CRESCE IL TURISMO A TRIESTE

I turisti a Trieste crescono e questa tendenza va assecondata e rafforzata. Recentemente abbiamo contribuito a riavviare il progetto del Silos che darà a Trieste un centro adeguato per lo sviluppo dei congressi, ovvero della cosiddetta “meeting industry”. Per il leisure, cioè il turismo vero e proprio, invece, abbiamo scelto di investire nel mercato online, ormai determinante per il pubblico internazionale nella scelta delle destinazioni turistiche, soprattutto quando si tratta di città.

Da qui è nata, Discover Trieste, la piattaforma web in tre lingue realizzata da TCD, voluta dal Comune di Trieste e che conta come partners PromoTrieste, Fondazione CRTrieste e Turismo FVG. Le prime settimane evidenziano risultati molto positivi, ma siamo solo all’inizio perché Discover Trieste è destinata a cresce ogni giorno, è un sito dinamico in continua evoluzione, costruito in funzione dei turisti e dei potenziali turisti.

Dall’introduzione delle due lingue la piattaforma online ha segnato ottimi numeri con circa 10.000 visite uniche in dieci giorni. La pagina più visita oltre all’home page? Quella sulla Bora, naturalmente! Il vento che ha messo sottosopra la città negli ultimi giorni è uno degli attrattori principali del pubblico online.

Da dove provengono le visite? Metà dalle ricerche su Trieste su Google e su altri motori, segno del buon posizionamento di Discover. Metà dai social, soprattutto dalla pagina Facebook di Discover Trieste che conta non solo un ottimo numero di fan (20mila), ma un’eccezionale quantità di interazioni settimanali (dalle 3 alle 4 mila di media)

Discover Trieste è aggiornato quotidianamente in tre lingue da una redazione permanente, ma è aperto a tutti i contributi che vengono dal basso. Anche gli esercenti (ristoranti, bar, caffè) possono mandare attraverso un modulo online informazioni sul proprio locale così da essere presenti e facilmente individuabili.

Un portale dinamico dov’è possibile scoprire tutte le particolarità e le curiosità di Trieste, forse non ancora note a tutti, nemmeno ai triestini. Un esempio?  La casa costruita nel 1771 con l’aceto. In quel periodo la città stava attraversando un periodo di grande penuria d’acqua, il costuttore, allora, per poter terminare i lavori per tempo sostituì nella malta l’acqua con l’aceto.
Discover Trieste è uno strumento utilissimo per i turisti, infatti, oltre a poter prenotare il proprio soggiorno  e ottenere tutte le indicazioni più pratiche per arrivare a Trieste, si trovano tutte le informazioni utili sulle mete della città e del Carso: musei, itinerari,
locali etc. Piccola curiosità: la pubblicazione del fondamentale decalogo per poter
ordinare correttamente un caffè, cosa non banalissima a Trieste.

Un portale che può tornare utile anche ai triestini, infatti nella sezione Trieste-Now, vengono costantemente aggiornati i contenuti dell’offerta culturale e di intrattenimento che la città offre nel periodo in cui si effettua la ricerca. Un comodissimo calendario di cui spesso si è sentita la mancanza in città.

Il turismo a Trieste, è in crescita? Sì, è sotto gli occhi di tutti (operatori, commercianti e cittadini) per questo bisogna continuare a investire nel settore. Per quanto riguarda i dati statistici l’Agenzia Turismo Fvg sta portando a termine la raccolta dei flussi 2014, ma nel caso del Comune di Trieste i primi dati disponibili rilevano un trend positivo delle presenze in città. Per avere i dati definitivi bisogna aspettare la fine
di febbraio.

LA GRANDE TRIESTE: QUANDO LA CITTÀ DIVENNE UNA METROPOLI

Noi eravamo una piccola darsena di pescatori pirati e sapemmo servirci di Roma, servirci dell’Austria e resistere e lottare finché Venezia andò giù. Ora, l’Adriatico è nostro. Così scriveva, nel 1911, Scipio Slataper (“Il mio Carso”), lasciandoci questo importante ricordo, trasformato in una delle citazioni letterarie, che accompagnano il visitatore lungo il percorso espositivo della mostra “La grande Trieste 1891 – 1914. Ritratto di una città”.

“La grande Trieste” – promossa dal Comune di Trieste, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione CRTrieste e delle Assicurazioni Generali cerca di interpretare la città scegliendo di mettere a fuoco un periodo importante della sua storia, in cui il susseguirsi degli eventi convive con lo sviluppo economico e le tensioni sociali, la vivacità culturale e la povertà, le lotte politiche e la mondanità. Un mondo che si dissolve bruscamente con la Grande Guerra lasciando dietro di sé una lunga scia di rimpianti. E anche tanti frammenti di vita nei musei cittadini.

Concepita alla fine del 2013 e progettata nel 2014 dai responsabili scientifici della mostra Maria Masau Dan, Bianca Cuderi e Nicola Bressi – quando si è aperto il dibattito internazionale sulle cause e sulle conseguenze del primo conflitto mondiale – “La grande Trieste” cerca di descrivere, almeno per cenni, ciò che lo scoppio della guerra ha significato per Trieste, la fine di un’epoca e la sua archiviazione.

“Le due date scelte delimitare il periodo della mostra ricordano altrettanti momenti importanti della storia della città: l’abolizione del privilegio del Porto franco (1891), che delimita la zona franca ad un assetto ben identificabile e separato dalla città, e l’assassinio di Francesco Ferdinando d’Asburgo a Sarajevo (28 giugno 1914), causa scatenante della prima guerra mondiale. Il titolo prende spunto dall’edizione italiana del volume “La grande Vienna” e vuol dichiarare il sentimento di una città che, in quegli anni, si fa grande, grazie ad un’espansione commerciale, industriale, architettonica e, anche, museale, che non ha eguali in Europa”.

“La grande Trieste” aiuta a comprendere la città e la voluta eterogeneità dei contenuti, che testimonia la molteplicità di influenze culturali, etniche, imprenditoriali e storiche di cui Trieste ha beneficiato, consentirà al territorio di interagire meglio con chi arriva oggi in città, per lavoro o per turismo”.

Costruita quasi esclusivamente attorno al patrimonio dei Musei civici e delle Biblioteche di Trieste  la mostra consente di visualizzarlo per la prima volta nel suo insieme, valorizzato proprio nella ricerca di relazioni fra gli oggetti, le opere e i documenti. Quasi tutte le sezioni ospitano materiali di proprietà comunale, ad eccezione dello spazio destinato alla cultura slovena – affidato alla cura della Narodna in študijska knjižnica / Biblioteca Nazionale Slovena e degli Studi – e quello dedicato alle Assicurazioni Generali (con l’Archivio Storico), perno dell’economia triestina e simbolo del profilo internazionale della città. La documentazione fotografica – proveniente dalla ricchissima Fototeca dei Musei civici di storia ed arte – rappresenta il filo conduttore, mentre il confronto puntuale fra immagini e materiale permette di contestualizzare gli oggetti, comprenderne meglio il valore e il significato.

