Se io fossi Sindaco

Ogni lunedì e venerdì pomeriggio gli alunni-consiglieri del programma “Se io fossi Sindaco” vivono un’esperienza davvero particolare. In queste due giornate, infatti, hanno la possibilità di affiancare per circa due ore il sindaco Roberto Cosolini nei suoi impegni istituzionali seguendo da vicino l’attività del Comune di Trieste e approfondendo gli aspetti e i temi d’interesse civico. La loro partecipazione, però, non si esaurisce con la compagnia, ogni consigliere propone idee e stimoli per rendere la città ancora più aperta, partecipata e più a misura di ragazza e di ragazzo.
“Se io fossi il sindaco – Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi di Trieste” è un  progetto sperimentale promosso, per la prima volta,  dall’Area Educazione del Comune di Trieste, finanziato da uno start up della Regione FVG e partito con l’istituzione del primo Consiglio Comunale dei Ragazzi a Trieste proclamato ufficialmente il 16 dicembre dello scorso anno nell’aula consigliare.

Dopo un primo momento di presentazione, solitamente nel salotto azzurro del palazzo comunale, i ragazzi in visita ricevono del materiale utile per affrontare al meglio le fatiche lavorative e cominciano a vivere con intensità e con un pizzico d’emozione la loro esperienza in Comune a fianco del sindaco.
Da febbraio a giugno, nelle giornate sopra  indicate, tutti i 25 ragazzi eletti nel Consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi di Trieste parteciperanno ai “pomeriggi con il sindaco”, per conoscere da vicino il faticoso ma appassionante lavoro di amministrazione e governo della nostra città. Attraverso questo progetto, l’Amministrazione punta e vuole dar voce ai giovani, accompagnandoli nel percorso partecipativo, mantenendo stretti rapporti con il sindaco e le figure istituzionali più rappresentative, sensibilizzando e favorendo tutte le azioni in grado di promuovere la cura e la cultura del bene comune.

Discorso tenuto in occasione del Giorno del Ricordo

Oggi ci troviamo a celebrare una solenne, duplice ricorrenza.

Se come ogni anno ci riuniamo in questo luogo di violenza e di morte per ricordare le vittime degli eccidi delle foibe, e dell’esodo di grandissima parte degli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia dalle loro terre d’origine, questo è insieme il decimo anno che il ricordo di quelle tragedie è stato istituzionalizzato con una Legge della Repubblica, divenendo in tal modo una sentita ricorrenza civile.

Si trattò di un atto legislativo lungamente invocato, approvato a larghissima maggioranza parlamentare, con il quale la Repubblica italiana integrava ufficialmente la storia dell’Adriatico orientale nella storia d’Italia, dando dignità e assicurando un risarcimento storico e morale alle sofferenze patite dai giuliani, fiumani e dalmati in quel secolo di stridenti contraddizioni, di luci e ombre, di civiltà e barbarie, che è stato il Novecento.

Fu un risarcimento per le incomprensioni e il disagio con cui per troppo tempo – nell’Italia ansiosa di ricostruirsi un futuro e di guadagnarsi un ruolo rinnovato nelle relazioni internazionali – si era guardato a quei tragici capitoli di storia nazionale, i quali rimandavano direttamente la memoria alla sconfitta nella guerra d’aggressione, alle mire di rivalsa del nazionalismo jugoslavo, alle violenze sopraffattrici delle ideologie totalitarie. Rimandavano cioè a quel comune passato europeo, sconvolto dai nazionalismi e dai totalitarismi, che qui come in altre parti del continente hanno cercato di imporre modelli di identità monolitici ed esclusivi, incentrati su idee di società autoritarie e violente, illiberali e antidemocratiche.

Furono esperienze luttuose, ferite a lungo non rimarginate su cui in genere si preferì stendere una coltre di reciproche convenienze e di silenzio.

Per troppo tempo quindi la dissoluzione della Venezia Giulia, e la quasi completa dispersione dell’italianità adriatica orientale per effetto del Trattato di pace del 1947, furono visti come avvenimenti fin troppo gravi e traumatici per l’Italia del dopoguerra: un Paese che aveva voglia di ricominciare a vivere, di voltare pagina, per molti aspetti di dimenticare.

E così quel trauma – la frantumazione di una delle regioni simbolo dello sforzo irredentista nella Prima guerra mondiale, la pagina conclusiva del processo di unificazione nazionale – venne quasi rimosso dalla coscienza del Paese, relegato a questione marginale e periferica. Si registrò certo l’impegno diplomatico con cui i governi repubblicani dell’epoca seguirono la “questione di Trieste”; ci furono senz’altro le fiammate di sentimento patriottico, che animavano l’opinione pubblica nei periodi più incandescenti di crisi. Ma il “nodo” rappresentato dall’esodo fu lasciato quasi unicamente alla memoria delle Comunità degli esuli istriani, fiumani e dalmati, scampati dalle loro terre d’origine nel resto del Paese, quando non costretti a fuggire all’estero.

Al loro dolore, al dolore dei parenti delle vittime delle violenze del dopoguerra al confine orientale, alla sofferenza sempre composta ma non per questo meno acuta degli esuli, spesso non fu dato ascolto; così come quasi soltanto a loro – ovunque la diaspora li avesse sospinti, nei campi profughi sparsi per il territorio nazionale e in altre sistemazioni quasi sempre precarie – all’intatta caparbietà e tenacia degli istriani, fiumani e dalmati, fu affidato il compito di ricordare e tramandare il patrimonio di valori e tradizioni di una civiltà straordinariamente vitale: in primo luogo perché plurale, ricca di apporti di storie e culture diverse è da sempre la regione europea dell’Adriatico orientale. Una delle grandi civiltà marittime del Mediterraneo, che ha saputo ritagliarsi nei secoli una fisionomia speciale e riconoscibilissima nell’insieme delle varietà regionali del Paese: un tassello importante e prezioso di quel mosaico di costumi e tradizioni unico al mondo che per certi versi è l’Italia.

Questa è una realtà – dopo dieci anni è il momento di fare un bilancio – molto più compresa e riconosciuta dai nostri connazionali rispetto a quanto lo fosse prima del 2004. E questo, l’aver abbondantemente esteso oltre al confine orientale e alla nostra città (considerata la “capitale morale dell’esodo”) la memoria delle tragedie del secolo scorso e più in generale la conoscenza di una storia articolata come quella dell’Adriatico orientale, è un merito indiscutibile della Legge che istituì il Giorno del Ricordo; ed è uno dei motivi principali che ci consentono di affermare che quella Legge andò a coprire un’esigenza reale e ha raggiunto uno dei suoi obiettivi fondamentali. Basti considerare l’ampiezza dell’impegno divulgativo e didattico che il 10 febbraio stimola ogni anno nelle scuole di tutta Italia, dare un rapido sguardo al fervore di iniziative che ovunque nel Paese accompagnano la celebrazione del Giorno del Ricordo, in un clima che tutti dobbiamo adoperarci per rendere sempre più concorde e riconciliato.

La conoscenza crea consapevolezza, la consapevolezza genera responsabilità e alimenta la maturità civile. Il Giorno del Ricordo da dieci anni rende onore alla memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo; e rafforza la conoscenza della storia dell’Adriatico orientale, in tutte le sue pagine e in tutta la sua complessità, contribuendo in maniera decisiva a inciderla definitivamente nella nostra coscienza di cittadini italiani e di cittadini europei. In questo nobile magistero e in questa altissima valenza civile risiede il significato profondo della ricorrenza di oggi.

