60° ANNIVERSARIO RITORNO TRIESTE ALL’ITALIA

È con sentita emozione e con profonda considerazione della solennità del momento, che siamo qui oggi a celebrare il 60° anniversario del ricongiungimento della nostra città all’Italia. E consegneremo la cittadinanza onoraria all’8° Reggimento Bersaglieri memori dell’emozione che suscitò il suo arrivo in decine di migliaia di triestini.

Fu un evento che allora la stragrande maggioranza dei nostri concittadini salutò con espressioni di autentica gioia, a conclusione del periodo più incerto e travagliato della nostra città.

L’ingresso dell’Italia in guerra, con l’invasione della Jugoslavia, aveva riaperto i termini di una questione triestina, e più in generale alto-adriatica che i risultati della vittoria nella prima guerra mondiale avevano fatto sembrare solidi e duraturi.

Si era aperta, così, una lunga fase in cui le violenze e le sofferenze determinate da una guerra mai così estesa e cruenta, e il susseguirsi delle occupazioni militari di Paesi stranieri avevano risospinto i confini dell’Italia alla situazione precedente all’unificazione, gettando la nostra città in una terra di nessuno da cui sarebbe uscita soltanto il 26 ottobre 1954.

Fu una terra di nessuno intrisa di incertezza e di speranza: di quei 9 anni vanno riconosciuti anche aspetti ed esperienze positive, tuttora presenti in Trieste.

Tra pochi giorni però ricorrerà l’anniversario di quei tragici giorni di inizio novembre del ‘53, che vide giovani triestini testimoniare con la vita un ideale di cui non avrebbero visto la realizzazione.

Il vuoto lasciato dall’Italia politico-istituzionale, tuttavia, non aveva cancellato il diffuso e radicato sentimento di appartenenza che la più grande parte della città nutriva nei confronti della patria italiana. Va altresì sottolineato come gli esordienti governi repubblicani, che ereditarono la dissoluzione della Venezia Giulia dall’esito disastroso della guerra, trovarono nella “Questione di Trieste” la prova più alta da affrontare; fulcro di tutti gli sforzi di una politica estera concentrata, per lunghi nove anni, sull’obiettivo di riportare almeno Trieste, città simbolo dell’unificazione e delle memorie irredentiste, entro i confini nazionali.

Si compì, così, un passaggio che solo l’inerzia e i vicoli ciechi della diplomazia internazionale avevano tardato a risolvere oltre misura, essendo questo più giusto e – mi si passi il termine – necessario storicamente, nell’impraticabilità che fin dall’inizio segnò ogni altra possibile alternativa, in particolare quella del Territorio Libero previsto sulla carta dal trattato di pace del 1947.

I Triestini presto dovettero accorgersi amaramente che l’Europa bipolare della Guerra Fredda con cui Trieste si trovava a confrontarsi dissolto il guscio artificiale e per certi versi protettivo qual era stato il Governo Militare Anglo Americano, ecco dicevo, quell’Europa era letteralmente un altro mondo rispetto a quello di “ieri” rimpianto, con la sensibilità dell’artista, da Stefan Zweig.
Si badi bene che Trieste non fu lasciata sola ad affrontare le nuove sfide globali della Guerra Fredda e della decolonizzazione, ebbe sempre accanto le istituzioni della Repubblica, la Repubblica che non solo introdusse per la prima volta a Trieste una compiuta democrazia partecipativa, ma cercò di immaginare per essa una nuova missione e un nuovo ruolo adatti alle necessità della contemporaneità.

Ed è qui che è nato, con la particolare attenzione posta sulla scienza, sulla ricerca, sui servizi e sulle politiche del dialogo e dell’incontro quel modello di città aperta e integrata che resta il solo, ancora oggi spendibile, in grado di tracciare un futuro di fiducia per tutta la nostra comunità.  Proprio pochi giorni fa in questa sala, festeggiando i 50 anni dell’ICTP, ricordavamo come all’Italia si debba questa grande scommessa, oggi ampiamente realizzata, di una Trieste Città della Ricerca e dell’Alta Formazione, caratterizzata da una rete di istituti che le hanno rinnovato un ruolo internazionale, di porto delle idee e della conoscenza, hanno creato lavoro e ricchezza, hanno offerto strumenti per l’innovazione delle imprese, l’hanno vista e la vedono ospitare migliaia di scienziati e di giovani ricercatori che con questa città hanno così stretto un legame portandone il nome e l’immagine nel mondo.

È una risposta questa, non l’unica ma certo è molto significativa, a chi rimpiange presunte età dell’oro che l’Italia avrebbe cancellato, oppure propone l’idea di un territorio di bengodi che deriverebbe, in una città che i confini li ha sofferti e le aperture le ha valorizzate, dal mettere i confini in ogni direzione a 10 km da Trieste.

Perché la nostra città ha saputo, dopo i decenni delle memorie contrapposte, dopo un lungo dopoguerra in cui muri fisici, ideologici e mentali retaggio delle tante e diverse tragedie che hanno concentrato in questi luoghi, e su questa comunità gli orrori e le tragedie del Novecento…Trieste ha saputo riconciliarsi nel rispetto delle memorie, nel riconoscimento delle diverse ragioni e dei diversi torti e trovare nella propria coesione civile la risorsa per guardare al futuro.

Città matura, quindi, e comunità consapevole di ciò che ha dovuto attraversare e del monito a praticare e promuovere valori di libertà, di rispetto, di amicizia soprattutto tra i più giovani, vero e proprio antidoto al rischio del riproporsi di logiche di sopraffazione e violenza.  Trieste è la città che ha saputo costruire con diversi momenti di alto valore simbolico e civile questo itinerario di pacificazione e di riconoscimento. Percorso che è stato possibile, soprattutto, grazie al contributo e alla vicinanza delle Istituzioni della Repubblica.

Per questo oggi non possiamo ritrovarci con la sindrome dei “giapponesi nella giungla”.

Il rispetto delle memorie e il rigore della ricerca storica sono i punti di riferimento per collocare nella giusta prospettiva il lungo e tormentato itinerario di sofferenze e tragedie vissute, per ricordarne luoghi e momenti, sottraendoli definitivamente da logiche rivendicazioniste della politica che ha, invece, la responsabilità di pensare al futuro, e di confrontarsi sull’idea di futuro.

La politica delle contrapposizioni sul passato, pur talora sincere perché figlie di sofferenze e magari ricche di passione vera, rischia però di portare sulle sue spalle la responsabilità storica di non aver costruito nulla per il futuro di questa città e dei suoi giovani, di aver lasciato cadere occasioni e opportunità per realizzare la sua missione più alta, assicurare benessere e futuro alla comunità di cui è espressione.

È questa perciò, oggi, la nostra missione, è questa la nostra responsabilità: oggi che non siamo più obbligati a contrapporre valori e identità importanti, quasi si dovessero negare l’uno con l’altro, e per decenni a Trieste così è stato.

Oggi siamo più liberi, di non doverci dividere in identità contrapposte.
Siamo liberi di sentirci italiani e cittadini d’Europa e di questa parte d’Europa, patrioti e aperti all’incontro di culture e diversità, essere orgogliosi di storia e cultura italiane e aperti all’incontro e al contributo di altre storie e culture, guardare all’Europa e al Mondo e contemporaneamente essere risorsa per l’Italia.

Anche qui c’è una nuova responsabilità: quella di una città che vuole dare all’Italia, non solo e non tanto perdersi a discutere se ha ricevuto abbastanza.

