“TRIESTE LA CONTESA”

Sarà proiettato giovedì 31 gennaio alla Sala Tripcovich l’ultimo film
di Elisabetta Sgarbi “Trieste la contesa”, interamente girato nel
capoluogo giuliano e presentato in anteprima assoluta al pubblico
triestino.  La proiezione avverrà  alla presenza dell’autrice e sarà
introdotta dal Sindaco di Trieste Roberto Cosolini. Durante la serata
interverranno Giorgio Rossetti, Paolo Rossi, Raoul Pupo, Mauro Covacich,
Marija Mitrovic, Andrea Segrè, Miran Kosuta, Lucio Ulian, Mauro Giacca,
Mauro Tabor, Elena Marco, Barbara Fornasir ed Eugenio Loi;  alcuni degli
interlocutori che hanno accompagnato Elisabetta Sgarbi in questo
caratteristico viaggio cinematografico.

Il lungometraggio, prodotto da betty wrong in collaborazione con Rai
Cinema, porta la firma di Elisabetta Sgarbi sia  per la regia sia per la
sceneggiatura, curata assieme ad Eugenio Loi; direttori della fotografia
Andrei Arce Maldonado e Elsio Bisignani, scenografia Luca Volpatti e le
musiche sono state composte dal maestro Franco Battiato.
“Trieste la contesa” è il secondo film della Sgarbi girato e
dedicato a Trieste, il primo “Il viaggio della signorina Vila” ha
aperto, quest’anno, la 24esima  edizione del Trieste Film Festival,
durante un appuntamento particolarmente affollato. “Trieste è una
Porta. Luogo di confine, soggetto e teatro di snodi storici, religiosi e
culturali i cui segni permangono ancora e con evidenza nelle strade,
nella lingua, nella letteratura di questa città, costantemente posta al
confine. Stretta fra l’Adriatico e l’Europa Centro-Orientale, a
Trieste si è incarnata con vigore l’identità mitteleuropea e insieme
fortemente italiana, capace di accostare alla vocazione intellettuale
quella imprenditoriale, e di costruire con il suo contesto naturale un
legame sempre culturale: a Trieste, il mare, il vento e il Carso sono
elementi costruttivi del carattere, dell’arte e della storia che
l’hanno plasmata – così si legge nella scheda di presentazione
dell’opera-.  Il progetto di questo film mira a cogliere l’anima di
questo luogo metaforicamente capace di raccontare molti altri,
attraverso lo sguardo e le parole di chi a Trieste ha vissuto sin dalla
nascita o di chi l’ha incontrata solo più tardi, subendola come una
passione, seguendola come un richiamo.”

A TRIESTE IL GRUPPO SOCIALISTA E DEMOCRATICO AL PARLAMENTO EUROPEO

Caro Presidente Hannes Swoboda,

cari Parlamentari dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, è un piacere e un onore darvi il benvenuto della città e, ovviamente, con particolare calore, il mio personale in occasione di questa vostra RIUNIONE DEL GRUPPO SOCIALISTA E DEMOCRATICO AL PARLAMENTO EUROPEO per il cui svolgimento avete scelto Trieste.

Lo faccio sottolineando l’interesse per il tema scelto, “Politica industriale e innovazione, la ricetta per crescita e lavoro”, la cui grande attualità è vissuta giorno per giorno dai sindaci di tutta Europa nel rapporto quotidiano con la percezione della crisi, l’insicurezza per il futuro e la domanda di lavoro delle proprie comunità.

La scelta di Trieste è per noi un importantissimo riconoscimento della funzione europea della città che ho l’onore di amministrare.

Quando presento Trieste fuori dai nostri confini la definisco spesso una città che era Europea quando l’Europa, nel senso moderno che intendiamo oggi, non esisteva ancora.  Questa città infatti si è sviluppata come luogo naturale di convergenza di diverse comunità che ne hanno costruito la storia economica, portuale e commerciale innanzitutto, ne hanno determinato la  crescita sociale e la fioritura culturale, creando un contesto in cui i flussi di comunità di persone, di merci e di idee, oltre che dare sviluppo, l’hanno contrassegnata per la pluralità e la convivenza delle culture, delle nazionalità e delle religioni. L’architettura, il patrimonio culturale, i luoghi dei culti, i nomi della storia di Trieste segnano ancora oggi questa nostra profonda identità.

Trieste ha poi attraversato tutti i drammi del Novecento, dall’annuncio delle leggi razziali alle persecuzioni sistematiche operate dal fascismo nei confronti di ebrei, sloveni e croati, alla creazione del campo di sterminio della Risiera di San Sabba, e poi nel Dopoguerra, vivendo il dramma delle Foibe e dell’esodo. Questa città ha visto gravemente ferita la sua identità e la sua funzione europea ed è stata bloccata dai muri esterni e da quelli interni che dividevano le coscienze ferite da queste dolorose vicende. La caduta dei muri, il superamento dei confini, l’ampliamento dell’Europa, liberano nuovamente il grande valore che Trieste aveva accumulato e le consentono di riproporsi con una funzione al servizio dell’Europa, funzione che il nostro Governo può e deve pienamente riconoscere e valorizzare.

Oggi Trieste è una città nuovamente libera e aperta: chi vi parla è il primo Sindaco di sinistra di una città tradizionalmente considerata di destra; e questo è semplicemente il risultato della fase nuova che vede i nostri concittadini scegliere chi li deve amministrare sulla base di un’idea di futuro e non sulla base dei fantasmi delle contrapposizioni del passato.

La Trieste della rinnovata capacità di integrazione e di convivenza, la città che oggi riacquista la sua dimensione europea vive, certo, una crisi che però può affrontare consapevole del grande patrimonio culturale che la sua storia le ha consegnato, capace di valorizzare la sua funzione portuale in connessione con un’area importante in Europa, e un sistema dell’alta formazione e della ricerca che attrae centinaia di scienziati e ricercatori da molti Paesi e che aggiunge un ulteriore fattore di internazionalità.

Trieste vive di flussi di persone, di idee, di merci, ha rischiato di morire quando questi flussi si sono interrotti. La vostra presenza è perciò un momento importante nella costruzione di reti per le quali fin dall’inizio del mio mandato ho operato avviando incontri con i Sindaci delle città europee nostri naturali interlocutori, da Vienna a Lubiana a Graz a Fiume a Capodistria, prossimamente a Zagabria.

Anche le relazioni fra le città e il confronto di esperienze contribuiscono all’indispensabile processo di crescita e di integrazione europea: ne è stato un segno importante anche l’incontro pubblico che alcuni mesi fa, nell’ambito dell’annuale seminario dei socialisti viennesi, ha visto dialogare e scambiare esperienze i Sindaci di Vienna, Berlino, Bratislava e Trieste.

Queste vostre giornate sono perciò per noi importanti, mi auguro che per voi siano fruttuose e da Sindaco che ama profondamente la propria città (perché altrimenti sarebbe impossibile amministrarla) mi auguro che sia anche una bella occasione per conoscere e apprezzarne il fascino decisamente europeo.

Grazie.

ORTI TRIESTE: UN PROGETTO E UN PORTALE WEB PER PROMUOVERE L’ORTI-COLTURA URBANA

Diffondere la cultura degli ‘orti in citta’ con azioni concrete, coinvolgendo e informando i cittadini nei processi di gestione e valorizzazione del bene pubblico attraverso un lavoro di rete e di collaborazione corale – frutto del lavoro integrato degli assessori a Pianificazione Urbana, Cultura, Educazione, Ambiente, Lavori Pubblici, Protezione e promozione Sociale, Commercio – esteso ad associazioni, scuole, cooperative sociali e altri soggetti istituzionali.
Un percorso lungo un anno che ha portato nei fatti al recupero di aree verdi pubbliche degradate, inutilizzate e abbandonate facendole diventare orti urbani. Un importante valore aggiunto per la comunità, soprattutto in questi tempi di crisi, che ha riscontrato grande adesione e consenso da parte dei cittadini, non solo per l’ attualità del tema, ma anche perchè stimolo alla coesione sociale tra le persone.
Dopo la positiva prima fase di sperimentazione – effettuata in Strada di Fiume, nell’area individuata e messa a disposizione dal Comune ai cittadini che ne hanno fatto richiesta tramite apposito bando (14 lotti da 60 metri quadrati, utilizzati da 2 associazioni, 7 famiglie e 5 pensionati) – l’Amministrazione comunale vuole proseguire su questa strada, lanciando nuove iniziative e progetti che avranno lo scopo di mettere sempre più in risalto a Trieste, alla stregua di altre importanti città europee, la ‘cultura dell’orto’ e il ‘gesto antico’ di lavorare la terra, quale importante e utile risorsa, affinchè famiglie, scolari, pensionati, apprendano i meccanismi e le regole di approccio alla coltivazione. Un’attività che valorizza l’ambiente, che impegna il corpo, la mente, ricrea le persone, che impara a mangiare cibo sano biologico, con finalità di aggregazione sociale. Un vero laboratorio di idee e di esperienze.
Lo hanno sottolineato all’unisono e nel ‘fare squadra’ gli assessori alla Pianificazione Urbana, all’Educazione, all’Ambiente, ai Lavori Pubblici e alla Protezione Sociale intervenuti stamane alla presentazione delle nuove iniziative e del ‘portale web’, quale ulteriore innovativo passo avanti nell’attività di promozione dell’ ‘orti-coltura urbana’, come l’ha definita l’assessore alla Pianificazione, capofila del progetto complessivo che ha preso vita appunto un anno fa. Erano presenti anche il presidente dell’associazione Bioest, Tiziana Cimolino, tra i principali promotori, numerosi funzionari e collaboratori comunali al progetto, tra i quali Anna Nisi, Alberto Mian, Tiziana Oselladore, il direttore dei Civici Musei Scientifici Nicola Bressi.
La realizzazione del sito web è un importante strumento – è stato rilevato – per agevolare la comunicazione tra Amministrazione e cittadini e che costituisce un passaggio importante nel processo di crescita di ‘Orti Trieste’. Un vero e proprio portale, all’interno del quale chiunque sia interessato può trovare tutte le informazioni utili per partecipare attivamente al progetto e tutte le iniziative già messe in atto o in programma. Vi si può accedere mediante il sito retecivica.trieste.it o direttamente all’indirizzo www.ortitrieste.it

