Regolamento dehors, alcune precisazioni

Dopo anni di proroghe e trattative è stato approvato in Consiglio il regolamento sui dehors ed è necessario chiarire alcuni punti sulla questione.

Il regolamento disciplina gli arredi esterni degli esercizi commerciali. Per tali arredi, al di là dell’occupazione del suolo pubblico, che è competenza dell’ente comunale, vi è una competenza autorizzativa che fa totalmente capo alla Soprintendenza. Tale competenza è dovuta al fatto che praticamente tutte le strade e le piazze della nostra città, in centro e in periferia, sono soggette a un vincolo monumentale: questo significa che ogni intervento, anche un semplice arredo, deve sottostare alla valutazione – obbligatoria – della Soprintendenza.

Dheors

Il regolamento andava assolutamente approvato entro il 30 aprile, data in cui scadeva l’ultima proroga concessa dalla Soprintendenza delle autorizzazioni vigenti per tutti gli attuali dehors.

Così abbiamo fatto.

Qualcuno dirà: non si potevano respingere con sdegno le posizioni della Soprintendenza? L’avessimo fatto, a partire dall’1 maggio tutti gli operatori soggetti ad autorizzazione si sarebbero trovati a dover rinunciare ad ogni tipo di arredo esterno nelle zone soggette ad autorizzazione della sovrintendenza. Risultato: bella stagione buttata via, danno economico enorme.

Il regolamento è troppo rigido? Lo è in molti punti purtroppo, ma è importante che tutti sappiano che le rigidità (come il divieto di pedane e fioriere esterne) non sono emanazione della volontà del Comune, ma sono elementi richiesti dalla Soprintendenza.

E infatti nella bozza da noi predisposta non c’erano. Il regolamento approvato era il risultato migliore possibile da raggiungere, e la politica è l’arte del possibile.

E sia ben chiaro un altro punto: la piccola parte delle opposizioni che hanno votato contro quel regolamento, hanno agito così semplicemente perché sapevano benissimo che tutto il Consiglio avrebbe votato a favore; se infatti avessero prevalso i voti contrari, i danni per gli operatori sarebbero stati enormemente più gravi.

Questo regolamento è stato il migliore livello raggiungibile di intesa con la Soprintendenza. E lo dico chiaramente: è una situazione che non ci può soddisfare, ma che quantomeno permette agli operatori di continuare a lavorare all’esterno, e a noi permette di continuare a lavorare a modifiche del regolamento.

Per fortuna anche in Consiglio l’hanno capito in molti (è passato con ben 30 voti favorevoli e soli 8 contrari, e ciò dimostra meglio delle mie parole che non si poteva fare diversamente). Chi oggi addebita al Comune le rigidità della disciplina dei dehors lo fa o perché non conosce il percorso che ci ha condotti fin qui, e allora è bene chiarirlo, o – molto peggio – lo fa in cattiva fede per speculare qualche voto a suo vantaggio, sapendo che non avevamo alternative.

Pazienza, noi continuiamo a lavorare per la città.

 

TRIESTE? PIACE! ….e può piacere ancora di più!

Care amiche, cari amici,

nell’espressione del titolo di questo articolo ci sono tutti gli elementi positivi e le criticità dello sviluppo della vocazione turistica della nostra città.

Trieste piace:

  • si registrano significativi incrementi di presenze e arrivi e il gradimento è sempre molto alto, soprattutto fra i turisti stranieri;
  • a breve entra nel vivo una stagione di grandi eventi, probabilmente mai vista prima, che richiede una forte regia e un impegno di tutti gli operatori, pubblici e privati, per sviluppare al meglio questa strategica vocazione, migliorando i servizi e affrontando le criticità.

Proprio con questo intento come Comune promuoviamo un incontro pubblico, sabato 5 aprile dalle ore 9.30 nella sala del Consiglio Comunale, durante il quale presenteremo diverse iniziative e alcune significative novità, inoltre proporremo un confronto con tutti gli operatori cittadini del settore.

Il programma prevede:

  • 9:30 Intervento di Roberto Cosolini, Sindaco di Trieste
  • 9:45 Intervento di Edi Kraus, Assessore allo Sviluppo e alle Attività Economiche
  • 10:00 Presentazione degli obiettivi del portale web dedicato al turismo “Discover Trieste”, sviluppato da TCD per PromoTrieste in collaborazione con TurismoFVG. A cura di Enrico Marchetto, Presidente di TCD
  • 10:15 Presentazione degli itinerari storico culturali e dei servizi collegati. A cura di Bianca Cuderi, Direttore delle Biblioteche civiche.
  • 10:30 Presentazione degli eventi collegati al Centenario della Grande Guerra. A cura di Maria Masau Dan Direttore del Museo Arte Moderna Revoltella, Musei Civici, Promozione e Progetti culturali.
  • 10:45 Apertura dibattito: previsti interventi di Promotrieste, Associazioni di Categoria, Operatori.


Nel corso della discussione è previsto l’intervento di Luigi Farrauto autore della guida Lonley Planet dedicata al Friuli Venezia Giulia di prossima uscita.

Roberto Cosolini

Trieste è un Comune virtuoso

Non passa giorno che ai cittadini che mi interpellano su lavori pubblici, siano strade, marciapiedi, piazze o giardini, per non parlare di grandi opere come la galleria di piazza Foraggi, io debba rispondere cercando di spiegare cos’è il cosiddetto Patto di Stabilità e come ci impedisca di appaltare lavori pur avendo i soldi;  molti non mi credono perché dal punto di vista del buonsenso ciò appare assurdo.

