Vi propongo dieci pensieri molto semplici, quasi banali, ma forse è proprio di semplicità che abbiamo bisogno.
- L’Unione Europea ha portato il più lungo periodo di pace che l’Europa abbia mai avuto nella sua storia. Superamento dei confini, collaborazione, mobilità e amicizia, mentre in tanti altri luoghi, anche a noi vicini, continuavano a scoppiare focolai di violenze e tragedie.
- L’unione dei leader sovranisti, tanto sbandierata da Salvini, non è un’alternativa per l’Europa. È un inganno. “Prima gli italiani” non potrebbe convivere con “prima gli austriaci” o“prima gli spagnoli” e porterebbe solo a prove di forza muscolari. Non esiste un “prima”: siamo cittadini d’Italia e d’Europa.
- I più ostili nei confronti della situazione economica dell’Italia sono proprio gli alleati di Salvini. Ci dice di voler sforare i limiti imposti dall’Unione Europea al deficit italiano, ma glissa su altro. Non ci dice ad esempio che la leader di “Alternative für Deutschland”, sua alleata, vorrebbe che la Banca d’Italia garantisca il debito Italiano con 400 miliardi di euro, né che altri leader sovranisti hanno la stessa rigidità, o che magari Marine le Pen vuole tassare pesantemente le importazioni, quando la Francia è uno dei primi mercati al mondo del made in Italy.
- I leader sovranisti, i cosiddetti alleati di Salvini, sono i più decisi a rifiutare qualsiasi coinvolgimento riguardo la situazione dei migranti. Su questo lui sorvola. Quando dice che ogni paese deve fare la sua parte in tema immigrazione, non dice che i suoi alleati, siano in Ungheria, siano in Francia o in Germania, la pensano diversamente. La sua Europa dei sovranismi sarebbe l’Europa del “mors tua vita mea”.
- L’Unione Europea ha creato il più grande mercato del mondo: 508 milioni di cittadini, 24 milioni di imprese, 3,6 milioni di posti di lavoro in più, aumentando il PIL pro capite di ogni cittadino, oltre a garantire la libera circolazione di persone, servizi, merci e capitali. E l’Italia, non dimentichiamolo, è un paese a forte export. Quando poi parliamo di euro ricordiamoci che ha portato a ridurre a meno di un terzo gli interessi del nostro debito pubblico, che alla fin fine paghiamo tutti quanti.
- Senza l’Europa non ci sarebbe l’Erasmus. Finora il progetto ha coinvolto 9 milioni di studenti, ed altri 12 milioni dovrebbero vivere questa esperienza nei prossimi 7 anni. Circa 400.000 studenti italiani hanno partecipato al progetto Erasmus e solo nel 2018 abbiamo ospitato in Italia 26.000 studenti. Interculturalità, competenze, confronto, opportunità e una prospettiva di lavoro nel mercato unico europeo.
- L’80% delle norme ambientali italiane derivano dall’Europa. 550 direttive, regolamenti e decisioni in campo ambientale hanno reso elevati gli standard ambientali europei. Certo c’è ancora tanto da fare e la minaccia di un disastro ambientale è spaventosa. Ma davvero pensiamo che da soli avremmo fatto meglio?
- Trieste è Europea. Ha vissuto il periodo d’oro come porto di una parte di Europa, aperto verso il mondo, poi si è trovata ad essere periferia d’Italia, schiacciata sull’estrema punta della cortina di ferro. Trieste, più degli altri, ha sofferto la chiusura e i confini. Oggi il suo futuro torna ad essere quello di una città che crescerà se sarà snodo di flussi, di relazioni, di idee, di persone e di merci. I treni dal suo Porto arrivano in tutta Europa e sempre più visitatori che parlano tante lingue apprezzano il suo essere europea.
- Viviamo meglio senza il confine con la Slovenia. E ancor meglio sarà quando cadrà quello tra Slovenia e Croazia. Più comprensione, più collaborazione, la possibilità di ricostruire legami umani, culturale e economici che sembravano spezzati per sempre da tragedie e barriere.
- Rafforzare e migliorare l’Europa ci mette al centro in un mondo sempre più globalizzato. L’alternativa non sono le nazioni forti, ma il diventare vassalli del Putin o del Trump di turno.
Questi ed altri motivi mi portano, e magari questo apparirà scontato, a scegliere domenica il Partito Democratico, e spero che saremo in tanti.
Al di là della mia scelta, ciò che comunque vi chiedo, se condividete con me questi dieci semplici motivi, è di scegliere comunque l’Europa con il vostro voto questa domenica.