 

Appuntamenti e news

In questa sezione del portale verrà riportato il calendario delle tante iniziative in corso di organizzazione, con particolare riguardo ai corsi di formazione aperti a scuole e orticoltori. In sinergia con le attività già promosse dall’Assessorato alla Cultura negli ambiti del Museo Civico di Storia Naturale e del Civico Orto Botanico, a partire dalla primavera del 2013, si prevede infatti l’organizzazione di cicli di incontri e seminari teorici e pratici. Tali incontri saranno tenuti da esperti dei Musei Scientifici Comunali e del Servizio Verde Pubblico e riguarderanno:

    • orto sociale urbano – organizzare lo spazio, fasi realizzative, regole e socialità
    • orto a fine inverno – attività di preparazione e dimostrazioni pratiche
    • orto e arte
    • quale agricoltura per il nostro orto? Agricoltura sostenibile e biologica
    • l’orto ecologico: tecniche di conduzione, irrigazione e compostaggio
    • riproduzione e moltiplicazione delle piante
    • passeggiata matematica
    • patologie della pelle indotte e scatenate dal contatto con piante
  • l’orto degli animali: dalle lumache ai pipistrelli, alleati e avversari fra le verdure

Orti ed educazione


Da questa sezione del portale si può accedere a informazioni e materiali relativi alle attività educative già avviate da settembre 2012 con il progetto ORTO IN CONDOTTA di Slow Food, coordinato dal Servizio Educazione, Università e Ricerca del Comune di Trieste.
Si tratta di un progetto che prevede la costruzione di un orto a scuola, attraverso la collaborazione dell’intera comunità scolastica: gli insegnanti, in primis, i genitori e le famiglie, e quindi l’intero quartiere, con l’obiettivo di trasmettere alle giovani generazioni i saperi legati cultura del cibo e alla salvaguardia dell’ambiente.
Il progetto triennale vedrà l’attivazione, con quest’anno scolastico, di 14 orti in molte zone della città, coinvolgendo sia il centro sia le periferie.
Attorno ai 14 orti ruotano tipologie di scuole molto variegate:

    • 45 strutture educative/scolastiche: nidi comunali e privati, scuole dell’infanzia comunali e statali, scuole primarie, scuole secondarie di primo grado e ricreatori;
    • l’Istituto per gli Anziani ITIS;
    • circa 1000 bambini e ragazzi coinvolti, con 80 insegnanti ed educatori;
  • età dei partecipanti da 0 a 100 anni.


Aspetto rilevante è la sinergia con Slow Food che offre il suo know how, soprattutto curando direttamente un percorso formativo sui tre anni rivolto agli insegnanti.

 

Orti e riqualificazione-gestione degli spazi verdi


Per tutti i principali servizi dell’Area città e territorio del Comune di Trieste la creazione di orti sociali urbani è stata assunta come un’occasione concreta e fattibile (anche dal punto di vista economico, in un momento di crisi come quello attuale) per riqualificare e restituire all’uso collettivo aree degradate e parzialmente inutilizzate.
Coerentemente a questi obiettivi, nel corso del 2012 sono state concretamente attivate le prime iniziative, animate dall’intento di:

    • riqualificare l’utilizzo di alcuni terreni patrimoniali di proprietà del Comune, dando loro valore di luoghi urbani verdi di qualità, contro il degrado, il consumo di territorio e per la tutela dell’ambiente;
    • favorire la socialità e la partecipazione dei cittadini, con particolare riguardo alla popolazione anziana e alle famiglie;
    • favorire il recupero della manualità nelle attività connesse agli orti;
    • favorire la cultura della cura degli spazi verdi urbani tra i cittadini, anche attraverso progetti integrati con scuole, associazioni, cooperative sociali;
  • sostenere le iniziative di terzi che promuovano l’interesse della comunità su queste tematiche.


Nello specifico, si tratta della sperimentazione dei primi 14 orti sociali urbani in Strada di Fiume (dal sito si può scaricare il diario di questa intensa esperienza di collaborazione e socializzazione attraverso la pratica dell’orto).
Ulteriori azioni riguardano la revisione degli strumenti della pianificazione urbanistica (PRGC) e della regolamentazione degli spazi verdi (è in corso di redazione un nuovo Regolamento degli spazi verdi urbani).
A tali iniziative strettamente si integra l’adesione del Comune di Trieste, in qualità di partner, al progetto URBI ET HORTI, finanziato dal Centro Servizi Volontariato Friuli Venezia Giulia e promosso da Bioest, Italia Nostra, zuf, AIAS, Per non subire, le MICROAREE di Valmaura, Via Grego, Piazzale Giarizzole, Via Soncini e Borgo Zindis di Muggia, SPI Domio, Il comitato pace e convivenza Danilo Dolci, Impronta Muggia, Merrygoround, La Rete di Economia Solidale FVG, e sviluppato in collaborazione con AIAB – Associazione Italiana Agricoltura Biologica.

 

Orti e promozione sociale


ORTO GIARDINO TERAPEUTICO è un progetto sviluppato nelle strutture comunali che ospitano anziani e soggetti con disabilità, con l’obiettivo di creare le condizioni per uno spazio multisensoriale di contatto con la natura e di riavvicinamento al ciclo della vita, secondo le sue stagioni.
A oggi il progetto è attivo al Centro per l’anziano di via De Marchesetti e al Centro diurno di via Weiss; è in programma la sua estensione a Casa Capon (Villa Carsia di Opicina).
Le attività di progetto si diversificano rispetto alla tipologia di utenza coinvolta. Due sono le fasi: una prima fase di riscoperta dei saperi di una volta (alcuni ospiti delle case di riposo erano contadini di professione o per hobby, molti provengono da famiglie e realtà che erano contadine, e portano con sé uno scrigno di saperi collegati al mondo naturale); una seconda fase, più fattiva, rivolta alla cura delle piante, alla semina, alla creazione di talee, alla raccolta e trasformazione dei frutti.
A tal fine, nell’ambito delle diverse strutture, sono stati valorizzati e ampliati gli orti già esistenti con vasche di coltivazione sopraelevate (90 cm) per permetterne l’utilizzo agli ospiti in carrozzina; le pratiche di invasamento di fiori e piante aromatiche sono invece svolte anche utilizzando le vasche poste sui balconi delle stanze. Sono inoltre previste attività anche nelle stagioni meno consone allo stare all’esterno. Laboratori artistici e di trasformazione dei “frutti del raccolto” si dedicano alla creazione di composizioni ed erbari, alla raccolta di poesie, racconti, canzoni attinenti all’orticoltura. Grazie al laboratorio di cucina, tali attività si ampliano anche alla preparazione di piatti a base dei frutti del giardino e all’organizzazione di feste a tema sull’uso delle piante aromatiche od orticole.

 

Letture, materiali e rassegna stampa


Questa sezione è specificamente mirata a fornire agli orticoltori presenti e futuri informazioni e nozioni utili allo svolgimento delle loro pratiche. Si tratta di una sezione che verrà ulteriormente implementata nel tempo, con dispense e pubblicazioni esiti delle attività via via sviluppate. Già ora essa però contiene diversi materiali direttamente scaricabili dal sito, quali i Quaderni dell’orto botanico e le dispense prodotte nell’ambito di Orto in condotta. Insieme ad essi, link alla rassegna stampa, a video e documentari (comne ad esempio alla trasmissione di Linea Verde del 6 gennaio scorso dedicata a Trieste e agli orti sociali di Strada di Fiume).

E’ stato infine formulato l’auspicio di ‘continuare a crescere insieme nella promozione di attività per una gestione sostenibile della nostra città’ consultando il nuovo portale dedicato a ‘Orti Trieste’ !

4 MILIONI DI EURO AL COMUNE DI TRIESTE

Verrà realizzato un nuovo polo per i servizi e per i musei triestini.