 

Discorso tenuto in occasione del Giorno della Memoria

Nella storia del Novecento la Shoah ha rappresentato il buco nero in
cui sono precipitati tutti i valori fondamentali della civiltà europea
moderna: la dignità, l’eguaglianza, la solidarietà e la libertà degli
esseri umani.
Varie e diverse sono le cause che hanno condotto a questa catastrofe di
valori, prodromo e insieme scenario nefasto dello sterminio di milioni
di destini individuali. Vi sono motivi di natura politica, economica,
culturale, che affondano le più immediate radici in quel vero e proprio
punto di svolta della storia contemporanea che è stata la Grande Guerra,
bacino di coltura per la violenza degli autoritarismi successivi.
La Shoah è potuta avvenire, in primo luogo, perché sono venuti meno i
freni, di natura morale e sociale, che tengono a bada gli istinti di
dominio e sopraffazione spesso dormienti nell’animo umano. Infatti,
ogni qual volta si assolutizza un’idea e al suo cospetto gli esseri
umani vengono trasformati in meri strumenti, esecutori, ingranaggi, od
ostacoli in vista del suo raggiungimento, ecco che si aprono le porte a
quel sonno della ragione che sempre ha partorito e partorisce i mostri
più terrificanti.
Nel caso del Nazionalsocialismo e nella temperie politica e culturale
dell’Europa centro-orientale negli anni Trenta e Quaranta,
quell’idea mostruosa è stata la razza, unita alla volontà di
costruire un aberrante ordine sociale fondato sulla gerarchia tra popoli
e tra individui. L’intera mappa etnica, geografica e politica
d’Europa, nelle intenzioni di Hitler e dei suoi alleati doveva
essere ridisegnata secondo questo ignobile fine.

Tanto odio era rivolto verso gli ebrei, in quanto nell’ebraismo si
individuava l’incarnazione dei valori e delle dinamiche che hanno
contribuito a forgiare la civiltà liberale moderna. Era l’Europa
tollerante e illuminata, fervida di iniziative nell’economia e nei
commerci, ruotante intorno al principio dell’autonomia e della libertà
dell’individuo, intrinsecamente cosmopolita, che proprio nella nostra
Trieste conosceva una delle sue punte di diamante. Quello era il mondo,
questa era la Città, che il nazifascismo ha cercato di distruggere.

L’Europa dell’intolleranza e dell’odio, della strumentalizzazione
e della mercificazione della persona, in cui la dignità dell’essere
umano non era più il primo tra i valori non negoziabili, doveva essere
l’Europa di Auschwitz, di Treblinka, della Risiera di San Sabba.
L’odio colpì gli ebrei e con loro tanti altri perseguitati,
deportati, sterminati perché “diversi” per abilità, per orientamento
sessuale, per lingua, per cultura oppure perché oppositori.

Si tratta di spettri, purtroppo, non completamente sopiti.
Casi inquietanti di razzismo e di antisemitismo riempiono tristemente
le cronache italiane, comunitarie e finanche quelle della nostra
Regione. Siano movimenti organizzati, che pescano nell’angoscia
generata dalla crisi economica, o movimenti di costume e di opinione che
si alimentano della preoccupante ignoranza e del vuoto di valori delle
nostre società. Per certi aspetti, talvolta sembra tornare a vacillare
lo stesso castello di principi entro cui i padri fondatori dell’Unione
europea hanno voluto mettere in sicurezza la struttura comunitaria,
proprio in opposizione alla lunga notte dei totalitarismi e dei
populismi autoritari: la democrazia, lo stato di diritto, la difesa
delle minoranze, il rispetto della diversità. Questi sono i mattoni si
cui è costruita non solo l’Unione Europea ma anche la Costituzione
della nostra Repubblica.

Una delle disperate scritte, rimaste incise come un monito perenne
sulle pareti di questo luogo di stupro e di morte in cui siamo riuniti,
l’ha lasciata nel gennaio 1945 la mano di una donna, la mano di una
moglie, la mano di una madre. Dice, con disarmante semplicità: “Che
Iddio protegga la mia famiglia – Sono desolata”.

Care concittadine cari concittadini, il Giorno della Memoria è giornata
di rievocazione e di riflessione. Ma deve essere vissuta anche come il
rinnovo di un patto solenne e come un’universale chiamata a raccolta:
per la difesa dei valori e delle leggi che proteggono gli uomini e le
donne da una desolazione abissale come quella, e consentono loro di
vivere liberi e uguali.

Gestione dei cantieri smart. Accordo con AcegasAps

Con le firme del Sindaco Roberto Cosolini e del Direttore Generale di AcegasAps S.p.A. Roberto Gasparetto è stato sottoscritto  un dettagliato Accordo tra il Comune e la “multiutility” per il miglioramento della gestione dei cantieri stradali nel territorio comunale, con l’obiettivo specifico di ridurre al massimo i disagi alla mobilità urbana e l’impatto che i numerosi lavori e scavi, spesso attuati con carattere d’urgenza, comportano per la circolazione stradale e le attività della cittadinanza.
Con gli interventi anche del Vicesindaco e assessore alla Polizia Urbana e Comunicazione, Fabiana Martini e dell’Assessore alla Pianificazione Urbana, Mobilità e Traffico Elena Marchigiani, presenti nel Salotto Azzurro il Comandante della Polizia Locale Sergio Abbate e l’ing. Enrico Altran di AcegasAps, prima della firma sono stati illustrati  i due aspetti di un’azione complessiva che mira all’unico risultato di una diminuzione delle difficoltà derivanti dai lavori tramite un deciso rafforzamento dell’informazione ai cittadini, soprattutto preventiva.

L’Accordo innanzitutto – che l’Amministrazione ha promosso anche a seguito e in accoglimento di specifiche richieste in tal senso formulate dal Consiglio Comunale e che ha visto un primo “passaggio” con la sua approvazione in Giunta nel novembre scorso (D.G. 516 del 25.11.2013) – prevede in particolare che l’AcegasAps comunichi con cadenza regolare (ogni primo lunedì del mese) al Comune e ai principali organi di informazione locali il piano degli interventi programmati previsti per il mese, anche aggiornando, con l’occasione, l’andamento dei lavori riguardanti gli interventi che dovessero coprire più mesi. L’Azienda si impegna altresì ad assicurare la coerenza dei tempi di intervento comunicati al Comune e il rispetto dei tempi di avvio e di conclusione dei cantieri (salvo eventi eccezionali o imprevedibili); e inoltre a comunicare, almeno una settimana prima dell’inizio previsto per i lavori, eventuali cambiamenti al programma presentato. Quanto sopra va naturalmente riferito – come detto – a una serie di tipologie di interventi di cui è possibile effettuare una programmazione (ad esempio, in particolare, le manutenzioni straordinarie di reti o gli “allacciamenti complessi”, opere per le quali sono necessari tempi più lunghi (da un mese in su); o anche alcuni lavori “minori” ma comunque programmabili come la pulizia delle caditoie, la posa di cassonetti, lo spazzamento delle strade).
Norme specifiche riguardano poi la posa della segnaletica per i divieti di sosta (oltre alla contestuale tempestiva comunicazione al Comune – al Servizio Mobilità e Traffico e alla Polizia Locale – nei casi di intervento urgente e da eseguire immediatamente per guasti o problemi di sicurezza); il miglioramento delle indicazioni segnalanti le aree di cantiere anche riportando le precise tempistiche di inizio e di conclusione dell’intervento (a tale proposito AcegasAps proprio recentemente ha rivisto tutta la cartellonistica e gli avvisi dei cantieri allo scopo di renderli più evidenti e chiari); la distribuzione di volantini informativi sui lavori presso gli esercizi pubblici e commerciali della zona interessata; la collaborazione della Polizia Locale ad AcegasAps per la ricerca dei recapiti dei titolari dei veicoli rimasti in sosta per consentire all’Azienda di poterli contattare onde ridurre i casi di rimozione forzata ecc.
L’Accordo prevede anche una sua revisione semestrale al fine di valutare e superare le eventuali criticità che venissero a manifestarsi.
(vedi anche testo integrale dell’Accordo allegato)

