“E’ un primo importante incontro che getta solide basi per una forte collaborazione tra enti locali e istituzioni – così ha esordito la neoeletta Presidente della Giunta della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani nel corso della sua prima visita ufficiale al Sindaco del capoluogo Roberto Cosolini -. Un primo impegno – ha precisato il presidente Debora Serracchiani – legato innanzitutto al tema del Patto di Stabilità e alla questione della Ferriera di Servola. Il Sindaco Cosolini, porgendo il benvenuto e congratuandosi con la neopresidente per l’importante incarico, ha sottolineato la sfida impegnativa intrapresa per la difficoltà nell’amministrare la cosa pubblica. “Il primo gesto istituzionale inizia dal Comune capoluogo – ha detto Cosolini – e sottolinea il valore della comunicazione fra enti. Saremo i primi a fare squadra nell’interesse dei cittadini, a cominciare dal Patto di Stabilità per ottenere una modifica al decreto. E’ necessario quindi riprendere i lavori dei contenuti di programma per la Ferriera di Servola. Vogliamo che Trieste abbia un ruolo di servizio del territorio, affermandosi quale città europea in una regione europea. In questa visione strategica rientra anche la valorizzazione del nostro sistema portuale, un’altra grande occasione che Trieste può cogliere”. A tale proposito la Presidente Serracchiani ha annunciato che parteciperà alla prossima riunione del Comitato Portuale nell’ottica di valorizzazione della portualità regionale e anche dell’Alto Adriatico.
Autore: cosolini
Discorso tenuto in occasione della cerimonia solenne del 68° anniversario della Liberazione
Il 25 aprile del 1945 fa si concludeva in Italia, e di lì a poco in Europa, la catastrofica guerra mondiale che sei anni prima la Germania nazista aveva provocato e, di concorso con l’Italia fascista, allargato in tutta Europa.
Quel giorno di sessantotto anni fa, il Comitato di Liberazione Nazionale proclamava l’ordine di insurrezione generale che avrebbe contribuito in maniera determinante alla cacciata dell’esercito nazista dalle principali città del nord Italia. Quel giorno, l’epopea della Resistenza italiana raggiungeva il suo culmine.
Fu una vittoria ottenuta certamente grazie all’intervento decisivo delle forze alleate, che combatterono contro gli invasori tedeschi percorrendo da sud a nord l’intera penisola, in coordinamento con il Corpo Italiano di Liberazione, pagando un enorme tributo di vite umane. Ed è altrettanto vero che essa fu conseguita in virtù della strettissima unione d’intenti e di armi che segnò profondamente l’esperienza resistenziale in tutte le sue componenti, inquadrate dall’autunno del ’43 nelle formazioni partigiane attive nelle città, nelle campagne, sulle montagne dell’Italia settentrionale.
Fu la vittoria di tutti coloro che ebbero il coraggio di non chinare il capo, di non lasciar correre, di dire categoricamente NO!
- gli antifascisti che per più di un ventennio, costretti all’esilio o al confino, perseguitati a volte fino alle estreme conseguenze, lottarono a viso aperto contro la dittatura di Mussolini;
- i militari italiani che, nelle isole dell’Egeo e a Porta San Paolo, all’indomani dell’8 settembre non si sottomisero, così come i seicentomila soldati che per non aver aderito alla Repubblica Sociale furono imprigionati nei campi di internamento in Germania;
- i partigiani di tutte le tendenze politiche fossero autonomi, socialisti, comunisti, cattolici, azionisti o anarchici, comunque affratellati nella volontà di restituire al Paese l’unità e la pace, liberandolo da coloro che lo avevano trascinato e continuavano a tenerlo soggiogato alla più ingiusta e odiosa delle guerre.
Il 25 aprile si celebrò la loro vittoria. Ma se a tutti gli italiani fu ridata la libertà, la speranza nel futuro e fu ripristinata l’unità politica frutto del Risorgimento, – come sappiamo – su Trieste le nubi non finirono di addensarsi quel giorno. Quasi un altro decennio si dovette attendere perché nella nostra città si esaurisse ogni strascico della terribile guerra, finisse il periodo dell’incertezza e vi si insediassero le Istituzioni della Repubblica italiana.
Con Trieste, diventò parte dell’Italia anche questo spaventoso luogo di morte, la Risiera di San Sabba, dove furono torturati e barbaramente uccisi resistenti italiani, sloveni, croati e di altre nazionalità; dove transitarono o vissero tragicamente i loro ultimi giorni gli ebrei destinati ai campi di sterminio dell’Europa centrale, insieme ad altre persone che una folle ideologia assassina riteneva in qualche modo diverse e per questo non degne della vita. Nella sua disperata dimensione, questo è uno dei luoghi simbolo di Trieste, un simbolo che testimonia tutta la complessità della nostra storia e delle nostre plurime identità. Anche da questo luogo, Trieste si rivela città “cerniera” tra il Mediterraneo e il cuore del Vecchio Continente, tra l’Italia e l’Europa.
La concordia e lo spirito di rinascita, l’amore per la ritrovata libertà rappresentato dal 25 aprile, l’intento di fondare una società giusta e solidale, composta da cittadini liberi e uguali di fronte alla Legge, sono gli elementi che ispirarono il lavoro dei Padri costituenti e presiedettero alla fondazione della nostra Repubblica.
Oggi, purtroppo, le cose appaiono diverse.