Eppure è così: ti impediscono di far partire anche opere che lo stesso Stato ti ha finanziato, con il rischio che ti chieda indietro i soldi perché…non sei stato capace di spenderli!

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Non starò a ripetere queste cose, anzi stiamo cercando di superarle sia pure fra difficoltà incredibili e di far partire un piano di lavori urgenti ed importanti:

  • voglio invece evidenziare la palese ingiustizia del dover sottostare alle stesse medesime limitazioni di comuni che, per effetto di gestioni dissennate, di destra e di sinistra, sono sull’orlo della bancarotta.

Il nostro è un Comune sano, per effetto dell’attenzione delle amministrazioni precedenti e di quella attuale, che pur si sta muovendo nell’inedita situazione del calo delle risorse.

Altri no, sono in una situazione che se fossero S.p.a. li avrebbe già portati in tribunale e invece attendono colpi di spugna, decreti, provvedimenti straordinari (sia chiaro il collega Marino colpe non ne ha visto quello che ha trovato meno di un anno fa…). Sono gli stessi  Comuni che avevano l’IMU sulla prima casa al 5, al 6 quando Trieste ce l’aveva al 3,9.
Vanno salvati con misure straordinarie perché non possiamo permetterci la bancarotta di città note nel mondo e perciò simbolo dell’Italia? Va bene,  ma non a scapito nostro,  non reiterando regole che, fatte sulla media, sono fin troppo generose con quelle situazioni e sono invece penalizzanti per i Comuni sani.

Caro Presidente Renzi, tu queste cose le sai bene, lo hai anche sottolineato in queste settimane e allora nel piano di riforme che vogliono dare dignità e rigore alla cosa pubblica di questo Paese, come i tetti ai supermanager, la riduzione degli sprechi e dei privilegi, mettici anche questo, ovvero, un sistema normativo che riconosca e premi i virtuosi e che sanzioni chi sta sulla riva opposta: anche questa è cultura del merito.

Ferriera: quali interventi sono possibili?

Sulla questione Ferriera mi sono state rivolte alcune domande cui ritengo di dare una risposta chiara e precisa: lo faccio, a costo di ripetermi, anche perché rilevo la singolare coincidenza – già vista su altri temi in passato in questa città di una polemica molto aggressiva che viene accesa e stimolata, facendo leva sulla giusta preoccupazione dei cittadini, proprio quando la soluzione progressiva del problema sembra possibile: che a qualcuno la soluzione dia fastidio proprio perché su questo problema si sono create fortune elettorali?

Quali sono i poteri di intervento del Sindaco?

La legge assegna al Sindaco i cosiddetti poteri dell’Autorità Garante della salute dei cittadini per situazioni imprevedibili e di grave improvvisa emergenza.
Il Sindaco vigila sul rispetto dei parametri fissati dalla legge e si attiva quando questi non siano rispettati o quando vi siano evidenze oggettive di danni alla salute (malesseri diffusi, chiare conclusioni epidemiologicheda oggettive) emettendo ordinanze che evidenzino l’evento negativo e le cause e ne prescrivano l’eliminazione. In caso di mancato rispetto dell’ordinanza o di mancata efficacia della stessa può ordinare la riduzione dell’attività per eliminare comunque l’inconveniente o procedere a sospensioni temporanee. Va detto comunque che le ordinanze emesse hanno avuto un effetto positivo documentato. A queste iniziative dobbiamo poi collegare le possibili azioni sanzionatorie nei confronti dell’azienda che scaturiscono dal mancato rispetto delle prescrizioni, con finalità di tutela ambientale, contenute nell’AIA: queste vanno dalla diffida alla revoca dell’autorizzazione (con conseguente cessazione dell’attività), tutte azioni di competenza della Regione FVG, sentiti gli altri Enti. In ogni caso, un provvedimento di chiusura, come da tanti cittadini invocato,verrebbe immediatamente impugnato e annullato con conseguenti danni per tutta la comunità premesso che non sarebbe risolutivo.

Ma la chiusura risolverebbe il problema?
La chiusura senza un piano di interventi risolverebbe parzialmente il problema ambientale, in quanto si eliminerebbero le fasi a caldo, in particolare le emissioni temporanee da fughe degli impianti. Con tutta probabilità la chiusura innescherebbe un blocco per molti anni dell’area che dal punto di vista ambientale nell’abbandono totale continuerebbe ad inquinare.

Ma allora cosa fa il Comune?
Il Comune in questi due anni e mezzo ha lavorato su tre piani:
1. tutta una serie di iniziative (sempre visibili e partecipate) dell’Assessore all’Ambiente che, con la partecipazione di esperti ed associazioni, ha portato a definire da un lato azioni migliorative della situazione ambientale (approvate e rese operative nel giugno 2013), e a definire con gli altri Enti un quadro di prescrizioni molto precise e restrittive per una nuova eventuale Autorizzazione Integrata Ambientale

2. con apposite ordinanze ha impegnato l’azienda ad interventi che hanno portato i limiti di benzopirene ben sotto il limiti di legge in tutte le centraline esclusa quella di via San Lorenzo in Selva dove comunque il livello del 2013 è circa un terzo del 2012
3. ha spinto Governo e Regione per addivenire ad un accordo istituzionale per messa in sicurezza, bonifiche, continuazione produttiva “pulita“. A documentarlo ci sono lettere del Sindaco, richieste di riunioni, documenti del Consiglio Comunale, incontri del Sindaco con i Ministri Passera e Clini prima, Zanonato e Orlando poi, i sottosegretari Catricalà e De Vincenti, i tavoli al MISE.
Determinante è stato l’impegno continuo, a Trieste e a Roma, della Presidente della Regione Debora Serracchiani (chi polemizza ora da destra dovrebbe arrossire ricordando i 20 minuti che con sufficienza Tondo in occasione di una visita di Clini dedicò al Tavolo Ferriera).
Come si vede un lavoro continuo, senza proclami che non si potessero mantenere e che avevano caratterizzato la precedente amministrazione comunale;  dall’estate 2007 al maggio 2011, non vi è traccia di contatti e/o iniziatrive con le altre Istituzioni, in primis il Governo, per affrontare la situazione.