Quando la presento all’estero la definisco spesso la più europea delle
città italiane: lo è, ma forse è qualcosa di più, e lo dobbiamo alle tracce e all’eredità di una storia grande e complessa, ma anche a ciò che ci hanno lasciato i momenti più difficili che abbiamo dovuto attraversare. Tutto ciò ci rende una grande città, anche se spesso ce ne manca la consapevolezza, intrisi come siamo di nostalgismo o di vittimismo, e la responsabilità .

E mentre oggi festeggiamo questo 60°, mentre ci stringiamo con un segno di affetto al Reggimento che per primo entrò a Trieste segnando la fine di una lunga contesa, pensiamo anche a ciò che siamo oggi e a ciò che possiamo fare in questo momento difficile per la nostra comunità, per i nostri figli, per il loro domani e a ciò che Trieste può e deve fare per l’Italia.

CONFERITA LA CITTADINANZA ONORARIA DI TRIESTE ALL’8° REGGIMENTO BERSAGLIERI

Con questa motivazione, il sindaco Roberto Cosolini ha conferito la cittadinanza onoraria della Città all’8° Reggimento Bersaglieri, consegnando nella mani del colonnello Domenico Ciotti la pergamena, la medaglia e la bandiera di Trieste.

La cerimonia si è svolta nel corso di una seduta straordinaria del Consiglio comunale, presenti autorità locali, tra gli altri il Commissario di Governo Francesca Adelaide Garufi, l’assessore regionale Francesco Peroni e la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, nonché la giunta comunale, e ancora autorità militari e rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma.Aperta dal vicepresidente del consiglio comunale Alessandro Carmi, che ha richiamato alla memoria una storica pagina de “Il Piccolo”, che “suggello quel momento con l’indimenticabile titolo “L’Italia in ogni cuore nel giorno del grande ritorno”’, la cerimonia ha visto l’intervento celebrativo del sindaco Roberto Cosolini, che ha ripercorso le vicende storiche di un evento che allora la stragrande maggioranza dei nostri concittadini salutò con espressioni di autentica gioia, a conclusione del periodo più incentro e travagliato della nostra città. Ricordando ancora la forte attesa, che costò molti sacrifici, anche nei fatti del ’53, il sindaco ha poi brevemente ma efficacemente sottolineato come “Trieste non fu lasciata sola ad affrontare le nuove sfide globali della Guerra Fredda”. “Oggi -ha detto il sindaco Roberto Cosolini-siamo più liberi, di non doverci dividere in identità contrapposte. Siamo liberi di sentirci italiani e cittadini d’Europa e di questa parte d’Europa, patrioti e aperti all’incontro di culture e diversità, essere orgogliosi di storia e cultura italiane e aperti all’incontro e al contributo di altre storie e culture, guardare all’Europa e al Mondo e contemporaneamente essere risorsa per l’Italia”. “Anche qui -ha proseguito- c’è una nuova responsabilità: quella di una città che vuole dare all’Italia, non solo e non tanto perdersi a discutere se ha ricevuto abbastanza. Quando la presento all’estero la definisco spesso la più europea delle città italiane: lo è, ma forse è qualcosa di più, e lo dobbiamo alle tracce e all’eredità di una storia grande e complessa, ma anche a ciò che ci hanno lasciato i momenti più difficili che abbiamo dovuto attraversare. Tutto ciò ci rende una grande città, anche se spesso ce ne manca la consapevolezza, intrisi come siamo di nostalgismo o di vittimismo, e la responsabilità”.“Mentre oggi festeggiamo questo 60°, mentre ci stringiamo con un segno di affetto al Reggimento che per primo entrò a Trieste segnando la fine di una lunga contesa, pensiamo anche a ciò che siamo oggi -ha concluso il sindaco Roberto Cosolini- e a ciò che possiamo fare in questo momento difficile per la nostra comunità, per i nostri figli, per il loro domani e a ciò che Trieste può e deve fare per l’Italia”.E’ un grande onore per 8° Reggimento Bersaglieri ricevere la cittadinanza onoraria di Trieste -ha detto il colonnello Domenico Ciotti- che, ricordando ancora “il fraterno abbraccio di 60 anni”, ha volto il suo pensiero a tutti quei caduti, che “vivono oggi un momento di grande fierezza”. “Questo -ha concluso- è un esempio di civiltà che non mancheremo mai di testimoniare”.

IL PARIMONIO SCOLASTICO PUBBLICO E’ UNA PRIORITA’, PROGRAMMATI LAVORI PER 14 MILIONI DI EURO.

Il Sindaco Roberto Cosolini assieme alla dirigente scolastica Tiziana Napolitano a tecnici del Comune e responsabili delle imprese Giovanni Cramer Snc/PERFISIA Srl, ha fatto un sopralluogo per verificare la conclusione dei lavori di manutenzione straordinaria e sostituzione dei pavimenti nell’istituto comprensivo Giancarlo Roli. Iniziati alla metà dello scorso mese di maggio e andati avanti anche ad agosto, i lavori, inseriti nel “Decreto del fare”, hanno consentito l’attenta bonifica in sicurezza (con la predisposizione di cantieri ipobarici confinati staticamente e dinamicamente) dei pavimenti in vinil amianto con la successiva posa in opera di circa 2.400 mq di nuovi pavimenti plastici. Sono stati riordinati anche gli uffici di segreteria e presidenza con la messa a norma degli impianti. Inoltre sono stati controllati i solai interessati da fenomeni di “sfondellamento”, demolite le parti pericolanti e avviato il necessario rifacimento. L’intervento ha consentito di realizzare inoltre l’adeguamento acustico di un’aula (opera concordata con l’Associazione Essere Liberi di Ascoltare, che si occupa delle disfunzioni uditive), che consentirà una migliore integrazione anche per una piccola alunna con problematiche legate alla sordità. Soddisfazione per come è stato condotto e portato a termine l’intervento è stata espressa anche dalla dirigente scolastica Tiziana Napolitano che ha voluto sottolineare al sindaco anche la constante e professionale attenzione sui lavori esercitata dagli assessori all’Educazione Antonella Grim e ai Lavori pubblici Andrea Dapretto, oltre che dai tecnici del Comune e dell’Impresa esecutrice. Una proficua e costruttiva collaborazione evidenziata e apprezzata anche dal sindaco Cosolini, che ha apprezzato il sinergico e costruttivo impegno di personale scolastico, impresa e Comune. Sempre con la stesse modalità e in massima sicurezza è stata completata la bonifica del vinil amianto e la nuova pavimentazione anche per la scuola dell’infanzia “L’isola dei tesori”, con una spesa di circa 42 mila euro.“Nell’ambito di realizzazione di lavori pubblici di circa 33 milioni di euro -ha spiegato il sindaco Roberto Cosolini- quasi 14 milioni riguardano interventi, anche già avviati, di edilizia scolastica, che per questa amministrazione comunale rappresentano una precisa priorità.” Ci sono interventi in corso di esecuzione per quasi 3 milioni e 200 mila euro. Tra questi la nuova sede della scuola dell’infanzia Nuvola Olga e Oblak Niko di via delle Cave 4 per un importo di 1 milione e 200 mila euro e gli interventi di bonifica alla Roli, all’Isola dei Tesori, all’asilo tutti i bimbi alle scuole di Vallicula e Pertini. E ancora l’intervento di impermeabilizzazione completa della copertura e rifacimento della facciata della Muzio de Tommasini-Srecko Kosovel, la ristrutturazione dell’asilo nido Lo Scarabocchio di via Svevo e della scuola dell’infanzia Chalvien, oltre a diversi altri interventi migliorativi che rientrano nell’ambito dei lavori condotti dalla Global Service.Tra gli interventi già finanziati e d’imminente avvio, con finanziamenti di oltre 6 milioni e 700 mila euro, figura tra l’altro il restauro del complesso scolastico Dante Alighieri (quasi 3 milioni di euro). Infine tra gli interventi in programmazione con finanziamenti derivanti dal “Decreto del fare” rientrano i piani “Scuole sicure” (1 milione 400 mila euro), “Scuole belle” (750 mila euro) e “Scuole Nuove”(1 milione e 800 mila euro) che consentirà in questo caso la ristrutturazione totale della scuola De Marchi/Grbec di Servola.

