Il numero di casi di scabbia rilevati a Trieste nell’anno appena trascorso è limitatissimo e del tutto fisiologico. Un tanto per replicare, con dati precisi e inequivocabili, ad alcune polemiche di matrice principalmente politica emerse nei giorni scorsi.
“Vogliamo immediatamente chiarire a tutti i cittadini che si tratta di un’“emergenza” del tutto presunta, e in realtà inesistente e gonfiata in tutti i sensi, stante il fatto certificato dalle competenti autorità sanitarie le quali hanno “conteggiato” in 6 (sei) il numero totale dei casi di scabbia registrati nel corso di tutto il 2014. E ciò a fronte di numeri ben più elevati rilevati negli anni e nei decenni passati, quando il fenomeno “migranti” semplicemente non esisteva. E questo è solo uno dei motivi – gli altri sono di natura più squisitamente sanitaria ed epidemiologica – per cui la tentata equazione “più migranti=più scabbia” va totalmente rigettata”. E’ quanto ha dichiarato l’Assessore alle Politiche Sociali, Laura Famulari, durante una conferenza stampa tenutasi in Municipio, che ha, di conseguenza, dichiarato di “voler vivamente protestare contro chi, con questi metodi e senza disporre delle necessarie fonti di dati e di nozioni, ritiene di poter procurare allarmi nella popolazione oltre che lanciare accuse gratuite e infondate agli enti e alle istituzioni locali.”
Scendendo nel dettaglio tecnico, è stato quindi il Direttore della Struttura Igiene e Sanità Pubblica dell’Azienda Sanitaria dottor Zorzut a confermare pienamente quanto anticipato dalla Famulari, illustrando, anche con l’ausilio di grafici e tabelle riportanti i casi di scabbia registrati nella provincia di Trieste negli ultimi 40 anni (dal 1973 a tutto il 2014), un quadro epidemiologico della situazione locale dove si evidenzia con chiarezza come tali casi fossero molto più numerosi nel passato, fino a toccare gli oltre 200 per anno, con vertici di quasi 300, nella seconda metà degli anni ’70.
Per quanto concerne l’attualità, il dott. Zorzut ha tenuto a precisare come nel 2014 l’Azienda Sanitaria abbia provveduto a visitare 430 migranti, ovvero la totalità (il 100%!) di quelli conosciuti e segnalati dagli enti e dalle autorità competenti, riscontrando solo alcuni singoli casi di scabbia.
Inoltre il medico dell’A.A.S. (nuova denominazione che sta per “Azienda per l’Assistenza Sanitaria”, n.d.r.) ha voluto spiegare con l’occasione come la scabbia non sia propriamente una malattia ma, piuttosto, una forma di infestazione, tra l’altro facilmente curabile e di cui si può guarire in pochi giorni ricorrendo a un semplice trattamento. Non solo – ha precisato – ma è quasi impossibile da contrarre mediante i normali contatti “sociali” della vita quotidiana (ad es. una stretta di mano o una momentanea vicinanza con la persona portatrice dell’acaro), mentre per “assumerla” sono viceversa necessari contatti ripetuti e frequenti in ambienti ristretti di comune convivenza. “Motivo per cui – ha concluso il dott. Zorzut – è ben difficile che un cittadino possa contrarre la scabbia da migranti normalmente abituati a mantenersi ‘chiusi’ nei loro gruppi o comunità particolari. E comunque va detto che, proprio tenendo conto della diffusa sensibilità su questi temi, nel caso di migranti già a fronte di una semplice segnalazione di prurito preferiamo proporre in ogni caso il trattamento farmacologico anti-scabbioso a scopo meramente prudenziale.”
Al termine della conferenza il Commissario straordinario dell’A.A.S. Nicola Delli Quadri, oltre a ribadire quanto detto in precedenza, ha colto l’occasione per toccare un altro tema di attualità, di competenza dell’Azienda, quello del numero dei pediatri operanti in città. E ciò per smentire categoricamente le recenti dichiarazioni diffuse in proposito dal Sindacato Medici Pediatri e per rassicurare invece tutte le famiglie del territorio le quali – ha detto – “devono sapere che il diritto al pediatra ‘di libera scelta’ verrà sempre garantito”.