Il discredito della politica e dei suoi rappresentanti, sempre più dilagante – e purtroppo non sempre infondato – si riflette pericolosamente e coinvolge le stesse Istituzioni democratiche, attorno a cui, invece, va mantenuto un vigilie e costante presidio. I valori di libertà, democrazia, giustizia, vanno riaffermati e trasmessi per evitare che anche nei nostri tempi, come accaduto in passato, disagio, inquietudine e rabbia causati da una grave crisi economica e sociale alimentino odio verso chi è diverso, per pelle, religione o per lingua innescando così odio e intolleranza e degenerando verso pulsioni autoritarie.
La memoria del sacrificio e dell’immane fatica che sono costate la perdita della democrazia e la sua ricostruzione, in una parola la memoria della Liberazione e la festa del 25 aprile ci devono sorreggere e continuamente orientare nella difesa delle Istituzioni repubblicane e dei valori che esse incarnano e nell’affrontare le difficoltà del presente per andare verso un futuro migliore.
Viva il 25 aprile!
Viva la Festa della Liberazione!
Viva la Repubblica italiana!
Progetto PISUS: 5.700.000 euro al Comune di Trieste
Elaborare un Piano che incrementi l’attrattività del centro storico di Trieste dal punto di vista turistico-culturale, che stimoli lo sviluppo e la crescita economica anche attraverso un sempre migliore utilizzo del vasto e articolato patrimonio culturale esistente. Sono questi gli obiettivi principali che l’Amministrazione comunale di Trieste intende realizzare con il progetto “PISUS”, Piano di Sviluppo Urbano Sostenibile, che ha recentemente ottenuto, su 19 PISUS presentati alla Regione, il secondo posto in graduatoria vedendosi finanziati 5.700.000 su 5.800.000 richiesti.
Il progetto è stato elaborato da un gruppo di lavoro interno all’Amministrazione comunale, coordinato dal Direttore dell’Area Città e Territorio arch. Marina Cassin.Oltre al Comune di Trieste, il progetto vede in primis coinvolti la Camera di Commercio (partner co-beneficiario), Confesercenti, BIC, Confcommercio, CNA, Fondazione CRTrieste, Provincia di Trieste, Questura di Trieste (partner portatori di interessi).
Nel dettaglio il PISUS “TRIESTE ATTIVA – cultura, turismo, sostenibilità” si articola su tre assi d’intervento:
-
“qualificazione urbana, percorsi, accessibilità” ha l’obiettivo di aumentare la qualità urbana e migliorare l’accessibilità all’area dal punto di vista della mobilità sostenibile;
-
“cultura”, si concentra sul miglioramento dell’offerta culturale cittadina sia intervenendo sull’esistente (in primis la rete museale), sia sviluppando piani e proposte per rendere Trieste sempre più attrattiva;
-
“economia e turismo” si propone di promuovere l’imprenditorialità nel centro città, favorendo la creazione di nuove opportunità occupazionali.
Allabase del progetto di Trieste vi è l’assunzione della creatività quale fattore unificante, secondo l’accezione data dal movimento delle smart-cities, che appunto declina il concetto di creatività su cinque dimensioni: mobilità; ambiente; economia della conoscenza e della tolleranza; trasformazioni urbane per la qualità della vita; turismo e cultura.
Trieste si presenta come una realtà ricca di risorseculturali (musei pubblici o privati, teatri, enti di ricerca, università, zone archeologiche, gallerie d’arte, artisti, artigiani, locali e caffè storici). Obiettivo generale del PISUS consiste nell’incrementare l’attrattività del centro storico della città dal punto di vista turistico-culturale, stimolandone lo sviluppo economico attraverso l’utilizzo delle sue risorse secondo un approccio di sostenibilità ambientale.
Il centro storico si sta infatti gradualmente e progressivamente riqualificando, senza tuttavia che a tale centralità si sia finora conferita una visibilità e un’impronta propria e caratterizzante, che possano costituire la “cifra” di Trieste tutta. Tale è la missione di PISUS: partendo dall’area interessata dal progetto, il fine è avviare un percorso di sviluppo che si estenderà all’intera città e al territorio di cui essa è parte.
Il risultato che si vuole ottenere è di permettere alla persona – turista o cittadino residente – di vivere l’esperienza urbana in tutta la sua ricchezza di risorse, attraverso il potenziamento delle connessioni spaziali (grazie alla realizzazione di percorsi ciclo-pedonali e alla creazione di un servizio di biciclette pubbliche condivise-Byke Sharing) e di connessioni immateriali (rete wi-fi gratuita). Ciò porterà, non di meno, a un aumento della fruibilità delle attività produttive insediate anche grazie al completamento della riqualificazione già iniziata nella zona centrale con la realizzazione di programmi quali URBAN I – Progetto Tergeste, il PRUSST (Programma di Riqualificazione Urbana per lo Sviluppo Sostenibile del Territorio) – “La riconquista del fronte mare” e i finanziamenti del Ministero dell’Ambiente (POD 2008 e POD 2009).
Per quanto attiene all’offerta culturale, PISUS si propone di rendere efficiente ed efficace la ricca dotazione di risorse di cui dispone il capoluogo regionale, con particolare riguardo ai musei pubblici, attraverso la loro certificazione in termini di qualità dell’offerta mussale, e la loro connessione con quelli privati attraverso un tavolo di coordinamento istituzionale. Analoghe finalità guidano l’intervento di riqualificazione del piano terra della biblioteca civica: già interessata dalla felice sperimentazione dell’emeroteca, vedrà ampliare in essa questa attività a beneficio di bambini e ragazzi creando, con il giardino di piazza Hortis, un’unica area dove persone di ogni età troveranno spazi, strumenti e stimoli culturali pubblici e gratuiti. L’efficacia, soprattutto in termini di costi e di sostenibilità ambientale, si otterrà grazie all’intervento riguardante l’installazione di una guaina fotovoltaica sul tetto del Salone degli Incanti, contenitore cardine rispetto alla proposta culturale e scientifica della città.