Sempre in questo quadro – ed è questa la parte più specificamente dedicata alla rapida diffusione delle informazioni tramite le nuove possibilità consentite dagli strumenti informatici – ulteriori accordi sono intercorsi tra Comune e AcegasAps per un generale miglioramento della comunicazione tra Enti Istituzionali e cittadini.
In tale ambito – è stato spiegato oggi, in particolare dall’ing. Gasparetto – AcegasAps ha sviluppato il progetto “Smart Company for a Smart City”, un sistema innovativo di rapporti con i territori in cui opera attivando un applicativo sulla piattaforma web aziendale www.acegas-aps.it, denominato “Infocantieri” che consente di informare la cittadinanza sulla localizzazione, estensione e durata temporale dei cantieri stradali gestiti da AcegasAps sul territorio comunale.
Tale applicazione può essere immediatamente estesa anche alla gestione di altre tipologie di cantieri, sia da parte degli uffici e servizi dell’Amministrazione Comunale sia da aziende terze operanti nel campo dei servizi a rete per lavori da effettuare nel Comune di Trieste. La gestione dell’applicativo sarà assicurata da AcegasAps ma sia il Comune che le aziende terze potranno usufruire di un portale di accesso all’applicativo per pubblicare le proprie informazioni.
Va considerato ancora come anche in vista dell’attuazione del nuovo Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) sarà indispensabile – come ha sottolineato in particolare l’Assessore alla Pianificazione Urbana, Mobilità e Traffico Elena Marchigiani – fornire alla cittadinanza il maggior numero possibile di informazioni sui cantieri in corso per rendere note agli utenti della strada tutte le modifiche alla circolazione onde ridurre – anche in questo caso – gli eventuali disagi (formazione di code, ritardi ecc.).
Sarà inoltre attivo un link tra il sito di AcegasAps e quelli istituzionali del Comune e degli altri Enti territoriali che possano comunque presentare motivi di interesse a rappresentare interventi sulla rete viaria cittadina.
A tale scopo il Comune di Trieste ha creato sul proprio sito istituzionale un apposito canale denominato “InfoMobilità”, con il link all’applicativo di AcegasAps, nel quale convergeranno – ha detto ancora la Marchigiani – tutte le informazioni sulla mobilità cittadina (ordinanze traffico, provvedimenti straordinari, parcheggi a pagamento, ma anche orari dei bus, numeri utili ecc.).
Tale “correlazione” – è stato precisato – sarà pienamente attiva dalla prossima settimana e a entrambi i “canali” (“Infocantieri” di AcegasAps e “InfoMobilità” del Comune) sarà possibile accedere direttamente anche “inquadrando” con uno smartphone il “QR code” presente sui cartelli di cantiere di nuova generazione di color giallo-arancione che AcegasAps – ha ricordato l’ing. Altran – già sta installando in diversi punti della città dove sono in corso lavori. In tal modo apparirà sul telefonino la mappa completa di tutti i cantieri in esercizio o in programma, con la possibilità di accedere alle ulteriori informazioni.
Da rilevare ancora che, contestualmente, AcegasAps ha attivato da oggi anche un ulteriore nuovo servizio: le persone che si accrediteranno, entrando nei siti suddetti, riceveranno tramite un SMS, a partire dal momento della loro registrazione, la comunicazione dell’avvio e della localizzazione di tutti i cantieri previsti nel territorio della Circoscrizione di residenza del cittadino iscritto, il che gli consentirà di evitare i vari disagi o il rischio di rimozione dell’auto.

Il Sindaco Cosolini, la “vice” Martini e il Direttore Generale Gasparetto hanno comunemente espresso grande soddisfazione e unanime riconoscimento ai rispettivi Uffici per la realizzazione di uno “strumento integrato” di grande innovazione e significato, che risulta essere il primo in Italia di questo tipo. Uno strumento importante nella prospettiva di una città sempre più vivibile, più “leggibile” e sempre più vicina al concetto di “smart city”, ovvero di città più fluida e più facile da vivere anche grazie all’apporto e al virtuoso utilizzo delle nuove tecnologie.

Rinnovato il protocollo per l’agevolazione delle forniture per chi è in difficoltà.

Rinnovato , il protocollo operativo tra Comune di Trieste, AcegasAps S.p.A.-Gruppo Hera, AcegasAps Service S.r.l. ed Estenergy S.p.A., per l’agevolazione nella fornitura d’acqua, energia elettrica e gas ai clienti economicamente svantaggiati. Alla firma dell’atto, il sindaco di Trieste Roberto Cosolini con l’assessore comunale alle Politiche Sociali Laura Famulari, il direttore generale di Acegas S.p.A. del Gruppo Hera, Roberto Gasparetto e l’amministratore delegato di Estenergy S.p.A. Albino Belli.
“Un ringraziamento al management del Gruppo Hera e alle società firmatarie per aver nuovamente aderito e rinnovato l’accordo introdotto due anni fa, quando si stava profilando la crisi, per condividere un percorso che riguarda situazioni di utenze di cittadini in gravi difficoltà e impossibilitati a rispondere ai pagamenti. Grazie al percorso intrapreso con Acegas, di cui il Comune di Trieste è socio in posizione significativa, possiamo contare su una risposta sociale per il territorio, con l’obiettivo di non abbandonare nessun cittadino pure in condizioni difficili – ha detto il sindaco Roberto Cosolini -.
“Questo secondo rinnovo – ha spiegato l’assessore Laura Famulari – chiude la fase della sperimentazione e avvìa la fase di consolidamento. In considerazione di questo aspetto, si è ritenuto opportuno prefigurare una durata più ampia dell’accordo -tre anni- fatta salva la possibilità di apportare in itinere ulteriori integrazioni o cambiamenti. E’ uno strumento che si è dimostrato valido nel rispondere alle esigenze dei cittadini che si trovano temporaneamente o in modo ricorrente, in particolare difficoltà nel provvedere al pagamento delle bollette per le utenze domestiche. Un accordo finalizzato alla definizione di procedure per la gestione delle sospensioni per morosità e la definizione delle modalità di rateizzazione del pagamento, che ha l’obiettivo di prestare un aiuto concreto alle famiglie economicamente più svantaggiate, sostenendole in un percorso di autonomia”.
I criteri e le modalità di accesso a tali misure sono disciplinati dall’art. 2 comma 3 del “Regolamento degli interventi di sostegno economico e di solidarietà civica a favore delle persone e delle famiglie”, laddove si prevede la stipula di appositi protocolli d’intesa con altri soggetti privati e/o pubblici per realizzare un’azione di coordinamento delle attività secondo il principio di sussidiarietà.
Nel 2013 – è stato detto – è stato rilevato un sensibile calo delle domande e della conseguente spesa che, al 31 ottobre, è risultata pari a 71.994,51 euro per un totale di 204 interventi rivolti a 174 persone richiedenti (nel 2012 la spesa totale era stata di 239.006,41 euro a fronte di 516 persone per complessive 712 richieste). Un dato apparentemente sorprendente, che può essere ricondotto alla tendenza, frequente negli ultimi tempi da parte di una certa fascia di utenti, di cambiare soggetto gestore per evitare di provvedere alla spesa delle utenze. Un’altra possibile ragione deriva dall’imposizione di un tetto minimo di morosità (150 euro) per accedere ai benefici del protocollo, al fine di evitare richieste per importi molto bassi, come verificatosi in passato, segno di una ridotta responsabilizzazione dei cittadini richiedenti. Inoltre, i criteri di accesso e le modalità previste dal regolamento costituiscono senz’altro un filtro.
Delle rateizzazioni hanno beneficiato complessivamente 34 cittadini.
Il direttore generale Roberto Gasparetto ha sottolineato come questa iniziativa rientri pienamente nella politica d’impresa: “Un documento importante che ha dato riscontri molto positivi e che aiuta a razionalizzare il sistema con una serie di agevolazioni per il cittadino che sta attraversando anche un disagio momentaneo, come ad esempio i cassaintegrati. Il protocollo, non puramente tecnico, nasce dalla volontà reciproca di portare avanti un lavoro comune e integrato”.
“Passo dopo passo, dopo la fusione – ha aggiunto l’amministratore delegato Albino Belli – stiamo conquistando un significativo miglioramento complessivo dell’attività, anche per quanto riguarda il servizio di sportello e di call center”.

