gli inutili muri eretti in alcuni paesi dell’est europeo, dicendo “NO” gli immigrati non spariscono, ma semmai si riversano nelle strade causando maggiori disagi alla cittadinanza.
Chi nega l’accoglienza senza proporre alternative, ottiene come unico risultato un maggiore malessere generale.
Crediamo in un’attenta e intelligente gestione del fenomeno. Il nostro sistema di accoglienza diffusa, come ha dimostrato il modello-Trieste, segnalato dalla stampa nazionale come esempio di eccellenza, fa sì che l’impatto per la cittadinanza sia minimo e garantisce il presidio sanitario degli stranieri, la sicurezza degli altri cittadini e il controllo (fin dove possibile) del fenomeno.
Affinché sia possibile gestire questa situazione in serenità e sicurezza, tutelando i triestini, ma anche i rifugiati, è di primaria importanza che tutti (in Regione, in Italia ed in Europa) facciano la loro parte e accolgano il giusto numero di stranieri.
Trieste ha sempre affrontato il fenomeno dell’immigrazione con grande capacità ed efficienza, ma il numero dei richiedenti asilo è in costante aumento. Siamo arrivati a toccare la quota di 871 che, come più volte detto, è un numero superiore a quello che ci consente una gestione del fenomeno tranquilla per i nostri cittadini e dignitosa per i richiedenti asilo.
Per questo ho inviato una lettera al prefetto Mario Morcone, capo Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, al Prefetto di Trieste Francesca Adelaide Garufi e all’Assessore regionale Gianni Torrenti, in cui manifesto la necessità di una accelerazione dei trasferimenti dei profughi giunti a Trieste, spostando in altre destinazioni almeno 80 persone ogni settimana.
Siamo recentemente riusciti a liberare e chiudere il Silos e non vogliamo che situazioni di questo tipo si ripetano, soprattutto durante la stagione invernale, che rappresenta un pericolo per le stesse persone costrette a vivere all’aperto.
Inoltre, per rassicurare i cittadini voglio zittire definitivamente alcune voci: i soldi spesi per gestire l’accoglienza degli stranieri non sono sottratti ai Triestini; il Comune di Trieste investe tutto il budget per il sociale per i propri cittadini.
Le iniziative di accoglienza sono attivate con fondi statali ed europei, erogati unicamente a quello scopo. Il Comune per legge è tenuto a finanziare unicamente l’accoglienza dei cittadini stranieri minori non accompagnati.
A tal fine è stato speso solo un milione di euro negli ultimi 5 anni, pari allo 0,4% della spesa per il sociale dei cittadini di Trieste.