Ma sono soprattutto finalità di crescita e di sviluppo economico sostenibile a guidare le proposte di PISUS “Trieste Attiva”. La visione che guida il progetto è la trasformazione del centro urbano in una sorta di “vetrina” delle attività presenti sul territorio: dai produttori agro alimentari dell’altipiano (in un’ottica di consumi a Km “0”), agli artigiani artistici oggi ubicati in zone della città a bassa affluenza turistica.
Per sostenere e promuovere le attività economiche locali, il Comune di Trieste – grazie ai fondi erogati da PISUS (1.200.000 euro) – procederà nel prossimo futuro alla predisposizione di un bando pubblico finalizzato all’erogazione di contributi a fondo perduto per le imprese dei settori dell’artigianato artistico tradizionale e dell’abbigliamento, del commercio, del turismo e dei servizi alle persone.
Parallelamente, per sostenere in particolare la crescita delle presenze turistiche,il PISUS prevede la realizzazione di un piano di marketing territoriale e una conseguente promozione turistica della città, sia a livello nazionale che internazionale, grazie anche all’apporto diretto di CCIAA.
Con il finanziamento di PISUS, l’Amministrazione comunale, pur nella difficile crisi economica, ha ottenuto nell’ultimo anno un secondo importante successo. Il primo è il Piano Città. Ricordiamo infatti che, su 429 proposte arrivate al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, la proposta del Piano Città di Trieste non solo è arrivata “in finale” con altri 23 comuni (unica proposta finanziata in regione), ma è stata anche l’unica ad essere stata finanziata al 100% per un totale di 4.000.000 di euro che, sommati al finanziamento PISUS, portano a 9.700.000 euro di risorse esterne ottenute per merito e capacità.
I due progetti permetteranno di dare un po’ di respiro all’economia del territorio, oltre che di creare quel sistema integrato e sinergico tra settori e soggetti diversi sul territorio, criterio ormai ineludibile se si vogliono ottenere ulteriori finanziamenti, siano essi nazionali o europei.
CUD telematico 2013, prorogata apertura sportello
Per venire incontro alle esigenze e alle necessità, in particolare dei pensionati e delle persone anziane o in difficoltà, abbiamo attivato uno sportello per il rilascio del CUD 2013, da quest’anno scaricabile unicamente in via telematica.
Considerato il concreto aiuto che è stato offerto alla comunità (sono stati rilasciati più di 3.000 certificati) abbiamo deciso di prorogare il servizio fino a VENERDÌ 19 APRILE 2013 allestendo un nuovo sportello in piazza dell’Unità d’Italia 4 – atrio sala matrimoni – con il seguente orario: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 9.00 alle 12.30. Martedì dalle 9.00 alle 11.00.
Si ricorda agli interessati che il CUD personale di un pensionato o cassa integrato o disoccupato può essere rilasciato previa presentazione del codice fiscale e di un documento (carta identità, passaporto, patente o altro) che permetta il riconoscimento del richiedente. Pertanto, la procedura che procede alla visualizzazione e stampa del CUD può essere attivata solamente inserendo il codice fiscale che è indispensabile.
In caso di richiesta di rilascio del CUD per un’altra persona è necessario avere la delega e presentare copia dei documenti di identità sia del delegante che del delegato. Si segnala che non sarà possibile richiedere i CUD di persone decedute in quanto non sono ancora stati resi disponibili dall’INPS.
PORTO VECCHIO: QUALE FUTURO?
Tra pochi giorni eleggeremo il Presidente della Regione: il suo primo compito sarà quello di affrontare una spaventosa crisi economica e occupazionale cercando di dare risposte che contribuiscano a superarla.
Il Porto di Trieste rappresenta in questo senso un’opportunità straordinaria, unica nel panorama regionale: il suo sviluppo potrebbe diventare un volano economico in grado di garantire lavoro e benessere a una moltitudine di imprese con importanti ricadute occupazionali, per tanti giovani e non, della nostra città e della nostra regione.
Per cogliere questa opportunità è necessario che tra le Istituzioni locali e il Governo nazionale vi sia una visione strategica comune che, una volta condivisa, veda tutti i soggetti interessati collaborare per il raggiungimento del comune obbiettivo.
Con questa lettera intendiamo rappresentare ai candidati alla Presidenza della Regione la nostra idea di sviluppo per il Porto di Trieste, idea che riteniamo essere condivisa dalla stragrande maggioranza dei nostri concittadini, chiedendo loro di esprimersi per chiarire, non a noi ma ai cittadini a cui chiedono il voto, quale sia il loro pensiero e con quali strumenti e risorse intendano eventualmente perseguire il loro obbiettivo strategico.
Il Piano Regolatore del Porto individua nella zona industriale e nella baia di Zaule le aree strategiche per il proprio sviluppo; a conferma di ciò, il Comitato Portuale ha approvato all’unanimità il piano operativo triennale che prevede ingenti investimenti per il raddoppio del Molo VII e la realizzazione di opere infrastrutturali nell’area dello Scalo legnami, della piattaforma logistica e del terminal ro-ro (ex Aquila). Non è un caso che nel piano operativo nulla sia previsto per il Porto Vecchio.
Questo è un tema fondamentale per la città, che assiste al paradosso di un fronte mare unico in Europa quanto a potenzialità, ma che da troppi anni, da Polis a Trieste Futura all’Expò fino a Portocittà, è diventato il simbolo delle occasioni perdute.