A proposito di AIA: il Sindaco Cosolini era membro della Giunta Illy quando nel 2007 fu rilasciata l’AIA?
Certo, e questo è motivo di polemica strumentale: chi la fa infatti o non sa – o fa finta di non sapere-  che l’AIA è un atto amministrativo conseguente ad un’istruttoria cui partecipano tutti gli enti interessati, tra cui Arpa e Azienda Sanitaria, basata su norme e prescrizioni NON sull’esercizio di una DISCREZIONALITA’ POLITICA. Ricordo, peraltro, che è stata questa Amministrazione Comunale, con l’Assessore Umberto Laureni, a promuovere un tavolo di lavoro finalizzato ad una verifica sui limiti dell’attuale AIA per definire una griglia di condizioni più restrittiva e più in generale un modo più efficace di gestire le attività di controllo.

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Si è manifestato nei mesi scorsi l’interesse di Arvedi: ma si continuerà quindi con la siderurgia ” a caldo”?

Oggi sta partendo una procedura di gara e quindi non è dato saper se Arvedi parteciperà e nel caso vincerà. Quel che è certo però che fin dai primi contatti è apparso chiaro che un’eventuale prosecuzione della siderurgia sarebbe condizionata ad un piano di interventi sugli impianti per non inquinare più, e che in ogni caso la prospettiva è quella di un graduale e progressivo superamento della siderurgia a caldo.
L’accordo di programma del 30 gennaio 2014 poi è il primo atto istituzionale forte sul tema Ferriera che si sia visto. Già questo dovrebbe far tacere chi avendo responsabilità istituzionali nel passato più o meno recente, poco o nulla ha fatto o posto a casa per una soluzione.

Trieste? Piace!

Continua il successo della nostra città dal punto di vista turistico, ai buoni risultati delle presenze straniere, in continua crescita, s’aggiungono le frequenti citazioni giornalistiche anche su importanti testate internazionali. Solo l’altra settimana l’emittente statunitense CNN ha scelto Trieste tra le città di confine più affascinati d’Europa (Europe’s most fascinating border towns) e una rinomata rivista spagnola di gastronomia, 7 Caníbales, ha presentato Trieste come la “Culla dell’espresso” (Viaje a la cuna del “espresso”) dedicando al capoluogo giuliano un lungo articolo.

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Certo ci sono anche i problemi da risolvere per sfruttare le potenzialità come evidenzia la cronaca giornalistica degli ultimi giorni. Servono un indirizzo e una regia forti: il Comune ha idee in questo senso e una serie di novità importanti da presentare,  per questo propone un incontro pubblico sabato 5 aprile con inizio alle ore 9.30 nella Sala del Consiglio Comunale.

Alla presentazione di questo incontro sarà dedicata la prossima newsletter

24 maggio 2014: arriva a Trieste The Color Run

Trieste è una delle sei città italiane dove nel 2014 si disputerà The Color Run, la corsa non competitiva più allegra e colorata del pianeta, organizzata da RCS Sport in collaborazione con Asd Bavisela e il Comune di Trieste per la tappa locale prevista sabato 24 maggio.Trieste è stata scelta quale città-tappa da The Color Run, che fa capo alla Gazzetta dello Sport (RCS Sport).


Iscrizioni aperte da mercoledì 
28 marzo  sul sito: TheColorRun

L’altra città finora annunciata è Torino che inaugurerà la stagione colorata il 10 maggio. L’evento esclusivo, inserito all’interno del Gazzetta Color Tour, tour estivo de La Gazzetta dello Sport, è una paint race. Nei 5km di corsa i partecipanti vengono ricoperti chilometro dopo chilometro con polvere di colore (al 100% eco- friendly) dando vita a suggestivi abbinamenti cromatici in movimento. «E’ un’ulteriore importante sviluppo – afferma il presidente della Bavisela – della sinergia avviata già l’anno scorso tra Rcs Sport e la città di Trieste. Lo spirito di evento socialmente utile che contraddistingue tutte le manifestazioni organizzate da Bavisela si ritrova perfettamente anche nella Color Run, straordinaria occasione di aggregazione ma anche di promozione per Trieste. Abbracciando questa idea colorata, il sindaco Cosolini si è confermato vicino ai Grandi Eventi popolari che, ora più che mai, rappresentano il volano solidale e turistico di una tra le cinque più affascinanti città d’Europa».

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Il percorso di circa 5 km sarà svelato nelle prossime settimane ma si annuncia inedito e completamente cittadino, comunque ideale per quella che si annuncia una partecipazione stimata in 5mila appassionati provenienti da tutto il Friuli Venezia Giulia ma anche dal Triveneto, da Slovenia, Croazia ed Austria (l’evento è a numero chiuso, 5mila partecipanti).
«La Color Run è una
festa unica al mondo che Rcs Sport ha voluto importare dagli Stati Uniti – spiega il general manager Andrea Trabuio – per contribuire a rendere la corsa un’opportunità per tutti e di tutti, un momento esclusivo per stare bene all’insegna del divertimento. Abbiamo scelto Trieste come tappa primaverile per la straordinaria bellezza della città“.