PREMIATA VALENTINA CEPAK, BRONZO AI GIOCHI EUROPEI SPECIAL OLYMPICS

Valentina Cepak, la giovane ventunenne triestina diversamente abile, che ha ottenuto la medaglia di bronzo nei 50 metri dorso ai “Giochi Europei Special Olympics” di nuoto, svoltisi dal 13 al 21 settembre ad Anversa in Belgio, è stata ricevuta nel salotto azzurro del palazzo municipale dal sindaco Roberto Cosolini, che gli ha conferito una targa del Comune di Trieste, segno di “ammirazione e riconoscenza” per l’importante risultato raggiunto.
Atleta dell’Acquamarina Team Trieste Onlus, che fa parte anche della Calicanto, dove pratica altri sport come pallavolo e basket, Valentina Cepak è stata l’unica nuotatrice del Friuli Venezia Giulia che ha partecipato agli “Europei Special Olimpics”, entrando a far parte del ristretto numero degli 8 atleti che hanno vestito la maglia della Nazionale italiana.
Sciolta, simpatica e soddisfatta, Valentina Cepak ha brevemente raccontato le sue impressioni sulla splendida trasferta ad Anversa, sul risultato raggiunto e sugli allenamenti settimanali che la vedono impegnata, ora due volte alla settimana, alla piscina Bruno Bianchi. Da qui la richiesta di poter contare su qualche qualche spazio in più per gli allenamenti in piscina, appunto che il primo cittadino ha raccolto. “Lo sport -ha detto infatti il sindaco Cosolini- dev’essere uno strumento di vita e di passione per tutti quanti, anche e sopratutto per le persone diversamente abili”.
La breve ma sentita cerimonia sì e conclusa con la foto ufficiale (anche con genitori, sorella, tecnici e amici) un bacio e un’ultima battuta del sindaco: “ritorna a trovarmi presto Valentina, magari con un’altra medaglia”.

CONFERITA LA CITTADINANZA ONORARIA DI TRIESTE ALL’ICTP-CENTRO DI FISICA TEORICA “ABDUS SALAM”

Nel corso di una seduta del Consiglio Comunale è stata conferita la Cittadinanza Onoraria all’ICTP-Centro di Fisica Teorica “Abdus Salam”, accogliendo così la proposta del Sindaco. La cerimonia ufficiale nell’Aula Consiliare è stata preceduta in Salotto Azzurro dall’iscrizione nel Libro d’Oro degli ospiti illustri del Municipio, da parte del Direttore dell’ICTP prof. Fernando Quevedo, di una frase a ricordo di questa significativa giornata. Ecco il testo da lui siglato: “Sono molto onorato di ricevere questo riconoscimento in rappresentanza dell’Istituto che dirigo. Per 50 anni l’ICTP ha contribuito alla vita di Trieste portando più di 130 mila scienziati da più di 185 Paesi. Ma l’ICTP ha beneficiato moltissimo dalla città, dalle sue origini nel 1964 fino a oggi. Un grande ringraziamento a tutti voi!”.

Subito dopo, l’affollata e festosa cerimonia in Consiglio, di fronte a una numerosissima platea di autorità cittadine e di personalità del mondo della scienza e della ricerca, aperta dal formale appello nominale per la validità della seduta straordinaria, che ha visto i consiglieri di tutti i gruppi presenti praticamente al completo.La riunione ha preso avvio con il saluto del Presidente Iztok Furlanic che ha rivolto parole di benvenuto a tutti i presenti, “omaggiando” in particolare gli scienziati dell’ICTP “con l’orgoglio della certezza che qui a Trieste, grazie alla loro presenza e ai loro studi, si lavora per migliorare questo nostro mondo”.E’ seguito un ampio e articolato intervento del Sindaco Cosolini il quale, rimarcando come “questa cerimonia in Municipio venga a costituire il conclusivo suggello di un’intensa settimana di celebrazioni che ha visto confluire nella nostra città scienziati, capi di stato e di governo, studiosi e personalità di ogni parte del mondo”, ha quindi innanzitutto voluto rivolgere ancora un ricordo e un omaggio ai primi ideatori e poi fondatori del Centro di Fisica Teorica di Miramare: i professori Abdus Salam e Paolo Budinich, “’sognatori’ la cui intuizione ha aperto una strada, pionieri grazie alla cui lungimiranza oggi Trieste può vantarsi di possedere un “sistema” strutturato, ampio e multidisciplinare delle scienze, della ricerca, dell’alta formazione.”Approfondendo poi le motivazioni che si possono ritenere basilari per il conferimento di questa Cittadinanza Onoraria, Cosolini le ha articolate in due aspetti principali: il primo, l’importanza dell’ICTP e delle istituzioni scientifiche che ne sono derivate, in un’ottica di consolidamento dei rapporti fra Trieste e l’Italia. “Non possiamo infatti non sottolineare – ha detto in proposito Cosolini -, e lo vogliamo fare tanto più guardando all’attuale coincidenza con il 60° del ricongiungimento con l’Italia, come proprio per lo sviluppo del “sistema” scientifico triestino l’Italia abbia investito non poco in questa città. E non risulta – ha chiosato –, come alcuni pensano, che prima del 1954 vi fosse una sorta di ‘età dell’oro’ (invece che, in realtà, un’occupazione straniera) e che con l’arrivo dell’Italia siano cominciate tutte le disgrazie. L’ICTP e le altre istituzioni di ricerca stanno a dimostrare il contrario!”.“L’altro e fondamentale aspetto – ha proseguito il Sindaco – sta nella capacità che l’ICTP e gli Istituti che ne sono seguiti hanno avuto nel rigenerare questa città in una nuova dimensione internazionale, trasformandola dall’antico “porto delle merci” a nuovo “porto delle idee e della conoscenza” e con ciò – dopo le chiusure e l’oggettiva condizione di marginalità del secondo dopoguerra – a nuovo approdo di persone e comunità provenienti da ogni angolo del mondo.”“In questo spirito – ha concluso il Sindaco – con la Cittadinanza Onoraria intendiamo simbolicamente considerare nostri “Cittadini” tutti quegli scienziati che a Trieste hanno vissuto momenti importanti della loro vita, della loro formazione, della loro esperienza di ricerca. E consegnando il riconoscimento al professor Quevedo e ai suoi collaboratori idealmente lo estendiamo a tutti gli scienziati dell’ICTP del presente e del passato, che lavorano e hanno lavorato a Trieste per un mondo migliore, capace di superare confini, diffidenze, ingiustizie !”.E’ giunto quindi l’atteso momento della consegna della medaglia (il Sigillo Trecentesco dorato della Città) e della pergamena che “fisicamente” rappresentano la Cittadinanza Onoraria, quest’ultima recante la motivazione ufficiale: “All’ICTP, per aver fatto di Trieste un centro di eccellenza mondiale nel campo della ricerca e della formazione scientifica di altissimo livello e per aver virtualmente gettato le fondamenta della “Città della Scienza”, aprendo la via a tante altre istituzioni di prestigio”. La parola infine al “protagonista” della giornata, il direttore Fernando Quevedo che in un intenso intervento, dopo aver ringraziato Sindaco e Consiglio Comunale per il “grande onore” attribuito all’ICTP, ha voluto omaggiare Abdus Salam e Paolo Budinich, rievocando il loro sforzo per portare a Trieste un Centro che altrimenti sarebbe “sbarcato” in qualche altra città europea (candidate eccellenti erano Copenhagen, Ginevra, Vienna); ma ricordando anche l’appoggio fondamentale che diedero istituzioni private della città quali la Cassa di Risparmio, o di persone illuminate come il Principe della Torre e Tasso (che donò il terreno per la sede), o ancora quello dell’Università, fino al ruolo importante delle istituzioni pubbliche e del Comune di Trieste in prima linea, con l’allora Sindaco Mario Franzil.“Ma è importante ricordare – ha sottolineato ancora il professor Quevedo – che 50 anni fa l’idea che la scienza e la tecnologia fossero la chiave dello sviluppo economico e civile di un Paese non era ancora del tutto affermata. Ed è solo oggi, dopo 50 anni, che possiamo comprendere pienamente il messaggio di Salam e la sua lungimiranza. Solo oggi, a 50 anni dalla nascita dell’ICTP, ci rendiamo compiutamente conto di quanto la missione del nostro Centro – educare e sostenere la scienza a livello globale – sia cruciale per uno sviluppo sostenibile del nostro pianeta.”“Noi siamo fieri – ha concluso Quevedo, con un importante e sentito omaggio alla nostra città – di aver contribuito a trasformare la Trieste porto imperiale in un porto della conoscenza, dove le merci si sono trasformate in idee e i piroscafi in una rete mondiale della scienza, al cui crocevia sta una città multiculturale e accogliente come poche altre al mondo! Grazie!”Nutriti applausi e immancabili numerose foto ricordo, fra la non dissimulata soddisfazione del prof. Quevedo, degli altri scienziati e del pubblico, hanno concluso la cerimonia in un’atmosfera davvero gioiosa.