Il Comune di Trieste potrà realizzare il progetto proposto, scelto nell’ambito del Piano nazionale per le città denominato “Piano città”e varato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (con il Decreto Legge Cresci Italia 83/2012).
Fra 457 proposte pervenute al Ministero, la proposta del Comune di Trieste ha ottenuto il 100% dei finanziamenti richiesti per un totale di 4 milioni di euro (su un importo complessivo dell’intervento pari a 10,8 milioni di euro). Proposta arrivata in finale assieme ad altri 23 progetti (più 5 città del sud su fondi per Zone Franche Urbane) e che è l’unica selezionata tra le 11 presentate dai comuni della regione. Oltre ad essere una tra le 3 uniche selezionate nell’intero ambito del Nord Est (Trieste, Venezia e Verona).
L’iter complesso e frutto dell’intenso lavoro di squadra in tempi molto brevi portato avanti dagli assessorati comunale alla Pianificazione Urbana e ai Lavori Pubblici assieme a un pool di circa dieci collaboratori interni, è stato illustrato stamane in Municipio dai rispettivi assessori, alla presenza del direttore di Area Marina Cassin di Pietro Craighero dell’Ufficio Affari Europei Internazionali e Cooperazione.
Il 13 agosto il Decreto Legge è stato convertito in legge e l’ANCI ha pubblicato il Vademecum utile alla presentazione delle proposte da parte dei Comuni. Il 5 ottobre 2012 era la scadenza ultima per avanzare proposte di contratti di valorizzazione urbana consistenti in un insieme coordinato di interventi con riferimento ad aree urbane degradate. Tempi di redazione delle proposte quindi estremamente brevi, che hanno richiesto alle Amministrazioni una notevole capacità di elaborare progetti di riqualificazione di ambiti urbani strategici.
Va quindi dato atto – è stato ribadito – della professionalità e competenza dimostrata dai vari collaboratori della struttura comunale preposta, maturata anche sulla scorta delle esperienze passate (URBAN PRUSST, Programma innovativo POD 2008, POD 2009). Oltre all’efficacia della scelta attuata dagli Assessori di riferimento, Elena Marchigiani e Andrea Dapretto, di procedere in maniera integrata nella redazione di strumenti di programmazione dello sviluppo urbano e di progetti di riqualificazione.
Soltanto in questo modo oggi è infatti possibile – è stato rilevato – accedere a fondi straordinari (Ministeriali ed Europei), che in questa nuova stagione sempre più espressamente richiedono proposte cantierabili, realistiche, governabili e attuabili in tempi brevi, ma dotate anche della capacità di avere ricadute su contesti urbani ampi e complessi.
E’ necessario quindi essere pronti – è stato detto -, avere a disposizione visioni avanzate per la città e per la sua trasformazione. I risultati ottenuti, puntando alla concretezza, dimostrano che le scelte operate dall’Amministrazione sono in grado di rispondere alle richieste.

L’ambito di riferimento del progetto e della riqualificazione nasce come prima periferia urbana, ora inglobata nella città, ed è prospiciente le vie Cumano, Revoltella e Rossetti. Al suo interno sono presenti 4 importanti caserme quasi tutte dimesse, che accentuano l’effetto di marginalità di questa zona, insieme alla presenza del comprensorio fieristico anch’esso in disuso, alla carenza di strutture e servizi pubblici e centralità che lo identifichino come quartiere.

La dismissione di quattro caserme in un’area ristretta, ha fornito all’Amministrazione e alla città la possibilità di acquisire spazi nuovi, ma allo stesso tempo ha posto l’Amministrazione di fronte a scelte che fossero strategicamente utili sia all’ambito urbano di riferimento che all’intera città. Questo coerentemente all’obiettivo, più volte manifestato da questa Amministrazione, di puntare sulla riqualificazione delle periferie.

Alcune iniziative di riconversione sono partite anni addietro per far fronte all’emergenza abitativa. Nello specifico il riferimento è al recupero e rifunzionalizzazione della ex caserma “Montebello” dove sono stati realizzati 180 alloggi di edilizia pubblica sovvenzionata

L’Amministrazione ha messo in atto in questi ultimi anni la delocalizzazione in questo ambito di alcune importanti strutture museali ed alcuni servizi comunali. Questa logica risponde all’esigenza – è stato sottolineato – di coinvolgere nell’offerta culturale, zone non prettamente centrali e di vivificare, con la presenza di strutture comunali, il tessuto urbano con ulteriori attività e servizi. Per rafforzare questa offerta, grazie ad altri programmi complessi, si sta realizzando un percorso ciclabile, con relativa stazione di bike sharing, che colleghi le strutture oggetto di richiesta di finanziamento nel Piano per le Città al centro cittadino e alla stazione centrale.
Gli interventi che compongono il Piano rispondono ai requisiti richiesti dal bando tra cui l’immediata cantierabilità delle opere e il miglioramento della qualità urbana, del tessuto sociale e ambientale.
Le opere sull’ex caserma Duca delle Puglie relativi al Civico Museo di guerra per la pace “Diego de Henriquez” porteranno ad aumentare di due edifici l’offerta qualitativamente e quantitativamente importante della collezione raccolta dallo studioso triestino Diego de Henriquez (1909-1974), considerata la più importante e completa a livello nazionale. I finanziamenti del Piano Città permetteranno di portare a termine la realizzazione del Museo, su cui sono già stati stanziati fondi comunali e avviati i lavori per i primi due padiglioni.

Per ciò che riguarda il futuro archivio comunale nella ex Caserma Beleno (in contiguità alla nuova sede del Comando dei Vigili), gli interventi relativi produrranno risultati economici ed energetici importanti per il territorio e il bilancio comunale, sia relativamente a un risparmio energetico considerevole, sia producendo un aumento considerevole del valore dell’immobile di proprietà comunale, che azzerando le “uscite” che ad oggi il Comune è obbligato a sostenere, affittando dei locali privati, in quanto gli spazi preposti all’archiviazione sono da anni ormai saturi. Anche in questo caso i fondi del Piano Città vanno ad aggiungersi a quelli già a disposizione del Comune, concentrandosi in particolare su interventi di efficientamento energetico.

Gli interventi di riqualificazione proposti contribuiranno a creare quelle precondizioni necessarie a rendere attrattivo tutto l’ambito urbano.
Questo insieme di interventi agirà sugli elementi di marginalità che connotano questo ambito urbano, trasformandolo e rendendolo una parte “viva” della città con una sua specifica connotazione.
L’erogazione dei finanziamenti da parte della Cabina di regia ministeriale avverrà a seguito della stipula con il Comune di Trieste di un Contratto di valorizzazione, che stabilirà i tempi (comunque ravvicinati) di realizzazione delle opere.

Tratto da  Retecivica

Giornata della Memoria

“La memoria è determinante. È determinante perché io sono ricco di memorie e l’uomo che non ha memoria è un pover’uomo, perché essa dovrebbe arricchire la vita, dar diritto, far fare dei confronti, dar la possibilità di pensare ad errori o cose giuste fatte. Non si tratta di un esame di coscienza, ma di qualche cosa che va al di là, perché con la memoria si possono fare dei bilanci, delle considerazioni, delle scelte, perché credo che uno scrittore, un poeta, uno scienziato, un lettore, un agricoltore, un uomo, uno che non ha memoria è un pover’uomo. Non si tratta di ricordare la scadenza di una data, ma qualche cosa di più, che dà molto valore alla vita.”

Ho scelto di iniziare il mio discorso con la testimonianza di Mario Rigoni Stern, soldato italiano catturato e deportato nel 1943 in un campo di concentramento a Hoenstein, perché pone bene l’attenzione sullo spirito della giornata di oggi.

Il “Giorno della Memoria” ci sprona a ripercorrere gli eventi passati per capirne le cause, per verificare se essi sopravvivono nella nostra società odierna, per ipotizzare un’ azione  comune, qui e oggi, perché questo passato non debba più ripetersi, perché la speranza dell’uomo non venga più avvolta nel buio delle tenebre.

Oggi ricordiamo i drammi della Shoah: il diffondersi della cultura della discriminazione razziale; il perseguimento della strategia industriale e freddamente razionale dello sterminio; la ricerca pedante e accurata della vittima cui non si concede appello, né con la conversione, né con la fuga, perché la sua destinazione può essere solo l’annichilimento.

E’ l’occasione per una riflessione condivisa che abbracci anche tutte le altre vittime di quella tragedia: oltre che gli oppositori politici, gli omosessuali, i disabili fisici e mentali, le popolazioni rom e sinti e quanti a Trieste  hanno pagato per il solo fatto di parlare un’altra lingua.

In una città come la nostra, la ferita rappresentata dalle leggi razziali del 1938 e dalle persecuzioni che ne seguirono, ha colpito nella comunità ebraica tanta parte di quella borghesia illuminata che ha costituito il primo e più dinamico motore dello sviluppo moderno di Trieste. Come ho avuto modo  di ricordare in occasione dei 100 anni del nostro tempio ebraico, la storia della Comunità ebraica di Trieste è tutt’uno con la fioritura commerciale, sociale     e culturale che fece grande Trieste;  ancora oggi il patrimonio architettonico  e quello culturale ne portano segni straordinari. Leggi razziali persecuzioni e genocidio colpirono drammaticamente la comunità e con essa tutta la città. Venne in quel modo criminale dissolto un patrimonio inestimabile di iniziativa, di imprenditoria, di commercio e di cultura. Un colpo da cui la città ha faticato e tuttora fatica a riprendersi.

Una società sana deve essere in grado di trarre insegnamento dagli errori e dagli orrori del passato, da questi deve costruire la sua identità e la sua etica basandosi sui valori di dignità, libertà democrazia e uguaglianza.

