La situazione del Sito Inquinato Nazionale di Trieste penalizza le nostre attività produttive, crea vincoli e incertezze fra le imprese insediate in loco e compromette nuovi insediamenti.
Un breve exursus per capire la questione: il Sin di Trieste (sito inquinato di interesse nazionale) copre l’area del nostro porto industriale e comprende circa 1700 ettari, di cui 500 a terra e 1200 a mare.
Il perimetro del sito è stato definito con Decreto del Ministero dell’ambiente nel 2003, e da quel momento le imprese insediate in loco hanno dovuto avviare interventi di bonifica delle aree di propria competenza, a prescindere dal fatto di aver o meno procurato il danno ambientale.
Ad oggi le procedure di accertamento del grado di inquinamento e le eventuali attività di bonifica necessarie alla restituzione agli usi legittimi sono di competenza della Regione. Purtroppo però oggi non risultano attività della Regione in questo senso. Capirete bene la gravità della situazione, in particolare modo per le attività insediate.
Per questo ho chiesto ufficialmente all’Assessore Scoccimarro, con un’interrogazione in aula, di prendere in mano la situazione per aiutare concretamente le attività produttive e le imprese del nostro territorio e facilitare l’insediamento di nuove imprese e la creazione di posti di lavoro in un’area oggi più che mai strategica per lo sviluppo e la crescita economica di Trieste.
Di seguito il testo dell’Interrogazione a Risposta immediata:
È nota l’annosa situazione del Sito di Interesse Nazionale (Sin) di Trieste, che penalizza le attività produttive e crea vincoli e incertezze fra le imprese insediate e compromette nuovi insediamenti.
Come è noto, l’accordo di programma del 25 maggio 2012 aveva previsto che la Regione intervenisse, a mezzo delegazione amministrativa ad EZIT, per predisporre piani di caratterizzazione ed eseguire, ove necessario, caratterizzazioni e analisi di rischio.
Con il commissariamento dell’EZIT, le competenze sono state riassunte in capo direttamente dalla Regione. Non risultano però esperite attività sul campo, se non quelle riferite alla ridefinizione del perimetro del Sin per alcune aree prospicienti il canale industriale, con conseguente remissione di queste aree alla competenza della Regione.
Chiedo all’Assessore notizie sul cronoprogramma delle attività in capo alla Regione e in particolare sulle azioni per riassumere la competenza su altre aree, possibilità questa prevista dall’articolo 36 bis della legge 134/2012 e più volte sottolineata dal Ministero in sede di conferenze di servizi, in modo da poter accelerare le procedure di accertamento, dove necessario di bonifica e comunque di restituzione agli usi legittimi.