La ricchezza e la diversità dei contenuti della mostra trovano risposta in un layout espositivo razionale, dal carattere quasi industriale, sviluppato attraverso la reiterazione di una serie di moduli espositivi, grazie al progetto curato dall’architetto Dimitri Waltritsch e arricchito dal design grafico di Matteo Bartoli, con il coordinamento e ordinamento delle sezioni di Lorenzo Michelli per Comunicarte.

L’accesso alla mostra consente fin da subito una visione complessiva del piano espositivo (2.000 m2 di superficie), che si articola in un percorso circolare, lungo il quale il visitatore viene stimolato ad  approfondire le informazioni relative alla vita del periodo di riferimento (grazie a 300 fotografie).
Alcuni dei principali fatti di cronaca, anche di grande impatto emotivo, sono ricordati con una serie di gigantografie sospese: sedici grandi pannelli fotografici (da 300 x 200 cm) che riproducono immagini dell’epoca scelte dalla collezione della Fototeca dei Musei civici di storia ed arte.

Su altre superfici, sempre di grande dimensione, è testimoniata la straordinaria importanza che la letteratura ha rivestito per Trieste, attraverso il ricordo di brani e citazioni di diversi autori (fra i quali Carolus L. Cergoly, Scipio Slataper, James Joyce, Carlo Marchesetti) scritti nelle lingue originali, che costituiscono una narrativa di supporto a tutta la mostra.

Le dieci Sezioni – ospitate lungo le due navate laterali della ex Pescheria, arricchite da riproduzioni fotografiche, dipinti, oggetti, modelli ed altri materiali provenienti da 7 istituzioni culturali – sono così intitolate: Sotto il segno degli Asburgo, La città immediata dell’Impero, La capitale dell’Adriatico asburgico, Proiezioni marittime della “Grande Trieste”, Scatola magica – luoghi della musica e dello spettacolo, La Trieste slovena, Sguardi sulla città, Nascita dell’archeologia, Arte a Trieste tra Monaco e Venezia – “Una nuova e diversa scintillazione”, Assicurazioni Generali: Trieste fulcro di una leva internazionale.

L’eterogeneità dei contenuti della mostra si rappresenta anche in un allestimento aereo multicolore e tridimensionale (realizzato con 13 chilometri di cavi nautici in 8 colorazioni diverse), quasi un secondo livello dell’esposizione, che nel riprendere la modularità del “cassettonato”, caratterizzante il soffitto della Pescheria, ricorda il ruolo che tale edificio ebbe nella vita quotidiana del periodo.

Non ci poteva essere luogo più adatto dell’ex Pescheria Centrale, ora Salone degli Incanti, per ricostruire il percorso storico della “Grande Trieste”, simbolo delle ambizioni cittadine, della fede nel lavoro e del legame profondo col mare. Un luogo che si presta anche alla libertà di progettazione, ad accogliere la contemporaneità, come hanno dimostrato anche mostre recenti e che meglio di qualsiasi altro rispecchia anche il presente a confronto con la storia.

DIFFERENZIARE E’ IMPORTANTE: BALZO NELLA RACCOLTA ORA AL 36%

Con l’avvio del 2015 il progetto di potenziamento della raccolta differenziata a Trieste entra nella fase 2.0. Dopo essere passati da meno del 30% a oltre il 36% di raccolta differenziata nel corso del 2014, sono tre le macro-azioni su cui Comune e AcegasApsAmga sono impegnati per portare a regime la raccolta differenziata in città: il supporto operativo al cittadino nella raccolta differenziata (attraverso l’applicazione web Il Rifiutologo), l’ulteriore potenziamento di numero e volumetrie dei cassonetti di raccolta e la comunicazione.

Cassonetti stradali: in dirittura d’arrivo il potenziamento.

Raddoppiati i giri di raccolta in centro. In queste settimane sta inoltre giungendo a compimento il piano di potenziamento nelle volumetrie e nel numero di cassonetti per la raccolta stradale dei rifiuti sia differenziati che indifferenziati, concepito nei mesi scorsi come risposta alle esigenze raccolte dai cittadini.  Rispetto al progetto originario di potenziamento della raccolta differenziata sono stati già posati cassonetti per circa 310.000 litri in più, che, oltre all’integrazione di isole ecologiche di base (batterie complete di cassonetti stradali per la differenziata) esistenti, contemplano anche la posa di 7 isole ex-novo (via Canova, via Cantù, passo Pecorari, via di Monrupino, via Alpi Giulie, via Caprin, via Tor San Piero).  A questo si aggiunge il raddoppio dei giri di raccolta di carta e plastica nel centro città (borgo Teresiano e borgo Giuseppino) e in altri punti della città (ad esempio Campo San Giacomo e via Giulia). Se fino ad oggi, infatti, queste frazioni sono state raccolte 3 volte alla settimana, adesso si passa a 6 volte. In questo modo, pur non potendo aumentare il numero di contenitori a causa delle problematiche urbanistiche, la maggior frequenza di svuotamento determinerà un aumento virtuale della volumetria stimabile in circa 700.000 litri ulteriori.  Entro le prossime settimane il piano di potenziamento giungerà a compimento con la posa di ulteriori nuove isole ecologiche di base o adeguamenti delle stesse, per complessivi 183.000 litri, (vie Aldegardi, Beccaria, Cicerone, Bosco, Madonnina, Montasio, San Francesco bassa, Raffineria, Tesa, Rivalto, Padriciano e Trebiciano), a cui si aggiungeranno 33 cassonetti piccoli per l’indifferenziato accoppiati a contenitori per l’umido (via Madonna del Mare, via Marconi, Refosco/via di Basovizza, strada di Rozzol presso via Beda, pendice Scoglietto).Complessivamente, grazie agli interventi sopra elencati, la volumetria media (fra differenziato e indifferenziato) a disposizione di ciascun cittadino sale di circa il 9%.

Il RAO (rinforzo operativo ambiente)

Le misure sopra descritte si aggiungono al potenziamento dei servizi ambientali iniziato lo scorso dicembre con l’attivazione di un’unità operativa in aggiunta ai normali turni di servizio, denominata RAO (Rinforzo Operativo Ambiente). L’unità, attiva sia nei giorni feriali che nei festivi, è chiamata ad intervenire in tempo reale per affrontare le criticità legate sia alla pulizia che allo stato delle batterie di contenitori per i rifiuti.