Piano Regolatore: via della Giunta all’iter per l’approvazione

Un ringraziamento doveroso per il ponderoso lavoro svolto va all’assessore alla Pianificazione Urbana, Mobilità e Traffico, Progetti Complessi, Elena Marchigiani, a tutti i componenti della Giunta, all’Ufficio Tecnico di Piano del Comune, all’archittto Genovese e a quanti hanno collaborato attivamente.  E’stato il risultato di un grande lavoro di squadra che ognuno ha svolto con dedizione in base alle proprie competenze e attuando opportune azioni integrate, avvalendoci soprattutto di forze interne e con un impegno contenutissino di spesa. Il nuovo Piano Regolatore è uno strumento che si muove coerentemente con l’obiettivo di lavorare per una città più moderna e vivibile, per la qualità del territorio e la sua riqualificazione, per una maggiore usufruibilità in termini turistici, all’insegna dello sviluppo sostenibile, del basso impatto di energie e di risorse”.

La Giunta ha licenziato il primo atto di avvio dell’iter di adozione del nuovo Piano Regolatore Generale del Comune di Trieste, ha approvati i documenti, consegnandoli così al primo passaggio relativo ai pareri delle Circoscrizioni.
I materiali di Piano sono stati inoltrati alle Circoscrizioni nella mattina del 20 gennaio; il tempo dedicato all’invio dei pareri è – da regolamenti comunali – definito in 20 giorni. Per agevolare questa fase, prenderanno avvio gli incontri di illustrazione del nuovo PRGC presso i consigli circoscrizionali. Incontri ai quali saranno presenti l’assessore alla Pianificazione urbana Elena Marchigiani e i progettisti dell’Ufficio di Piano. Nel frattempo inizieranno le sedute della Commissione consigliare VI. Una volta restituiti i pareri da parte delle Circoscrizioni e proceduto alla valutazione degli stessi, il Piano tornerà in Giunta nella forma che verrà definitivamente trasmessa al Consiglio comunale per l’adozione. In questa forma, il nuovo PRGC già dopo la metà di febbraio sarà pubblicato sul sito della Rete civica, per dare massima diffusione alla proposta in discussione in sede consigliare.
L’adozione del nuovo PRGC potrebbe già avere luogo alla fine di febbraio 2014, ma di fatto avverrà in funzione dei tempi e delle modalità di lavoro stabiliti dal Consiglio comunale.
Una volta adottato dal Consiglio comunale, il PRGC verrà inviato alla Regione che ha 90 giorni per esprimere il suo parere vincolante. Contestualmente, dopo la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale Regionale, il documento verrà aperto per 30 giorni lavorativi alle osservazioni e alle opposizioni dei cittadini. In questa fase, sempre nell’ottica della massima trasparenza e per supportare i cittadini interessati a presentare osservazioni od opposizioni, l’Ufficio di Piano aprirà al pubblico uno specifico sportello in cui potranno essere direttamente visionati tutti i documenti e richieste precisazioni e informazioni.
Superate tutte le verifiche previste dalla legge ed esaminate le osservazioni e opposizioni, il Piano regolatore tornerà in Consiglio comunale per l’approvazione, ultimo atto del processo tecnico e politico. L’approvazione può essere ipotizzata agli inizi del prossimo anno.

Fino ad oggi: un percorso improntato alla lettura del territorio e all’ascolto di cittadini e portatori di interesse

Il nuovo Piano è stato predisposto in un tempo record, trattandosi di uno strumento completamente diverso sia dalla Variante n. 66, sia dalla Variante 118 mai arrivata ad approvazione. Si tratta infatti di uno strumento nuovo, redatto con l’intento di dare risposta ai tempi che stiamo attraversando, ai cambiamenti strutturali e alle domande che oggi emergono con forza dal territorio; di un Piano basato su una mole notevole di analisi e di valutazioni predisposte ex novo e su quanto evidenziato nel corso delle diverse fasi di partecipazione e ascolto da cittadini e portatori di interesse.

Ricordiamo solo la cronologia dei principali passaggi, del tutto congruenti a quanto stabilito nel programma di mandato del Sindaco Cosolini:
– 22 novembre 2011, approvazione in Consiglio comunale delle Direttive per la predisposizione del nuovo PRGC e delle relative salvaguardie;
– 23 dicembre 2011, la Giunta ha disposto la costituzione di un Ufficio di Piano composto da personale interno selezionato per competenze e esperienze, esperti esterni selezionati attraverso concorso pubblico, consulenze su temi specifici. In particolare, per gli studi specialistici di supporto, ci si è avvalsi delle competenze di personale interno di altri servizi dell’Area Città e Territorio e di altre Aree, ad eccezione dello studio geologico, dello studio demografico e di un approfondimento giuridico relativamente alle modalità per incentivare a riqualificazione energetica, che sono stati assegnati all’esterno;
– maggio-giugno 2012, fase di ascolto nelle Circoscrizioni; il percorso è stato supportato dall’organizzazione di incontri presso le Circoscrizioni (presenti l’assessore Marchigiani e l’Ufficio di Piano) e dalla diffusione e raccolta di questionari resi disponibili in forma cartacea e su web;
– 2012-2013, incontri finalizzati alla redazione di un quadro di progettualità e scelte strutturali alla scala dell’area vasta (con Provincia di Trieste, Comuni di Duino Aurisina, Monrupino, Muggia, San Dorligo della Valle, Sežana, Sgonico, Koper);
– luglio 2012, organizzazione di tavoli tecnici con le principali categorie di stakeholder (costruttori e professionisti, ambientalisti, categorie economiche);
– luglio 2012, organizzazione di tavoli tematici aperti a tutte le categorie portatrici di interesse sulle principali questioni al centro del Piano: Dove sarà Trieste? Prospettive alla scala dell’area vasta; Cosa farà Trieste? Economie e ricerca; Quali nature a Trieste? Ambienti e paesaggi; Come fare di Trieste una città più bella e abitabile? Questioni di qualità urbana ; Quali case e servizi a Trieste? Questioni di welfare;
– 7 gennaio 2013, presentazione pubblica degli esiti della fase di ascolto e pubblicazione sul sito web della Rete Civica;
– giugno-settembre 2013, tavoli tecnici sulle tematiche energetiche e parametri urbanistici ed edilizi;
– luglio 2013, presentazione dello stato di avanzamento e richiesta di feedback alle principali categorie di stakeholder (costruttori e professionisti, ambientalisti, categorie economiche).