Tutti coloro che venendo a Trieste visitano quel luogo rimangono sospesi tra la sua bellezza da valorizzare e lo sgomento per l’abbandono. Lo dicono grandi urbanisti, ultimo Gonçalo Byrne, che descrivono una straordinaria trasformazione possibile come un’opportunità unica che questa città avrebbe la fortuna di poter cogliere.
Per farlo basta prendere atto che quel luogo non ha le caratteristiche per essere un porto moderno: non ne ha i fondali, che ci sono invece in Porto Nuovo, non ha le banchine adatte, mentre per contro ha magazzini storici vincolati e quindi intoccabili, per di più distanti dalle banchine, e non è collegato alla grande viabilità a meno di non voler trasformare le Rive in un’autostrada per i TIR. Inoltre, relativamente a tutte le attività industriali e commerciali che potrebbero, a detta di alcuni, giovarsi anche del regime di Punto Franco, si possono a tal fine individuare spazi più che sufficienti nelle aree attualmente inutilizzate o di imminente riconversione nel Porto Nuovo.
Viceversa la riqualificazione urbana del Porto Vecchio, che è bene chiarire nulla ha a che fare con la speculazione edilizia (numerosi sono gli esempi in tutto il mondo, da Genova a Barcellona, da Sidney a Buenos Aires, dove il recupero del Porto Vecchio ha generato svariate attività pubbliche e private non di edilizia speculativa che hanno messo in moto un importante volano economico…), potrebbe garantire cospicue risorse, sulle quali oggi è difficile poter contare, da destinare alle opere necessarie per rendere moderno e competitivo il Porto Nuovo.
Per questo vorremmo sapere, dalla voce dei candidati, come la pensa il futuro Presidente.
Se condivide la nostra idea, dica come intenda contribuire a questa visione, quali passi farà e quali iniziative assumerà a partire dalla chiara definizione delle competenze amministrative e urbanistiche: le aree portuali vanno amministrate dalla competente Autorità, le aree urbane dal Comune di Trieste.
Se invece ritiene che il Porto Vecchio debba rimanere porto, spieghi con quali risorse e con quali strumenti sarebbe in grado di superare gli ostacoli naturali, urbanistici e infrastrutturali che, a nostro modo di vedere, rendono impossibile in quell’area lo sviluppo della moderna portualità ed espliciti anche con quali risorse intenda far fronte alle previste e indispensabili opere infrastrutturali di ammodernamento del Porto Nuovo.
Roberto Antonione, Michele Balbi, Sergio Bartole, Giovanni Borgna, Etta Carignani, Maurizio Consoli, Roberto Cosolini, Stefano Fantoni, Cristiana Fiandra, Barbara Franchin, Augusto Grube, Claudio Magris, Salvatore Noè, Federico Pacorini, Alfredo Paparo, Alberto Pasino, Maria Cristina Pedicchio, Giovanni Perissinotto, Francesco Peroni, Vittorio Piccoli, Rado Race, Sergio Razeto, Giorgio Sulligoi, Paolo Tassinari, Vittorio Torbianelli, Paolo Vrabec.
Futuro del Porto Vecchio. Se ne parla in Consiglio Comunale
E’ con spirito di collaborazione istituzionale che invito la Presidente Monassi a rivedere la sua decisione di non partecipare al Consiglio comunale del 9 aprile 2013. Lo faccio ricordando che è stata chiamata a parlare del futuro di Porto Vecchio, tema che interessa tutta la città e non dei contenuti della causa al Tar, c’è una bella differenza. Ci immaginiamo che il Sindaco possa decidere di non partecipare ad audizioni e a incontri sul futuro urbanistico della città motivando con la pendenza di cause amministrative su un Piano regolatore o sui provvedimenti dell’ufficio edilizia del Comune? Non credo proprio!
Ricordo poi che lo dice anche la lettera dell’Autorità, che proprio sul tema del Porto Vecchio ha riunito il Comitato portuale in una seduta che ha voluto aperta alla stampa, stampa ampiamente presente, tant’è che fra i tanti cronisti è entrato anche il direttore di un libello web e cartaceo che ne ha tratto una cronaca deformante,offensiva e diffamatoria verso il sottoscritto. Perciò non credo proprio che il Consiglio comunale possa essere considerata sede meno riservata o meno opportuna di quel Comitato portuale, né che sia impedito da ragioni legali alla Presidente di ribadire davanti al Consiglio Comunale le sue posizioni, diverse dalle mie, che in quella sede ha espresso. Ma c’è una ragione più importante, tutta istituzionale e politica, per cui la Presidente intervenendo martedì farebbe cosa giusta oltre che corretta dal punto di vista istituzionale: quel Consiglio comunale, insieme al Sindaco, è stato eletto dai cittadini ed è, perciò, rappresentativo di una comunità che su Porto Vecchio ha il pieno diritto di dire la sua. Porto Vecchio non è un affare privato tra l’Autorità Portuale e la società Portocittà, ma è parte del territorio del Comune di Trieste ed è, contemporaneamente e paradossalmente, per Trieste un luogo abbandonato e una grande opportunità da non perdere. A un confronto su questo, l’Autorità Portuale non può sottrarsi per il semplice fatto che ha la competenza ad amministrarlo, in quanto quel luogo è stato in passato il cuore del porto di Trieste. Il Demanio è dello Stato, lo Stato è l’espressione della Comunità e la Comunità di Trieste è rappresentata dal Sindaco e dal Consiglio comunale. Non è un caso, del resto, che siano proprio le istituzioni elettive di questo territorio a concorrere con le proprie indicazioni alla nomina da parte del Governo del Presidente dell’Autorità Portuale. Non solo la Presidente Monassi, perciò, deve venire, ma dovrebbe tenere in grande considerazione le indicazioni che quella sede istituzionale dovesse esprimere sul futuro di Porto Vecchio. Scambiare una competenza amministrativa per una sorta di diritto proprietario sarebbe infatti inaccettabile da un punto di vista istituzionale ed estremamente grave in un momento in cui tutto ciò che può creare opportunità va utilizzato. Mi auguro perciò che la Presidente accolga l’invito del Presidente del Consiglio Comunale Iztok Furlanič.