Il Rifiutologo, l’assistente on-line che auto-apprende: la raccolta differenziata diventa 2.0

Dove butto i cotton-fioc? I gusci d’uovo vanno nell’organico? La vaschetta in polistirolo andrà nella plastica? Fare una buona differenziata nel quotidiano può non essere facile. Per aiutare il cittadino nel quotidiano, AcegasApsAmga, in collaborazione con il Gruppo Hera, ha sviluppato il Rifiutologo. Si tratta di un’applicazione web, disponibile all’indirizzo www.acegasapsamga.it, in cui è possibile digitare il nome di un oggetto o di un materiale e il sistema restituisce il corretto conferimento che questo deve avere. La soluzione gira su un database iniziale di circa 1.500 voci, che sono però espandibili in base ai suggerimenti del cliente. Nel caso venga digitato un oggetto non presente, al cittadino viene data la possibilità di inviare ad AcegasApsAmga la proposta di integrazione della base dati. In questo modo, periodicamente, il sistema può così auto-apprendere proprio dai cittadini. Nel corso del 2015 a questa azione di supporto se ne aggiungeranno altre, finalizzate a facilitare a famiglie e operatori economici la raccolta differenziata.

Differenziare è importante: parte la campagna advertising

E’ on-air la nuova campagna advertising per sensibilizzare i triestini alla differenziata. La comunicazione vuole coinvolgere i cittadini con un approccio moderno, inaspettato, nel tentativo di fare vivere la differenziata non come un obbligo, ma come un grande momento di partecipazione civile da parte di tutti i cittadini. Nel corso dell’anno saranno proposti più soggetti, tutti legati dal claim “Differenziare è importante”, che attraverso una chiave di lettura ironica, sensibilizzeranno il cittadino sull’importanza di differenziare correttamente.La campagna sarà veicolata attraverso diversi mezzi, fra cui radio, bus e affissioni.

#LIVEINTRIESTE : 4 GRANDI APPUNTAMENTI PER L’ESTATE 2015

La stagione dei grandi concerti ed eventi dal vivo del Friuli Venezia Giulia si arricchisce oggi di nuovi sensazionali appuntamenti, quelli del calendario di “Live in Trieste 2015”, il contenitore che, dopo i successi del 2014, su tutti lo storico concerto dei Pearl Jam, annuncia oggi il suo programma estivo, composto da nomi fra i più rilevanti della musica nazionale e mondiale e dal grande ritorno in città di una di uno degli interpreti più splendenti della comicità italiana. Significativa la scelta della venue che ospiterà tutto il calendario da fine giugno a metà luglio, Piazza Unità d’Italia a Trieste, location fra le più rappresentative e suggestive d’Europa, che torna ad essere quindi il salotto ideale per ospitare grandi eventi di livello internazionale.

La prima grande star musicale in cartellone è un’icona consacrata in tutto il mondo grazie all’eleganza, alla profondità e alla limpidezza del suo talento, Paolo Nutini. Capace di conquistare i festival d’Europa e del mondo, amato e idolatrato anche in Italia dove è reduce da un unico concerto invernale andato soldout a Milano, accenderà Piazza Unità con la sua voce inconfondibile il prossimo 23 giugno per un unico concerto nel Nordest che si annuncia già come un grande happening musicale internazionale che richiamerà moltissimi fan da fuori regione e da tutta Europa.
Dalla grande musica al meglio della comicità con Angelo Pintus , in arrivo il prossimo venerdì 3 luglio con lo spettacolo dei record: “50 Sfumature di… Pintus”, lo show comico più visto del 2014, con oltre 150 repliche in Italia e 220 mila spettatoti paganti. Dopo aver conquistato il forum di Milano, incollando alla tv quasi 2 milioni e mezzo di telespettatori e trionfato sul palco del Festival di Sanremo, Angelo Pintus sarà dunque protagonista di una meravigliosa serata di risate sotto le stelle, nella città che lo ha visto nascere e che è sempre presente all’interno dei suoi irresistibili spettacoli.
Il successivo appuntamento di “Live in Trieste” vede protagonista l’artista simbolo della scena underground italiana, Fedez, apprezzato rapper e cantautore e volto noto della televisione. Ha trionfato come giudice dell’ottava edizione di X Factor e il suo album “Pop-Hoolista” è stato certificato doppio disco platino. Dopo i concerti primaverili nei club, molti dei quali andata già sold out in prevendita, Fedez sarà live, per un imperdibile concerto, il prossimo venerdì 10 luglio a Trieste.
Le star del pop lirico Il Volo, dopo il trionfo al Festival di Sanremo, chiuderanno il programma di “Live in Trieste 2015”, con il concerto che li vedrà sul palco di Piazza Unità, accompagnati dall’orchestra, sabato 11 luglio. La vittoria di Sanremo è solo l’ultimo di tanti record accumulati in carriera, sono stati i primi italiani nella storia a sottoscrivere un contratto con una major americana e gli unici artisti italiani invitati da Quincy Jones a “We Are The World for Haiti”, hanno duettato con artisti del calibro di Anastacia, Placido Domingo, Laura Pausini, Barbra Streisand, vinto il prestigioso Latin Billboard Award e ora si preparano a conquistare letteralmente l’Italia.
I biglietti per tutti gli appuntamenti di “Live in Trieste”, organizzato da Zenit Srl, in collaborazione con il Comune di Trieste, la Regione Friuli Venezia Giulia e l’Agenzia TurismoFVG, saranno in vendita a partire dalle ore 10.00 di venerdì 20 febbraio, online su Ticketone e nei punti autorizzati. Per lo spettacolo di Paolo Nutini i biglietti saranno in vendita anche sui circuiti austriaci e sloveni Oeticket  e Eventim. I tre concerti in programma sono inoltre inseriti nel pacchetto “Music&Live”, che permette a chi soggiorna in Regione di ricevere il biglietto per i grandi concerti a prezzo eccezionale .

