Nei primi giorni di novembre sono stati pubblicati i dati relativi alle aliquote IMU dei capoluoghi di Provincia italiani. Quasi allo scadere del termine previsto per il 31 ottobre, i Consigli Comunali dei capoluoghi di provincia hanno approvato i propri bilanci e le relative aliquote Imu, dunque è possibile procedere ad un analisi comparativa dei dati relativi all’Imposta Municipale Propria tra le maggiori città italiane e il Comune di Trieste, che per chiarezza già nella scorsa primavera aveva fissato e comunicato le proprie aliquote.
Dai dati del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore tra i capoluoghi di Regione a Trieste si riscuote sulla prima casa l’aliquota più leggera (solo nella terremotata L’Aquila l’aliquota è inferiore), addirittura rispetto ai 101 capoluoghi di Provincia, l’aliquota sulla prima casa è la 6a più bassa ed è importante rilevare che l’aliquota più leggera sulla prima casa non si riflette, peraltro, in modo pesante sulle aliquote previste per gli altri immobili. Dai dati del Corriere della Sera si evince che la variazione media dell’imposta dovuta a Trieste per l’IMU 2012 rispetto all’ICI 2011 per le case date in affitto è, tra i capoluoghi di Regione, la più bassa d’Italia.
Confrontando le aliquote previste per gli immobili diversi dalla prima casa con quelle di tutti i capoluoghi di Provincia, Trieste si colloca comunque sotto la mediana, al 47esimo posto su 101, e a differenza di molte altre città nel capoluogo giuliano si prevede un alleggerimento significativo per le case locate a canone concordato (da 0,97 a 0,65%); per le case sfitte l’aliquota (1,00) è al 26esimo posto su 101 Capoluoghi. Per le aliquote ordinarie si colloca al 42esimo su 101, ma soltanto una decina dei comuni con un aliquota più leggera prevedono, come a Trieste, agevolazioni specifiche per le imprese. Anche in questo caso bisogna rilevare che tra queste città, i capoluoghi di Provincia si assestano mediamente con aliquote decisamente più alte.
L’Amministrazione comunale di Trieste, dunque, è riuscita a mantenere le aliquote tra le più basse d’Italia e non ha lasciato nulla di intentato per alleggerire un sacrificio che sarà comunque molto pesante per le famiglie e per gli imprenditori.
Infatti, ascoltando e accogliendo la richiesta dei commercianti e degli artigiani la Giunta si è impegnata a ridurre di un punto percentuale l’aliquota di loro spettanza (dal 9,7 al 8,7) sugli immobili accatastati nelle categorie C1 (negozi) e C3 (laboratori); inoltre, si è creato un fondo straordinario destinato all’attivazione di misure economiche a sostegno di particolari categorie di cittadini (anziani non autosufficienti, disabili gravi, nuclei familiari con mutuo prima casa) che consente loro di beneficiare di un contributo per ottenere una parziale riduzione nel pagamento dell’IMU.
I risultati di questo impegno e delle politiche adottate si possono vedere limpidamente nei numeri riportati dalle testate giornalistiche nazionali, ove si legge che a Trieste l’Imposta Municipale Propria è tra le più basse del nostro Paese.