Un ringraziamento doveroso per il ponderoso lavoro svolto va all’assessore alla Pianificazione Urbana, Mobilità e Traffico, Progetti Complessi, Elena Marchigiani, a tutti i componenti della Giunta, all’Ufficio Tecnico di Piano del Comune, all’archittto Genovese e a quanti hanno collaborato attivamente. E’stato il risultato di un grande lavoro di squadra che ognuno ha svolto con dedizione in base alle proprie competenze e attuando opportune azioni integrate, avvalendoci soprattutto di forze interne e con un impegno contenutissino di spesa. Il nuovo Piano Regolatore è uno strumento che si muove coerentemente con l’obiettivo di lavorare per una città più moderna e vivibile, per la qualità del territorio e la sua riqualificazione, per una maggiore usufruibilità in termini turistici, all’insegna dello sviluppo sostenibile, del basso impatto di energie e di risorse”.
La Giunta ha licenziato il primo atto di avvio dell’iter di adozione del nuovo Piano Regolatore Generale del Comune di Trieste, ha approvati i documenti, consegnandoli così al primo passaggio relativo ai pareri delle Circoscrizioni.
I materiali di Piano sono stati inoltrati alle Circoscrizioni nella mattina del 20 gennaio; il tempo dedicato all’invio dei pareri è – da regolamenti comunali – definito in 20 giorni. Per agevolare questa fase, prenderanno avvio gli incontri di illustrazione del nuovo PRGC presso i consigli circoscrizionali. Incontri ai quali saranno presenti l’assessore alla Pianificazione urbana Elena Marchigiani e i progettisti dell’Ufficio di Piano. Nel frattempo inizieranno le sedute della Commissione consigliare VI. Una volta restituiti i pareri da parte delle Circoscrizioni e proceduto alla valutazione degli stessi, il Piano tornerà in Giunta nella forma che verrà definitivamente trasmessa al Consiglio comunale per l’adozione. In questa forma, il nuovo PRGC già dopo la metà di febbraio sarà pubblicato sul sito della Rete civica, per dare massima diffusione alla proposta in discussione in sede consigliare.
L’adozione del nuovo PRGC potrebbe già avere luogo alla fine di febbraio 2014, ma di fatto avverrà in funzione dei tempi e delle modalità di lavoro stabiliti dal Consiglio comunale.
Una volta adottato dal Consiglio comunale, il PRGC verrà inviato alla Regione che ha 90 giorni per esprimere il suo parere vincolante. Contestualmente, dopo la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale Regionale, il documento verrà aperto per 30 giorni lavorativi alle osservazioni e alle opposizioni dei cittadini. In questa fase, sempre nell’ottica della massima trasparenza e per supportare i cittadini interessati a presentare osservazioni od opposizioni, l’Ufficio di Piano aprirà al pubblico uno specifico sportello in cui potranno essere direttamente visionati tutti i documenti e richieste precisazioni e informazioni.
Superate tutte le verifiche previste dalla legge ed esaminate le osservazioni e opposizioni, il Piano regolatore tornerà in Consiglio comunale per l’approvazione, ultimo atto del processo tecnico e politico. L’approvazione può essere ipotizzata agli inizi del prossimo anno.
Fino ad oggi: un percorso improntato alla lettura del territorio e all’ascolto di cittadini e portatori di interesse
Il nuovo Piano è stato predisposto in un tempo record, trattandosi di uno strumento completamente diverso sia dalla Variante n. 66, sia dalla Variante 118 mai arrivata ad approvazione. Si tratta infatti di uno strumento nuovo, redatto con l’intento di dare risposta ai tempi che stiamo attraversando, ai cambiamenti strutturali e alle domande che oggi emergono con forza dal territorio; di un Piano basato su una mole notevole di analisi e di valutazioni predisposte ex novo e su quanto evidenziato nel corso delle diverse fasi di partecipazione e ascolto da cittadini e portatori di interesse.