Il Comune di Trieste è disponibile a ospitare le partite della Serie A
Non è vero che il Comune di Trieste ha detto NO alle partite della massima serie del Campionato, anzi l’AMMINISTRAZIONE E’ DISPONIBILE E BEN LIETA di poter OSPITARE GLI INCONTRI DEL CAGLIARI, considerando i vantaggi economici e d’immagine legati a questa opportunità.
Il Comune, ieri (venerdì 5 aprile), ha solo chiarito e comunicato le regole necessarie per poter ospitare le partite di Serie A, norme che impongono l’installazione di un sistema di video-sorveglianza. Poiché fino a una qualche giorno fa, l’opzione che il Cagliari dovesse giocare a Trieste le sue partite era solo una ipotesi e considerati i vincoli, che dovrebbero essere ormai noti, del Patto di Stabilità, l’operazione di adeguamento della stadio Nereo Rocco non era sicuramente considerata un’opera indifferibile e urgente.
Invece, non appena si è evidenziata l’opportunità che il Cagliari facesse del Rocco il proprio campo da gioco, IL COMUNE DI TRIESTE HA SUBITO ORDINATO L’IMPIANTO NECESSARIO e ha più volte sollecitato l’ordine.
Il Cagliari ha diramato un comunicato stampa impreciso, infatti il direttore sportivo si è già scusato con me, in quanto non è che il Comune ha dato la propria disponibilità, ma è la Lega calcio che ha assicurato al Cagliari la disponibilità del Ministero dell’Interno a trovare una soluzione, disponibilità ancora non confermata all’amministrazione comunale triestina.
Il Comune di Trieste sta facendo il massimo per accelerare la fornitura delle telecamere, e sarebbe ben felice di ottenere una deroga o avere un’alternativa per poter ospitare le partite del massimo campionato, infatti è in attesa di comunicazioni ufficiali che permettano di concedere lo stadio alla società del capoluogo sardo.
Hera Trading, sede legale trasferita a Trieste
Uno dei primi passi operativi dell’integrazione
L’integrazione di AcegasAps all’interno del Gruppo Hera inizia i primi passi operativi, dopo il perfezionamento della fusione avvenuto lo scorso primo gennaio, contestualmente agli ingressi nel Cda di Hera di Giovanni Perissinotto e Cesare Pillon (in rappresentanza, rispettivamente, dei comuni di Trieste e Padova) e nel Cda di AcegasAps di Tomaso Tommasi di Vignano e Maurizio Chiarini, Presidente e Amministratore Delegato di Hera. A partire da inizio anno la sede legale di Hera Trading è stata infatti trasferita a Trieste, presso la sede AcegasAps di Palazzo Modello.
Hera Trading: grossista dell’energia attivo sui mercati internazionali
Hera Trading nasce nel 2004 per operare sui mercati all’ingrosso del gas e dell’energia elettrica e raccogliere le opportunità generate dalla liberalizzazione in un settore nuovo per il Gruppo, fino ad allora presente solamente nella vendita ai consumatori finali. Oggi la Società conta circa 30 dipendenti in forza presso la sede operativa di Imola.
A Hera Trading sono delegati anche i compiti di approvvigionamento di gas ed energia elettrica per le strutture di vendita al dettaglio del Gruppo e la gestione del rischio di fluttuazione dei prezzi, servizi strategici per poter offrire ai clienti un prodotto alle migliori condizioni di mercato.
E’ inoltre responsabile della gestione commerciale degli asset termoelettrici detenuti o partecipati dal Gruppo, distribuiti in diverse regioni italiane per complessivi 550MW circa.
Hera Trading è inoltre titolare di capacità di trasporto di breve e di lungo periodo sui metanodotti Tag e Transitgas per l’import di gas dall’hub austriaco di Baumgarten e dagli hub nordeuropei presenti in Olanda e Germania.
La prospettiva industriale nell’ambito del nuovo Gruppo
In considerazione del nuovo perimetro assunto dal Gruppo Hera, con l’ingresso di AcegasAps, per Hera Trading sarà certamente possibile condividere da subito opportunità e sinergie per la gestione ottimale dell’impianto termoelettrico di Elettrogorizia, l’approvvigionamento dei vettori energetici per le attività operative di AcegasAps e, prospetticamente, delle interconnessioni verso la Slovenia, mercato nel quale HeraTrading sarà presto operativa nell’attività all’ingrosso.
Una strategia di approvvigionamento molto dinamica
In questi anni la strategia del Gruppo Hera sull’approvvigionamento energetico ha privilegiato un approccio dinamico e flessibile. La scelta di conservare una contenuta esposizione sul fronte della generazione elettrica e di non sottoscrivere contratti “take or pay” (che obbligano l’acquirente a pagare il gas contrattualizzato anche se non ritirato) hanno consentito di massimizzare i benefici delle attività di trading sui mercati all’ingrosso.