Tutti, dobbiamo impegnarci – noi politici per primi –  a mantenere alti questi valori morali ed evitare che ritorni l’antisemitismo e la xenofobia.  La diversità degli aspetti dell’essere umano costituisce una ricchezza per qualsiasi comunità, non dobbiamo permettere che l’intolleranza intacchi la convivenza civile tra le persone.

Invece, purtroppo, assistiamo a episodi di razzismo sempre più frequenti.  E’ allarmante un recente rapporto che rileva “un pericolosa china razzista” del nostro paese. Giudico gravissimi i fatti di cronaca giunti in questi giorni da Napoli, esempi eclatanti della permanenza nella nostra società di ignobili focolai di antisemitismo, che vanno assolutamente debellati.

Stiamo facendo i conti con un periodo di crisi economica non facile che, in qualche modo, accresce il palesarsi di questi gravi fenomeni. Per questo  abbiamo una ragione in più per non perdere di vista il senso e i valori presenti nella nostra Costituzione e su cui si fonda l’Unione Europea :

Rispetto, dignità, libertà, democrazia, uguaglianza, stato di diritto e rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze.

La società civile europea, frutto della storia travagliata e contraddittoria del 900, è caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini.

Questi sono i valori su cui dobbiamo fare leva per il nostro futuro.

La memoria dell’esperienza della Shoah ci permette di ripercorrere la nostra storia e la nostra umanità, forgiando un’etica che sappia ripartire dove ogni morale, ogni bene, ogni bellezza sono stati frantumati dalla barbarie, dalla viltà, dall’egoismo.

 

 

SOSTEGNO AI CITTADINI E ALLE FAMIGLIE

Può succedere che situazioni temporanee o continuative di fragilità economica (dovute a fattori molteplici, fra cui l’assenza o la perdita del lavoro, spese eccezionali, separazioni, e quant’altro) impediscano di fatto ad alcuni cittadini e famiglie di provvedere al pagamento delle utenze per il consumo di elettricità, gas e acqua. Per prevenire e ridurre quelle situazioni gravi e particolari che determinano la sospensione delle forniture, il Comune di Trieste, nell’ambito degli interventi di sostegno economico in favore di cittadini in condizioni di disagio economico, ha stabilito opportuno prevedere l’erogazione di contributi ad hoc. Nel corso del 2012 è stato pertanto formalizzato un accordo fra l’Ente e le tre Società che erogano le utenze in città per i servizi essenziali, con lo scopo di ottimizzare l’erogazione di contributi economici da parte del Servizio Sociale Comunale, attivando un sistema sinergico di azioni, finalizzato in particolare alla definizione di procedure per la gestione delle sospensioni per morosità e per la rateizzazione del pagamento.

Grazie a un proficuo rapporto di collaborazione  fra i soggetti firmatari, nel 2012  si sono potute gestire un numero considerevole di situazioni relative a cittadini in condizione di disagio, prestando un aiuto concreto alle famiglie economicamente più svantaggiate e sostenendole in un percorso di autonomia.

In vista della scadenza dell’accordo nel dicembre 2012, si sono messi ulteriormente a punto alcuni contenuti, e si è giunti a una nuova stesura del documento, che è stato firmato dal Sindaco di Trieste e dai rappresentanti delle tre Società, e che avrà validità fino al 31 dicembre 2013. Nel nuovo protocollo sono stati inseriti quegli elementi di novità atti a migliorare e a rendere più efficace lo strumento, tenendo conto fra l’altro di quanto previsto nel Regolamento “degli interventi di sostegno economico e di solidarietà civica a favore delle persone e delle famiglie”, approvato a dicembre dal Consiglio Comunale, in particolare per quel che concerne la stipula di appositi protocolli d’intesa con altri soggetti privati e/o pubblici per realizzare un’azione di coordinamento delle attività secondo il principio di sussidiarietà.

Ecco in sintesi i contenuti del nuovo protocollo siglato oggi:

il Comune e le Società si impegnano, nei rispettivi ambiti di competenza, ad operare in sinergia d’intenti, per il sostegno delle fasce di popolazione economicamente svantaggiate al fine di:

– prevenire ed evitare il distacco delle utenze in situazioni gravi e particolari che determinano la sospensione delle forniture, dando un concreto aiuto a chi versa in temporanea situazione di difficoltà economica;

– prevedere delle modalità di pagamento agevolate delle bollette (rateizzazioni);

– monitorare costantemente la situazione debitoria nei confronti delle Società dei cittadini in carico al Servizio Sociale Comunale per i quali sia stata accertata una situazione di fragilità e di difficoltà economica ed elaborato un “progetto personalizzato” che preveda un “piano di rientro” dell’esposizione del debito per la fornitura dei suddetti servizi.

I destinatari sono dunque quei clienti che si trovano in condizioni di disagio economico temporaneo o continuativo e non sono in grado di pagare regolarmente le bollette per i servizi di primaria necessità (acqua, energia elettrica e gas) nonostante i bonus ed i contributi statali e regionali destinati alle fasce di popolazione meno abbienti.

Una delle principali novità del nuovo protocollo è l’attenzione particolare che sarà rivolta a determinate categorie di cittadini, quali ad esempio cassaintegrati e personale in mobilità, ai quali verrà riconosciuta una determinata priorità, proprio in considerazione del momento di grave difficoltà economica che il paese sta attraversando.

Un altro elemento nuovo del documento è l’impegno da parte delle Società a non procedere al distacco (nei casi in cui sia già stato inviato al cliente l’”avviso di sospensione” della fornitura di competenza), qualora ricevano dal Servizio Sociale Comunale un riscontro in merito alla disponibilità a sostenere la persona in carico con un contributo economico finalizzato al saldo totale, che il Comune si impegna a versare nei 30 giorni successivi.Qualora il contributo saldi l’insoluto solo parzialmente, le Società valuteranno caso per caso se, e in quale misura, sia possibile definire un piano di rientro direttamente con il cliente per evitare il distacco della fornitura.

Il Servizio Sociale Comunale valuterà un eventuale contributo economico per una morosità di almeno 150,00 euro.

Altra importante novità formalizzata nell’attuale protocollo è data dall’invio al Comune, da parte delle Società, dell’estratto conto dei loro clienti, affinché il Servizio Sociale Comunale possa effettuare una corretta valutazione dell’esposizione debitoria di ciascun cliente e concordare direttamente con il cliente medesimo un “piano di rientro”, che di norma sarà consentito per un massimo di sei rate, fermo restando che la morosità dovrà essere almeno pari ad euro 150,00. 

Situazioni particolari che richiedano un “piano di rientro” più ampio di rateizzazione del debito saranno segnalati alle Società, le quali verificheranno caso per se, e in quale misura, concedere una dilazione superiore alle sei rate.

I clienti con ultimo reddito certificato ISEE superiore a 7.500,00 euro e fino a 15.000,00 euro (o fino a 20.000,00 euro per le famiglie con 4 o più figli a carico), potranno richiedere rateizzazioni di pagamento direttamente a ciascuna Società per importi superiori a 150,00 euro. Qualora non fossero in grado di provvedere autonomamente ai pagamenti rateizzati potranno rivolgersi al Servizio Sociale Comunale che, nell’ambito degli interventi economici e delle relative modalità previsti dal Regolamento, potrà intervenire a sostegno di questa tipologia di persone.

La Società Estenergy ed il Servizio Sociale Comunale si impegnano altresì reciprocamente a dare ampia diffusione all’utenza in merito alla modalità di pagamento in sei rate a “consumo costante” con successivo conguaglio annuale.

Il Comune e le Società si impegnano inoltre da quest’anno a monitorare l’efficacia del protocollo prevedendo dei momenti congiunti di verifica con frequenza trimestrale al fine di valutarne l’implementazione

 

VERSO IL NUOVO PIANO REGOLATORE

Il 7 gennaio nella sala del Ridotto del Teatro Verdi, il Sindaco Roberto Cosolini e l’assessore Elena Marchigiani hanno presentato i risultati della fase di ascolto che ha accompagnato il percorso di analisi del nuovo Piano regolatore generale del Comune di Trieste.

L’elaborazione del nuovo Piano è tra gli intenti prioritari della Giunta, che il 22 novembre 2011 ha viste approvate dal Consiglio comunale le direttive per la progettazione del nuovo strumento urbanistico generale comunale e le relative salvaguardie. Salvaguardie la cui scadenza è stabilita entro due anni.

La decisione di non procedere all’approvazione della variante 118 è stata dettata dalla volontà di redigere un Piano che fosse effettivamente capace di confrontarsi con alcuni dei temi al centro della riflessione sulla pianificazione e sulla città contemporanea: perseguire lo sviluppo sostenibile; contenere il consumo di suolo; recuperare, riqualificare, rifunzionalizzare l’esistente; promuovere la qualità dell’ambiente e del paesaggio; incentivare una mobilità sostenibile.  Un nuovo Piano, quindi, costruito attraverso un reale percorso di ascolto attivo delle cittadine e dei cittadini di Trieste.