Tratto da Retecivica

LA FERRIERA DI SERVOLA ENTRA NEL GRUPPO ARVEDI

In un momento in cui i vari “tavoli” sulle cosiddette ‘crisi industriali complesse’ nel nostro paese, si concretizzano con provvedimenti per limitare il danno derivante dalle chiusure, va sottolineato, invece, che qui da noi, a Trieste, con un risultato per certi versi unico, si salva un’industria con la relativa occupazione, si avvia una diversificazione produttiva che potrebbe portare ulteriori posti di lavoro, si investono 66 milioni e mezzo per avviare le misure ambientali e per consentire allo stabilimento di lavorare senza più inquinare con il conseguente e progressivo superamento dei disagi per la popolazione.

Vediamo quante previsioni abbiamo smentito.

  • Qualcuno diceva che dopo dieci anni di chiacchiere e promesse anche la nostra Amministrazione avrebbe continuato su quella strada…
    La realtà è che abbiamo lavorato per la soluzione del problema attraverso un dialogo continuo con le parti sociali e gli ambientalisti e contemporaneamente abbiamo emesso delle Ordinanze per il contenimento delle emissioni. Insieme con la Presidente della Regione, Debora Serracchiani, abbiamo impegnato il Governo (non era mai successo prima) arrivando così all’Accordo di Programma del 30 gennaio 2014.
  • Quando si è manifestata l’ipotesi Arvedi si è sostenuto che non fosse una manifestazione seria e concreta e che eravamo condannati a un’agonia occupazionale e ambientale fino al disastro finale.
    I fatti oggi parlano da soli e anzi evidenziano, dopo molto tempo, un importante investimento che arriva nella nostra città.
  • Si è detto che l’occupazione sarebbe stata inevitabilmente dimezzata.
    La realtà è che nell’azienda rientra la quasi totalità dei dipendenti e che le previsioni di medio periodo vedono, addirittura, un significativo incremento.
  • Dal punto di vista industriale qualcuno ha detto che ci accanivamo a mantenere semplicemente l’esistente, ovvero un’attività fortemente impattante, senza che cambiasse nulla.
    Il piano industriale di Arvedi include lo sviluppo della logistica, l’avvio di un laminatoio, cioè un’attività industriale “a freddo” e prevede una riduzione,  magari il superamento, dell’attività della cokeria, quella maggiormente impattante. Io la chiamerei riconversione nella continuità del lavoro. Altre riconversioni, più radicali, oltre a non aver visto nessuna ipotesi concreta cioè, con nome e cognome, avrebbero comportato una cessazione dell’attività, un lungo periodo di ammortizzatori sociali e magari un’occupazione a regime molto inferiore.

Del risultato complessivo la nostra città può essere soddisfatta. E’ un segnale importante per una ripresa più generale e l’abbiamo portato a casa con un lavoro di squadra tra Istituzioni e forze sociali, mantenendo gli impegni che ci eravamo presi.

C’è ancora una previsione negativa che proviene da alcuni, perché giustamente esasperati da anni di degrado e perciò in buona fede e da qualcun altro, magari perché, con minor buona fede, teme che la soluzione dei problemi gli sottragga terreno alla polemica e agli attacchi quotidiani:

  • “Non cambierà nulla, lo stabilimento continuerà a inquinare come prima.”
    I patti sono chiari e saranno rispettati. Il lavoro delle Amministrazioni per la predisposizione della nuova AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) è rigoroso, l’azienda investirà quanto necessario, e quindi completeremo l’elenco delle previsioni negative smentite dall’impegno serio per ottenere un risultato che sembrava impossibile: quello di poter unire, invece che contrapporre, il valore del lavoro e il valore della salute.

SI RAFFORZA IL LEGAME TRA TRIESTE E VIENNA

L’ottima eco arrivata nella capitale austriaca di Salotto.Vienna e le reazioni positive ottenute dopo la presentazione della città di Trieste al Forum Internazionale di Alpbach, hanno contributo a creare un clima particolarmente positivo per l’ incontro tra il Sindaco di Trieste, Roberto Cosolini, e il primo cittadino di Vienna, Michael Häupl, tenutosi venerdì 3 ottobre nella Wiener Rathaus, il Municipio viennese.
Häupl, coadiuvato dalla sua vice e dall’Assessore alla Cultura, e Cosolini, a sua volta accompagnato dall’Assessore alle Attività produttive Edi Kraus, dopo aver fatto un bilancio positivo della collaborazione avviata in questi anni, si sono confrontati sugli aspetti comuni e precipui alle due città, che hanno così generato due iniziative estremamente interessanti e molto significative per entrambe le realtà, una delle quali è destinata a concretizzarsi nei prossimi mesi con una visita di Häupl a Trieste.

