Porto Vecchio, Sindaco al Prefetto: avviare il trasferimento del regime di Punto franco.

Pubblichiamo integralmente il testo della lettera che il Sindaco  ha inviato al Prefetto di Trieste e al Presidente dell’Autorità Portuale in data 7 settembre 2012.

Signor Commissario del Governo, Gentile Presindete,

mi rivolgo a Voi con la presente per chiedere formalmente al Signor
Commissario del Governo di avviare il trasferimento del regime di Punto
Franco da una prima porzione del Porto Vecchio di Trieste a un sito da
individuare tempestivamente, ovviamente d’intesa con l’Autorità
Portuale, interessata giustamente a valorizzare le agevolazioni previste
da quel regime in quelle aree dove possono utilmente servire allo
sviluppo di talune attività portuali.
Riporto qui di seguito le motivazioni di questa formale richiesta:

– Si avvia a conclusione al 31/12/2012 la seconda sospensione che
ha interessato in particolare il Magazzino 26 e i suoi accessi, da cui
deriva la necessità di stabilire con certezza  la situazione in cui quel
contenitore potrà sviluppare le proprie attività nel 2013.
– E’ evidente che l’attuale regime di Punto Franco, così come
istituito e disciplinato è funzionale ad attività portuali che, fatta
salva l’eccezione dell’Adriaterminal, non si svolgono più in Porto
Vecchio, né è previsto che vi si svolgano, visto che le strategie
indicate dal progetto di Piano Regolatore e dallo stesso piano
industriale collocano in altri siti lo sviluppo e l’espansione del
nostro scalo e dei suoi terminali. Ciò avviene, del resto, anche perché
le caratteristiche dei porti moderni sono molto diverse da quelle che
ispirarono la realizzazione del Porto Vecchio.
– Ne consegue che questo regime speciale vada a collocarsi laddove
le caratteristiche delle operazioni portuali ne possano trarre eventuale
beneficio.
– Le prospettive, ampiamente note e condivise dall’opinione
pubblica, che sono previste nei documenti di programmazione e negli atti
di concessione, indicano il progressivo insediamento nell’area di
Porto Vecchio di funzioni, servizi e attività che certo non trarrebbero
alcun vantaggio dal regime di Punto Franco, sono totalmente estranee
alle ragioni che l’hanno motivato e che ne giustificano, ad avviso
della dottrina prevalente e di un autorevole recente pronunciamento del
nostro Parlamento, il trasferimento nell’ambito delle aree del Porto
di Trieste. Le funzioni, i servizi e le attività previste oggi per il
Porto Vecchio difficilmente potranno svilupparsi invece in presenza di
quelle limitazioni degli accessi che il regime di Punto Franco
necessariamente richiede.
– In una situazione di grave crisi, economica e sociale, il
recupero e la rigenerazione del Porto Vecchio, destinato
progressivamente a integrarsi con la realtà urbana, rappresentano una
irrinunciabile occasione di investimenti e un motore di occupazione, da
cui la necessità di rimuovere, nel pieno rispetto delle norme, ostacoli
che possano impedirne o limitarne lo sviluppo. Stiamo parlando della più
importante operazione di recupero di un fronte mare esistente oggi in
Europa, e per la quale perciò, nonostante la crisi riduca le capacità di
investimento, si possono attrarre attenzione e investimenti
significativi.
– Alle ragioni di urgenza generale, legate anche alla necessità di
dare un segnale chiaro, univoco e condiviso all’opinione pubblica che
lo aspetta, visto lo stato di lungo progressivo abbandono dell’area,
ne aggiungo una di ordine particolare, ma che interessa migliaia di
cittadini, ricercatori, studenti: la richiesta di trasferimento della
Biblioteca Civica da Palazzo Biserini, che nei prossimi anni sarà
oggetto di lavori radicali di ristrutturazione, al Magazzino 26,
formulata dalla scrivente Amministrazione alla Portocittà S.p.A. e
all’Autorità Portuale di Trieste.  Nell’augurarmi infatti che
questa richiesta incontri quel definitivo assenso che nei contatti
verbali è stato annunciato, è evidente che non possiamo procedere alla
programmazione degli importanti investimenti richiesti da questa
soluzione, senza la certezza del pieno, libero accesso dei tanti utenti
ai servizi della Biblioteca.  Aggiungo infine che la collocazione in
Magazzino 26 appare l’unica in grado di garantire nei prossimi anni la
piena funzionalità dei servizi bibliotecari; altre, che pur abbiamo
valutato, consentirebbero o la sola conservazione dei volumi, o al
massimo un servizio ai cittadini fortemente limitato e comunque non al
riparo da imprevisti che soluzioni precarie determinano.

Vi ringrazio dell’attenzione con cui questa verrà valutata e sono
ovviamente disponibile per ogni chiarimento che si renderà necessario.

Con i migliori saluti

Roberto Cosolini

 

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