E’ questo l’obiettivo del Protocollo d’intesa sottoscritto a Milano dal sindaco di Trieste Roberto Cosolini, dal commissario unico di EXPO 2015 Giuseppe Sala, dalla presidente della Regione FVG Debora Serracchiani, dal presidente e amministratore delegato di Illycaffè S.p.A. Andrea Illy, e dal presidente della Camera di Commercio di Trieste Antonio Paoletti che hanno deciso di collaborare e svolgere attività congiunte di divulgazione, informazione, comunicazione e approfondimento sul tema del caffè, un prodotto di crescente importanza economica e sociale che vede l’Italia patria mondiale dell’espresso e Trieste punto di riferimento del settore per la presenza, storicamente radicata, di attori ed operatori altamente qualificati a livello nazionale ed internazionale, oltre che punto d’incontro tra aree e culture di estremo interesse per EXPO 2015.
“Perché Trieste è la Capitale del Caffè? Perché è l’unico luogo che integra tutta la filiera dall’arrivo della materia prima fino al prodotto finito e anzi va oltre, arrivando ad una vera e propria esperienza culturale che ci parla d’Europa. Intanto i numeri: il 30% del caffè importato in Italia arriva nel porto di Trieste; poi ci sono 45 imprese nelle diverse fasi del ciclo, con più di 1000 addetti e 500 milioni di fatturato. E poi c’è formazione e ricerca, e quindi continua innovazione. A tutto ciò si aggiunge che Trieste, insieme a Vienna, Budapest e Praga -ha detto ancora Roberto Cosolini- affascina con i suoi caffè che sono da sempre luoghi in cui l’assaporare questa straordinaria bevanda si intreccia con alti momenti della cultura, della letteratura, dell’incontro civile e politico. A Trieste insomma, il caffè significa anche cultura europea. “Per questo in occasione dell’Expo -ha concluso il sindaco Cosolini- proporremmo un evento dedicato al caffè in uno dei suoi contenitori più belli e significativi della nostra città, il Salone degli Incanti: sarà un modo per collegarsi idealmente e tecnologicamente al cluster del caffè presente ad Expo e un modo per far conoscere e amare ancor più Trieste”.
“Trieste può oggettivamente essere la culla del caffè, perché a Trieste si coniugano innovazione e ricerca con la tradizione”, ha evidenziato la presidente Serracchiani, ricordando da un lato “il circolo virtuoso della conoscenza” e dall’altro “i vecchi magazzini del caffè” in quello che è diventato il primo Porto italiano per volumi movimentati, nonché “i caffè storici”, i famosi locali, vestigia di un passato cittadino di indubbio aroma mitteleuropeo, “indissolubilmente legati alla letteratura”.