Ricordiamo solo la cronologia dei principali passaggi, del tutto congruenti a quanto stabilito nel programma di mandato del Sindaco Cosolini:
– 22 novembre 2011, approvazione in Consiglio comunale delle Direttive per la predisposizione del nuovo PRGC e delle relative salvaguardie;
– 23 dicembre 2011, la Giunta ha disposto la costituzione di un Ufficio di Piano composto da personale interno selezionato per competenze e esperienze, esperti esterni selezionati attraverso concorso pubblico, consulenze su temi specifici. In particolare, per gli studi specialistici di supporto, ci si è avvalsi delle competenze di personale interno di altri servizi dell’Area Città e Territorio e di altre Aree, ad eccezione dello studio geologico, dello studio demografico e di un approfondimento giuridico relativamente alle modalità per incentivare a riqualificazione energetica, che sono stati assegnati all’esterno;
– maggio-giugno 2012, fase di ascolto nelle Circoscrizioni; il percorso è stato supportato dall’organizzazione di incontri presso le Circoscrizioni (presenti l’assessore Marchigiani e l’Ufficio di Piano) e dalla diffusione e raccolta di questionari resi disponibili in forma cartacea e su web;
– 2012-2013, incontri finalizzati alla redazione di un quadro di progettualità e scelte strutturali alla scala dell’area vasta (con Provincia di Trieste, Comuni di Duino Aurisina, Monrupino, Muggia, San Dorligo della Valle, Sežana, Sgonico, Koper);
– luglio 2012, organizzazione di tavoli tecnici con le principali categorie di stakeholder (costruttori e professionisti, ambientalisti, categorie economiche);
– luglio 2012, organizzazione di tavoli tematici aperti a tutte le categorie portatrici di interesse sulle principali questioni al centro del Piano: Dove sarà Trieste? Prospettive alla scala dell’area vasta; Cosa farà Trieste? Economie e ricerca; Quali nature a Trieste? Ambienti e paesaggi; Come fare di Trieste una città più bella e abitabile? Questioni di qualità urbana ; Quali case e servizi a Trieste? Questioni di welfare;
– 7 gennaio 2013, presentazione pubblica degli esiti della fase di ascolto e pubblicazione sul sito web della Rete Civica;
– giugno-settembre 2013, tavoli tecnici sulle tematiche energetiche e parametri urbanistici ed edilizi;
– luglio 2013, presentazione dello stato di avanzamento e richiesta di feedback alle principali categorie di stakeholder (costruttori e professionisti, ambientalisti, categorie economiche).
Per un progetto del territorio: i temi e le questioni al centro del Piano
Il nuovo PRGC è in primis un Piano che ha il coraggio di guardare al futuro, proponendo immagini forti di progetto per la Trieste di domani. Non è semplicemente un vestito di Arlecchino, fatto della sommatoria e dell’accostamento di zone, senza una chiara immagine di sviluppo e di progetto per la città da qui a 15 anni. In un momento di crisi come quello che il nostro Paese e, quindi, anche la nostra città sta attraversando è fondamentale avere una prospettiva che possa orientare e guidare le scelte – piccole e grandi, pubbliche e private – che andranno a trasformare la nostra città e il nostro territorio. Gli investitori privati sicuramente sono più disposti a intervenire quando un’amministrazione ha e manifesta idee chiare sul proprio sviluppo.
La Trieste che ci immaginiamo:
– è una città sana e sostenibile, grazie alla ricostruzione di un rapporto virtuoso con le risorse del territorio (acqua, aria, suolo, energia), al rispetto delle regole di funzionamento ecologico, a una valutazione attenta dei livelli di tenuta e stabilità del territorio stesso, alla predisposizione di un grande progetto di mobilità sostenibile;
– è una città della conoscenza, della produzione e della logistica, in cui si possono trovare nuove occasioni spaziali per un’integrazione più forte tra innovazione e produzione, anche e soprattutto attraverso il riutilizzo di grandi aree e contenitori dismessi;
– è una città del turismo e del tempo libero, tra il Carso e il mare, fondata su un progetto di integrazione e di riconnessione tra le tante potenzialità e risorse in grado di rilanciare l’attrattività della nostra città e del nostro territorio;
– è una città policentrica, in cui si deve e si può lavorare sulla riqualificazione e sulla messe in rete dei tanti servizi e attrezzature collettive che irrorano quartieri e rioni.
