Finalmente la campagna di vaccinazioni ha preso la direzione giusta: è ora il turno delle persone vulnerabili, e contemporaneamente delle persone sane, ovviamente a partire dalle più anziane.
Proprio per questo, ho chiesto alla Regione un po’ di rigore nel trattare i cosiddetti servizi essenziali verso i quali finora si è andati piuttosto di “manica larga” creando comprensibile perplessità fra tanti cittadini.
Si potrebbero fare tanti esempi: dall’allargamento a dismisura nella categoria sanità, ai poliziotti in pensione a Pordenone fino al via libera poi revocato agli avvocati. Chiariamo bene una volta per tutto il concetto di essenziale?
Tutti attendiamo, tutti abbiamo diritto, tanti hanno buoni motivi per avere fretta e proprio per questo disciplina nelle priorità e trasparenza sono fondamentali.
A seguire il testo integrale della mia interrogazione:
Oggetto: Piano regionale di vaccinazione Covid 19.
Tenuto conto delle recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi sull’aggiornamento del Piano nazionale di vaccinazioni anti Covid 19 e della sua applicazione a livello regionale;
Ricordati i passaggi relativi alle diversità di azione finora seguite da parte delle diverse regioni nelle dichiarazioni sopra richiamate;
Considerata l’enorme aspettativa dei cittadini per accedere alla possibilità della vaccinazione;
Vista la priorità in questa fase, attuata in questi giorni anche dalla nostra Regione, rivolta alle persone vulnerabili per la presenza di patologie significative e progressivamente alle persone dai 79 anni a scendere
Rilevato che, un po’ dappertutto, e anche nella nostra regione la vaccinazione nell’ambito dei cosiddetti servizi essenziali è stata fin qui estesa ad ambiti molto ampi, al di là dell’obiettivo condivisibile di proteggere personale impiegato in questi servizi in condizioni di potenziale rischio
Appreso da notizie di stampa locale che negli ultimi giorni si sono verificati disguidi per la prenotazione di vaccinazioni da parte di avvocati ritenuti inizialmente facenti parte della categoria “tribunali” e poi esclusi da tale inquadramento dopo che diverse persone avevano già prenotato l’appuntamento;
Visto che, sempre da notizie di stampa, si è appreso che sarebbero state ammesse a vaccinazione persone in quiescenza impiegate in precedenza nelle forze dell’ordine ma di età inferiore agli 80 anni, presso le sedi organizzate dall’ASFO di Pordenone;
Considerata la necessità del rispetto rigoroso delle priorità sopra richiamate, anche nell’ambito della somministrazione del vaccino Astra Zeneca consentita per le persone sane dai 79 anni in giù;
interroga l’Assessore competente per sapere se la nostra Regione intenda da subito, in coerenza con le priorità dettate dal Piano nazionale di vaccinazione anticovid, emanare direttive chiare e vincolanti che limitino alle figure e alle professionalità strettamente necessarie il prosieguo della vaccinazione nell’ambito dei cosiddetti servizi essenziali, ponendo fine a quella che si è configurata finora nei diversi campi come un’estensione di tale possibilità ben oltre le motivazioni che l’hanno ispirata, comportando così di fatto in diversi casi una situazione di “ salta la fila “ eticamente censurabile, incoerente con le priorità della campagna e contrastante con l’obiettivo primo ovvero di mettere in sicurezza prima la parte di popolazione più esposta nell’ambito della pandemia al rischio di ricovero e a quello di decesso.
Trieste, 29 marzo 2021