La prima, è quella di costituire una rete internazionale delle “Città dei Caffè Storici”, una rete promossa appunto da Vienna e Trieste, ma estesa a tutte le città europee, o meglio mitteleuropee, ove il caffè, oltre a essere una preziosa bevanda tonica, è un luogo di cultura e di vivacità intellettuale. L’idea si collega perfettamente all’importante ruolo che Trieste avrà a livello mondiale nel comparto del caffè il prossimo anno. Come noto, infatti, sarà IllyCaffè a coordinare il Cluster del caffè collegato a Expò 2015 e parallelamente in città si terrà un evento interamente dedicato all’importante legame che unisce Trieste al caffè, trattandone gli aspetti industriali, portuali e scientifici. Proprio la firma dell’atto costitutivo della rete dei caffè porterà il Sindaco di Vienna nella nostra città.
La seconda iniziativa è nata, invece, dall’eco di TriesteNext. Partendo dal successo della manifestazione, giunta alla terza edizione,  il Sindaco di Trieste ha illustrato il particolare sistema scientifico triestino, una vera eccellenza, e da qui si è deciso di avviare una preziosa collaborazione che permetterà lo scambio di pratiche e di conoscenza sui temi della salute e dell’innovazione. La volontà è quella di lavorare su due piani. Il primo si riferisce al comparto della ricerca scientifica e dell’impresa, in particolare legati al Bio (tech, medicale e informatico), tema già oggetto di un convegno promosso nei giorni scorsi dal Comune di Trieste che ha coinvolto tutte le realtà e le categorie, pubbliche e private operanti nel comparto. A tal fine, nei prossimi giorni, verranno indicati i referenti delle due municipalità che lavoreranno per far diventare operativo tale utile confronto. L’altro piano riguarda il tema dell’innovazione soprattutto nel campo della “salute territoriale”, ovvero la messa in campo di tutti gli strumenti utili a favorire il benessere della popolazione con particolare attenzione alle tecnologie che supportano la domiciliarità. Di fatto si tratta di sviluppare strumenti di accompagnamento che consentano la vita autonoma nel proprio spazio abitativo, con particolare riguardo alla terza età, come i più conosciuti condomini solidali e la domotica.

“Mi sembrano due iniziative estremamente importanti ed estremamente concrete – dichiara da Vienna Roberto Cosolini – . Essere promotori della rete internazionale dei caffè storici conferisce inevitabilmente a Trieste una identità, oltre che culturale, fortemente attrattiva e turisticamente rilevante che legherà ancor più strettamente la nostra città a capitali europee come Lubiana, Praga e Budapest. Inoltre, la collaborazione in campo scientifico e sociale, due temi prioritari della nostra politica, comporterà, per noi, ricadute sicuramente positive. Già nei prossimi giorni contatterò Confindustria e gli operatori del settore bio-medicale, dando, peraltro,  seguito al discorso intavolato la scorsa settimana con il convegno sul “bio high tech”. Inoltre, le azioni che abbiamo già avviato nel campo della domiciliarità e delle politiche sociali non potranno che giovare dell’esperienza e del confronto viennese, da sempre all’avanguardia su questi temi”.

Oltre all’incontro con il Bürgermeister, Cosolini, accompagnato da Jürgen Weishäupl, ideatore di Salotto.Vienna, ha fatto visita al direttore del Mak, museo delle arti applicate, e ha incontrato gli operatori del Ministero degli Esteri per gettare le basi per un nuovo progetto internazionale destinato a valorizzare la dimensione di Trieste come “Città della Cultura Europea”.

IL COMUNE DI TRIESTE PER LA BARCOLANA

Il Comune di Trieste ha ideato un ricco programma di manifestazioni capace di arricchire, in maniera significativa, le opportunità di divertimento e di interesse culturale dei cittadini e dei turisti che vogliono vivere appieno questo bellissimo evento. Tutte le iniziative sono il risultato di un gioco di squadra che ha avuto come obiettivo quello di far vivere, quanto più intensamente possibile,  la straordinarietà della città in questa speciale festa del mare  conosciuta in tutto il mondo.
L’edizione di quest’anno, poi, presenta diverse novità. Un’edizione straordinaria di “Salotto.Vienna speciale Barcolana” si terrà al Salone degli Incanti, continuando così a offrire gratuitamente al pubblico spettacoli, concerti, dibattiti, degustazioni e dj-set. All’ex-Pescheria, inoltre, sarà ricreata la magica atmosfera degli antichi mestieri come il maestro d’ascia. Infatti, una piccola barca in legno sarà costruita proprio dai maestri di questo antico mestiere e dagli studenti dell’Istituto tecnico Nautico, in un cantiere aperto al pubblico. Ci sarà anche il varo, programmato per  sabato 11 ottobre alle ore 16 davanti alla Scala Reale.
I Musei civici introdurranno il biglietto cumulativo di 10 euro che consentirà di accedere a tutti i musei nelle giornate di venerdì 10 e sabato 11, mentre domenica 12 ottobre l’accesso a tutti i musei sarà gratuito. Sabato 11 sarà attivo anche un bus-navetta gratuito messo a disposizione da Trieste Trasporti per coloro che vorranno visitare il nuovo polo museale di via Cumano, costituito dal Museo della Guerra per la Pace Diego de Henriquez e il Museo di Storia Naturale.  La Navetta farà la spola ogni ora lungo il percorso piazza Tommaseo – via Cumano (via Tominz). La prima partenza da piazza Tommaseo (Chiesa greco-ortodossa) è alle ore 9.30, mentre l’ultima sarà alle ore 18.30. Da via Tominz, invece, la prima partenza è prevista alle ore 10:30 e l’ultima ore 19.30. Il bus-navetta indicherà sul proprio display frontale “Musei via Cumano” e non effettuerà fermate intermedie, fermerà solo ai capolinea.

La Sala Veruda di Palazzo Costanzi sarà aperta, da sabato sera fino a domenica, con lo speciale allestimento di immagini dalla Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte e dagli Archivi del Comune, accanto a una selezione di testi letterari, dal titolo “Barcolana sailing back”. Mentre a Palazzo Gopcevich, al Museo Teatrale Carlo Schmidl, sarà inaugurata, mercoledì 9, alle 12.00, la mostra “Che storia la Rai…50 anni della sede Rai per il Friuli Venezia Giulia”, nata dalla collaborazione tra Comune di Trieste e sede Rai regionale, dove saranno esposte apparecchiature del passato, sia radiofoniche che televisive, filmati su Trieste dei primi anni della televisione ecc , accanto a una serie di appuntamenti dedicati al centenario della grande guerra e di varie ricorrenze del mese di ottobre (dai 90 anni della nascita dela radio in Italia agli 83 dall’inaugurazione di Radio Trieste, dai 60 anni della televisione italiana e del ritorno di Trieste all’Italia, ai 50 anni del Centro di Fisica Teorica di Trieste). Per quanto riguarda gli appuntamenti dei Civici Musei Scientifici, invece, a partire da giovedì 9 ottobre, al Museo del Mare di via Campo Marzio 5, alle ore 17.00, con “Dal remo alla Vela”, visita guidata di e con il capitano visita guidata di e con il capitano Walter Macovaz (a spasso per il Museo del Mare attraverso le storia e le storie dei primi tentavi di velocizzare la navigazione, tra storie di legname, tessuti corde… e schiavi) e venerdì 10, sempre alle 17.00: “Dalla Vela al Motore” visita guidata di e con il capitano Walter Macovaz (a spasso per il Museo del Mare attraverso le storia e le storie del passaggio alla navigazione meccanica che rivoluzionò quasi totalmente il traffico marittimo). Venerdì 10, al Museo di Storia Naturale di via dei Tominz 4, alle ore 18.00, evento speciale “Carlotta e gli altri Squali” con Simona Clò, biologa degli squali. (Bolognese di nascita ma “marinara di adozione”, Simona Clò ha passato la vita a studiare e divulgare la sua grande passione: gli squali. Osservandoli e studiandoli in diversi istituti e mari in giro per il mondo. Una lezione eccezionale, condotta proprio al cospetto di Carlotta, il nostro squalo triestino da record mondiale). Sabato 11 ottobre, al Museo del Mare, alle ore 10.00, 15.00 e 16.00: “English at the Museum: navigando in inglese attraverso il Museo del Mare”.Visita al museo in lingua inglese, giochi linguistici e quiz. Età 8 -11. Esclusivamente su prenotazione: 3456454855. Sempre sabato 11, alle ore 11.00, al Civico Aquario Marino: “La vita degli Squali” con Simona Clò, biologa degli squali. (una visita guidata del tutto speciale alla Mostra didattica: “SharkLife: Pericolo Squali o Squali in Pericolo?“). Nel pomeriggio, alle 16.30, in piazza della Cattedrale, Il male viene dal nord. Passeggiata storico-artistico-letteraria ispirata a Fulvio Tomizza, interprete della storia di Trieste del secondo Novecento (Biblioteca Civica con il contributo di Gruppo 85 – Skupina 85). Partecipazione libera e gratuita. Museo Civico di Storia Naturale, (raggiungibile con BUS navetta), ore 17.30 “Chi, quando e perché cominciò ad andar per mare? Tanto, ma veramente tanto tempo fa” di e con Giovanni Boschian, antropologo dell’Università di Pisa. Giovanni Boschian, triestino, ma da anni affermato a Pisa e a Venezia, ritorna nella sua città natale per affrontare, nella sala incontri del Museo, l’affascinante percorso che ha condotto l’uomo primitivo a improvvisarsi marinaio e pescatore. Era una prerogativa dell’Homo sapiens, o lo facevano anche i nostri cugini più primitivi? La scienza comincia a raccogliere indizi su questo affascinante argomento ore 21: “Una NOTTE al MUSEO”. Età 6 – 11. Esclusivamente su prenotazione 3425401400. DOMENICA 12 OTTOBRE al Museo del mare, alle ore 10.30, aspettando l’arrivo, visita guidata: “Dalla Vela all’Elica” di e con il capitano Walter Macovaz. Quanti sapevano che il prototipo dell’elica è stato inventato proprio a Trieste, per chi non si arrampicherà sui punti panoramici a seguire la regata, ma vorrà attendere l’arrivo in centro, la possibilità di una grande storia al Civico Museo del Mare.