Per quanto attiene l’energia elettrica, Hera Trading è operativa oltre che sul mercato italiano, su quelli francese, tedesco, svizzero ed austriaco mentre sul fronte del gas la Società è operativa, oltre che sul Punto di Scambio Virtuale italiano, sui principali hub europei: Baumgarten in Austria, il NectConnect Germany tedesco e il Title Transfer Facility olandese.
Ha in essere contratti quadro (EFET) con oltre 30 operatori di primaria rilevanza a livello nazionale e internazionale.
Cosolini: “beneficio e riconoscimento per il territorio”
“L’insediamento della sede legale di Hera Trading a Trieste conferma come la nostra città sia strategica nel nuovo gruppo.” Dichiara Roberto Cosolini, Sindaco di Trieste “Oltre al mantenimento della sede legale a Trieste di AcegasAps, alle garanzie avute per i livelli occupazionali e ai vantaggi derivanti dell’integrazione, si aggiunge l’insediamento in città di un’importante società del gruppo che, al di là del valore simbolico, comporta un significativo beneficio fiscale per le entrate della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Beneficio che dovrà essere riconosciuto al territorio triestino.”
Venier: “primo passo di un’integrazione che sta procedendo molto bene”
“Questo trasferimento della sede legale di Hera Trading”, spiega Stefano Venier, Direttore Generale Sviluppo e Mercato Hera e Consigliere d’Amministrazione Hera Trading, “assume anche una significativa valenza simbolica nell’ambito della fusione. Si tratta di un primo passo, a cui ne seguiranno molti altri, di effettiva integrazione fra due gruppi dalla cui unione sta nascendo una realtà industriale e di servizio ai vertici nazionali. La rapidità con cui si è proceduto a questo passaggio ben riflette la fluidità con cui stanno procedendo i gruppi di lavoro già attivati fra Hera e AcegasAps per pervenire da subito alle sinergie e ai benefici in termini di servizio individuati in fase di studio della fusione”.
Hera Trading in cifre
Di seguito sono riportati i dati più significativi degli ultimi bilanci approvati della Società
2011 | Al 30/09/2012 | |
Fatturato | 1.980 milioni € | 1.749 milioni € |
Margine Operativo Lordo | 14,9 milioni € | 22,0 milioni € |
Risultato netto | 8,9 milioni € | 12,5 milioni € |
Gas Venduto | 3,3 miliardi di mc | 3,5 miliardi di mc* |
Trading di EE | 15,3 TWh | 13,4 TWh* |
Al via la settimana promozionale Pedibus
La “settimana promozionale Pedibus”: dal 18 al 22 febbraio è stata organizzata da bambini, insegnanti e genitori per coinvolgere sempre più persone affinché sempre più bambini e genitori vadano a scuola a piedi lasciando a casa l’auto.
A tutti gli alunni sono stati consegnati gli avvisi contenenti le informazioni preziose per partecipare a questa eccezionale manifestazione che coinvolgerà per un’intera settimana bambini, genitori, insegnanti e…hanno volentieri accetto l’invito della scuola a partecipare il Vicesindaco di Trieste Fabiana Martini, gli assessori comunali ai Lavori Pubblici Andrea Dapretto, all’Educazione Antonella Grim, all’Ambiente Umberto Laureni e alla Mobilità e Traffico Elena Marchigiani, nonchè il presidente della VI Circoscrizione che, insieme ad altri consiglieri circoscrizionali, lunedì 18, martedì 19 e mercoledì 20 febbraio cammineranno insieme ai bambini e ai genitori per andare a scuola A PIEDI!
Il pedibus rientra nelle tante preziosissime “buone pratiche” che l’amministrazione comunale in un proficuo lavoro di squadra con le famiglie, gli insegnanti ed educatori delle nostre scuole, sta costruendo ed implementando per rafforzare quella sensibilità ambientale così importante e tanto attesa. Nello stesso contesto, quindi, rientrano tutti quei progetti di educazione ambientale che ci dovranno portare a differenziare di più, a utilizzare meno energia elettrica, a sprecare meno cibo, ecc ecc. E proprio i nostri concittadini più piccoli devono diventare le sentinelle affinché “i grandi” mettano davvero in pratica queste buone pratiche.”
Tratto da Retecivica
M’illumino di meno
Un’intera giornata all’insegna del Risparmio Energetico, in cui si invitano Comuni, associazioni, scuole, aziende e case di tutto il nostro Paese ad aderire applicando azioni virtuose per sensibilizzare i cittadini alla razionalizzazione dei consumi: ridurre gli sprechi, produrre energia pulita, mobilità sostenibile (bici, sharing, mezzi pubblici, andare a piedi), ma anche limitare i rifiuti (raccolta differenziata, riciclo e riuso, attenzione allo spreco alimentare).
Nella giornata di venerdi’ 15 febbraio, l’Amministrazione comunale, in coordinamento con Acegas-Aps S.p.A, effettuerà lo spegnimento simbolico dell’illuminazione di alcuni edifici: per un’ora (dalle ore 17.30) le luci dei lampioni di Piazza Unità d’Italia e successivamente, dal tardo pomeriggio, fino alla prima mattina di sabato 16 febbraio, si oscurerano le luci di: palazzo del Municipio, Salone degli Incanti, Santuario di Monte Grisa, monumento a colonna di piazza Goldoni e le luci in piazza Vittorio Veneto.
Sempre in piazza Unità, alle ore 18.00, i giovani volontari della Croce Rossa Italiana nell’ambito della campagna nazionale “Climate in Action”, sul rispetto ambientale, aderiscono a “M’illumino di meno 2013” organizzando un “flash mob”: saranno accese tante candeline che formeranno il simbolo della CRI.
