Importante l’appello di oggi: un doveroso richiamo alle Istituzioni competenti affinché facciano la loro parte applicando le norme e magari i valori di una comunità civile. Mi viene in mente una storia, inizia come una fiaba ma non lo è.
C’era una volta…….. una città in cui Prefettura, Comune e organismi deputati all’accoglienza cooperavano, in una situazione molto simile all’attuale, adoperandosi per fornire dignitosa accoglienza ai richiedenti asilo. Ci credeva il Sindaco, ci credeva la sua maggioranza, ci credeva e si impegnava l’Assessora competente, chiamiamola Laura Famulari, e il modello era quello dell’accoglienza diffusa, ovvero della gestione di tante micro situazioni abitative per dare dignità alle persone accolte, accompagnarle e seguirle, ridurre l’impatto sociale. C’erano quotidianamente tanti problemi, ma il concerto dei soggetti impegnati li risolveva.
Si impegnavano tutti: Prefetto, Sindaco, Assessora, uffici, ICS, Caritas. E c’era tanto meno degrado nelle condizioni delle persone, più civiltà ed inclusione, meno fenomeni di criminalità. Ovviamente l’opposizione di destra sbraitava, attribuiva al Sindaco, si chiamava Roberto ma non era quello di adesso, la responsabilità della presunta ”invasione”. Poi questa accoglienza diffusa hanno cominciato ad indebolirla, la collaborazione con i soggetti impegnati si è ridotta, il sistema si è burocratizzato. E’ finita “l’invasione”? No, ma in compenso c’è più degrado, c’è meno dignità, meno civiltà, ma ci sono più emarginazione e criminalità.
Non è un lieto fine, per il momento. Ma ci sono due insegnamenti: quello che non è vero che “sono tutti uguali ” e quello che è doveroso non rinunciare alla battaglia di civiltà.