Di fronte a un numeroso pubblico di amici, estimatori e colleghi (nella professione medica e nella politica), si è svolta in Municipio la cerimonia di conferimento della Civica Benemerenza del Comune di Trieste al prof. sen. Fulvio Camerini.
Aperta dal Presidente del Consiglio Comunale Iztok Furlanič che ha ricordato la quinquennale intensa opera di Camerini quale Consigliere comunale (dal 2001 al 2006, ricoprendo anche l’incarico di Capogruppo dell’Ulivo, n.d.r.), mettendo brevemente in luce il profilo e il carattere di “una figura unanimemente apprezzata da tutti, di ogni parte politica e in tutti i campi di attività”, la solenne riunione è proseguita con l’intervento del Sindaco Roberto Cosolini che, nell’affollata Aula consiliare, ha voluto innanzitutto sottolineare il profondo rapporto personale via via costruito, in ormai tanti anni, con il “premiato”.
Del quale, subito dopo, Cosolini ha tenuto a tratteggiare quelle che ha definito “alcune caratteristiche di Camerini che ‘fanno la differenza’”. E in particolare – così il Sindaco – “la grandissima umanità espressa nella professione medica, laddove Camerini ha sempre saputo considerare il paziente innanzitutto come una persona. Così instaurando un rapporto diretto e sincero ed esprimendo quella personale vicinanza che è così importante per aiutare il paziente, specie nei casi più difficili.”
E ancora – secondo punto sottolineato dal Sindaco – “la grande capacità e l’interesse primario dimostrato da Camerini per la trasmissione agli altri della propria ‘sapienza’ e delle proprie conoscenze, affinchè quanto appreso in tanti anni di esperienza possa fruttificare nei giovani, ma anche nelle altre istituzioni che ne possono far tesoro. Proprio in tal senso – ha ricordato Cosolini – il prof. Camerini è stato uno dei principali e più convinti assertori del collegamento e della crescita comune e coordinata degli Istituti scientifici e di ricerca del nostro territorio e uno dei promotori della costituzione della Città della Scienza e del ‘Sistema Trieste’.”
“Terzo e fondamentale aspetto – ha osservato quindi Cosolini – la capacità di Fulvio Camerini di avere la mente sempre aperta, di saper uscire dalla propria dimensione per confrontarsi in ogni momento con gli altri. E ciò sia nella professione che nella politica dove ha dimostrato, oltre ogni ‘fisiologica’ difficoltà, di essere in grado di coniugare pazienza e necessaria determinazione, capace di cogliere e di mettere a frutto, con spirito di dialogo, tutto quanto di buono proveniva dalle altrui proposte, anche di parti diversamente orientate, puntando nel contempo, sempre con estrema chiarezza, al raggiungimento di precisi obiettivi.”
“Infine – ha concluso il Sindaco – l’intuizione e la volontà di intendere le scienze (e la medicina in particolare) e la politica non come ambiti separati e distanti, ma come aspetti complementari di un unico ambito civile; e ciò sia nell’indicare la necessità che per l’ottenimento dei migliori risultati si applichi anche alla politica il metodo scientifico, sia nel far convergere, nei fatti concreti, medicina e politica, ad esempio a sostegno, difesa e sviluppo delle istituzioni mediche e ospedaliere cittadine, aspetto che Camerini ha sempre praticato e posto in primo piano.”
Al termine del suo intervento, il Sindaco Cosolini ha quindi proceduto alla lettura della motivazione della Civica Benemerenza, espressa in questi termini: “Per il costante e intenso impegno, unito a una profondissima umanità, profuso nella lunga e brillante carriera professionale e politica, sempre al servizio della città di Trieste”; consegnando poi al prof. Camerini, fra il lungo applauso dei presenti, la relativa pergamena e il simbolo dell’onorificenza, un bassorilievo con una figura femminile rappresentante la Città, con in mano un’Alabarda, riproduzione di un’opera dell’artista Carlo Wostry.
E’ toccato quindi al “premiato” svolgere un ampio discorso nel quale ha voluto mettere a fuoco e ricordare a tutti – con l’evidente intento di lanciare alcuni importanti “messaggi” – i principali aspetti e “nodi” incontrati nella sua duplice esperienza, medica e politica.
Innanzitutto svolgendo un interessante “excursus” storico della Medicina a Trieste, e della Cardiologia in particolare. A partire dagli anni ’50 quando qui ancora non esisteva la Facoltà di Medicina e Chirurgia (istituita appena nel dicembre 1965 e allora “limitata al primo biennio”, n.d.r.) e la stessa attività medica viveva “una situazione di isolamento”, diversamente dai “buoni risultati raggiunti invece nei decenni precedenti le guerre mondiali – ha osservato Camerini – grazie ai fervidi rapporti esistenti con gli ambienti della medicina austriaca e con le Università di Vienna e di Graz!”