Per un progetto del territorio: i temi e le questioni al centro del Piano

Il nuovo PRGC è in primis un Piano che ha il coraggio di guardare al futuro, proponendo immagini forti di progetto per la Trieste di domani. Non è semplicemente un vestito di Arlecchino, fatto della sommatoria e dell’accostamento di zone, senza una chiara immagine di sviluppo e di progetto per la città da qui a 15 anni. In un momento di crisi come quello che il nostro Paese e, quindi, anche la nostra città sta attraversando è fondamentale avere una prospettiva che possa orientare e guidare le scelte – piccole e grandi, pubbliche e private – che andranno a trasformare la nostra città e il nostro territorio. Gli investitori privati sicuramente sono più disposti a intervenire quando un’amministrazione ha e manifesta idee chiare sul proprio sviluppo.

La Trieste che ci immaginiamo:
– è una città sana e sostenibile, grazie alla ricostruzione di un rapporto virtuoso con le risorse del territorio (acqua, aria, suolo, energia), al rispetto delle regole di funzionamento ecologico, a una valutazione attenta dei livelli di tenuta e stabilità del territorio stesso, alla predisposizione di un grande progetto di mobilità sostenibile;
– è una città della conoscenza, della produzione e della logistica, in cui si possono trovare nuove occasioni spaziali per un’integrazione più forte tra innovazione e produzione, anche e soprattutto attraverso il riutilizzo di grandi aree e contenitori dismessi;
– è una città del turismo e del tempo libero, tra il Carso e il mare, fondata su un progetto di integrazione e di riconnessione tra le tante potenzialità e risorse in grado di rilanciare l’attrattività della nostra città e del nostro territorio;
– è una città policentrica, in cui si deve e si può lavorare sulla riqualificazione e sulla messe in rete dei tanti servizi e attrezzature collettive che irrorano quartieri e rioni.

Il nuovo PRGC è in sostanza un Piano che affronta le questioni di governo del territorio che abbiamo posto al centro del nostro mandato amministrativo e delle Direttive:

– partecipazione (come già ampiamente illustrato attraverso la descrizione del percorso di redazione del Piano);

– visione di sviluppo sostenibile fondata sul rilancio – oltre che dell’industria portualità e logistica – anche del turismo (attraverso un progetto di sviluppo delle attività balneari e dell’affaccio della città sul mare con particolare riguardo a Barcola), della conoscenza ricerca e produzione a basso impatto (attraverso il riconoscimento di un sistema di aree che dall’altipiano si sviluppa fino alla città e la predisposizione di indirizzi progettuali per la riqualificazione della zona industriale e dell’accesso da sud alla città-via Flavia), dell’agricoltura come occasione per la gestione attiva del territorio e la valorizzazione delle sue eccellenze (attraverso il rilancio delle attività agricole e silvo-pastorali sull’altipiano e la predisposizione di specifiche linee di indirizzo per il riutilizzo a fini agricoli dei pastini lungo la costiera)

– limitazione del consumo di suolo cui deve fare da contraltare il recupero delle grandi aree dismesse (quelle che abbiamo chiamato le Aree della grande trasformazione, in cui gli interventi giocano un ruolo strategico per la riqualificazione di più ampi settori urbani: Campo Marzio, ambito di via Rossetti-via Cumano, ex caserma di Banne, oltre a Porto Vecchio) e la trasformazione/riqualificazione della città esistente anche tramite operazioni ampie e strutturate di sostituzione edilizia (individuazione di specifici ambiti e schede progetto orientati alla realizzazione di quartieri ecologici in sostituzione di parti città degradate ed energivore – Aree della sostituzione e ristrutturazione);

– risparmio energetico e riqualificazione energetica e ambientale della città esistente, ricorrendo a specifiche forme di incentivazione (crediti volumetrici in cambio di operazioni di riqualificazione energetica), ma anche alla predisposizione di specifici criteri di invarianza idraulica, utilizzo di tetti verdi ecc.;

– attenzione per tutta la città, in primis per le periferie e i rioni con un focus su servizi e qualità/vivibilità, ma anche superamento della contrapposizione tra centro e periferia, città e altipiano, urbano e rurale (attraverso schede progetto contenenti criteri e indirizzi per la riqualificazione degli spazi pubblici nei diversi Centri di Quartiere);

– attenzione per il corretto funzionamento ecologico del territorio, per le tematiche connesse al rischio geologico e idrogeologico, per la lettura del paesaggio come valore e come volano di riqualificazione e sviluppo di spazi e attività economiche;
– integrazione delle scelte di piano con quelle della mobilità, nell’intento di delineare un nuovo sistema di trasporto pubblico che supporti forme di mobilità alternative (tranvie e similari, attraverso un grande progetto di riutilizzo della rete infrastrutturale su ferro già presente) e che affronti in maniera strutturata i problemi connessi all’accessibilità e alla sosta (individuazione di parcheggi scambiatori nell’anello più esterno della città);

– innovazione dei processi di attuazione, nell’ottica della semplificazione quale motore imprescindibile per l’attrazione di nuovi investimenti; in sostanza, eliminazione del ricorso a pianificazione attuativa in tutti i casi possibili in coerenza al PURG;

– valutazione attenta delle potenzialità di sviluppo delle aree della grande trasformazione, orientata a garantire da un lato la flessibilità necessaria agli investitori, dall’altro una chiara individuazione delle dotazioni di interesse pubblico che l’Amministrazione da tali trasformazioni vuole ottenere.

Rivoluzione nei Centri Civici: arriva la App che fa “la fila al posto tuo”

L’innovativa app si inserisce all’interno di un ampio e articolato progetto di rinnovamento dei Centri Civici e risponde alle esigenze di ottimizzazione del tempo di ciascun cittadino, ormai insofferente allo spreco del suo personale tempo per attività di tipo burocratico.  E’ un nuovo modo di intendere il centro civico e il servizio che negli anni è cambiato. Dopo Firenze, anche il Comune di Trieste si è dotato di questo sistema, che è in funzione già nelle Università La Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre e Luiss.

Il risultato auspicato è quello di ridurre al minimo i tempi di attesa nei centri civici, ma un domani anche in altri uffici pubblici. E’ stato attivato un funzionale eliminacode presente nell’atrio del centro civico, (che attraverso un semplice tocco sullo schermo permette di procurarsi il biglietto per mettersi in fila) per quattro tipologie di richieste/servizi: autentica di firme e copie di atti (che comprende anche la sottoscrizione di dichiarazioni sostitutive di notorietà); rilascio certificati ed estratti; variazioni di indirizzo; carta d’identità: in questo caso, nei centri civici dove sarà operativo anche il rilascio di carte d’identità elettroniche, il totem chiederà di selezionare il tipo di documento desiderato tra elettronico e cartaceo. Un sistema che bilancerà i tempi di attesa rispetto alle operazioni richieste in modo da ridurre al massimo i tempi generali di attesa; la tempistica sarà ulteriormente migliorata nei mesi a venire, in base alle medie rilevate.