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RICONOSCIMENTO A CHI HA PRESTATO SOCCORSO DURANTE LE GIORNATE DI MALTEMPO

Il Sindaco Roberto Cosolini e la Vicesindaca Fabiana Martini hanno ricevuto nella Sala del Consiglio Comunale, una folta delegazione composta da Vigili del Fuoco, Protezione Civile, operatori del 118 e della Polizia Locale a cui hanno rivolto un ringraziamento particolare per essersi prodigati in occasione delle giornate di bora e maltempo in città: “A nome di tutta la Comunità vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno operato con grande spirito di sacrificio nelle giornate di maltempo la scorsa settimana garantendo la sicurezza delle persone e dei beni, oltre a contribuire al mantenimento dei servizi essenziali, intervenendo con il massimo impegno in tutte le situazioni critiche. Del resto i numeri impressionanti dimostrano lo spirito di attaccamento al proprio lavoro e al volontariato ad alti livelli. La situazione è stata tenuta sotto controllo grazie all’unione delle forze, altrimenti i danni avrebbero potuto essere ben maggiori”. Anche la Vicesindaca ha sottolineato la capacità di “fare sistema” a dimostrazione che la città è cresciuta. “Solo coordinandosi si ottengono buoni risultati. Trieste è all’avanguardia anche nel gestire le emergenze, e l’Amministrazione comunale sta investendo aggiornandosi anche su questo fronte”.

Il Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco Eros Mannino, ringraziando per le quanto mai gradite parole di apprezzamento, ha rilevato che sono stati portati a termine 700 interventi, anche con l’aiuto delle squadre provenienti dal Veneto per contrastare la situazione di emergenza. “Le giornate di Bora ci hanno visti molto impegnati nell’affrontare situazioni pericolose che con grande impegno e professionalità sono state superate, garantendo anche la messa in sicurezza degli stessi soccorritori anche grazie al coordinamento tra enti”.

VALORIZZAZIONE DELLE BORGATE CARSICHE, DIVERSI GLI INTERVENTI SULL’ALTOPIANO

Il Sindaco si è recato a Basovizza, nei pressi della statale 27 che conduce al vecchio valico di Sesana, per illustrare l’intervento di prossima realizzazione di un parcheggio per trenta autovetture. Il Sindaco – che era accompagnato dall’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Dapretto, dal direttore del Servizio Enrico Cortese con il geometra Luca de Reya, ha spiegato che, su richiesta della circoscrizione e dei residenti, il nuovo parcheggio, rientra nel più ampio complessivo progetto ‘Borgate carsiche’ esteso anche ad altre località, tra cui Banne, S.Croce e Contovello : “E’ uno degli interventi previsti nel progetto di riqualificazione di un’area molto frequentata per decongestionare il centro di Basovizza dall’intenso traffico. E che consentirà perciò di regolamentare la sosta e i posteggi nella zona garantendo maggiore recettività e migliore qualità della vita per gli abitanti”.
Il Sindaco si è poi recato a Banne, dove su proposta dei consiglieri comunali Igor Svab, Alessandro Carmi e Mario Ravalico, era stata evidenziata l’opportunità di apporre una targa sul monumento che ricorda il nobile Joseph Burgstaller-Bidischini (1840-1914). Burgstaller fu consigliere imperiale e provinciale, presidente della commissione per imboschimento del Carso, vicepresidente della Croce Rossa per Trieste e Istria, presidente e direttore di varie istituzioni benefiche e che a Banne ebbe la sua residenza estiva. La storia della famiglia Burgstaller-Bidischini si è intrecciata strettamente con quella della comunità di Banne partecipando attivamente alla vita del paese, per questo è molto sentita la volontà di rendere memoria al nobile.
In accordo con gli abitanti e con il presidente della circoscrizione interessata Marco Milkovic, il Sindaco ha quindi manifestato la volontà di incontrare i cittadini per confrontarsi su varie tematiche durante un incontro pubblico che si terrà nel pomeriggio di martedì 24 febbraio

LA VOLTA BUONA…

Ho conosciuto Zeno D’Agostino, dopo che persone affidabili me ne avevano parlato, a un convegno a Monaco nel luglio scorso con 250 operatori bavaresi che affrontava proprio il rapporto tra Baviera e sistema portuale e logistico del Nord Italia: io ero stato chiamato a parlare di Trieste e del nostro porto e avevo riscontrato il permanere dello storico interesse dell’economia bavarese nei confronti del nostro scalo, corroborata anche dalla crescita dei traffici su questa rotta, resa possibile da buoni servizi ferroviari e dall’intraprendenza dei nostri operatori. Ma in quell’occasione avevo potuto constatare la generale stima degli operatori internazionali verso D’Agostino, confermata poi da numerosi riscontri anche con gli operatori nazionali della logistica.

I successivi colloqui con il nuovo commissario mi hanno ulteriormente rafforzato nell’idea che fosse la persona giusta e perciò l’ho indicato quale candidato alla Presidenza dell’Autorità Portuale, trovando da subito su questa ipotesi la condivisione di Debora Serracchiani.

L’elenco delle cose da fare per valorizzare le potenzialità del Porto affinché ritorni a essere uno dei fattori di sviluppo e di futuro per Trieste è certamente lungo  (semplificazione della manovra ferroviaria, potenziamento del polo ferroviario, Piano Regolatore, fluidificazione dei corridoi verso i nostri mercati di riferimento come Baviera , Austria ecc…) e senz’altro ci ritorneremo.  Zeno per affrontarlo dovrà portare quell’aria nuova che da troppo tempo il Porto di Trieste attende: e per fare ciò potrà contare su tutti noi. Lavoreremo insieme e in questo lavoro ci sarà da avviare, anche e subito, quel grande progetto che si chiama Porto Vecchio.

ISTITUTO DANTE ALIGHIERI: PARTE IL CANTIERE

Parte l’atteso e importante intervento di restauro e di adeguamento normativo nella scuola secondaria di primo grado e nel Liceo Ginnasio “Dante Alighieri” di via Giustiniano, una delle scuole più importanti e storiche della città il cui edificio necessitava di lavori urgenti di restauro e che complessivamente accoglie circa 1.000 studenti. Un cantiere atteso da tanto tempo che a causa del Patto di Stabilità era fermo in attesa dell’avvio ufficiale. Dopo gli interventi di prevenzione per l’amianto portati a termine in varie scuole cittadine nei mesi scorsi, il 2015 sarà un anno importante perché oltre ai lavori al Dante saranno eseguiti altri interventi di edilizia scolastica, significativi anche dal punto di vista finanziario, che interesseranno la scuola d’infanzia ed elementare De Marchi Grbec di Servola, la Nuvola Olga e altri istituti del territorio.