In occasione di questa iniziativa il Sindaco e la Giunta lanciano un messaggio di ‘buon comportamento’ a tutti i cittadini, proseguendo il percorso già intrapreso del risparmio e della riduzione almeno del 20% dei consumi, come del resto dimostrato con l’adesione al Patto dei Sindaci, e con particolare interesse alle energie rinnovabili. In questo senso, oltre alla consolidata collaborazione con l’Acegas-Aps, viene portata avanti anche l’attività con le scuole, per formare i cittadini del futuro, e per far sì che proprio i bambini siano le migliori ‘sentinelle’ in ambito familiare per indirizzare gli adulti verso corretti comportamenti eco-ambientali.In particolare per quanto concerne la raccolta differenziata dei rifiuti. Anche negli uffici comunali è stata introdotta la nuova politica di indirizzo ambientale e di riduzione dei consumi con l’abbassamento di 1° della temperatura. Il buon lavoro di squadra condotto tra i rispettivi assessorati all’Ambiente e all’Educazione per quanto riguarda i progetti didattico-formativi eco-sostenibili, da “pedibus”, in collaborazione con l’Ufficio scolatico regionale e Trieste Trasporti, al ‘patentino’ per i bambini, un percorso di consapevolezza sui consumi, fino alle convenzioni con LaRea (Laboratorio regionale di educazione ambientale) e con il WWF, anche il progetto “3ERRE con la Provincia e Acegas-Aps per la raccolta dei rifiuti, fino al 2015 nelle scuole. Senza dimenticare gli appositi giochi ideati con Fantambiente e Fantacarta.
Uno dei punti fondamentali è il risparmio energetico, bisogna sfruttare al meglio i consumi e garantire anche notevoli risparmi economici. Nel 2012 sono già stati effettuati due importanti interventi: l’introduzione dei led negli impianti semaforici e in quelli di illuminazione pubblica, in 15 vie della città, portando a un risparmio di oltre 100mila kilowatt/h, circa il consumo medio di 40 famiglie. Nel 2013, con l’installazione di 200 punti luce in città, è stato raggiunto un risparmio del 56%.
Il messaggio del Comune di Trieste, che si rivolge a tutti i cittadini e sarà visibile anche sulla pagina della rete civica, è un invito a seguire un apposito decalogo del buon ‘risparmiatore energetico’ per ridurre i consumi di energia elettrica:
1. spegnere le luci quando non servono
2. spegnere gli apparecchi elettronici e non lasciarli in “stand by”
3. utilizzare i frigoriferi in maniera efficiente con un’installazione corretta (mantenere una distanza dal muro in modo che possa circolare l’aria) e una buona manutenzione (sbrinamento frequente, pulizia dello scambiatore di calore esterno)
di gas metano:
4. per la cottura: mettere il coperchio sulle pentole, evitare sempre che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola
5. per il riscaldamento: regolare il termostato a non più di 20°C. Quando si ha troppo caldo regolare il termostato e spegnere gli impianti invece di aprire le finestre
6. Migliorare l’isolamento termico dell’edificio, in particolare delle pareti in corrispondenza dei radiatori e dei serramenti.
7. Migliorare la tenuta all’aria dei serramenti con una manutenzione delle guarnizioni e delle sigillature (oppure con una sostituzione)
8. Migliorare l’efficienza dei termosifoni eliminando eventuali tende o schermi e isolando la parete retrostante
9. richiedere una diagnosi energetica dell’edificio per valutare la possibilità di interventi di risparmio energetico.
di combustibile:
10.utilizzare l’automobile il meno possibile e se necessario condividerla con chi fa lo stesso tragitto.
Inoltre, il Comune di Trieste mette a disposizione di tutti i cittadini un servizio gratuito di informazione su tecnologie, normative, convenienza economica e incentivi relativi al risparmio energetico e all’uso di fonti energetiche rinnovabili attraverso l’Ufficio Risparmio Energetico ed Energie Alternative disponibile nei seguenti orari:
• lunedì dalle 14.30 alle 15.30
• martedì, giovedì e venerdì dalle 12.00 alle 13.00
• in altri orari su appuntamento da fissare telefonicamente o via posta elettronica
Sede: Palazzo Anagrafe, passo Costanzi 2, V piano, stanza 508/bis
E’ possibile fissare un appuntamento telefonando al numero 040 675 8552.
Tratto da Retecivica
Giorno del Ricordo
Ogni anno, Il Giorno del Ricordo è un momento irrinunciabile di
riflessione e memoria che ci riporta, con inalterata intensità e intatta
commozione, al dramma dell’esodo dall’Istria da Fiume e dalla
Dalmazia e alla tragedia delle foibe; più in generale all’insieme
della contrastate vicende che hanno interessato il confine orientale
italiano nel mezzo di quel secolo di fuoco che è stato il Novecento.
E’ una ricorrenza, questa, giunta al nono anno dalla sua istituzione
per legge del Parlamento, che grazie alla sua elevata valenza morale,
politica e civile, rafforza nella nostra comunità la conoscenza storica,
senza separarla da una salda adesione ai valori della cittadinanza
democratica e a un più ampio sentimento di fratellanza europea.