I Musei Civici vi invitano

Le novità riguardano anche la presenza del Comune di Trieste al Villaggio Barcolana. Infatti, quest’anno saranno due gli stand dell’Amministrazione; accanto allo stand tradizionale che presenta tutte le attività delle Aree Educazione/Cultura e Promozione Sociale, assieme all’Azienda per i Servizi Sanitari n° 1 Triestina, vi sarà uno stand dedicato all’innovativo progetto “Emergency Communications” realizzato in collaborazione con la Protezione Civile della Regione FVG e Capitaneria di Porto.  La presenza del Comune al Villaggio Barcolana costituisce una vetrina ideale per presentare alla cittadinanza e ai turisti le proprie attività, i servizi – anche quelli integrati sociosanitari – e i progetti in campo, a disposizione del pubblico per informazioni e domande durante lo svolgimento della manifestazione.

Preziosa, infine, la collaborazione con AcegasApsAmga, supporto fondamentale per il corretto e ordinato svolgimento della manifestazione.

 

VIA LIBERA DEFINITIVO ALL’ASSUNZIONE DI 245 LAVORATORI PRECARI DEL COMUNE DI TRIESTE

Il Consiglio dei Ministri, durante la seduta tenutasi a Roma il 20 settembre 2014, ha deciso di non impugnare la Legge regionale 15/2014, relativa alle normativa contrattuale del Comparto unico abrogata a seguito della sentenza della Corte Costituzionale 54/2014. La notizia di questa decisione è particolarmente importante per il Comune di Trieste, in quanto consente di dare il via libera definitivo, fra gli altri provvedimenti, al processo di stabilizzazione di oltre duecentoquaranta lavoratori nell’area educativa e nell’area sociale dell’amministrazione triestina. A seguito della sentenza delle Corte Costituzionale il Comune, alla pari degli altri enti locali della regione, non avrebbe potuto assumere i lavoratori necessari a garantire lo stesso standard nell’offerta dei servizi, poiché si sarebbe verificata la conseguente perdita di oltre 200 posti di lavoro e il taglio del 30% dei servizi attualmente erogati negli asili nido, nelle scuole dell’infanzia, nei ricreatori e nei SIS.
Proprio la forte iniziativa del Comune di Trieste, in accordo con la Regione e la piena collaborazione del Governo, ha consentito di ottenere questo importante risultato che risponde ai bisogni di qualità del servizio e al tempo stesso dà garanzie occupazionali, particolarmente sentite in questo momento storico. E’ un grande successo per l’Amministrazione triestina, che sin dall’agosto 2011 aveva posto tra le priorità la questione della stabilizzazione del personale educativo. Grazie a questo importante risultato non solo le 245 persone non perdono il posto di lavoro, bensì verranno assunte stabilmente, situazione rara e straordinaria in questo difficile momento storico.
Nei primi giorni di ottobre, inoltre, si concluderanno i rapporti con le rappresentanze sindacali per definire i criteri per stilare le graduatorie, che consentiranno l’accesso a coloro che possiedono i requisiti, 36 mesi di lavoro al Comune di negli ultimi 5 anni, ai bandi di concorso. Questi ultimi saranno resi pubblici nella terza decade di ottobre per poter stilare le graduatorie entro il mese di dicembre, affinché i lavoratori possano prendere servizio a tempo indeterminato a gennaio 2015.

OLTRE 40.000 VISITATORI PER LA TERZA EDIZIONE DI TRIESTENEXT

Si è conclusa domenica 28 settembre – con oltre 40.000 (quarantamila) presenze – la terza edizione di Trieste Next, la manifestazione cittadina promossa da Comune di Trieste, Università di Trieste e VeneziePost, dedicata alla ricerca e alla divulgazione scientifica che dal 26 al 28 settembre ha acceso i riflettori sul tema “EnergETHIC”.

Boom di pubblico in Piazza Unità dove gli enti di ricerca hanno potuto incontrare bambini, ragazzi e semplici cittadini per raccontare le loro attività e renderli partecipi ai processi di ricerca sviluppati. Gli stand più visitati sono stati quello dell’Università di Trieste, dell’Elettra Sincrotrone, di OGS – Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale e quello della Sissa – Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati. Buono anche l’afflusso al punto libri.

Di tutto rilievo la presenza delle scuole del territorio: venerdì mattina quasi 1.500 (millecinquecento) studenti hanno affollato il Villaggio in Piazza Unità d’Italia.

Molto affollati anche gli eventi in sala, in particolare il dibattito inaugurale con il filosofo tedesco Julian Nida Rümelin, l’incontro con Roberto Cingolani, direttore Istituto Italiano di Tecnologia e gli appuntamenti proposti dagli Enti di Ricerca del Protocollo “Trieste Città della Conoscenza”. Ampia anche in questa edizione la presenza di giovani universitari provenienti dagli atenei di tutta Italia. Apprezzata anche la formula dei Caffè delle Scienze, non conferenze frontali ma un dialogo tra ricercatori e pubblico “davanti a una tazzina di caffè”.

«Anche questa edizione si conclude con un grande successo di pubblico. Trieste Next, è entrata di diritto tra i gradi eventi di richiamo della città e di tutta la regione. La piacevole novità di quest’anno è che si sono visti più turisti rispetto alle edizioni passate. Infatti, numerosi sono stati i visitatori stranieri che hanno frequentato  incuriositi gli stand allestiti in piazza Unità d’Italia.  Attraverso il Salone Europeo della ricerca Scientifica i turisti presenti in città hanno potuto scoprire e conoscere l’importante legame che unisce la città di Trieste alla scienza. Infine, voglio rivolgere un grazie particolare ai nostri partner istituzionali ed economici e a tutti i volontari che hanno lavorato per la realizzazione del terzo Salone Europeo della Ricerca scientifica. Adesso subito al lavoro per l’edizione 2015!» – afferma Roberto Cosolini, Sindaco di Trieste.