In questi mesi l’Ufficio di Piano è stato impegnato nella redazione di un ampio repertorio di analisi, con il supporto di larga parte dei Servizi dell’Amministrazione comunale e dei professionisti esterni incaricati degli studi relativi sia all’andamento demografico (studio affidato all’IRSSES), sia a compatibilità geologica, geomorfologia e idrogeologica (studio affidato al capogruppo dott. geologo Grego). A essi si sono affiancati altri importanti contributi, tra i quali si segnala quello del prof. Poldini del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste.

Un ruolo non meno importante nell’orientare le letture propedeutiche alla redazione del progetto di Piano è stato giocato dalla fase di ascolto, a sua volta articolata in 3 momenti distinti rivolti a cittadini e circoscrizioni (presentazioni pubbliche e diffusione di questionari), diversi portatori di interessi (incontri e tavoli tecnici con ordini professionali, categorie di costruttori, ambientalisti, altre categorie economiche, comitati e associazioni di cittadini).

Questo incontro pubblico è dedicato alla restituzione degli esiti di questa fase, sviluppata tra maggio e luglio dello scorso anno. Esiti che sono stati rielaborati dall’Ufficio di Piano, insieme agli stagisti delle Facoltà di Architettura e di Ingegneria dell’Università di Trieste che hanno partecipato all’organizzazione delle settimane di ascolto nelle Circoscrizioni.

Le attività iniziali di redazione del nuovo Piano, gestite all’interno dell’amministrazione, hanno riguardato nello specifico gli aspetti giuridici, il processo di Valutazione degli effetti Ambientali (VAS) e la fase partecipativa della cittadinanza fortemente voluta dall’amministrazione.

Come ci tiene a sottolineare l’assessore Marchigiani, forte è infatti la convinzione che la redazione di piani e progetti non possa più essere concepita come un’azione calata dall’alto, bensì vada intesa come l’esito di un processo di discussione e condivisione delle scelte, insieme ai tanti portatori di interessi ma soprattutto insieme alle cittadine e ai cittadini che vivono la città e i suoi quartieri quotidianamente.

L’ampio repertorio di analisi sviluppato dall’Ufficio di piano è stato perciò orientato da quanto emerso nella fase di ascolto e, in particolare, dai temi e dalle questioni che la città ha posto all’attenzione dell’amministrazione nei mesi passati.

L’ascolto nelle Circoscrizioni

A partire dall’8 maggio 2012, per 7 settimane, presso le 7 Circoscrizioni del Comune di Trieste, presenti  l’Assessore competente, l’Ufficio di Piano e un gruppo di studenti delle Facoltà di Architettura e di Ingegneria dell’Università di Trieste, sono stati organizzati incontri di presentazione del percorso di Piano, nel corso dei quali è stato illustrato e distribuito un questionario di indagine. A cittadine e cittadini il questionario ha dato modo di esprimere opinioni e di fornire dati utili su potenzialità e criticità del proprio quartiere e della città nel suo insieme.Nel periodo di consultazione sono stati distribuiti 2.500 questionari sia in lingua italiana che slovena e si sono registrati più di 8.000 accessi al sito web. La raccolta dei questionari si è chiusa il 21 luglio 2012.

Gli incontri tecnici e i tavoli tematici

Durante il mese di luglio 2012 sono stati organizzati sia tre incontri con i soggetti già consultati nella fase di stesura delle Direttive (ordini professionali, categorie costruttori, ambientalisti, altre categorie economiche), sia cinque tavoli finalizzati a mettere a fuoco alcune “questioni di prospettiva”, ossia progettualità, visioni, potenzialità e problemi che i diversi portatori di interesse vorrebbero vedere valorizzati e trattati nel nuovo Piano. In particolare, ai tavoli hanno potuto partecipare tutti i portatori di interesse desiderosi di fornire indicazioni in merito ad alcune questioni strategiche in precedenza formalizzate dall’Ufficio di piano:

  • Dove sarà Trieste? Prospettive alla scala dell’area vasta
  • Cosa farà Trieste? Economie e ricerca
  • Quali nature a Trieste? Ambienti e paesaggi
  • Come fare di Trieste una città più bella e abitabile? Questioni di qualità urbana
  • Quali case e servizi a Trieste? Questioni di welfare

Cosa è emerso

Le risposte date da cittadine e cittadini ai questionari evidenziano una chiara condivisione degli obiettivi assunti da questa Amministrazione come base della redazione del nuovo Piano regolatore. In particolare, forte e comune è l’interesse verso le tematiche della riqualificazione e del recupero del patrimonio di spazi ed edifici esistenti. Relativamente alla dotazione di servizi, si rileva una forte domanda di spazi verdi attrezzati da destinare ad attività di svago e ricreazione, orti sociali e giardinaggio. Un dato interessante è la manifestazione di disponibilità, da parte del 47% dei compilatori, a prendersi cura di aree verdi pubbliche e di spazi pubblici cittadini. Seguono, in ordine di importanza, la necessità di realizzare/ampliare aree per parcheggi, spazi e attrezzature per giovani, famiglie e anziani, centri culturali, servizi assistenziali e sanitari, scuole. Ulteriori aspetti interessanti riguardano la mobilità. Il modo più utilizzato di muoversi in città è a piedi e con i mezzi pubblici. Forte è la richiesta di aree e percorsi pedonali e di potenziamento del servizio pubblico, ma è ritenuto importante anche l’incremento di piste ciclabili. Per quanto attiene ai parcheggi viene evidenziata la necessità di incrementare il numero di quelli pubblici di interscambio gratuiti.

In merito al sistema economico ben il 74% dei compilatori si è dichiarato insoddisfatto delle opportunità di lavoro offerte da Trieste. Le attività da incrementare sono principalmente quelle legate a turismo, scienza, ricerca e porto. Coerentemente, le immagini con cui si vorrebbe che venisse rappresentata la Trieste del domani sono la “città scienza e della ricerca avanzata”, la “città della cultura e del turismo” e “la città del porto”.

Più specifiche indicazioni e visioni di sviluppo sono emerse dagli incontri e dai tavoli tecnici. Una delle richieste ricorrenti e trasversali riguarda la valorizzazione dei luoghi di valenza storico paesaggistica e delle peculiarità del territorio, in funzione del turismo.

Un ruolo altrettanto importante è riconosciuto alla crescita delle eccellenze scientifiche e degli enti di ricerca favorendo, fra queste, la costituzione di una rete anche fisica di collegamenti, ed evitando la loro dispersione territoriale.

Per quanto attiene ai settori della produzione, molti contributi di sono soffermati sul settore agricolo e sulle sue possibilità di espansione/valorizzazione.

Ampio spazio hanno trovato inoltre indicazioni circa la necessità di dare risposta adeguata allo sviluppo dell’artigianato e della piccola e media impresa, offrendo nuove possibilità insediative in particolare alle imprese a più elevato contenuto di innovazione, come quelle già ospitate nelle strutture di AREA. Necessità fortemente sentita è parimenti quella di coordinare le politiche della Amministrazione Comunale con quelle di EZIT e Autorità portuale.

L’aggiornamento del sito web

Sul sito della rete civica del Comune di Trieste (www.retecivica.trieste.it) sono stati caricati tutti i nuovi materiali prodotti nella fase di ascolto:

  • esiti dei questionari (sia quelli generali riferiti all’intera città, sia quelli specificamente attinenti le singole circoscrizioni);
  • mappe e rapporti di analisi redatti dagli studenti della Facoltà di Architettura di Trieste che hanno affiancato l’Ufficio di piano svolgendo un’utilissima (e mai realizzata prima!) campagna di rilievo degli usi del territorio comunale
  • sintesi dei contributi dei tavoli tematici.