Alla Color Run, infatti, possono prendereparte tutti, adulti e bambini, di corsa o passeggiando, rendendosi protagonisti di una giornata allegra e colorata su un percorso da affrontare in maniera individuale o creando dei team da quattro o più persone. Unica regola facile da seguire è vestirsi di bianco alla linea di partenza. Il divertimento della Color Run esplode poi lungo il tracciato, con diversi punti-colore posizionati e pronti a coinvolgere i partecipanti e poi al traguardo con un gigantesco color blast, lo spettacolare lancio di colori collettivo a ritmo di musica che darà il via ufficiale alla festa conclusiva.

 

Lanterna e Topolini: lavori in corso per ripristinare quanto danneggiato dai vandali e dall’inverno

Il Sindaco insieme all’assessore ai Lavori pubblici Andrea Dapretto e ai tecnici del Comune e della Global Service, hanno effettuato un sopralluogo in quelli che sono due dei più popolari e amati stabilimenti balneari triestini di competenza comunale, “Lanterna” e “Topolini”,  per verificare lo stato dei lavori necessari per il ripristino degli stabilimenti in concomitanza dell’avvio della stagione estiva. I lavori sono iniziati da qualche settimana e dovrebbero concludersi, condizioni meteorologiche permettendo,  ai primi di maggio.

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Gli interventi, nel dettaglio, prevedono la tinteggiatura dei muri, la risistemazione delle docce e delle rubinetterie dei servizi igienici, la posa in opera delle scale per le discese a mare, nonché la pulizia della spiaggia. Operazioni che saranno eseguite non solo ai Topolini, ma anche sull’intero lungomare barcolano, dal bivio di Miramare fino alla pineta, oltre che nello storico stabilimento della Lanterna. Tra le maggiori criticità, segnalate anche dalla cittadinanza, c’è la risistemazione del muro di protezione della rampa riservata alle persone disabili, all’altezza del terzo topolino,  divelto da una mareggiata nel corso dell’inverno.  Come è stato spiegato dai tecnici presenti in loco, l’intervento consisterà di installare una sorta di protezione removibile che possa essere spostata durante i mesi invernali, per poi venir riposizionata all’inizio della stagione balnerare. Un intervento complessivo di manutenzione quantificato in una spesa di oltre 30mila euro. Gli altri interventi propedeutici all’avvio della stagione balneare ai Topolini sono la sistemazione della spiaggia a mare, nonché l’installazione delle doppie protezioni a mare (boe di segnalazione) nello specchio acqueo prospiciente. Infine è prevista anche la ripiastrellatura di alcuni tratti delle pavimentazioni delle terrazze dei Topolini che necessitano di risistemazione. Lungo la pineta di Barcola, al Cedas e sulla riviera di Miramare, invece, si provvederà ancora a riallestire le docce e le scale a mare, anche con la sostituzione dei supporti necessari alle discese a mare.

Opere che però ogni anno, puntualmente, devono fare i conti con le firme dei vandali, sia d’inverno, ma soprattutto d’estate: dalle odiose scritte sui muri con le bombolette spray, fino ai danni nei servizi igienici, passando per i furti dei rubinetti. «Per l’inizio della stagione gli stabilimenti saranno rimessi a nuovo – ha assicurato Cosolini -. Voglio però sottolineare che il Comune spende dei soldi per rimettere a posto le cose che poi vengono puntualmente rovinate: per fortuna si tratta di una minoranza di persone, che però, evidentemente, non hanno a cuore il bene comune e non si rendono conto che in questo modo danneggiano tutta la comunità». Concetti ripresi dall’assessore Dapretto: «Questi episodi purtroppo si ripetono anche in altre parti della città, dalle piazze ai giardini. Non è possibile presidiare tutte le zone, giorno e notte, ma quello che chiediamo è un maggior rispetto per il patrimonio pubblico».

EnergETHIC: svelata la terza edizione di Trieste Next

Sarà l’energia il main theme della terza edizione di Trieste NextSalone Europeo della Ricerca Scientifica, promosso da Comune di Trieste, Università degli Studi di Trieste e VeneziePost, che si terrà nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia dal 26-28 settembre 2014.

Trieste Next, il primo Salone europeo dell’innovazione e della ricerca scientifica guarda allo sviluppo delle realtà scientifiche del territorio triestino e a quelle del Nordest per diventare a livello internazionale un polo attrattivo d’eccellenza globale e in rapporto più stretto con le imprese e con l’obiettivo primario di collocare Trieste, come luogo centrale della ricerca scientifica europea. Ma non solo. Trieste vuole essere un punto di riferimento e partenza di un percorso nato dalla ‘sinergia di rete’ tra istituzioni ed enti scientifici per promuovere le sue eccellenze, ma anche richiamare l’attenzione puntando alla sua caratterizzazione nel senso più ampio del termine affrontando diverse tematiche.

Con la riunione a Trieste del Comitato Scientifico, venerdì 21 marzo, si è dato il via alla terza edizione del salone, che quest’anno verterà sulle sfide energetiche. Una fitta serie di incontri pubblici e dibattiti con relatori di livello internazionale sui temi delle nuove fonti energetiche, sui costi e ricavi dell’energia, sul rapporto tra mondo scientifico e politico e sui possibili scenari futuri animerà la città di Trieste l’ultimo fine settimana di settembre.

Infine, una grande novità nel nome di Margherita Hack impreziosirà la terza edizione del Salone Europeo dell’Innovazione e della Ricerca Scientifica: verrà istituito un premio speciale, riservato al miglior progetto di ricerca in ambito scientifico, che porterà il nome della grande astrofisica, triestina d’adozione, scomparsa la scorsa estate. «Trieste Next non è solo un’occasione di confronto sui grandi temi e di incontro tra ricerca e impresa, ma è anche competizione – ha sottolineato il sindaco Cosolini -. Ecco allora l’idea di intitolare questo riconoscimento a Margherita Hack, che ci ha lasciato lo scorso giugno e che pochi mesi dopo abbiamo ricordato proprio in apertura della seconda edizione del Salone europeo dell’Innovazione e della Ricerca Scientifica».