«Questi numeri riempiono di soddisfazione e testimoniano come questo evento avvicini Città e Scienza. Trieste Next ha messo in evidenza quello che dobbiamo fare quando si parla di Energia. Così come per gli argomenti al centro delle due precedenti edizioni della manifestazione (cibo e acqua) è necessario continuare a procedere con un approccio trasversale e multidisciplinare. Temi globali come questi non possono trovare risposte che da un’integrazione tra i vari Saperi e dalla collaborazione tra Istituzioni, Università, Enti di ricerca, imprese e cittadini. In questo senso il sogno di Budinich può essere completato proprio grazie alla traduzione dell’enorme potenziale scientifico presente sul nostro territorio in competenze fruibili dal tessuto industriale a dalla collettività in modo tale che i risultati dell’innovazione portino benefici concreti a tutti» – ha dichiarato Maurizio Fermeglia, Rettore dell’Università di Trieste.

COSTRUIAMO IL FUTURO DI TRIESTE: IL RUOLO DEL BIO HIGH TECH

Si è svolto all’Auditorium del Museo Revoltella un importante incontro-confronto organizzato dal Comune di Trieste in collaborazione con CBM (Consorzio per il Centro di Biomedicina Molecolare) Confindustria, enti e operatori del settore.
Al centro del dibattito la necessità di puntare sulle eccellenze per costruire il futuro di Trieste e della nostra Regione, focalizzando l’attenzione sullo specifico ruolo dell’Hi-Tech e delle sue applicazioni nei campi, distinti ma affini e per molti aspetti collegati, del biomedicale, delle biotecnologie e del Bio ICT (tecnologie bio-informatiche). Attorno a tali temi e nella prospettiva di strutturare un “Distretto BIO” regionale, in grado di partecipare anche ai finanziamenti europei erogati a supporto delle iniziative di innovazione e sviluppo delle Regioni d’Europa (“Programma Horizon 2020”).

Si è trattato di un interessante e approfondito incontro con l’intento di dare pieno appoggio e sostegno all’ulteriore sviluppo di questa importante e strategica realtà economica della nostra città e al suo collegamento con le analoghe strutture presenti in Regione; e quindi per necessariamente segnalare l’indispensabilità di una politica, anche regionale, di riconoscimento e supporto a tali realtà.
Trieste ha le potenzialità – questa la tesi di partenza espressa da Roberto Treu in apertura del convegno- per un nuovo sviluppo della città rispetto a una crisi generale che obbliga tutti a ripensare gli schemi tradizionali. O meglio, accanto all’industria “tradizionale” (che rappresenta ormai solo il 10% del Pil) e dopo il salvataggio della Ferriera, il mantenimento del distretto naval meccanico e l’operatività del comparto alimentare che dispone ancora di alcune autentiche eccellenze, è necessario però massimamente valorizzare anche i nuovi settori di prossima grande espansione. Trieste è già conosciuta come uno dei centri nazionali e internazionali della ricerca, ma si può e quindi bisogna fare di più in questo campo che offre importantissime prospettive. E la città per prima deve essere consapevole che proprio la ricerca ha generato attività industriali che occupano oggi quasi 2000 addetti in oltre 80 aziende, con un fatturato superiore al miliardo di euro e con prospettive di ulteriore crescita.” L’intento non può essere quindi che quello di creare e supportare ulteriori sinergie e collaborazioni – ha detto ancora Treu – essendo oggi più che mai fondamentale l’integrazione fra soggetti diversi che devono operare per un obiettivo unitario. Anche in questo senso va il nostro sostegno all’importante lavoro di coordinamento svolto dal CBM mirante a conseguire un forte ‘sistema integrato’ del “bio high tech” nei suoi diversi aspetti, tale da produrre importanti risultati tra loro connessi, nello sviluppo della ricerca e nel campo industriale, con frutti economici rilevanti, a partire dai sostegni non irrilevante che la UE offre per le iniziative fondate su conoscenza e innovazione.”
Sono seguite le relazioni di Edvino Jerian, presidente del CBM – come detto l’ente che funge da coordinatore dell’intero progetto -, che, snocciolando cifre e percentuali, ha dimostrato l’importanza di Trieste nel settore farmaceutico e della ricerca medica, con la presenza di aziende e di personale specializzato, capaci di produrre un alto numero di nuovi brevetti e in grado di intrattenere efficaci rapporti a livello mondiale, peraltro poco noti in città. “Ma non solo a Trieste – ha aggiunto Jerian -, anche in Friuli vi sono realtà analoghe e di rilievo, non dimenticando come proprio questa nostra Regione nel suo complesso disponga del numero più alto di ricercatori e Centri di ricerca. Per cui l’obiettivo oggi non può che essere quello di fare ‘massa critica’ a beneficio di tutti e per far sì – ha concluso – che a questa elevata quantità e qualità di conoscenza possa finalmente corrispondere anche un’adeguata capacità industriale. E anche in tale prospettiva abbiamo lanciato oggi la nostra candidatura per la partecipazione al ‘programma quadro’ settennale della UE ‘Horizon 2020’ proponendo alla Regione (che ha il compito di raccoglierle e veicolare le proposte, n.d.r.) la nostra ‘manifestazione di interesse’, sottoscritta da quasi 90 imprese del FVG, delle quali 60 di Trieste”.
Dal canto suo, l’ing. Diego Bravar, per Confindustria Trieste, promotore del processo di aggregazione e valorizzazione del sistema industriale BIO, ha sottolineato come il settore Bio High Tech sia particolarmente interessante “anche e soprattutto in un periodo in cui il territorio necessita di un rafforzamento del settore industriale. Il settore industriale del Bio High Tech, che nasce dalla sintesi tra il BioMedTech (biomedicine), il BioTech (biotecnologie) e il BioICT (bioinformatica), in regione conta 150 aziende, di cui 83 si sono già mostrate interessate al progetto, con oltre 3000 persone attualmente occupate. L’obiettivo che si prefigge il progetto – ha detto Bravar – grazie al rafforzamento della rete all’interno del comparto, è che le imprese regionali di questo settore crescano in termini di fatturato e creino nuovi posti di lavoro. Tali società potrebbero costituire un’occasione di sbocco professionale qualificato per i giovani del Friuli Venezia Giulia che si stanno formando e si formeranno in questi settori. Inoltre il progetto ha rilevanti ricadute sociali e sanitarie, in quanto il comparto BioHighTech interagisce in particolare con il sistema socio-sanitario, contribuendone a migliorarne l’efficienza e quindi, più in generale, contribuendo anche al miglioramento della qualità della vita dei cittadini”.
Sono seguiti diversi qualificati interventi di rappresentanti di aziende e realtà del settore, tra i quali quelli del dott. Bruno Bembi di “Transattiva” e del professor Claudio Tiribelli della Fondazione Italiana Fegato.
Dopo il dibattito, le conclusioni sono state tratte dal Sindaco Roberto Cosolini che ha osservato come anche l’approvazione della prossima Legge regionale di riforma della sanità potrà costituire un punto di partenza per un processo più ampio di riconsiderazione, anche “culturale”dell’intero sistema. “E in tale prospettiva – ha detto Cosolini – possiamo fin d’ora affermare con forza che “senza ricerca non ci potrà essere una buona sanità!”. Ed essendo ben coscienti – ha aggiunto – della necessità di un più marcato tasso di conoscenza e di innovazione, ma, soprattutto, di una forte integrazione fra i diversi ‘attori’ del settore, ecco il convinto sostegno del Comune di Trieste a un’iniziativa come quella portata avanti dal CBM laddove viene a proporsi proprio quale ‘piattaforma’ per la maggior integrazione fra istituzioni, enti e realtà di ricerca e di impresa; per poter finalmente cogliere tutte quelle occasioni non colte in passato, come quella ora offerta dai finanziamenti europei col Programma “Horizon 2020”. Intendiamo in tal senso offrire il massimo supporto a questa ‘candidatura’ proposta dal CBM, in una chiave opportunamente regionale e non localistica, che punta a dar vita a un distretto BIO, ovvero a una vera e propria “biovalley”, che in prospettiva potrà cooperare anche con le analoghe attività esistenti nelle vicine aree di Slovenia e Austria per poter competere assieme sui mercati mondiali”.
“L’auspicio – ha concluso il Sindaco – è che ora tale opportunità venga chiaramente percepita e necessariamente sostenuta anche dall’Amministrazione Regionale, per non perdere questa imminente importante occasione offerta dall’Unione Europea.”
Da rilevare che il progetto del CBM verrà pubblicamente presentato ancora ai primi di ottobre all’Area di Ricerca, mentre la serie degli incontri su “Costruiamo il futuro di Trieste”, sulle diverse possibilità di rilancio e sviluppo della città, inaugurata oggi, proseguirà con ulteriori appuntamenti di approfondimento tematico, il prossimo dei quali sarà incentrato sui problemi del “welfare” e della condizione sociale.

