Esattamente oggi, 10 anni fa, sono stato eletto Sindaco di Trieste. Ormai lo sapete, non sono uomo da discorsi commoventi, ma in questa ricorrenza una cosa la voglio dire: porterò per sempre con me l’immenso orgoglio di avervi rappresentato.
Non so se vi siete mai soffermati a pensarci su, sull’importanza di dar voce a qualcun altro intendo. Si tratti dei vostri figli, dei vostri amici, dei vostri genitori, dei vostri colleghi, sarà senz’altro capitato ad ognuno di voi. Non è un privilegio?
Rappresentare la nostra comunità, ricchissima di sfaccettature, lavorare per il suo benessere, è stato questo il mio impegno, e ho cercato di farlo nel modo più serio possibile.
Credo che non sia un caso che io scelga proprio l’aggettivo “serio” per descrivere i miei anni da Sindaco: sono stati anni di lavoro, inevitabilmente di scartoffie, di una grande intensità che non ti molla mai. Molto lavoro fatto in ufficio, con i collaboratori, forse troppo.
Del resto fin dall’inizio ho pensato che fosse indispensabile progettare il domani di Trieste, più che limitarsi al presente. Anche se elettoralmente sarebbe stato più redditizio. Mi spiego: il mio modo di prendermi cura di ciò che amo, di Trieste in questo caso, prevede di partire dalle fondamenta, di assestare e rafforzare base solide su cui poi pensare di costruire. Se dovessi ad esempio prendermi cura di una pianta (e speriamo di no, non ho il pollice verde), comincerei domandandomi se il vaso è sufficientemente grande, se è ben esposta, se la terra è buona. Poi, solo più avanti, penserei al concime o ai fiori. Ecco il perché del piano regolatore, della sdemanializzazione, della svolta nel Porto, dell’investimento in relazioni con un’area internazionale.
Avrei dovuto comunicare di più, condividere e raccontare allo sfinimento lo scopo di tutto quel lavorare? In effetti me lo avete detto spesso, e avete ragione.
Certo non è facile spiegare concetti come quello di un patto di stabilità, che impediva i lavori pubblici nonostante avessimo i soldi in tasca e progetti pronti nei cassetti, aggiungete poi che non è un mistero il fatto che io non sia propriamente un chiacchierone.
Ma non sono certo qui a elencare ciò che è stato fatto o che avrei voluto fare, sono qui solamente a dirvi che è stata una grande emozione durata 5 anni, e a ricordarvi che oggi sono passati 10 anni, giusto per farci sentire tutti un pò più vecchi.