IMPEGNI PER IL 2013

Una carrellata “ad ampio raggio” su tutti i temi e i “nodi” di maggior rilievo che hanno contrassegnato l’anno ormai trascorso e che interesseranno in quello a venire la città nel suo complesso e l’Amministrazione Comunale – che della comunità cittadina vuole essere la prima e più puntuale “interprete” – è stata svolta  dal Sindaco Roberto Cosolini nella sua “Conferenza stampa di Fine Anno”.
Nel corso dell’incontro, nella Sala della Giunta Municipale, il Sindaco di Trieste ha innanzitutto voluto inquadrare la sua attività di “primo cittadino” in questo primo anno e mezzo di mandato come “una straordinaria esperienza in primo luogo dal punto di vista civile e umano”; sottolineando subito dopo, e in tal senso, il notevole livello di collaborazione riscontrato nei rapporti fra il Comune e le altre istituzioni, e in generale fra tutte le istituzioni politiche ed economico-sociali cittadine, ma anche tra maggioranza politica e opposizioni e, nel complesso, “con tutta una comunità cittadina che sinceramente e quotidianamente si impegna, e desidera direttamente partecipare e contribuire allo sviluppo civile del nostro territorio”.
Insomma “vi è a Trieste una passione per la nostra città che ci accomuna tutti. E questa – ha osservato Cosolini – non potrà che essere una risorsa aggiuntiva preziosa nel momento in cui, in particolare nell’anno entrante, ci troveremo a dover affrontare con il massimo di unità e compattezza una crisi che si annuncia come ancora molto complessa e della quale dovremo saper contenere i danni, per poi superarla”.
Per quanto riguarda le azioni finora svolte, il Sindaco ha manifestato una discreta soddisfazione per quanto fatto dalla sua Amministrazione nel 2012, in particolare per l’aver efficacemente impostato le basi di tutta una serie di “piani” e provvedimenti complessi ma di ampio respiro che avranno proprio nel 2013 e negli anni prossimi il loro sviluppo “visibile” e concreto: dal Piano del Traffico alla ”mappatura” di alcune aree urbane “strategiche” ai fini della loro riqualificazione e riuso urbano (come Campo Marzio o la vasta zona Cumano-Ippodromo-Fiera), fino al procedere del “provvedimento madre” del Piano Regolatore Generale.
Intanto, nonostante la crisi, e proprio grazie alle peculiarità e alle “eccellenze” competitive di cui Trieste dispone rispetto ad altre località e aree del Paese – concetto che Cosolini riprenderà anche al termine, parlando delle nostrane carte da giocare per fronteggiare le difficoltà economiche del momento -, l’anno che se ne va ci ha portato anche alcune “buone nuove” non trascurabili: innanzitutto – ha sottolineato il Sindaco – la crescita del turismo, con un significativo aumento in particolare dei turisti stranieri (+ 12 %). “Un risultato che certamente va attribuito, oltre agli sforzi compiuti per una promozione più efficace e coordinata, anche e fondamentalmente al fascino intrinseco di Trieste che si presenta e si offre, sotto più aspetti, come una vera e propria città-simbolo della cultura europea”. Da ciò deve venire uno stimolo in più – ha proseguito Cosolini su questo punto – per ulteriormente concentrare le energie su quello che evidentemente si pone come un importante punto di forza per la nostra economia: spingendo dunque per il miglioramento dei servizi che la città può offrire a tale scopo, a cominciare naturalmente dai collegamenti, e poi perfezionando la capacità di accogliere grandi eventi di portata internazionale (come fatto quest’anno con il concerto di Springsteen, con Trieste Next, con l’appuntamento di moda giovane di “ITS”, con la convention mondiale di Montecarlo Yachts); e procedendo con la ripresa delle relazioni con le grandi città europee, in primo luogo con quelle più prossime e più storicamente a noi legate (vedi i contatti già avviati con Lubiana, Vienna, Zagabria, Fiume ecc.). Sempre in questo quadro – ha chiosato il Sindaco – “non sarebbe stata inopportuna, da parte della Regione che ne ha la competenza, la fissazione di una misurata “tassa di soggiorno”, che sussiste in altre località e che sarebbe stata strumento lungimirante per aiutare il settore e per ulteriormente sostenerne le capacità organizzative e attrattive”.
E ancora in merito alla “vexata quaestio” dei collegamenti, il Sindaco – rispondendo a una domanda dei giornalisti – ha osservato che “sarei già felice di ottenere ciò che in tal senso è essenziale, cioè un collegamento rapido diretto di almeno due treni al giorno per Mestre (e ritorno), senza fermate intermedie e con buone coincidenze per Milano e per il resto d’Italia. Per le “storiche” capitali europee (Vienna, Lubiana, Budapest) è evidente invece che tutto dipende dagli interessi e dagli accordi fra le diverse Compagnie ferroviarie internazionali, in un ovvio quadro di sostenibilità economica”.
Tra le altre importanti “buone nuove” messe a frutto nel 2012 Cosolini ha poi citato la conferma del radicamento, “che non era affatto scontato”, sul nostro territorio di alcune grandi realtà economiche e finanziarie quali le Generali, la presenza rilevante di Allianz, lo stabilimento della Wartsila. “Anche questi segni importanti che, come già segnalato dal ceo di Generali Mario Greco, inducono tuttavia ad auspicare il potenziamento dei collegamenti su Trieste e, da parte nostra, a garantire il mantenimento di quella qualità e professionalità delle risorse umane che viene così ben apprezzata quale tratto distintivo e tradizionale di questo territorio”.
Ulteriore “nota” positiva del 2012, la fusione Acegas-Hera che “porterà non solo a un miglioramento dell’offerta e della qualità dei servizi ma a un consolidamento del valore patrimoniale dell’Azienda, con una prospettiva di utili che potranno venir ben impiegati nel Bilancio comunale. E ciò oltre agli introiti fiscali a beneficio dell’intera Regione che saranno garantiti dall’annunciato trasferimento a Trieste della sede legale della collegata “Hera Trading”.
Non da ultimo – a proposito di “segni buoni”, al di là della crisi e delle conseguenti difficoltà – il Sindaco Cosolini ha voluto rivendicare alla sua Amministrazione il merito “di aver mantenuto l’IMU sulla prima casa al livello in assoluto più basso d’Italia fra le città medio-grandi; posizionando nel contempo anche l’imposta sulle seconde case fra i livelli più accettabili.”
Ma proprio a proposito di crisi – e aprendo così la “finestra” sul 2013 – il Sindaco non ha nascosto le vive preoccupazioni per una situazione che difficilmente potrà migliorare a breve termine. E mentre per quanto concerne i bilanci e le misure economiche fin qui “riservate” alle Amministrazioni pubbliche e in particolare agli Enti locali, Cosolini ha detto di aspettarsi dal 2013, passate le elezioni e con un nuovo Governo del Paese, almeno una riconsiderazione del “Patto di stabilità” e delle troppo drastiche misure attuali, per quanto riguarda il quadro più generale dell’economia e dei livelli occupazionali il Sindaco non ha mancato di esprimere “forti timori per un anno che sarà molto difficile, temiamo anche in sede locale”.
“A livello territoriale, saremo certamente sempre più attenti e vicini come Amministrazione agli sviluppi di vicende come quella della Sertubi o della Ferriera; in un quadro in cui, tra l’altro, sarebbe bene che la Regione ripristinasse quelle utili misure di sostegno al reddito (come il “reddito di cittadinanza”) soppresse nel 2008. Ma va anche detto che, oltre al comparto industriale, rischia di aggravarsi la situazione anche di altri settori, come quello dell’edilizia. E ciò anche per le forti limitazioni che proprio le Amministrazioni pubbliche locali avranno sempre più nel prevedere e quindi affidare nuovi lavori pubblici, lavori che necessariamente dovremo purtroppo limitare all’essenziale, anche fermando idee e progetti già formulati. Quindi con evidenti riflessi negativi appunto sull’edilizia.”
“A tale proposito – sempre il Sindaco – faremo comunque tutto quanto sarà nelle nostre possibilità: a cominciare con la sperimentazione di nuove possibili forme innovative di collaborazione economico-finanziaria fra pubblico e privato, così cercando di realizzare almeno le opere pubbliche più importanti; e fino al semplificare i rapporti fra Amministrazione cittadini e imprese, eliminando tutti gli aspetti burocratici non necessari, nonché al favorire, con opportuni strumenti, la nascita di nuove imprenditorialità fra i giovani. Anche in tale ottica – ha annunciato Cosolini – verrà prossimamente istituita una speciale “delega assessorile alla semplificazione”.
“Inoltre, entro febbraio – ha proseguito Cosolini – intendiamo emanare l’”Avviso per la manifestazione d’interesse” per la riqualificazione dell’area di Campo Marzio, mentre, nel settore del commercio, vogliamo portare a compimento il Piano per la collocazione dei “Centri monomarca” che potranno essere fautori di nuovi posti di lavoro ma anche “dighe” contro lo sviamento della clientela, anche d’oltreconfine, verso altre località.”

“Bisognerà anche perlomeno riflettere sulle diverse occasioni finora perse da questa città – ha osservato, avviandosi alla conclusione il Sindaco Cosolini -; e ciò nell’errata convinzione, tutta nostrana, di poter mantenere in loco un buon livello di benessere senza effettuare alcuna scelta di sviluppo! E peraltro riflettere non basterà, come non basterà – un domani – andare a ricercare “di chi è stata la colpa” a fronte di un eventuale venir meno di alcune grandi opportunità, quali, ad esempio, il recupero del Porto Vecchio… “
“Alcuni temi vanno invece considerati fin da subito come fondamentali e da affrontare con urgenza, e su questi il Comune continuerà fino in fondo la sua azione – ha rimarcato Cosolini -, anche per farsi interprete delle convinzioni della stragrande maggioranza della città: tra di essi certamente, appunto, il Porto Vecchio, ma anche naturalmente la complessiva valorizzazione della funzione portuale, “in omaggio” alla quale dovrebbe ad esempio cessare quanto prima la “telenovela” degli accordi tra Ferrovie e Porto per i collegamenti su rotaia. E ancora per la portualità, mi attendo dal 2013 la costituzione di un’Autorità Portuale regionale unica, in grado di avviare efficaci collaborazioni con gli altri porti dell’Alto Adriatico, in primis con quello di Capodistria.”

“Il 2013 sarà un anno certamente molto difficile – ha concluso Cosolini -, nel corso del quale sarà indispensabile lavorare con energia e unità d’intenti. Ma, lo ripeto, rispetto alle ancor più gravi modalità con cui la crisi si esprimerà in altre aree del Paese, ad esempio nei c.d. “distretti industriali”, noi possediamo una serie significativa di risorse peculiari e occasioni di sviluppo che altri ci invidieranno: quelle – molteplici – offerte dal mare, dagli istituti scientifici e di conoscenza, dalla tradizione e capacità culturale, dall’attrattività e dal fascino della città e del suo paesaggio con forti potenzialità turistiche. Tutto ciò ci deve dare la consapevolezza di poter affrontare la situazione anche con i nostri propri mezzi, con la coscienza di “potercela fare”, oltre le difficoltà, con la massima determinazione”.