 

Sulla Ferriera e sulle Iene

Per quanto riguarda il servizio delle Iene sulla Ferriera non ho alcuna difficoltà a dire che considero quello di Servola uno dei problemi più seri e gravi della città: proprio per questo merita e meriterebbe di essere trattato con un taglio giornalistico vero che evidenzi, senza sconti le criticità, ciò che non è stato fatto in passato e da chi, ciò che, invece, viene fatto e da chi.

E’ evidente che non è questo il taglio utilizzato dalle Iene: per quel che mi riguarda ho perso la pazienza –mi dispiace – visto il tono aggressivo che tendeva a darmi del responsabile unico di tutti i problemi senza lasciarmi il tempo di replicare interrompendomi in continuazione. Ho peso la pazienza anche perché l’hanno persa, cittadini, lavoratori e residenti che da anni non solo devono soffrire l’inquinamento e la paura di perdere il lavoro, ma anche le speculazioni costruite sulla loro situazione.  Inoltre, non occorre essere molto smaliziati per immaginare il taglia e cuci fatto durante il montaggio per mettermi in cattiva luce.

Spiego a tutti coloro che lo vogliono sapere –anche a quelli che mi criticano – come stanno veramente le cose: la Ferriera è là da 100anni, inquina l’ambiente esterno da decenni e tutto ciò va sicuramente risolto superando un contrasto fra la difesa dell’ambiente e della salute e la difesa del lavoro. Non starò a criticare il passato per la semplice ragione che non si è fatto nulla: sono state condotte campagne elettorali all’insegna della promessa della chiusura immediata dello stabilimento seguite dal NULLA, nessuna azione da parte di chi aveva fatto queste facili promesse, eppure le Iene non si sono viste in tutti questi anni…

Non ho paura delle critiche o dei servizi nazionali, mi interessa solo il benessere dei triestini e siccome contano i fatti, non le chiacchiere, non le polemiche e tanto meno gli insulti, di seguito vi riporto alcuni interventi fatti in questi due anni e mezzo:

  • Come comune abbiamo promosso, già nel luglio del 2011, un tavolo di lavoro che consentisse di riscrivere le prescrizioni per l’Autorizzazione Integrata Ambientale. Nel frattempo vi è stata la disponibilità al confronto pubblico con associazioni, sindacati, rappresentanze dei cittadini; la totale trasparenza e accessibilità agli atti del Comune riguardanti la Ferriera; momenti di analisi come, per esempio,  la Conferenza sulla Salute della Città, alla quale sono seguite importanti decisioni.
  • Interventi diretti del Sindaco. Una prima ordinanza, alla fine del 2011, che ha prescritto interventi ben definiti e individuati su punti di emissioni diffusi (in passato non erano mai state emesse ordinanze così chiaramente finalizzate a prevenire un possibile rischio per la salute). A seguito di una fuga di ammoniaca, il 28 marzo 2012, è partita una richiesta immediata alla Lucchini di rinforzare l’organigramma dello stabilimento, ne sono seguiti cambi dirigenziali e la sostituzione del responsabile della cokeria. Nell’ottobre 2012 è stata emanata un’ordinanza per il contenimento delle emissioni benzo(a)pirene ripetuta poi nel 2013.
  • Le medie attuali annuali delle concertazioni di Benzo(a)pirene 2013 sono state nettamente inferiori a quelle del 2012.
Centralina  (limite di legge è 1)
Anno St. RFI Servola V. Pitacco v. Svevo
2012 3.5 1.6 0.8
2013 1.3 0.9 0.5

Come si vede c’è stata una riduzione netta delle emissioni, quasi dappertutto sono scesi sotto il limite di legge. Rimane sopra il limite, ancorché ridotto a un terzo – e non è poco – il dato di un’unica centralina, attaccata allo stabilimento e peraltro oggetto di contestazione.

Le ordinanze quindi hanno avuto un’efficacia ben maggiore di quanto l’intervistatrice mi abbia consentito di spiegare e illustrare. 

Chi pensa che il Sindaco possa chiudere con un atto d’imperio un’attività non fa i conti con un sistema legislativo complesso in cui i poteri di un Sindaco in materia di salute sono legati, in realtà, a grandi emergenze e a fatti straordinari: la Ferriera, nonostante la delicatezza, non rientra tra questi, come dimostrano le stesse azioni della Magistratura con contenuti sì prescrittivi, ordinatori e sanzionatori ma che non prevedono la chiusura.

Chiudere avrebbe voluto dire commettere un atto facilmente contestabile e annullabile con conseguenti danni che il Comune, quindi la collettività, dovrebbe pagare, assistendo, tra l’altro,  anche alla riapertura dell’attività. Del resto se fosse un potere vero del Sindaco perché chi l’aveva promesso non l’avrebbe esercitato?

Aggiungo che la chiusura della Ferriera non rappresenterebbe di per sé la fine,  semmai l’inizio, di una vera e propria emergenza ambientale: un territorio e uno stabilimento inquinati abbandonati, probabilmente per molti anni e preda di un lungo contenzioso sulle responsabilità e sulle cose da fare, sarebbero destinati a disperdere altri elementi inquinanti, nell’aria e nel mare, in uno stato di totale abbandono, come si è visto in tanti casi in passato in Italia e sul nostro territorio; quindi non basta chiudere: al di là del problema industriale, non verrebbero garantiti nemmeno l’ambiente e la salute.