L’intervento nelle due scuole di via Giustiniano deriva da una convenzione fra il Comune di Trieste e la Provincia di Trieste, in cui è stata stabilita la realizzazione unitaria delle opere nei due Istituti di grado diverso, realizzando un unico appalto dei lavori e affidando il coordinamento della progettazione ai tecnici del Comune di Trieste. L’ammontare del progetto a base di gara, compresi gli oneri della sicurezza, ammonta a euro 2.526.700 prevedendo un quadro complessivo di spesa pari a euro 2.980.000, finanziati per metà quota dalla Provincia di Trieste.
L’obiettivo principale delle opere è il restauro dell’involucro esterno con il rifacimento dei servizi igienici esistenti, nonché l’abbattimento delle barriere architettoniche.
L’intervento, ha avuto a oggi un avvio “tormentato”. Infatti, tenuto conto della difficile situazione della finanza pubblica, che ha provocato una contrazione degli spazi finanziari necessari a un andamento regolare delle opere, non è stato possibile avviare con rapidità la procedura di gara, pur essendo l’opera già dotata di un mutuo concesso dalla CDDPP. La situazione si è sbloccata grazie ad un’intensa azione amministrativa volta ad allentare le rigidità imposte dal patto di stabilità, che di fatto ha permesso l’avvio del cantiere che avrà una durata di 550 giorni.

Con le Dirigenti Scolastiche è stata concordata la seguente programmazione dei lavori: l’intervento verrà eseguito in tre fasi, della durata di circa sei mesi l’una, interessando porzioni verticali dell’edificio e cominceranno dall’ultimo piano, scendendo progressivamente di livello; alla ditta aggiudicataria dei lavori verrà garantita la possibilità di lavorare nello spazio assegnato, che dovrà essere compartimentato rispetto alle attività scolastiche.

Nello specifico, i lavori interesseranno i serramenti esterni e portoni d’ingresso: i problemi di conservazione dei telai lignei, sommati alla scarsa efficienza meccanica dei sistemi di apertura ed all’inadeguatezza rispetto agli attuali standard di sicurezza e manutenzione, hanno suggerito la scelta di sostituire gli attuali serramenti con nuovi telai in legno di abete lamellare con finitura colorata in bianco, che ripropongono fedelmente la partitura, il disegno della sezione e la posizione rispetto alla profondità del foro finestra. In particolare con telai fissi e mobili analoghi agli originari, fatte salve limitatissime modifiche alle sezioni dovute ai mutati criteri esecutivi di costruzione ed al montaggio dei doppi vetri isolanti. Si prevedono anche nuovi sistemi di apertura per una migliore aerazione dei locali e manutenzione degli ambienti della scuola, con l’inserimento inoltre di vetri ad alta efficienza energetica. A testimonianza della configurazione costruttiva originale, è stato deciso inoltre, in accordo con la Soprintendenza, di prevedere esclusivamente il restauro di alcuni serramenti; in particolare quelli presenti sotto il porticato coperto su via Giustiniano che presentano un livello di conservazione migliore, essendo posti in una zona protetta dalle acque meteoriche e parzialmente dal vento di bora. Un intervento di restauro analogo è previsto anche per tutti i portoni d’accesso sia su via Giustiniano che su via Cicerone, i quali saranno dotati (ove mancanti e dove necessari trattandosi di vie d’esodo ai fini antincendio) di maniglioni antipanico.
Il restauro degli intonaci, rivestimenti e cornici: per gli intonaci si prevede la rimozione delle stuccature eseguite con materiali e criteri esecutivi non compatibili con l’esistente e la rimozione delle superfici in fase di distacco; la ricucitura delle lacune con malte simili a quelle attualmente esistenti con la ripresa delle colorazioni sulla base degli esiti delle analisi specialistiche. Per i rivestimenti in klinker, si prevede lo smontaggio degli elementi in fase di distacco con la successiva pulitura e conservazione in vista del loro riutilizzo per quanto possibile. Le lacune già presenti saranno completate con nuovi elementi il più possibile simili agli originali per dimensione e colore. L’intervento prevede anche la rimozione degli strati pittorici sovrapposti, la pulitura, ripresa delle fugature e la protezione con vernici antigraffito. I rivestimenti lapidei della fascia basamentale (portico coperto) saranno oggetto di un intervento di pulitura, verifica dei sistemi di fissaggio metallici, rimozione e ripresa delle recenti stuccature.

La grande sfida di Porto Vecchio

La norma sancisce la sdemanializzazione di larga parte del Porto Vecchio.
Nella misura in cui ciò comporta la presa d’atto della definitiva estinzione della funzione specificatamente portuale di quel sito, la norma prevede perciò modalità di trasferimento di un regime istituito in funzione dell’attività portuale, il punto franco, a siti destinati oggi e in futuro ad esercitare quella funzione.

Poiché non ci sono molte vie di mezzo per un sito comunque urbano tra l’essere destinato a porto o entrare a far parte di un disegno e di una programmazione strategica della città (salvo l’abbandono e il degrado che ha vissuto da molti anni), proprietà e competenze del sito sdemanializzato vengono trasferite al soggetto che per definizione e funzioni è espressione della comunità locale, il Comune.

Ne conseguono due primi punti fermi, dai quali credo ogni seria riflessione non possa prescindere (teniamo infatti presente che noi ci troviamo di fronte non a generiche volontà politiche, non ad auspici cui magari si contrappongono posizioni contrarie, ma di fronte ad una Legge dello Stato) :

  • sviluppo del porto di Trieste e area di Porto Vecchio sono ormai due temi decisamente e definitivamente distinti fra di loro. È fuorviante attardarsi su impostazioni diverse che indeboliscono la stessa prospettiva del nostro scalo. Oggi in discussione, e mi riferisco anche all’audizione della Commissione, non è l’istituto del Punto Franco, sulla cui attualità pur vi sono opinioni molto diverse, semmai il suo spostamento da dove è perfettamente inutile a dove può servire, ovvero nelle aree previste per questa finalità dal Piano Regolatore e in altre strategicamente funzionali
  • proprio perché Porto Vecchio è destinato a una nuova funzione il legislatore, riconoscendone il valore strategico straordinario, ne decide il passaggio da una proprietà pubblica ad un’altra, la più idonea a governare un processo strategico di integrazione con la città. Nel farlo aggiunge un ulteriore elemento che conferma come questa sia una norma per la città e per il porto: stabilisce che il valore creato da alienazioni in Porto Vecchio viene destinato a nuove infrastrutture portuali.

Il ruolo del Pubblico, e di un Pubblico che risponde direttamente ai suoi cittadini, è oggi quindi un ruolo forte, certo molto più forte nel determinare il futuro di Porto Vecchio come leva di sviluppo della comunità di quanto lo potesse essere alcuni anni fa con la decisione di una lunghissima concessione demaniale ad un soggetto privato.
Fatta questa premessa e ribaditi questi due punti fermi mi pare utile sottolineare alcune questioni, tutte importanti:

1) Comune e Regione concorreranno rapidamente a definire, con il Commissario di Governo, i siti idonei per il trasferimento del Punto Franco: a questo fine saranno certo importanti le indicazioni che potranno darci gli addetti ai lavori. Ma questo è anche il momento in cui se ci sono progetti d’impresa interessati ad avvalersi di questo regime speciale è bene si facciano avanti in modo da contribuire a determinare le scelte migliori per le nuove ubicazioni.