L’aspetto ancor più innovativo consiste nella possibilità di effettuare la prenotazione della prestazione richiesta attraverso un’applicazione scaricabile sul proprio smartphone. L’app, denominata “QURAMI”, richiederà la georeferenziazione del cittadino/utente e permetterà di scegliere il Centro Civico secondo il tempo d’attesa minore proposto in base alla prestazione richiesta; il numero che apparirà sullo schermo del cellulare sarà a tutti gli effetti equivalente al biglietto stampato dal totem. In pratica si potranno leggere sul cellulare le informazioni su quante persone bisogna attendere ed essere avvisati con uno squillo sonoro quando è il proprio turno. Collegandosi con i dispositivi che danno i ‘numeretti’, la nuova app  informerà via via dello stato della fila, quante persone si hanno davanti e quanto tempo si dovrebbe attendere lì in piedi. Con l’impiego di Qurami, invece, durante quel tempo si potrà leggere, fare la spesa o bere un caffè. Quando sul telefonino apparirà il messaggio che è il proprio turno, ci si potrà presentare allo sportello.
La nuova app Qurami  è nata da un’idea di Roberto Macina, studente di informatica a Roma Tre, dopo essere stato in fila per più di un’ora per consegnare la domanda di laurea in segreteria. E che è riuscito a realizzare grazie a un finanziamento. Un’idea sicuramente efficace destinata a estendersi e a occupare sempre più spazi nella vita quotidiana allontanando stress e recuperando tempo prezioso.

Trieste accende il Natale 2013

L’ampio programma delle manifestazioni organizzate dal Comune di Trieste per questo speciale periodo dell’anno che culmina con le Feste tuttora indiscutibilmente più amate dagli adulti e dai bambini è stato illustrato nella fin qui inconsueta (per questo tipo di presentazioni) ma molto bella e attraente sede di Palazzetto Leo, in via San Sebastiano 1, ricca delle preziose collezioni del Civico Museo Orientale, che non hanno mancato di incuriosire e meravigliare i numerosi ospiti intervenuti. Per molti, infatti, questo bellissimo ma ancora poco conosciuto sito museale è stato una vera sorpresa, da approfondire quanto prima.
Ed è in questa cornice – con sullo sfondo una stupenda collezione di katane dei samurai nipponici – che il Sindaco Roberto Cosolini e gli Assessori comunali alle Attività Economiche Edi Kraus e alla Pianificazione Urbana Elena Marchigiani hanno annunciato il “cartellone” delle molteplici manifestazioni di “Trieste accende il Natale 2013” e altre novità correlate del prossimo periodo festivo.
Si tratta di un nutrito calendario di appuntamenti che, come da tradizione, è stato formulato in modo da interessare un pubblico variegato per gusti e per età, di cittadini e di turisti (presenti in buon numero anche in questo periodo), costruendo occasioni di incontro non solo nelle sedi più usuali del centro cittadino (vedi programma principale, allegato) ma anche in molti spazi – piazze, sale, chiese – dei rioni e delle periferie fino ai borghi dell’Altipiano carsico (vedi programma iniziative rioni e Circoscrizioni, allegato).
E proprio questo aspetto, della massima apertura alle iniziative del territorio e “della quantità e qualità dei programmi organizzati nelle Circoscrizioni”, è stato sottolineato in apertura dal Sindaco Cosolini e dall’Assessore Kraus che hanno poi desiderato vivamente ringraziare tutti coloro – Enti, associazioni, singoli – che “con un sincero spirito di squadra e nonostante le ristrettezze economiche che stiamo vivendo hanno fatto sì, unendo le forze, che si potesse anche quest’anno creare un programma davvero interessante e di ottimo livello”.
Ringraziamenti speciali sono andati in tal senso alla Fondazione CRTrieste e alla Regione per gli indispensabili contributi, nonché alla Camera di Commercio, alla Fondazione Teatro “Verdi”, a Turismo FVG, a Promotrieste, ad AcegasAps, alla Siram, alle parrocchie cittadine per le preziose collaborazioni, infine ai diversi Comuni (Auronzo di Cadore, Sappada, Paluzza) per il dono degli abeti.
E’ toccato poi all’Assessore Kraus illustrare alcuni dettagli di un “carnet” che va dal pattinaggio sul ghiaccio a cori, concerti e pieces teatrali di ogni tipo; dalla tradizionale Fiera di San Nicolò ai festeggiamenti opicinesi, particolarmente nutriti (saranno presentati nel dettaglio questo lunedì, n.d.r.), e degli altri borghi e rioni; dalle iniziative dei Civici Musei (vedi specifico programma, allegato) all’immancabile spettacolo di Fine Anno in piazza Unità passando per il Gran Concerto cittadino al Teatro “Verdi” del 28 dicembre.
Alcuni specifici punti di tali programmi sono ancora in via di finale definizione, ma intanto Cosolini e Kraus hanno indicato ai cittadini due appuntamenti “fissi” cui non mancare: domani, domenica 1 dicembre, alle ore 11, all’inizio di Viale XX Settembre, con l’inaugurazione-apertura della Fiera di San Nicolò (che proseguirà fino a domenica 8) – mentre ancora domani si possono fare gli ultimi acquisti al “Mercatino Francese” in piazza Sant’Antonio Nuovo -; e poi, più in là, sabato 21 dicembre, alle ore 18, sotto l’abete di Sappada in piazza Goldoni, per un “brindisi cittadino” offerto dal Comune con autentiche – ha assicurato Kraus – “bollicine” del nostro Carso.
Ha concluso gli interventi “municipali” l’Assessore Elena Marchigiani per ricordare una significativa serie di “chiusure” al traffico veicolare e conseguenti pedonalizzazioni che avranno luogo in più punti del centro urbano in concomitanza con le quattro giornate del “ponte pre-natalizio”, da sabato 21 a martedì 24. Chiusure che l’Assessore ha “interpretato” come “un’ulteriore rilevante anticipazione dei provvedimenti riguardanti queste zone centrali della città, ormai in prossimità dell’applicazione effettiva del nuovo Piano del Traffico. Anticipazione che stavolta sarà ben più di un semplice esperimento, riguardando appunto ben 4 giornate consecutive, sia pur ancora escludendo le mattinate (domenica 22 a parte dove la chiusura sarà invece ininterrotta dalle 10 alle 20).” (vedi dettagli e piantine, allegati).
Indirizzi di saluto all’insegna della comune collaborazione anche da parte del Presidente della Camera di Commercio Antonio Paoletti che ha sottolineato come il prossimo Mercatino di Natale curato da CAT-Terziaria della Confcommercio Trieste, di concerto con il Comune, in piazza Sant’Antonio Nuovo, aprirà lunedì 9 con 56 “casette” di cui ben 35 di operatori locali; infine da parte della neo-presidente di Promotrieste Gabriella Kropf, oggi al suo primo intervento pubblico, che ha rimarcato come “tutti debbano essere tesi verso lo stesso obiettivo di rilancio della città. Operazione – ha detto – nella quale il turismo potrà giocare un ruolo centrale”.

