Per la rubrica “A passo spedito indietro nel tempo” parliamo oggi dell’ennesima curiosa scelta della nostra amministrazione regionale.
In occasione di ESOF 2020 la Giunta regionale propone, nell’assestamento di bilancio, di stanziare ben 200 mila euro per approfondire il rapporto tra scienza e fede. (Per amor di precisione: corrisponde al 13% del milione e mezzo che la Regione stanzia per tutto ESOF )
Al di là del tema, la cosa potrebbe anche andar bene se stessimo parlando di destinare i 200 mila euro ad un bando volto al finanziamento di più progetti, aperto a enti scientifici, culturali, comunità religiose, etc… Ma la cosa curiosa è che l’intera somma viene assegnata ad personam alla Diocesi di Trieste, per l’organizzazione di un convegno e di alcuni eventi collaterali. Si tratta di una scelta innegabilmente “politica”: il punto di vista della Diocesi sul tema è certamente legittimo, anche importante, ma certo non l’unico.
In aggiunta a tutto ciò c’è anche la possibilità, questa proprio inconsueta, di poter portare a rendiconto per il contributo anche spese sostenute nel 2019, PRIMA dell’approvazione della norma e prima della presentazione del presentivo di spesa. (Che poi, il preventivo non dovrebbe prevenire le spese? Mah, forse mi sbaglio io).
Io resto convinto di due principi: il primo è quello della laicità delle istituzioni e il secondo quello che garantisce a tutti i soggetti che ne hanno titolo (e tra questi anche, ma non solo la Diocesi ) di presentare progetti e di concorrere al riparto dei fondi di sostegno.
Per questo presenterò in aula un emendamento, per chiedere di trasformare il contributo ad personam in un bando che possa finanziare più progetti, che possano affrontare il tema del rapporto tra scienza e fede, tra ricerca ed etica, da molteplici e diverse prospettive e garantendo perciò pluralità di impostazioni e punti di vista.