2) Si dà avvio da subito ad un lavoro tecnico-amministrativo che vedrà impegnati Comune, Agenzia del Demanio e Autorità portuale per definire il passaggio e, insieme con la Regione, individuare banchine e fasce di costa che rimangono demanio portuale. In questo ambito va fatta una radiografia puntuale dell’esistente e delle sue problematiche, prima fra le tante quella dell’infrastrutturazione primaria dell’area.

3) La fase che si apre da questo momento prevede:
a) una lettura e un confronto delle più significative trasformazioni di aree ex portuali che, pur tenendo conto di diversità normative ed amministrative, possano fornire elementi utili per la strumentazione:
b) la rapida costituzione di una vera e propria unità di progetto all’interno del Comune e ciò per garantire una centralità e un’efficienza all’altezza della sfida per l’amministrazione;
c) una cabina di regia permanente con gli altri soggetti interessati con la definizione anche della natura e degli obiettivi dello strumento specialistico controllato dal Pubblico per gestire le fasi attuative;
d) il coinvolgimento di un soggetto specializzato per la presentazione su scala internazionale, la promozione dell’opportunità, la valutazione di partners ed eventuali investitori;
e) il coinvolgimento attivo dei cittadini con momenti di presentazione e di ascolto di proposte; il coinvolgimento del Consiglio Comunale con un confronto continuo sulla proposta strategica e l’aggiornamento sullo sviluppo di tutte le fasi.

4) Vengo alla questione più importante: si lavora da subito per dar corpo al progetto con la consapevolezza che è innanzitutto un progetto politico, molto prima che urbanistico ed architettonico. Qui non stiamo parlando di un’area in cui, come qualcuno pensa, si fa qualche operazione immobiliare di piccolo cabotaggio o, come si è tentato nel recente passato, qualche spezzatino di piccole concessioni. Quest’area ha un valore strategico per Trieste, per il suo futuro, ma c’è l’ha nella misura in cui la dimensione della sfida è nazionale e si rivolge ad una platea internazionale. È insomma prima di tutto il paradigma di una visione strategica che mette Trieste in una prospettiva internazionale, ne alimenta la capacità di essere attrattiva e di essere nuovamente il punto di riferimento di un territorio e di relazioni su base nazionale ed europea. Nato come porto di un territorio europeo oggi Porto Vecchio può riproporsi come la Porta sul Mare di quel territorio.

Dal punto di vista istituzionale ciò significa il coinvolgimento del Governo nella costruzione di una grande opportunità di investimento, una fra le più significative presenti nel Paese.

Dal punto di vista delle alleanze territoriali che giustifichino la dimensione del progetto mettiamo in fila i diversi piani su cui intervenire e costruirle:
– l’ambito regionale e, ancor più nello specifico, quella vera e propria area metropolitana che da Ronchi e Monfalcone arriva a Muggia
– l’ambito del costituendo GECT che comprende oltre all’area sopraindicata, i comuni del Carso sloveno e dell’Istria slovena e croata
– l’Austria e la Baviera
– le aziende più significative operanti nell’area con l’obiettivo di una loro partecipazione

Prima di disegni architettonici si disegna la rotta di Trieste da qui al 2030. Quando dobbiamo misurarci con un provvedimento destinato ad allargare di sessanta ettari la dimensione della nostra città, prima e più ancora di un progetto urbanistico, è – come ho già detto poco fa – un grande progetto politico quello che abbiamo l’opportunità di lanciare: il progetto destinato a configurare la Trieste di domani, il progetto della Trieste che asseconda la sua vocazione naturale per espandersi ancora più sul fronte mare.

Sta a noi – e quando dico noi mi riferisco in primo luogo a questo consiglio comunale – delineare la rotta dello sviluppo della nostra città da qui ai prossimi 10 – 15 anni.

Starà sempre a noi vigilare e operare concretamente perché questa grande sfida non si limiti ad essere occasione di grandi speculazioni edilizie, o di operazioni di piccolo cabotaggio, di parcheggi facili a basso costo d’investimento e rendita assicurata.

Dobbiamo avere consapevolezza della portata di questa sfida, che chiama ciascuno di noi, forze politiche in primo luogo, ma anche categorie economiche, forze sociali, istituzioni culturali come l’Università, alla responsabilità di una scelta: quella di contribuire al progetto e condividerne il percorso. La partita è troppo importante perché si possa procedere in ordine sparso, sbandando o ripensandoci ad ogni oscillazione degli equilibri politici nazionali o locali. Verificheremo con Regione, Governo e l’Unione Europea la possibilità di risorse per alcuni interventi di infrastrutturazione fondamentale.  Ribadisco poi la necessità, già indicata prima, di un territorio di riferimento, italiano ed europeo che attraverso questo progetto entra in relazione con la città, ne riconosce la funzione e vi partecipa con ciò determinando quella indispensabile crescita della massa critica di riferimento.

Dovremo studiare ed imparare dalle esperienze maturate in altre città dove parti importanti del territorio urbano sono state radicalmente trasformate; penso a Valencia, ad Amburgo, a Barcellona.

E dovremo mettere in campo tutte le nostre energie per cercare e stimolare gli investitori esterni, privati o pubblici che siano, a intervenire su questo progetto.

Qualcuno, in un passato neanche tanto lontano, ebbe a dire che la politica triestina è un pollaio. Dobbiamo dire che in non rare occasioni in cui ci si becchettava sulle piccole cose è stato così.  Questa volta la partita è troppo grande perché si eludano scelte e responsabilità. Chi è disponibile a dare il proprio contributo serio, costruttivo, non da pollaio, sappia che per quanto mi riguarda le porte sono aperte.

La mozione che faceva propri questi contenuti è stata approvata a larghissima maggioranza dal Consiglio comunale con un voto favorevole che ha coinvolto anche una parte dell’opposizione, la restante parte ha deciso di non partecipare alla votazione.