E così fino agli anni ’60, alla costituzione – come detto – della Facoltà di Medicina e alla creazione della Divisione di Cardiologia dell’ospedale, e poi dell’Unità Coronarica (che farà scendere drasticamente il tasso di mortalità da infarto nella nostra città) fino al recente avvio del nuovo Polo Cardiologico di Cattinara. “Progressi determinatisi però – ha osservato –, specie agli inizi e soprattutto in cardiologia, fondamentalmente grazie all’irrompere delle nuove tecnologie piuttosto che per merito di un ambiente medico-accademico italiano allora piuttosto chiuso rispetto ad altri Paesi.”
“Poi però molti hanno capito, nuove sensibilità si sono aperte, nel mondo medico come nel prezioso volontariato cittadino, a cominciare dall’Associazione Amici del Cuore che ha fornito fondamentali contributi alla nostra cardiologia (e in Aula era presente, tra gli altri, anche il comm. Primo Rovis storico presidente del sodalizio, n.d.r.); ma anche nella politica che, ad esempio per la creazione del Polo Cardiologico di Cattinara, ha ben compreso le nostre necessità” (e qui Camerini ha ringraziato gli Assessori regionali alla Sanità dell’epoca).
Sempre in campo medico, Camerini ha infine invitato tutti a riflettere su alcuni punti: in primo luogo la necessità che il malato resti al centro dell’attenzione come persona e non, per un malinteso uso di tecnologie sempre più raffinate, quale mero oggetto di procedure curative da parte di una “tecnocrazia medica”; quindi – ha proseguito – di fronte a tante complesse novità e competenze, l’auspicio che la “gerarchia” di medici e operatori venga piuttosto convertita in condivisione e in una mentalità di gruppo e di lavoro in squadra; e ancora, la valorizzazione e tutela professionale della fondamentale professione infermieristica; infine, la continuità assistenziale, poiché – ha detto Camerini – l’odierna necessità di razionalizzare risorse e ricoveri non deve però impedire di continuare a seguire un paziente con la necessaria attenzione ed efficacia.
Ampliando l’ambito del suo ‘panorama’, il prof. Camerini ha ribadito l’assoluta necessità di un forte impegno nella prosecuzione della ricerca e nelle collaborazioni nazionali e internazionali in tal senso (cogliendo qui l’occasione per rivolgere un commosso ricordo allo scomparso direttore dell’ICGEB, prof. Arturo Falaschi).
Concludendo poi con la sua esperienza politica, “svolta – ha detto – nella convinzione che la politica non debba essere solo appannaggio dei professionisti della stessa ma anche aperta alla ‘società civile’ e ai suoi contributi. E ciò, a maggior ragione – ha affermato, con evidente riferimento a certi toni della cosiddetta ”antipolitica” odierna – avendo presente come un’esperienza politica concreta, pulita e utile al Paese possa certamente venir praticata, essendovi ancora impegnate molte persone degne e valide, mentre non è affatto vero che al Parlamento si lavori poco (e ha ricordato qui le sue esperienze nell’Aula del Senato ma soprattutto nelle Commissioni, con importanti e complesse discussioni e la produzione di leggi di grande rilievo per tutta la comunità). “Certo bisognerebbe cercare di maggiormente introdurre il rigore della scientificità anche e soprattutto nel metodo del dibattito politico”, ha chiosato Camerini. Ricordando peraltro, in chiusura, i suoi principi ispiratori di sempre: quelli evangelici (con l’esempio del buon Samaritano che si prende cura di chi ha bisogno) e quelli della nostra Costituzione. “Due riferimenti che, uniti alla capacità “laica” di collaborare tra diverse ispirazioni come è giusto in una società plurale, credo mi siano stati sufficienti per ben operare.”
Un grazie finale a tutti gli amici e collaboratori, nella medicina e nella politica, nuovamente al volontariato triestino, a tutto il mondo medico cittadino a cominciare dall’attuale “leadership di una struttura modello quale è oggi il Polo Cardiologico diretto dal prof. Sinagra”, alla moglie e alla famiglia.
Ultimo “tocco”, un pensiero per la Città, scritto in Salotto Azzurro, sul Libro d’Oro del Comune: “Un augurio per una Trieste civile, aperta, attiva, accogliente. Fulvio Camerini”.