Ci siamo mossi, con tutte le altre Istituzioni, in primis con Debora Serracchiani che ha dato un apporto fondamentale, per cercare SOLUZIONI REALI che altri non avevano mai cercato. Chi andava a Roma prima di Cosolini e Serracchiani a rompere le palle a Ministri dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente, dell’Infrastrutture, del Lavoro affinché il Governo riconoscesse la gravità di questa situazione e si mettesse in gioco?

Di questo le Iene non hanno parlato e questo alla signora Toffa non interessava un fico secco…Non le interessava che il 31 gennaio sia  stato firmato un Accordo di Programma che affronta il tema dell’inquinamento, della messa in sicurezza e delle bonifiche e crea le condizioni affinché un progetto industriale moderno possa insediarsi, non inquinando più. Alle Iene e a coloro che approfittano di questa trasmissione per insulti faziosi non interessa che queste cose si siano fatte né, magari, interessa sapere perché qualcuno ha tardato (o forse tarda ancora) ad apporre la propria firma su quel documento…

Questi sono gli atti concreti in tema di Ferriera:            

Trasparenza e confronto,  ordinanze emesse e un impegno politico e istituzionale messo in campo per coinvolgere il Governo. Questi sono i primi risultati.  Qualcuno dirà pochi – io stesso vorrei averne raggiunti di più– ma quel qualcuno, se è onesto, dovrebbe anche riconoscere che sono un grande passo in avanti rispetto al NULLA (fatte salve le campagne elettorali) del passato.

Vorrei essere grato alle Iene per aver portato all’attenzione nazionale la questione della nostra Ferriera ma allora dico loro che se vogliono parlare seriamente della Ferriera e del rione di Servola le invito a fare un servizio approfondito sulla questione, sarà lieto di ospitarle e spiegar loro tutto quello che stiamo facendo, che non si è fatto e che si deve ancora fare. 

 

 

LETTERA AL PREMIER RENZI

Il giorno in cui Matteo Renzi riceveva l’incarico di formare il nuovo Governo ho incontrato in Municipio una rappresentanza di imprenditori e artigiani.Dopo la loro visita ho scritto una lettera al neo Presidente del Consiglio che ritengo quanto mai attuale in quanto esprime il punto di vista di un Sindaco che, ogni giorno, fa i conti con la crisi che colpisce la sua Comunità ed è consapevole di quante energie e potenzialità questo nostro Paese ha e potrebbe mettere in campo.

Tra queste il talento, lo spirito imprenditoriale e la caparbietà di una realtà di piccole e medie imprese, unica al mondo, che nei vari campi della produzione dei servizi, al patrimonio pubblico e alla Comunità; dell’innovazione; del turismo; della cultura potrà darci tanto se supportata e non soffocata da un’inerzia negativa.

 

Caro Matteo,
questa mattina hai ricevuto l’incarico per formare il nuovo Governo.

Più o meno nello stesso momento io ho incontrato una delegazione della Confartigianato
che mi ha rappresentato le ragioni della grande manifestazione nazionale delle piccole e medie imprese in programma a Roma e di cui certo sei a conoscenza.

Questi due fatti, apparentemente così distanti fra loro, sono però accomunati da ciò che
mi hai detto quando l’altro giorno ti ho augurato il mio “in bocca al lupo” ovvero che idealmente ed emotivamente non avresti mai smesso di essere un Sindaco.

Da Sindaco perciò, come me, conosci la realtà quotidiana degli artigiani che ogni mattina alzano la saracinesca, in senso fisico e simbolico, e creano ricchezza e occupazione.
Sai con quanta fatica hanno messo su le loro aziende, le hanno fatte crescere facendo
così crescere l’Italia: hanno dato un contributo fondamentale alla diffusione del benessere, alla coesione sociale, a mantenere vive e valorizzare tradizioni di mestieri, capacità manuali,
creatività, che nascono dalla cultura profonda di questo Paese e che lo rendono per certi versi unico.

Impresa

Hanno saputo innovare, evolversi e hanno creato posti di lavoro, tanti, in particolare
quando le ristrutturazioni delle grandi imprese mandavano gente a casa.

Lo hanno fatto fra tante difficoltà, non ultime le arretratezze strutturali del cosiddetto
Sistema Italia“, una pressione fiscale crescente, in molti casi insostenibile, aggravata dal peso e dai costi di un sistema burocratico che noi come Sindaci ben conosciamo.
Se domani in decine di migliaia lasciano per un giorno l’impresa e vengono a Roma è
perché non ce la fanno più: non ce la fanno più in un Paese dove le banche vengono salvate ma le banche non li aiutano a salvarsi, non ce la fanno più perché il peso burocratico è diventato insostenibile per il tempo e le energie che sottrae loro e che vorrebbero dedicare ad affrontare la crisi, non ce la fanno più perché anche il patto di stabilità così come è oggi accentua la loro 2 situazione di difficoltà oltre a creare danni al patrimonio pubblico che a noi sindaci è dato in custodia senza che ci si consenta però di curarlo per evitare il suo impoverimento e il suo degrado.

Il problema, caro Matteo, è che per farcela l’Italia ha bisogno che ce la facciano anche loro, gli artigiani, i commercianti, le piccole imprese della produzione e dei servizi.

Il Tuo vuole essere un Governo di svolta con cui l’Italia cambia verso; la svolta parte anche da qui, dal ridare fiducia a chi può creare economia e occupazione, dal trattare finalmente allo stesso modo la crisi o la difficoltà eclatante di una azienda che ha cinquecento o mille dipendenti e quella silenziosa di tante piccole imprese perché le conseguenze economiche e sociali sono altrettanti importanti gravi ed importanti.