Tratto da Retecivica del Comune di Trieste

Finanziaria regionale: si poteva fare di più per le città turistiche.

Nella finanziaria regionale, che parte all’insegna del rigore e si conclude con tagli pesanti agli enti locali ma con una certa manica larga di interventi puntuali, il Consiglio Regionale fa un regalo anche alle posizioni più chiuse di una parte degli albergatori bocciando la proposta della Giunta di consentire ai Comuni la facoltà di istituire la tassa di soggiorno. Immagino che alcuni consiglieri abbiano guardato più alla soddisfazione e magari alle preferenze di qualche albergatore piuttosto che a un meditato interesse generale. Vero è, però, che appare abbastanza modesto che la nostra vocazione turistica si basi sul fatto che la stanza di un albergo 3 stelle costi 100 euro invece di 101,5 euro o di un 4 stelle costi 200 invece di 202 euro, visto che da turisti quando andiamo in luoghi che ci piacciono nemmeno ci accorgiamo di pagare quella tassa. Si vede che l’autostima di certi  albergatori è bassa. In compenso, agli enti locali alle prese con tagli del 10% 15% dei propri bilanci, il nostro organo legislativo regionale, così prodigo nelle norme puntuali, ha impedito di usare i proventi che sarebbero derivati dalla tassa di soggiorno per fare promozione turistica, migliorare i servizi di accoglienza, organizzare eventi che aumentino l’attratività e magari consentano di tenere aperti i Musei Civici nei weekend di interesse turistico. Le piccole corporazioni plaudono a questa decisione, meno contenti sono, probabilmente, i veri imprenditori del turismo e dell’ospitalità alberghiera. Chi plaude oggi al Consiglio non venga nei prossimi mesi dai Sindaci della città turistiche, come il sottoscritto, a chiedere che il Comune faccia questo o quest’altro per migliorare l’attrattiva:  personalmente potrei suggerire loro di offrire ai clienti una partita in qualche bocciodromo della regione, un concreto di qualche coro del Friuli oppure invitarli a vedere un’esposizione di farfalle, tanto per elencare qualche beneficiario di norme puntuali. Sia chiaro, non ce l’ho con i beneficiari, ma con un modo di legiferare più attento agli interessi particolari che all’interesse generale.

RIGASSIFICATORE DI ZAULE: ORA SERVE UN ATTO DELLA REGIONE

“DOPO LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE TONDO – PER LA PRIMA VOLTA CONTRARIE ALLA REALIZZAZIONE DELL’IMPIANTO – LA REGIONE ESPLICITI FORMALMENTE LA SUA POSIZIONE CON ADEGUATI ATTI POLITICI E AMMINISTRATIVI”.
“SIA DICHIARATA NULLA LA PRECEDENTE, IRREGOLARE CONFERENZA DEI SERVIZI E SI PROVVEDA A RICONVOCARLA E CONDURLA IN TERMINI DI CORRETTEZZA”.
E LUNEDÌ  17 GENNAIO IN CONSIGLIO COMUNALE IL NUOVO “PARERE” DOPO LE “INTEGRAZIONI DOCUMENTALI” PRODOTTE DA GAS NATURAL PER IL “PROGETTO DEFINITIVO”

Conferenza stampa del Sindaco di Trieste Roberto Cosolini, presenti anche gli Assessori all’Ambiente Umberto Laureni e allo Sviluppo Economico Fabio Omero e alcuni consiglieri comunali della maggioranza (Decarli, Ravalico, Sossi), per invitare apertamente la Regione Friuli Venezia Giulia e il suo Presidente Renzo Tondo a esplicitare formalmente “con adeguati atti politici e amministrativi” – così il Sindaco, n.d.r. – la contrarietà alla realizzazione del Rigassificatore di Zaule, della Gas Natural, per la prima volta verbalmente dichiarata dallo stesso Presidente Tondo nel corso del convegno su “Il futuro è il Porto” tenutosi ieri a Trieste.
“Verba volant, scripta manent”: all’antico motto latino si è richiamato il Sindaco per dire che l’Amministrazione Comunale prende certamente atto con soddisfazione della nuova posizione espressa da Tondo – finalmente in linea con il Comune e la Provincia di Trieste – sull’importante, controverso problema del rigassificatore, ma, se non altro per aver il Presidente del FVG sostenuto – come noto – fino a poco tempo fa altre posizioni (ad esempio il “sì” all’impianto dichiarato nel maggio scorso all’Assemblea della Confindustria regionale), e sia pure non tradotte in atti formali, come lo stesso Tondo tiene spesso a precisare, “sarebbe viceversa ora indispensabile che atti formali della Regione su questo tema venissero finalmente emanati” per massima e definitiva chiarezza.
“Le novità, senz’altro benvenute, si traducano dunque adesso in impegni effettivi e materialmente definiti e ben ‘leggibili’, al di là degli annunci”, ha detto Cosolini, invitando quindi il Presidente Tondo a compiere “l’unico atto davvero necessario e concreto dopo quanto avvenuto nelle scorse settimane. Non si limiti Tondo al trasferimento del dirigente responsabile dell’A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale, n.d.r.) rilasciata come noto a seguito di una procedura del tutto anomala e viziata, ma tragga le indispensabili e ovvie conseguenze di quanto accaduto: dichiari formalmente nulla la Conferenza dei Servizi già tenuta con modalità così ‘particolari’ e provveda senz’altro a riconvocarla, attenendosi quindi alla prevalenza (negativa) dei pareri degli Enti competenti e procedendo di conseguenza.”
“Insomma, il Comune è contento – ha rimarcato il Sindaco – se la Regione riconosce che quello prodotto nelle scorse settimane da un suo funzionario è da considerarsi un ‘infortunio’, ma a ciò va ora posto rimedio nelle forme più chiare, esplicite e trasparenti, annullando la procedura viziata e riproponendola in termini di correttezza. Quello che si dichiara e che poi vien riportato dai giornali può andar bene, ma ora – ha proseguito Cosolini – contano quegli atti formali che siano pienamente dotati dell’efficacia necessaria a far sì che il precedente atto viziato – tra l’altro curiosamente consegnato, come ormai noto, dai rappresentanti di Gas Natural, alla Conferenza dei Servizi indetta a Roma ai fini dell’Autorizzazione Unica alla costruzione e gestione dell’impianto, assente invece la Regione – venga definitivamente superato, con una necessaria dichiarazione di nullità.”

Anche sull’altro tema di attualità, la riconversione del Porto Vecchio con lo spostamento del Punto Franco, cui Tondo, sempre ieri, si era dichiarato favorevole, il Sindaco ha invitato alla concretezza. “Il Presidente prenda carta e penna e comunichi quanto detto per iscritto al Presidente del Consiglio.”

“Tuttavia – ha concluso Cosolini, sempre riferendosi al Presidente Tondo – l’azione più urgente e fondamentale in questo momento è la prima: anche per evitare il procedere degli altrimenti inevitabili contenziosi e strascichi nelle sedi giudiziarie, la Regione esprima subito i necessari atti, efficaci e vincolanti, sulla questione del Rigassificatore, indispensabili per rimettere l’iter su binari di legalità, esprimendo nel contempo un chiaro indirizzo politico e amministrativo.”

Intanto, sull’Autorizzazione Unica alla costruzione e gestione dell’impianto, di cui – come detto – è stato avviato l’iter in sede ministeriale, si esprimerà nuovamente lunedì il Consiglio Comunale di Trieste, deliberando il proprio nuovo “Parere” ai sensi dell’art. 27, comma 31, della L. 99/2009, resosi necessario, dopo quello negativo già precedentemente espresso, a seguito delle “integrazioni documentali” successivamente proposte da Gas Natural al “Progetto Definitivo” e al Progetto di Variante Urbanistica e Portuale del terminale di rigassificazione di Zaule.