RINASCITA DELL’EX SILOS: POLO POLIFUNZIONALE DA 120 MILIONI DI EURO

Preceduta da un affollato e proficuo incontro con gli operatori cittadini del settore turistico-congressuale, si è svolta in Municipio la conferenza stampa di presentazione del nuovo progetto per la completa ristrutturazione e “rinascita” dell’ex Silos di piazza Libertà quale nuovo grande “centro multifunzionale” cittadino nell’ambito del quale collocare anche l’atteso nuovo Centro Congressi, di dimensioni finalmente adeguate alle esigenze attuali e alle prospettive future di Trieste.
Presenti, accanto al Sindaco Cosolini, l’Assessore comunale allo Sviluppo Economico Edi Kraus, il consigliere delegato della Silos S.p.A. Attilio Grazioli – società come noto costituita dalle Coop Nord Est e dalla controllata UNIECO soc. coop. di costruzioni edili – e l’autore del progetto architetto Aldo Pavani, l’incontro è stato introdotto dallo stesso Sindaco che ha parlato di “una grande opportunità per la ripresa complessiva della città” e di “una struttura che con il suo ‘mix’ di funzioni – commerciale, congressuale, alberghiera, di intrattenimento, tempo libero, ‘fitness’ e ristorazione – potrà risultare fortemente attrattiva, assumendo poi un ulteriore valore ‘strategico’ in tal senso – ha osservato Cosolini – nel quadro del percorso avviato con la sdemanializzazione dell’adiacente area del Porto Vecchio. In ogni caso – ha concluso il Sindaco -, per un preciso accordo tra il Comune e la Silos S.p.A., la realizzazione del nuovo Centro Congressi rappresenterà la prima parte dei lavori previsti.”

E’ seguita l’illustrazione del progetto che, in sintesi, prevede – come ha spiegato l’architetto Pavani – la costruzione di un parcheggio interrato che, assieme a uno “all’aperto”, potrà ospitare fino a 825 autovetture;
quindi – salendo verso l’alto – al piano terreno, il terminal autocorriere – che potrà anche venir direttamente connesso con il binario 1 della Stazione Ferroviaria dove arriveranno i treni dell’Alta Velocità -; l’ingresso del centro commerciale che si ‘svilupperà’ con negozi ed esercizi anche lungo una galleria con copertura in vetro, aperta quindi alla vista del cielo; il salone d’ingresso dell’albergo che si estenderà poi con le sue stanze nei piani superiori, nella parte del Silos rivolta verso il mare;  al primo piano (raggiungibile sia con scale mobili che fisse) ristoranti, negozi, un’ampia ”area wellness – fitness” con palestre, saune, idromassaggi ecc. e il Centro Congressi, quest’ultimo – è stato precisato – dotato di una sala principale per 1100 posti (eventualmente suddivisibile all’occorrenza in una serie di spazi minori), e due sale più piccole, una per 200 posti, l’altra per 100; al secondo piano (oltre, come detto, alle stanze dell’albergo sul lato mare), ancora luoghi di ristorazione e un ‘comparto’ per uffici e sedi diverse sul lato Stazione; al terzo piano ancora albergo e uffici.
Prevista anche una grande ‘piazza’ coperta collocata al centro del Silos, da utilizzare quale “terza sala” per specifiche manifestazioni e incontri, nonché altri spazi aperti minori, con l’ipotesi pure di un “giardino d’inverno”.

Il tutto – ha precisato il rappresentante della Silos S.p.A. – per un investimento complessivo di circa 120 milioni di Euro, sulla base di un progetto che ha visto anche delineare alcune necessarie e puntuali modifiche rispetto al ‘disegno’ originario del 2003 e anche all’adattamento ulteriore del 2007, e che vede oggi concretizzarsi – ha tenuto a sottolineare Attilio Grazioli – anche “un percorso condiviso, di fondamentale evidente importanza, assieme alla Soprintendenza riguardo al vincolo monumentale dell’edificio; percorso che confidiamo potrà avere una rapida conclusione per quanto concerne le procedure autorizzative necessarie”.
Dal canto suo l’architetto Pavani ha rimarcato l’adeguatezza e la bellezza delle soluzioni scelte per la conservazione e/o il recupero delle pregevoli architetture della storica struttura triestina risalente al 1865 – allora sorta in relazione all’apertura del canale di Suez-; “struttura che – ha detto – oggi potrà ritrovare una nuova vitalità e una forte capacità attrattiva proprio grazie alla sua nuova natura di polo ‘multifunzionale’”.

Guarda il progetto

OTTIMA PARTENZA PER IL SECONDO CICLO DELLE LEZIONI DI STORIA

È il 2 luglio del 1914. I corpi dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo e della moglie Sofia sfilano in corteo per le strade di Trieste. Il loro funerale è la prima sequenza del funerale d’Europa. In pochi mesi il mondo intero sarà segnato da una guerra senza precedenti per strategie, per impiego di mezzi tecnologici e per numero di morti.

E’ stato questo l’incipit della prima lezione di storia del secondo ciclo di Lezioni , dal titolo “Guerra 1914-1918”. Dopo il successo di pubblico dello scorso anno, anche l’appuntamento di domenica scorsa è stato seguito da più di 1.300 persone accorse al Teatro Verdi per assistere alla lezione dal titolo Prologo. A Trieste il funerale d’Europa, tenuta da Emilio Gentile e introdotta da Pietro Spirito.

Sono nove gli  autorevoli storici – introdotti dai giornalisti de “Il Piccolo” – che  la domenica mattina alle ore 11, dal 18 gennaio al 26 aprile 2015, ripercoreranno le tappe principali della guerra che ha aperto il Novecento europeo e i cui effetti sugli equilibri mondiali, sulle popolazioni e sulle società coinvolte sono stati di lunga durata.

Protagonista del prossimo appuntamenoto, il 25 gennaio, sarà l’Italia “traditrice” che abbandonò le Potenze centrali, ex alleate, per scendere in guerra al fianco dell’Intesa sarà l’argomento, invece, l’incontro  sarà tenuto da Gian Enrico Rusconi. Domenica 1° febbraio sarà la volta di Nicola Labanca che discuterà di arcaicità e progresso nella Grande Guerra. Lettere, diari, memorie di gente comune saranno al centro della lezione di Antonio Gibelli di domenica 15 febbraio. Non tutti erano in grado di sostenere la vita in trincea a tu per tu con la morte: molti soldati coinvolti nel conflitto ricorrevano alla fuga, alla disobbedienza, alla pazzia. Di questo discuterà Bruna Bianchi domenica 8 marzo, mentre il 15 marzo Alessandro Barbero illustrerà il prima e il dopo Caporetto, la disfatta che cambiò l’animo dei combattenti al fronte e dell’intera nazione italiana. Le sorti della Grande Guerra non si giocarono soltanto lungo le linee nemiche ma, per la prima volta, diventa decisivo il ruolo del cosiddetto “fronte interno”: Giovanna Procacci il 29 marzo spiegherà che cos’era e perché era diventato così strategico. Il 12 aprile Sergio Luzzatto, invece, ripercorrerà il viaggio da Aquileia a Roma del Milite ignoto, il soldato senza nome che unì il nostro Paese e ne glorificò lo sforzo bellico. Sempre di un viaggio, ma questa volta a posteriori, si occuperà domenica 26 aprile Paolo Rumiz che concluderà il ciclo seguendo i tracciati dei confini che, a conflitto concluso, decisero e mutarono lingue, etnie, abitudini e costumi degli europei.