Bastano poche cose per cominciare:
a) una sforbiciata vera al peso insostenibile della burocrazia, per cominciare a creare
nuovamente un patto di fiducia e collaborazione tra il sistema pubblico e il mondo
dell’economia;

b) l’allentamento del patto di stabilità per poter investire le risorse che abbiamo per la manutenzione e la cura del patrimonio pubblico, migliorando la qualità della vita della comunità e facendo lavorare le imprese, generando così un circuito virtuoso che poi alimenta il gettito erariale e riduce la spesa assistenziale;

c) un indispensabile progressivo calo della pressione fiscale e soprattutto una
semplificazione del sistema impositivo in modo da ridurre gli oneri indiretti;

d) una distinzione chiara e definitiva tra chi evade, ovvero occulta al fisco ricchezza
prodotta, danneggiando la comunità e anche le imprese regolari, e chi talora si trova
obbligato, pur denunciandola, a posporre il pagamento di una imposta, magari perché in mancanza di liquidità da la priorità agli stipendi dei dipendenti. Con questi ultimi, se vogliamo che il Patto tra Stato e cittadini sia equo, dobbiamo comportarci con le stesse regole che valgono quando ad essere debitore nei loro confronti è lo Stato.
Diamo fiducia e speranza a questa realtà fatta di amore per il lavoro, di capacità di sacrificio e di responsabilità sociale, fatta di professionalità e di talento e daremo speranza e fiducia all’Italia.

Approvata la delibera sulle Dichiarazione anticipate di trattamento (DAT)

Ritengo utile intervenire motivando la delibera sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento (DAT) per chiarirne motivazioni e contenuti e anche per rispondere pacatamente ma chiaramente, cosa che faccio nella parte finale, a toni inutilmente pesanti e argomentazioni strumentali
con cui si è sostanziata una posizione critica, certo libera e legittima ma che avrebbe potuto avere caratteristiche più rispettose della laicità dell’Istituzione Civile

Alcuni giorni fa abbiamo approvato la proposta di Regolamento per l’istituzione di un servizio di deposito e custodia delle dichiarazioni anticipate di trattamento (DAT). Nelle prossime settimane la delibera compierà il suo iter e sarà discussa dal Consiglio comunale.

La proposta che abbiamo elaborato è molto semplice: i cittadini potranno recarsi in un ufficio comunale e, senza alcun costo, potranno depositare le proprie DAT oppure dichiarare di averle lasciate presso un depositario. Nomineranno uno o più fiduciari che, in caso di necessità, potranno andare a ritirare la dichiarazione. Il Comune con il suo servizio, oltre a fornire la custodia, attribuisce data e provenienza certa alle dichiarazioni.

Le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento sono la manifestazione di volontà con cui una persona, capace di intendere e di volere, esprime la sua volontà circa i trattamenti medici ai quali desidererebbe o non desidererebbe essere sottoposta nel caso in cui, nel decorso di una malattia o a causa di traumi improvvisi, non fosse più in grado di esprimere il proprio consenso o il proprio dissenso informato.

Molti Comuni in tutta Italia hanno già istituito simili registri per i biotestamenti, anagrafi dei testamenti biologici, registri delle dichiarazioni di volontà. Le istanze dei cittadini sono state rappresentate alle Istituzioni come un’esigenza sempre più diffusa: quella di poter disporre in ordine ai trattamenti medici che si vorranno o non si vorranno ricevere quando non si sarà più in grado di esprimersi. Questa esigenza non ha però fino ad oggi trovato risposte omogenee a livello nazionale. L’inerzia colpevole del legislatore ha portato molti Comuni (si contano diverse centinaia di iniziative simili) a dare una prima risposta.

Non esistendo una normativa omogenea a livello nazionale, alcuni ritengono che queste iniziative siano prive di qualunque significato legale. In realtà la sfera di autodeterminazione in ordine alle cure da ricevere e il rapporto tra consenso informato, medico e paziente, sono già disciplinati dall’ordinamento giuridico, a partire dalla Costituzione italiana.

Tra le diverse norme utili a definire le problematiche della sottoposizione alle cure, vi è innanzitutto l’art. 32 della Costituzione che dispone, con cristallina chiarezza, che in via generale nessuno può essere sottoposto a un trattamento sanitario contro la sua volontà.

Di questa impostazione già in Assemblea Costituente l’onorevole Aldo Moro (che credo non possa essere collocato nella schiera di un inesistente “partito della morte”) disse che si trattava di “un problema di libertà individuale che non può non essere garantito dalla Costituzione”. La magistratura italiana ha già inequivocabilmente affermato, nel triste e doloroso caso di Eluana Englaro, che la volontà di un cittadino di interrompere le cure, anche di sostegno vitale, deve essere rispettata, la difficoltà che più di frequente si verifica è ricostruire la volontà di chi non sia più in grado di esprimerla. Con questa proposta di delibera abbiamo inteso proporre una soluzione, fornendo un servizio di deposito e custodia delle DAT. Sappiamo bene che non saremo in grado di risolvere così tutte le questioni relative alla sottoposizione alle cure e al fine vita, però il fatto di riuscire a risolverne alcune è un motivo più che sufficiente per continuare su questa strada. La DAT, redatta dal cittadino e di cui il Comune può garantire la data di presentazione e la provenienza certa, potrà essere uno strumento importantissimo per i medici e per i familiari dei pazienti che si troveranno a dover gestire situazioni delicate. Tanto più se avverrà un automatico inserimento delle DAT nei dati conservati nella tessera sanitaria, come proposto da una recente petizione presentata alla Regione.