Tratto da Retecivica del Comune di Trieste

Signor Presidente Tondo: le rispondo in merito al rigassificatore di Zaule

Non mi è difficile rispondere alle sue affermazioni che mi riguardavano a proposito del Riagassificate di Zaule, quindi lo faccio con le seguenti considerazioni.
Inizio con una battuta. Dopo un anno e mezzo non mi basta certo, e ne avrei talora motivo, rispondere ai problemi chiamando in causa chi c’era prima. Mi permetta allora di dirle che dopo 4 anni e mezzo di governo, quando si chiedono agli elettori altri 5 anni, questo diventa semplicemente buffo. In secondo luogo, e qui non c’è da ridere ma solo da esprimere una ferma indignazione e una toltale opposizione, lei porta la responsabilità istituzionale e politica della grave forzatura compiuta in sede di Conferenza di Servizi sull’Aia, dove il parere degli enti locali è stato incredibilmente “scartato” creando un vulnus molto pensante se un ex dirigente apicale della Regione ha commentato di non aver mai visto nulla di simile in 35 anni. Per quanto riguarda il ruolo della Giunta Illy, quindi anche la mia partecipazione a quelle scelte, le ricordo che una cosa è definire la valenza strategica del rigassificatore, ben altra cosa è valutare ubicazione e caratteristiche dell’impianto, della tecnologia utilizzata, delle problematiche aperte in materia di impatto ambientale, di sicurezza e di compatibilità con le altre scelte per il futuro economico di questo territorio. Su questo forse giova ricordarle che la Giunta Illy prese atto, con una propria delibera, di significative carenze documentali che rendevano impossibile l’espressione di un parere nei confronto dell’istruttoria aperta dal Governo. Su questi punti giova ricordarle che in questi anni in cui lei, non Illy, porta la responsabilità della guida della Regione, le numerose preoccupazioni sollevate dai cittadini e le obiezioni tecnico scientifiche non hanno avuto né risposte adeguate dalla azienda, la quale ha preferito campagne di marketing senza contraddittorio, né l’attenzione da chi avrebbe dovuto ascoltarle e valutarle. Per parte mia ho cercato di farlo, non ho perciò nessuna difficoltà a dire di aver maturato progressivamente una posizione contraria, non dal punto di vista ideologico o pregiudiziale, ma perché ritengo insufficiente la ricerca delle soluzioni tecnologiche, ambientali e localizzative più idonee di quella proposta. Del resto, signor Presidente, le potrei rispondere che solo i paracarri non cambiano idea e potrei aggiungere che forse lei sul tema sembra averla cambiata molto spesso in pochi mesi: da un roboante annuncio per strappare l’applauso davanti agli industriali regionali “il rigassificatore si farà!”, a un successivo cambiamento di idea quando ha detto “non si farà se il territorio non lo vuole”, alla pilatesca e mi consenta un po’ paradossale affermazione odierna “la mia Giunta non ha fatto alcun atto”. Anche se in questo caso, caro Presidente, lei dice a suo modo la verità, perché l’assurda forzatura operata in sede di Conferenza dei Servizi ha prodotto l’effetto di togliere alla sua Giunta l’onere di esprimersi. Oggi, lei ritiene, in nome di un presunto interesse strategico, di dover procedere anche in spregio alle posizioni del territorio, oltre che agli elementari principi di correttezza nel rapporto in sedi amministrative fra istituzioni? Peccato che tanto impegno non lo ritroviamo nell’attenzione che vorremmo dalla Regione per Trieste, per rafforzare il nostro sistema portuale, per migliorare i nostri collegamenti e magari per dire se state della parte della città, che vuole recuperare e valorizzare parti importanti del suo territorio, oppure se considerate queste, a differenza del rigassificatore, “questioni tutte triestine”.

Le scrivo, caro Presidente, mentre su piazza Unità d’Italia è in corso un temporale che forse scoraggerà i tanti cittadini che civilmente intendono rappresentare queste questioni in occasione della sua audizione in Consiglio Comunale. Perciò mi sento di dirle, a nome della città, che continueremo la nostra determinata e motivata azione in tutte le sedi amministrative, cui però non potrà che aggiungersi anche il ricorso alle civili e democratiche forme che una comunità, di cui mi sento interprete, ha per far valere le sue preoccupazioni e le sue idee sul futuro, per sé e per i propri figli.

Sostegno economico e solidarietà civica alle famiglie bisognose

Intervenire a sostegno delle persone e delle famiglie in stato di disagio economico concorrendo al superamento dello stato di indigenza ed evitando l’instaurarsi della dipendenza assistenziale; contrastare l’esclusione sociale offrendo l’opportunità di raggiungere l’autonomia di vita anche ai soggetti più fragili; sostenere i nuclei familiari ed i singoli cittadini in un percorso di “empowerment”; mettere in atto azioni tese al miglioramento del benessere della persona secondo criteri di omogeneità degli interventi e compatibilmente all’adeguatezza delle risorse; prevedere azioni di “solidarietà civica”, individuando idonee provvidenze a favore di persone e famiglie che sono coinvolte in fatti ed eventi non prevedibili e di carattere straordinario che meritano tutela solidale da parte della comunità.
Sono queste alcune delle finalità che si prefigge il nuovo regolamento degli “Interventi di sostegno economico e di solidarietà civica a favore delle persone e delle famiglie”, approvato oggi pomeriggio (mercoledì 21 novembre) dalla giunta, su proposta dell’assessore alle Politiche sociali Laura Famulari, e che ora passerà all’esame del consiglio comunale. “E’ la prima volta che a Trieste si fa un regolamento in materia d’intervento di sostegno economico. Con quest’azione –ha detto l’assessore Laura Famulari- introduciamo una soglia di reddito minima, adeguata al costo della vita in rispetto alla dignità dei cittadini, anche con la finalità di razionalizzare gli interventi, superando la pura logica assistenzialistica e riparatoria, costruendo, invece, progetti individuali e personalizzati che consentano alle persone di ridurre o superare lo stato di bisogno. Ritengo molto importanti anche le azioni di solidarietà civica in occasione d’eventi straordinari e imprevedibili che meritano la tutela solidale da parte della comunità”.
Il nuovo regolamento (che va a sostituire una delibera del 2004 che veniva rinnovata annualmente) punta a definire i criteri e le priorità d’accesso a favore di quei cittadini che si trovano in situazione di necessità e definisce lo “stato di bisogno” (insufficienza del reddito e della vita di relazione per il soddisfacimento delle esigenze primarie, incapacità di provvedere a se stessi, provvedimenti dell’autorità giudiziaria che rendano necessari interventi/prestazioni socio – assistenziali) che va valutato in rapporto alle circostanze concrete di vita e alle risorse reali o potenziali nonché di rete delle persone interessate. La valutazione è affidata al Servizio sociale, che concorda con il cittadino interessato la realizzazione di un effettivo progetto d’intervento per la riduzione/superamento dello stato di bisogno. Prevedendo quindi dei “progetti personalizzati”d’accompagnamento sociale (in grado di prevedere gli obiettivi, gli interventi individuati, le strategie operative ed i tempi di realizzazione al fine di superare/migliorare la condizione di disagio sociale ed emarginazione nonché di prevenire una situazione di ulteriore aggravamento), il percorso punta sul coinvolgimento con altri Enti privati o pubblici con pari finalità, creando le necessarie sinergie secondo i criteri del principio di sussidiarietà, sia verticale che orizzontale, garantendo, con la stipula di appositi protocolli d’intesa, l’equità e la comparabilità degli interventi, anche ai fini della loro quantificazione. Tutto ciò s’inserisce nella filosofia del “Piano di Zona”, individuato dalla normativa di settore come strumento essenziale per la programmazione del sistema dei servizi alla persona di un determinato territorio.
Le soglie di accesso agli interventi di sostegno economico prevedono un valore ISEE non superiore ai 7.500 euro e un patrimonio mobiliare del nucleo familiare non superiore a 5.000 euro. L’assegnazione degli interventi terrà conto di alcuni criteri di priorità: la presenza di minori nel nucleo del richiedente, con precedenza ai nuclei monoparentali e le situazioni di morosità debitamente documentate, relative ad utenze ed affitto, con particolare attenzione alle situazioni a rischio di sfratto imminente o chiusura utenze.
Il nuovo regolamento prevede diverse tipologie di intervento. La prima riguarda gli “interventi ordinari senza progetto sociale personalizzato”: tra cui il “minimo garantito” (che consiste in un contributo economico a carattere continuativo erogato ad integrazione del reddito finalizzato a contrastare una condizione di indigenza economica non risolvibile sia per problemi di età che per specifici target di persone affette da particolari patologie che hanno determinato uno stato importante di invalidità certificata). Sempre in questa tipologia sono compresi anche i “contributi per il funerale”, a favore di persone decedute residenti nel Comune di Trieste che abbiano beneficiato, nel corso dell’anno, di interventi di sostegno economico con modalità continuativa.
Un’altra tipologia prevede invece “interventi continuativi ordinari e straordinari con progetto sociale personalizzato”. Di questa fanno parte il “contributo minimo d’inserimento” (intervento a carattere temporaneo finalizzato al sostegno di progetti di media e lunga durata e comunque per un periodo di 12 mesi, prorogabili di norma di ulteriori 12, in quanto si considera che la persona possa migliorare le proprie condizioni socio – economiche), i “contributi straordinari” (finalizzati a fronteggiare difficoltà economiche causate da eventi occasionali, contingenti ed urgenti, non coperti da finanziamenti specifici. Questi interventi, debitamente documentati, sono finalizzati prioritariamente al pagamento di utenze), i “contributo tramite pronto cassa” e i “vaucer sociali per l’acquisto di beni di prima necessità”.
Altre tipologie d’intervento riguardano ancora i “progetti speciali” (interventi di carattere economico rivolti a favore di soggetti in condizioni sociali ed economiche familiari particolarmente fragili, riconducibili all’emersione di nuove forme di povertà), la novità degli “interventi di solidarietà civica” (aiuti temporanei, conseguenti ad eventi gravi e non prevedibili, fino a quando i soggetti non acquisiscano indennizzi o recuperi da terzi. In tale ambito s’intendono prevedere interventi di sostegno economico, prestazioni e servizi, concessioni in uso di beni immobili di cui l’Amministrazione può disporre, gratuitamente od a canoni e corrispettivi agevolati) e “contributi erogati dal Comune ma derivanti da altri Enti”.

Tratto da Retecivica del Comune di Trieste