E intanto le prime iniziative di “Trieste accende il Natale 2013” sono regolarmente partite. Avviata oggi, con grande partecipazione di bambini e ragazzi festanti, che ne hanno atteso con impazienza il “via”, l’attività della pista di pattinaggio su ghiaccio collocata in piazza Ponterosso (lato Banca Nazionale del Lavoro) a cura del P.A.T. (Pattinaggio Artistico Triestino), che resterà in funzione fino all’Epifania (6 gennaio) con orario di apertura ininterrotto dalle 10 alle 23.
Domani – come detto – si apre la Fiera di San Nicolò, mercoledì 4 si inaugurano a Opicina le manifestazioni di “Natale con noi 2013” (fino a domenica 12 gennaio).
Abeti presto tutti al loro posto: già presenti in piazza dell’Unità quello giunto da Auronzo di Cadore (dove oggi si lavorava per collocare il Presepe) e in piazza Goldoni quello donato dal Comune di Sappada, lunedì arriva in piazza della Borsa da Paluzza l’albero donato dalla Regione; e sempre per lunedì (o martedì), è prevista la posa in piazza Sant’Antonio Nuovo dell’abete di CAT-Terziaria-Confcommercio (da Fusine). Un’altra decina di conifere sarà collocata in diverse piazze, tra le quali numerose rionali e dell’Altipiano: precisamente in Campo San Giacomo, piazzale Valmaura, Borgo San Sergio, piazza Perugino, Roiano, Opicina, Prosecco, Santa Croce, oltre che in piazza Oberdan, piazza Verdi e davanti al Politeama Rossetti.

Tratto da Retecivica

Intervento di saluto al Business Forum italo-russo

Onorevole Ministro Manutrov; Onorevole Ministro Zanonato; Autorità e graditi ospiti partecipanti a questo forum economico.Vi do il benvenuto a Trieste a nome della città e a nome mio personale. Vi accoglie una città da sempre votata alle relazioni internazionali ed è proprio per questa sua caratteristica che è stata scelta dal Presidente del Consiglio, Enrico Letta, quale teatro per questo vertice italo-russo. La Trieste moderna è cresciuta grazie al flusso di comunità provenienti da paesi differenti e di diversa cultura che ne hanno segnato lo sviluppo economico e sociale, l’hanno dotata della vocazione all’apertura e all’accoglienza e hanno dato origine alla nostra l’identità multiculturale. A me piace presentarla come una città che è stata europea prima che l’Europa, nel senso politico, esistesse e che oggi può essere sicuramente definita la più europea tra tutte le città italiane, grazie alla sua storia e alla sua collocazione nel cuore del continente.
Città-porto con uno scalo dotato di un’infrastruttura ferroviaria che garantisce collegamenti internazionali verso ogni direzione.
Città delle assicurazioni dove sono nate e cresciute le grandi compagnie assicurative italiane e dove tutt’oggi operano grandi gruppi come le Assicurazioni Generali e Allianz Group, ove sono impiegati più di 2500 addetti.
Città a elevata vocazione scientifica e tecnologica: due università; diversi centri di ricerca internazionali e universalmente riconosciuti nel campo della fisica e dell’ingegneria genetica; un parco tecnologico dove operano decine di imprese ad alto capitale di conoscenza, dalla bio-medicina, all’information technology, all’energia.
Infine, una città ad alta vocazione turistica, settore in crescita, apprezzato da un pubblico internazionale per la sua elevata qualità della vita e perché i suoi palazzi, i suoi musei, le sue chiese e perfino la sua cucina sono la testimonianza dell’incrocio e dell’incontro tra diverse genti e culture.
Trieste guarda con grande attenzione a questo forum, e mette a disposizione la forte vocazione internazionale e la capacità di essere un nodo strategico di flussi di persone, di merci e di conoscenza. In questo senso mi rivolgo ai tanti imprenditori italiani e russi presenti in questa sala.
Vi auguro che questo forum porti opportunità di crescita per le vostre attività e per l’economia dei due paesi, spero che apprezziate la città con la piazza sul mare più bella del mondo!
Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro buon lavoro.

Trieste europea, visita al Sindaco di Zagabria

Proseguono le visite del Sindaco alle città a noi vicine per dare continuità alla rete di rapporti che legano Trieste al suo naturale retroterra centro-europeo. Visite che costituiscono da un lato altrettante conferme della specifica vocazione e di un’anima triestina spiccatamente internazionale, dall’altro importanti occasioni per i rispettivi “primi cittadini” per dar forma e attuazione alla “filosofia” secondo la quale l’Unione Europea è composta non solo da Stati ma anche dalle città che si mettono “in rete”. In tale ottica Cosolini ha incontrato a Zagabria il collega croato Milan Bandić con il quale è stato comunemente sottolineato, con viva soddisfazione, il progressivo crescere di un rapporto innanzitutto in campo culturale, che trovato recentemente la sua prima espressione con una rassegna dedicata all’adesione della Croazia all’Unione Europea presente nel cartellone di Trieste Estate 2013 e che sta ora continuando, riscuotendo particolare successo, con la retrospettiva antologica dedicata all’artista spalatina Jagoda Buić (allestita fino al 6 gennaio 2014 al Museo Revoltella); mostra che ha visto collaborare fattivamente il Museo d’Arte Moderna di Zagabria con il civico museo triestino.
Inoltre non è casuale che nella stagione lirica e di balletto 2014 della Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”, il 22 aprile prossimo, debutterà il balletto del Teatro Nazionale Croato di Zagabria con lo spettacolo “Six Antique Epigraphs – In White and Black / Le sacre du printemps”. E sarà proprio quella l’occasione per il Sindaco di Zagabria Milan Bandić per ricambiare la visita a Trieste, anche per formalizzare attraverso un protocollo d’intesa la collaborazione di fatto già instaurata tra le due città.
Durante l’incontro, tenutosi al Municipio della capitale croata, e al quale erano presenti anche l’Ambasciatore italiano Emanuela D’Alessandro e il nostro Assessore allo Sviluppo Economico Edi Kraus, si è concordato che la collaborazione culturale proseguirà il prossimo anno con l’organizzazione di una mostra nella capitale croata, curata dal Museo Revoltella, interamente dedicata agli artisti e ai pittori triestini tra ’800 e inizio ‘900.
Si è anche discusso dello sviluppo della reciproca collaborazione in chiave turistica, in considerazione del fatto che oggigiorno la vicinanza tra le due città si è ulteriormente ridotta, non solo per il superamento delle barriere, ma anche per le moderne infrastrutture che collegano Trieste a Zagabria, ora distanti solo due ore di viaggio in automobile. E dopo cultura e turismo, si è discusso anche di sport, ovvero dell’opportunità di organizzare delle iniziative di collaborazione e amicizia anche in questo settore, prima delle quali potrà essere una partita amichevole tra le due squadre di pallacanestro cittadine, anch’essa da disputarsi il prossimo anno.