A introdurre gli storici, Fabio Amodeo, Arianna Boria, Claudio Ernè, Alessandro Mezzena Lona e Pietro Spirito, giornalisti de “Il Piccolo”.

Le “Lezioni di Storia” sono promosse dal Comune di Trieste, ideate dagli Editori Laterza, sponsorizzate da AcegasApsAmga Società del Gruppo Hera, realizzate con il contributo di Fondazione CRTrieste, con il sostegno di Assicurazioni Generali e con la collaborazione de “Il Piccolo”. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Programma

18 gennaio 2015
Prologo. A Trieste il funerale d’Europa
Emilio Gentile – introduce Pietro Spirito

25 gennaio 2015
Diplomazia. 1914: la neutralità italiana davanti all’Europa
Gian Enrico Rusconi – introduce Fabio Amodeo

1 febbraio 2015
Modernità. Futuro e arcaicità nella guerra combattuta
Nicola Labanca- introduce Claudio Ernè

15 febbraio 2015
Scrittura. Lettere, diari e memorie di gente comune
Antonio Gibelli – introduce Arianna Boria

8 marzo 2015
Ribellione. Resistenze alla guerra: disertori e folli
Bruna Bianchi – introduce Alessandro Mezzena Lona

15 marzo 2015
Disfatta. I fallimenti di Caporetto
Alessandro Barbero – introduce Pietro Spirito

29 marzo 2015
Società. Il fronte interno
Giovanna Procacci – introduce Arianna Boria

12 aprile 2015
Corpo. Il milite ignoto, figlio d’Italia
Sergio Luzzatto – introduce Alessandro Mezzena Lona

26 aprile 2015
Europa. Viaggio sui fronti degli altri
Paolo Rumiz – introduce Fabio Amodeo

SCABBIA A TRIESTE: NESSUN ALLARME

Il numero di casi di scabbia rilevati a Trieste nell’anno appena trascorso è limitatissimo e del tutto fisiologico. Un tanto per replicare, con dati precisi e inequivocabili, ad alcune polemiche di matrice principalmente politica emerse nei giorni scorsi.

“Vogliamo immediatamente chiarire a tutti i cittadini che si tratta di un’“emergenza” del tutto presunta, e in realtà inesistente e gonfiata in tutti i sensi, stante il fatto certificato dalle competenti autorità sanitarie le quali hanno “conteggiato” in 6 (sei) il numero totale dei casi di scabbia registrati nel corso di tutto il 2014. E ciò a fronte di numeri ben più elevati rilevati negli anni e nei decenni passati, quando il fenomeno “migranti” semplicemente non esisteva. E questo è solo uno dei motivi – gli altri sono di natura più squisitamente sanitaria ed epidemiologica – per cui la tentata equazione “più migranti=più scabbia” va totalmente rigettata”. E’ quanto ha dichiarato l’Assessore alle Politiche Sociali, Laura Famulari, durante una conferenza stampa tenutasi in Municipio, che ha, di conseguenza, dichiarato di “voler vivamente protestare contro chi, con questi metodi e senza disporre delle necessarie fonti di dati e di nozioni, ritiene di poter procurare allarmi nella popolazione oltre che lanciare accuse gratuite e infondate agli enti e alle istituzioni locali.”
Scendendo nel dettaglio tecnico, è stato quindi il Direttore della Struttura Igiene e Sanità Pubblica dell’Azienda Sanitaria dottor Zorzut a confermare pienamente quanto anticipato dalla Famulari, illustrando, anche con l’ausilio di grafici e tabelle riportanti i casi di scabbia registrati nella provincia di Trieste negli ultimi 40 anni (dal 1973 a tutto il 2014), un quadro epidemiologico della situazione locale dove si evidenzia con chiarezza come tali casi fossero molto più numerosi nel passato, fino a toccare gli oltre 200 per anno, con vertici di quasi 300, nella seconda metà degli anni ’70.
Per quanto concerne l’attualità, il dott. Zorzut ha tenuto a precisare come nel 2014 l’Azienda Sanitaria abbia provveduto a visitare 430 migranti, ovvero la totalità (il 100%!) di quelli conosciuti e segnalati dagli enti e dalle autorità competenti, riscontrando solo alcuni singoli casi di scabbia.
Inoltre il medico dell’A.A.S. (nuova denominazione che sta per “Azienda per l’Assistenza Sanitaria”, n.d.r.) ha voluto spiegare con l’occasione come la scabbia non sia propriamente una malattia ma, piuttosto, una forma di infestazione, tra l’altro facilmente curabile e di cui si può guarire in pochi giorni ricorrendo a un semplice trattamento. Non solo – ha precisato – ma è quasi impossibile da contrarre mediante i normali contatti “sociali” della vita quotidiana (ad es. una stretta di mano o una momentanea vicinanza con la persona portatrice dell’acaro), mentre per “assumerla” sono viceversa necessari contatti ripetuti e frequenti in ambienti ristretti di comune convivenza. “Motivo per cui – ha concluso il dott. Zorzut – è ben difficile che un cittadino possa contrarre la scabbia da migranti normalmente abituati a mantenersi ‘chiusi’ nei loro gruppi o comunità particolari. E comunque va detto che, proprio tenendo conto della diffusa sensibilità su questi temi, nel caso di migranti già a fronte di una semplice segnalazione di prurito preferiamo proporre in ogni caso il trattamento farmacologico anti-scabbioso a scopo meramente prudenziale.”

Al termine della conferenza il Commissario straordinario dell’A.A.S. Nicola Delli Quadri, oltre a ribadire quanto detto in precedenza, ha colto l’occasione per toccare un altro tema di attualità, di competenza dell’Azienda, quello del numero dei pediatri operanti in città. E ciò per smentire categoricamente le recenti dichiarazioni diffuse in proposito dal Sindacato Medici Pediatri e per rassicurare invece tutte le famiglie del territorio le quali – ha detto – “devono sapere che il diritto al pediatra ‘di libera scelta’ verrà sempre garantito”.

Dati disponibili