Tratto da ReteCivica

CASETTE DELL’ACQUA: UNA NOVITA’ CHE FA BENE ALL’AMBIENTE E AL PORTAFOGLIO

Inaugurate le casette dell’acqua, moderne strutture che permetteranno ai cittadini di avere acqua naturale e/o gasata di qualità nelle nuove “fontane pubbliche” con molti benefici per l’ambiente. Infatti le casette consentiranno di usufruire del bene più prezioso al mondo con vantaggi non da poco: la possibilità di bere acqua di acquedotto microfiltrata sempre fresca e controllata, la riduzione del consumo delle bottiglie di plastica con riduzione delle emissioni inquinanti prodotte durante la loro produzione, trasporto e smaltimento. Inoltre, la ‘casetta dell’acqua’ potrà diventare anche un luogo di aggregazione sociale, come lo era in passato la fontana pubblica.

L’Amministrazione Comunale, dopo attenta valutazione da parte degli uffici competenti, ha scelto la ditta ProAcqua Group di Rovereto (TN) per dare avvio alla sperimentazione di questa iniziativa, che è in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale, sia di sensibilizzazione della cittadinanza al risparmio energetico sia di riduzione della produzione di rifiuti di plastica con le conseguenti problematiche di smaltimento. E con gli indubbi vantaggi di far apprezzare l’acqua del proprio acquedotto, che nulla ha da invidiare alle più reclamizzate marche di acque minerali, e di far risparmiare i cittadini, visto che l’acqua delle “casette” ha un costo al litro di 5 centesimi di Euro.
La prima “casetta dell’acqua” in città è stata inaugurata nei pressi della Rotonda del Boschetto, nel rione di San Giovanni, alla presenza di un folto numero di cittadini ‘curiosi’ che hanno voluto subito sperimentare il funzionamento dell’innovativo erogatore assaggiando l’acqua. Sono attive, in via sperimentale anche altre due casette una a Rozzol-Melara e l’altra a Borgo San Sergio.
L’acqua – che nella prima settimana sarà erogata gratuitamente – potrà poi essere acquisita dai cittadini tramite tessere precaricate (da 3 e da 5 euro) reperibili presso le edicole (tessere con nuova tecnologia RFID che non possono essere né manomesse né smagnetizzate o contraffatte); una volta esaurita la tessera, basterà consegnarla in edicola e ritirare la nuova già caricata.
Fresca ed economica, l’acqua qui erogata offre condizioni vantaggiose per tutti i cittadini e soprattutto, oltre al risparmio, migliora il nostro ambiente urbano. I grandi risultati si vedono passo dopo passo e anche in questa caso, un po’ alla volta cerchiamo di apportare quei necessari benefici che ci aiutino a vivere meglio la quotidianità. “Oggi inauguriamo questa struttura auspicando che catturi l’interesse e sia utilizzata e apprezzata dai cittadini, con l’obiettivo di valorizzare l’acqua di rete e di far risparmiare i costi dell’impiego di bottiglie di plastica (trasporto, smaltimento)– ha affermato l’assessore Laureni -. Questo è un piccolo segnale che contribuirà perciò anche a tutelare l’ambiente.L’Amministrazione comunale ringrazia tutti gli uffici che hanno reso possibile la realizzazione delle casette dell’acqua e in particolare AcegasApsAmga per il fattivo e decisivo contributo e per l’assistenza prestata.

D’impatto gradevole nell’arredo urbano grazie al semplice design, la casetta eroga acqua liscia e gassata gradevolmente fresca in quantità pressoché illimitata tramite pulsanti elettrici a bassa tensione, programmabili per quantità e tipo d’acqua. Dotata di tettoia e progettata contro gli atti vandalici e senza sporgenze/appigli danneggiabili. E un piano d’appoggio per le bottiglie da riempire e per quelle già riempite. Ha anche a disposizione un monitor per le comunicazioni esplicativo e informativo. La vaschetta raccogli-gocce è direttamente collegata allo scarico per evitare la fuoriuscita d’acqua che d’inverno potrebbe ghiacciare. Dispone inoltre di un sistema di filtraggio a carboni attivi (che utilizza il ‘cocco’) e di trattamento organolettico di alta qualità, con lampada UV battericida sul beccuccio di erogazione per garantire la protezione da retro contaminazioni.
Ogni cittadino italiano spende mediamente 200,00 euro all’anno per l’acquisto di acqua in bottiglia. L’acqua è conservata nelle bottiglie di plastica da 3 a 9 mesi e nel prezzo per ogni bottiglia la “materia prima” (cioè l’acqua) incide per una frazione inferiore allo 0,5%; il resto è dovuto al costo della bottiglia, del trasporto e della pubblicità.
In una famiglia media si consumano 800 litri all’anno, pari a 540 bottiglie da 1,5 litri. Per produrle si impegnano 54 Kg di petrolio e 324 litri di acqua, emettendo 43 Kg di CO2 in atmosfera.
Per il trasporto si impiegano 11 litri di gasolio emettendo 26 Kg di CO2. Per lo smaltimento si impiega 1 litro di gasolio emettendo 57 Kg di CO2. L’acqua in bottiglia costa oltre mille volte di più dell’acqua del rubinetto e spesso la qualità non è migliore rispetto a quella dell’acquedotto comunale.
Ogni fontana ProAcqua installata eroga mediamente 1.500 litri al giorno.
Ogni mese, ogni casa dell’acqua ProAcqua installata eroga una media di 45.000 litri d’acqua facendo risparmiare lo smaltimento di 30.000 bottilgie di PET (1.200 Kg di Plastica), l’immissione in atmosfera di 250 Kg di CO2 per la produzione di dette bottiglie e 1.150 Kg di CO2 per la loro movimentazione. Ogni anno una casa dell’acqua ProAcqua City fa risparmiare tanta CO2 quanto 1650 alberi, installando quindi una nostra fontana in una città equivale a piantumate un bosco della grandezza di un campo da calcio.