Un impegno concreto per contrastare la dipendenza dal gioco d’azzardo

Aderendo a quest’iniziativa e sottoscrivendo lo specifico “Manifesto dei Sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo” (un centinaio le città italiane che via hanno già aderito n.d.r.), mi sono impegnato a “manifestare agli organi competenti la necessità di rivedere la legislazione nazionale vigente, o predisporre una legge regionale, in termini di apertura di sale slot, prevedendo al riguardo l’obbligo della consultazione preventiva e vincolante dei Sindaci e la possibilità per loro di esercitare il potere di Ordinanza, in quanto garanti della salute dei cittadini, nei casi in cui debbano essere definite la distribuzione, la collocazione e l’orario di apertura delle sale gioco”. Aderendo al manifesto, inoltre, in qualità di Sindaco richiedo “un maggior controllo, da parte delle autorità competenti, sulla gestione delle sale e macchine da gioco, con particolare riferimento ai flussi di denaro e all’eventuale accesso da parte di minori”. Tra gli altri obiettivi del documento c’è anche quello di “rafforzare direttamente, laddove non ci sia diretta competenza (ad esempio in riferimento ai concessionari di pubblicità delle società partecipate dal Comune), individuando adeguati strumenti, il controllo, l’osservazione e il contrasto della dipendenza da gioco d’azzardo.
I numeri del gioco d’azzardo in Italia sono impressionanti e collocano il nostro Paese al primo posto in Europa e al terzo nel mondo, tra i Paesi che giocano di più. L’Italia copre il 15% del mercato europeo e il 23% del mercato mondiale del gioco online e impegna il 13% della spesa delle famiglie italiane. I dati forniti nell’ottobre 2012 dall’Amministrazione Autonoma Monopoli di Stato, confermano la grande espansione del gioco d’azzardo in tutte le regioni con il fatturato, per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia di 125 milioni di euro, attestando la spesa pro capite per ogni abitante (neonati compresi) in 125 euro. Per quando riguarda i bambini e gli adolescenti, le ricerche evidenziano ulteriori dati impressionanti. Gli studenti giocatori nella nostra regione sono il 36,5% e giocano molti adolescenti tra i 12 e i 17 anni, spendendo da 40 a 50 euro al mese ed eludendo quindi i divieti imposti ai minorenni. Giocano a soldi online l’8% dei bambini tra i 7 e gli 11 anni e il 15,3% scommette soldi in giochi offline. Inutile infine ricordare cronache recenti di suicidi per debiti da gioco.
Abbiamo volentieri aderito ad un’iniziativa che punta a fronteggiare, con diversi strumenti, la diffusione della dipendenza da gioco d’azzardo patologico. C’è la necessita di strumenti per la regolamentazione e il controllo del fenomeno, per sostenere una battaglia di civiltà che prevenga situazioni di dipendenza. In Consiglio Comunale, inoltre, abbiamo approvato all’unanimità una mozione che ci impegna a premiare, anche economicamente, con modalità che andremo a definire, gli esercizi pubblici che progressivamente aderiranno ad una rete ‘no slot’, escludendo dal proprio interno l’utilizzo di macchinette per il gioco d’azzardo.
Infine, sarà promossa a livello comunale un’iniziativa “NO SLOT“, creando un elenco di esercizi pubblici che vogliono aderirvi, e valutando l’ipotesi di prevedere, per questi esercizi, delle agevolazioni fiscali o tariffarie per quanto di competenza del Comune di Trieste.

Articolo del Corriere della Sera

Lettera al Presidente del Consiglio

Signor Presidente,letta-putin_1-414x270
nel darLe il benvenuto a Trieste e nel ringraziarLa per aver scelto la nostra città per questo vertice ponendoci così ad un’attenzione nazionale e internazionale voglio cogliere l ‘opportunità per trasmetterLe alcune considerazioni. La città che La accoglie nel 2014 celebrerà contemporaneamente il centenario dall’inizio della Grande Guerra, i 60 anni dal ricongiungimento con l’Italia che ha segnato anche per la prima volta il suo entrare a far parte di uno Stato democratico e i 10 anni dal superamento delle barriere con la Slovenia.
In questo itinerario Trieste, che era stata una città europea quando l’Europa nel senso in cui la conosciamo oggi non esisteva ,dopo aver vissuto tutti i drammi del Novecento, ed aver visto a lungo negata la sua vocazione storica da muri politici ed ideologici, si ritrova oggi nella Nuova Europa come la più europea delle città italiane. L’attenzione per Trieste è alta e la verifico personalmente da manifestazioni d’interesse ad investirvi e dall’attenzione che trovo in grandi città europee,da Vienna a Zagabria, da Monaco a Lubiana.
La crisi, che pur ci colpisce duramente, non fa venir meno il potenziale delle vocazioni di quest’area, consegnateci dalla storia e da alcune lungimiranti scelte del passato: città porto, città delle assicurazioni, città della ricerca e infine, perché vocazione più recente ma con significativi tassi di crescita, città dalla crescente attrattività turistica soprattutto internazionale, grazie anche al suo straordinario patrimonio culturale.
Queste vocazioni, Presidente Letta,ci aprono una prospettiva che, come accadde quando nacque e crebbe la Trieste moderna, ci può vedere al centro di flussi significativi di persone, di merci e di idee. È questo il futuro di Trieste ed è anche il contributo che Trieste può mettere al servizio della Regione e del Paese. Lei del resto Trieste la conosce e ne riconosce la vocazione e proprio per questo l’ha voluta sede del vertice italo-russo.
Il destino di quest’area dipende innanzitutto dalla nostra comunità, da quanto istituzioni, economia, cittadini faranno ognuno per propria parte per trasformare le potenzialità in un futuro positivo. Certo serve però anche una scommessa del nostro Paese su questa funzione, sulle opportunità che un efficiente sistema portuale infrastrutturale in Alto Adriatico apre per le relazioni italiane con il Far East e con il Centro Nord Europa, il considerarci perciò un’area d’interesse della politica europea del Governo Italiano, una risorsa per il Sistema Italia, che si traduca in un investimento teso a favorire i flussi, in particolare di persone e di merci, oggi particolarmente problematici. Da un lato la possibilità di realizzazione effettiva della 3a Corsia dall’altro, soprattutto, il miglioramento dei collegamenti ferroviari sia per le persone sia per le merci: non parlo in questo caso dei Grandi Corridoi quanto di ciò che nel breve e medio termine può rendere Trieste “più vicina”all’Italia e all’Europa ovvero treni più veloci verso ovest per le persone e un investimento sull’infrastruttura ferroviaria per rendere più competitivo il nostro Porto. Sono temi sui quali insieme alla Presidente Serraccchiani abbiamo avviato un dialogo con FS ma che certo da un indirizzo forte e da un impegno del Governo possono ricevere la spinta decisiva. Ne trarrebbero beneficio il Porto, le grandi imprese assicurative qui radicate ma protagoniste globali, le industrie e i centri di ricerca, la comunità tutta.
Mi permetto ancora di segnalarLe come su un altro versante Trieste abbia oggi la possibilità di trasformare una grave criticità industriale, occupazionale ed ambientale in un’occasione per dimostrare che è possibile, con l ‘impegno di istituzioni e imprese, salvare e anzi sviluppare industria e ambiente, lavoro e salute: parlo del possibil piano per il futuro produttivo e il risanamento ambientale dell’area di Servola che richiede per superare gli ostacoli la conclusione positiva di un percorso per un Accordo di Programma che comprende diversi Ministeri del Suo Governo.
Il momento è difficile e proprio per questo Trieste vuole fare la sua parte, mettendo da parte vittimismi e nostalgismi, consapevole delle proprie risorse e delle proprie energie: le richieste che Le rivolgo vanno in questa direzione.

Roberto Cosolini
Sindaco di Trieste