Il nuovo PRGC è in sostanza un Piano che affronta le questioni di governo del territorio che abbiamo posto al centro del nostro mandato amministrativo e delle Direttive:
– partecipazione (come già ampiamente illustrato attraverso la descrizione del percorso di redazione del Piano);
– visione di sviluppo sostenibile fondata sul rilancio – oltre che dell’industria portualità e logistica – anche del turismo (attraverso un progetto di sviluppo delle attività balneari e dell’affaccio della città sul mare con particolare riguardo a Barcola), della conoscenza ricerca e produzione a basso impatto (attraverso il riconoscimento di un sistema di aree che dall’altipiano si sviluppa fino alla città e la predisposizione di indirizzi progettuali per la riqualificazione della zona industriale e dell’accesso da sud alla città-via Flavia), dell’agricoltura come occasione per la gestione attiva del territorio e la valorizzazione delle sue eccellenze (attraverso il rilancio delle attività agricole e silvo-pastorali sull’altipiano e la predisposizione di specifiche linee di indirizzo per il riutilizzo a fini agricoli dei pastini lungo la costiera)
– limitazione del consumo di suolo cui deve fare da contraltare il recupero delle grandi aree dismesse (quelle che abbiamo chiamato le Aree della grande trasformazione, in cui gli interventi giocano un ruolo strategico per la riqualificazione di più ampi settori urbani: Campo Marzio, ambito di via Rossetti-via Cumano, ex caserma di Banne, oltre a Porto Vecchio) e la trasformazione/riqualificazione della città esistente anche tramite operazioni ampie e strutturate di sostituzione edilizia (individuazione di specifici ambiti e schede progetto orientati alla realizzazione di quartieri ecologici in sostituzione di parti città degradate ed energivore – Aree della sostituzione e ristrutturazione);
– risparmio energetico e riqualificazione energetica e ambientale della città esistente, ricorrendo a specifiche forme di incentivazione (crediti volumetrici in cambio di operazioni di riqualificazione energetica), ma anche alla predisposizione di specifici criteri di invarianza idraulica, utilizzo di tetti verdi ecc.;
– attenzione per tutta la città, in primis per le periferie e i rioni con un focus su servizi e qualità/vivibilità, ma anche superamento della contrapposizione tra centro e periferia, città e altipiano, urbano e rurale (attraverso schede progetto contenenti criteri e indirizzi per la riqualificazione degli spazi pubblici nei diversi Centri di Quartiere);
– attenzione per il corretto funzionamento ecologico del territorio, per le tematiche connesse al rischio geologico e idrogeologico, per la lettura del paesaggio come valore e come volano di riqualificazione e sviluppo di spazi e attività economiche;
– integrazione delle scelte di piano con quelle della mobilità, nell’intento di delineare un nuovo sistema di trasporto pubblico che supporti forme di mobilità alternative (tranvie e similari, attraverso un grande progetto di riutilizzo della rete infrastrutturale su ferro già presente) e che affronti in maniera strutturata i problemi connessi all’accessibilità e alla sosta (individuazione di parcheggi scambiatori nell’anello più esterno della città);
– innovazione dei processi di attuazione, nell’ottica della semplificazione quale motore imprescindibile per l’attrazione di nuovi investimenti; in sostanza, eliminazione del ricorso a pianificazione attuativa in tutti i casi possibili in coerenza al PURG;
– valutazione attenta delle potenzialità di sviluppo delle aree della grande trasformazione, orientata a garantire da un lato la flessibilità necessaria agli investitori, dall’altro una chiara individuazione delle dotazioni di interesse pubblico che l’Amministrazione da tali trasformazioni vuole ottenere.