La strada che abbiamo intrapreso è quella a cui ci ha indirizzato il Consiglio comunale. Diversi gruppi si erano infatti mossi con iniziative di sensibilizzazione pubblica sul tema: sono state poi votate due mozioni, una presentata da SEL e IDV e un’altra presentata dal Partito Democratico, dalle Liste civiche e da diversi esponenti dell’opposizione, tra i quali Roberto Antonione e Franco Bandelli, già candidati sindaco.

Ricordo questo aspetto perché smonta di fatto due degli argomenti utilizzati dal direttore di Vita Nuova che nel giro di quindici giorni,  tra edizioni cartacee e online, ha messo in piedi un vero e proprio pamphlet in forte antitesi e polemica alla proposta. Il primo argomento che ha usato è che Cosolini e la sua Giunta si sarebbero mossi fuori dal Programma di Mandato, quasi da “abusivi”: è fin troppo facile rispondergli che il programma di mandato contiene gli impegni principali che l’Amministrazione intende realizzare nel corso dei cinque anni ma certo non esaurisce in modo rigido la sua sfera di azione; a ciò si può aggiungere che forse il direttore Fontana dimentica, o meglio, fa finta di dimenticare, che ci sono due mozioni approvate, di cui una a maggioranza larghissima, da parte di un Consiglio comunale composto da quaranta rappresentanti eletti dai cittadini che hanno impegnato secondo una prassi democratica la Giunta ad agire in questo senso.

La trasversalità di questo voto smonta anche l’argomento di una presunta convenienza politica legata all’elettorato di sinistra verso il quale non mi pare che Antonione, Bandelli, Rosolen o i Cinque Stelle abbiano un particolare “radicamento”.

C’è un terzo argomento che viene proposto in opposizione ed è quello di un mancato percorso di discussione democratica che avrebbe dovuto precedere questa scelta:

questo argomento è particolarmente curioso visto che una discussione civile e democratica è in corso da anni nel Paese, ha visto esprimere legittimamente molti punti di vista diversi, ha consentito a tutti coloro che lo desideravano di formarsi ed esprimere un’opinione ed è sulla base di quella discussione che i Comuni hanno iniziato ad assumere orientamenti sulle DAT.

Non c’è perciò nessun deficit di democrazia e da parte mia nessun risentimento per le posizioni critiche, come invece vuole far credere in più passaggi il Direttore Fontana: ho voluto solo chiarire come alcune argomentazioni siano strumentali. Trovo poi veramente irricevibile l’invito a lasciar perdere queste cose perché ce ne sono altre di più importanti: le cose importanti, dott. Fontana, un sindaco le conosce e cerca, con gli strumenti che ha a disposizione, di affrontarle nel miglior modo possibile. Quindi si lasci dire che le avrebbe fatto bene a conoscere un po’ più il mio lavoro prima di dare giudizi di questo tipo: sia chiaro che lei è libero di dare ma spero mi riconoscerà la libertà di definirli offensivi.

Attacco che nulla a che vedere con i contenuti della proposta (che anzi sono malamente intesi, sminuiti, travisati), e che non è una critica di un cittadino – sempre libera, e persino ben accetta – ma è una denigrazione strumentale proveniente da un organo di stampa ufficiale di un’altra istituzione, e che ritengo in quanto tale inaccettabile, e non a tutela del sottoscritto, il cui lavoro – bellissimo e complicatissimo – impone ogni giorno di saper accettare parole anche ingenerose, ma a tutela della laicitàà delle istituzioni civili, che è valore ben più importante della mia reputazione.

Andremo perciò avanti con questa proposta, richiesta dai cittadini triestini e appoggiata trasversalmente da un’ampia parte dei loro rappresentanti nelle istituzioni civili, con l’obiettivo di fornire uno strumento utile, ovviamente per chi voglia avvalersene, a gestire anche le fasi più complicate della vita.

 

Sistema ospedaliero triestino: eccellenza ad alta specializzazione

Nelle scorse settimane Roberto Cosolini, accompagnato dei vertici dell’Azienda ospedaliera, si è recato in visita prima all’Ospedale Maggiore e successivamente al polo di Cattinara, appuntamenti che hanno consentito al primo cittadino di constatare di persona l’alta specializzazione ed al livello di eccellenza delle strutture sanitarie del territorio triestino, un sistema che consente di curare bene i cittadini e che non deve risentire del difficile momento in cui le risorse pubbliche sono calanti. In tali occasioni, infatti, il Sindaco ha ribadito che la soglia dell’attenzione degli amministratori deve rimanere alta per evitare un impoverimento dei servizi ai pazienti, dunque ai cittadini.

La visita ai due nosocomi sono apparse particolarmente significative anche alla luce della presentazione pubblica del progetto di integrazione dei poli Cattinara-Burlo, avvenuta la scorsa settimana, anche in quell’occasione il Sindaco ha voluto sottolineare l’importanza dell’integrazione tra i due ospedali, un’integrazione capace di  spazzate via le preoccupazioni che paventavano la scomparsa del IRCCS Burlo Garofalo: l’istituto scientifico, invece, uscirà valorizzato da questo progetto che punta a valorizzare l’alta specializzazione.

Il sistema ospedaliero locale, grazie anche alla stretta collaborazione con l’Università degli Studi di Trieste, offre un polo di eccellenza moderno e contemporaneo che sempre più dovrà fare attrazione non solo regionale e nazionale,  ma transfrontaliera.

Infine, il Sindaco ha voluto esprimere un sentito ringraziamento a tutte le centinaia di persone che ogni giorno lavorano negli ospedali triestini aiutando e supportando i pazienti e le loro famiglie.