La giornata che oggi celebriamo è frutto di un riconoscimento
legislativo a lungo atteso, che in primo luogo ha avuto un significato
di risarcimento storico e morale nei confronti di chi aveva vissuto in
prima persona quelle pagine dolorosissime di storia nazionale. Pagine
che furono, per troppo tempo, da un lato silenziate a causa di
opportunismi politici agli occhi dell’oggi davvero sterili e angusti,
e dall’altro rimosse dalla coscienza collettiva della Nazione, uscita
traumatizzata dall’esperienza della guerra d’aggressione voluta dal
fascismo. Una guerra tragicamente sbagliata e infine perduta. La
dissoluzione della Venezia Giulia e lo smembramento dei territori del
confine orientale dal resto della nazione costituivano il memento
sempre vivo di quella sconfitta, una catastrofe troppo difficile da
assimilare per un Paese stravolto e ansioso di ricominciare a vivere.
La legge che ha istituito il Giorno del Ricordo rappresenta un balsamo
morale per le ferite impresse nella memoria delle vittime e di tutti
coloro – individui, gruppi e associazioni – che in tempi non facili
hanno custodito, rammemorato e tramandato non solo quelle terribili
vicende, ma anche il patrimonio complessivo delle tradizioni della
civiltà degli italiani dell’Adriatico orientale.
Nel celebrare questa ricorrenza, anno dopo anno, colmiamo dunque un
vuoto nella coscienza morale e storica della Patria, e insieme
contribuiamo al rafforzamento in noi tutti, cittadini italiani, del
senso di appartenenza alla Patria europea. Questo perché la storia delle
nostre regioni non è che un capitolo, e per nulla marginale, della
storia dell’Europa nel ventesimo secolo: una storia complessa e
articolata in cui la violenza perpetrata dal totalitarismo comunista e
dal nazionalismo jugoslavo non è stata, al pari delle altre espressioni
di violenza conosciute dal nostro territorio, il prodotto casuale di
forze incontrollabili e irrazionali. Ma quelle violenze sono state il
risultato cosciente e apertamente ricercato di ideologie e azioni
politiche fondate su un progetto di esclusione, discriminazione e
persecuzione.
Anche in questo sta il valore profondo e l’alto significato del
Giorno del Ricordo: nel fatto che questa ricorrenza ci ha aiutato e ci
sta sempre più aiutando a comprendere e ad approfondire tutti i
fondamentali passaggi della storia contemporanea dell’Adriatico
orientale per inserirli compiutamente nella nostra coscienza storica
nazionale ed europea.
COMUNE DI TRIESTE AI VERTICI PER LA TRASPARENZA DELLE SPESE
Al Comune di Trieste è attribuita la “bandierina verde”, ovvero la
massima trasparenza nelle proprie spese, con indicatori positivi per
l’home page e i link, con valutazioni di “amministrazione
aperta”, “conforme alla normativa” e con “facilità
d’accesso”.
Il Comune di Trieste risponde quindi nel migliore di modi a
quanto richiesto dall’articolo 18 del “Decreto Sviluppo” (Decreto
legge n.83/2012) che, come noto, prevede, proprio a partire dal primo
gennaio di quest’anno, l’obbligo per tutte le Pubbliche
Amministrazioni italiane di pubblicare on line, in formato aperto, tutti
i dati di spesa superiori ai mille euro. L’articolo 18 del Decreto
prevede infatti che: “la concessione di sovvenzioni, contributi,
sussidi ed ausili finanziari alle imprese e l’attribuzione dei
corrispettivi e dei compensi a persone, professionisti, imprese ed enti
privati e comunque di vantaggi economici di qualunque genere ad enti
pubblici e privati, sono soggetti alla pubblicità sulla rete internet,
ai sensi del presente articolo e secondo il principio di accessibilità
totale”.
La novità è che per la prima volta le Amministrazioni sono
obbligate a pubblicare ogni tipo di spesa che sostengono, con
l’indicazione dei beneficiari e mettendo a disposizione dei
cittadini addirittura i più significativi documenti del fascicolo (ad.
curriculum, capitolati etc. )
All’articolo 18 -che è intervenuto su un ampio e frammentario
panorama normativo già esistente in materia di trasparenza e
pubblicazione- è stata impressa una particolare rilevanza, prevedendo
l’inefficacia degli atti in mancanza di adeguata pubblicazione.
L’art. 18 ha anticipato di fatto quello che sarà il capovolgimento
culturale in tema di trasparenza. Infatti attraverso un nuovo emanando
decreto legislativo di riordino della materia della pubblicazione dai
dati, attuativo della legge sulla anti-corruzione, verrà introdotto in
Italia il principio del Freedom of information act statunitense, che
garantisce l’accessibilità di chiunque lo richieda a qualsiasi documento
o dato in possesso delle PA, salvo i casi in cui la legge lo esclude
espressamente (es. per motivi di sicurezza). A Ciò il Comune di Trieste
ha già dato immediata e ampia risposta, fermo restando che armonizzerà
la sua azione con queste nuove normative e con tutte la altre attinenti
-bisognerà fare attenzione anche all’integrazione con i principia di
tutela la privacy- attraverso un proprio programma sulla trasparenza.
La trasparenza del Comune di Trieste non si ferma a quanto previsto
dall’articolo 18 del Decreto legge 83/2013, basta pensare che sul sito
www.retecivica.trieste.it ci sono anche altre interessanti opportunità
che puntano sempre più a migliorare e a rafforzare il rapporto tra
l’Amministrazione e il cittadino. Tra queste va ricordata la
possibilità di accedere alla diretta streaming delle sedute del
Consiglio comunale, come pure il servizio “Comuni- Chiamo”, che
consente un dialogo costruttivo ed efficace, con i cittadini che possono
segnalare direttamente al Comune problemi o difficoltà che riguardano la
città.
Tratto da Retecivica