Lettera ai cittadini di Trieste

Prima di scrivere questa lettera ho pensato a lungo se fosse o meno il caso. Me lo sono chiesto perché quello che stiamo vivendo è un momento molto delicato: il rapporto tra cittadini e politica ha raggiunto tali livelli di disaffezione e diffidenza da rendere sospetti anche i gesti più genuini. Corro il rischio e faccio una cosa un po’ fuori moda: Vi scrivo.
Quando ho accettato di candidarmi a Sindaco mi sono posto la stessa domanda: è il caso o no? La risposta non si è fatta attendere: sì. E, in questo caso, è la ragione a essere un po’ fuori moda: ho voluto candidarmi a Sindaco perché amo Trieste.
Spero quindi di non disturbarVi se Vi chiedo di leggere questa lettera, dedicata a Trieste e ai suoi cittadini.

Questa è la mia città, la città dove sono nato, dove vivono la mia famiglia e i miei amici, dove lavoro da sempre.
Ho accettato di candidarmi a Sindaco perché credo che questa città meriti molto di più di quanto ha avuto negli ultimi dieci anni. Sarò schietto, e voglio condividere con voi quello che vorrei fare per Trieste.
Voglio ridare a Trieste il ruolo di capitale europea che merita. Voglio che ricominci a dialogare con il suo entroterra naturale, l’est europeo, con la consapevolezza di essere elemento di coesione e pacificazione. Voglio renderla più vivibile, riavvicinandola al mare, chiudendo le rive del centro cittadino, con viabilità e parcheggi sotterranei. Voglio rianimare la sua vocazione culturale, mortificata dall’incapacità di capirne la ricchezza, nonostante la presenza di associazioni e artisti di fama nazionale, e in alcuni casi internazionale, completamente ignorati o malamente supportati.

Voglio una città aperta, con una visione chiara dell’importanza del suo porto.
Voglio rafforzare la nostra capacità d’accoglienza, potenziando la visione turistica.
Voglio dare una nuova fisionomia alla vita produttiva di questa città, rinnovarne la vocazione industriale, vergognosamente relegata ai margini da una politica sorda e cieca, che ha permesso lo scempio di un sito inquinato senza trovare soluzioni per la bonifica. Come è possibile attirare investimenti se non ci sono spazi da dedicare a nuove imprese?
Voglio essere un sindaco che litiga con Roma e la Regione per dare a questa città le linee aeree e ferroviarie di cui ha bisogno per crescere, sottraendola all’isolamento e ai collegamenti ottocenteschi.

Voglio una città dove nessun cittadino possa ritrovarsi privo d’aiuto e sostegno per vivere una vita decorosa. Voglio combattere la mancanza di lavoro e la povertà con determinazione; voglio impegnarmi affinché tutti si possano riconoscere in una comunità che include e non esclude. Soprattutto, voglio che i giovani possano riconoscersi in una comunità che sostiene e non mortifica la loro energia e il loro talento: vorrei ricominciassero a parlare di questa città come di un luogo dove restare, o ritornare, e non da cui dover scappare per la mancanza di troppe cose.
E poi voglio, come già in queste settimane, continuare ad ascoltare: c’è tanto bisogno dell’aiuto di tutti per capire come agire e come poter costruire un programma di governo partecipato.
Giro i rioni, siete in molti a volermi dare idee e suggerimenti. Riscopro la città direttamente dal racconto e dalle aspettative di Voi cittadini.
Scrivetemi quello che vorreste per la città che amiamo. Grazie.

Roberto Cosolini
Candidato Sindaco di Trieste

Porto: non possiamo piangere se Capodistria corre, Trieste deve almeno cominciare a camminare

Foto di Gabriele Crozzoli
Mentre scrivo questa nota sembra probabile che il progetto Unicredit prenda la via di Capodistria, magari in abbinamento con il Molo VII raddoppiato e la piattaforma logistica, se si farà….Come ha giustamente scritto Roberto Morelli su Il Piccolo qualche giorno fa potrebbe addirittura essere un vantaggio per Trieste, che peraltro poco o nulla ha fatto per meritarselo: le dimensioni del progetto richiedono il pieno coinvolgimento del nostro terminal container, che nell’idea originale su Monfalcone era in qualche modo in posizione secondaria, e gli investitori certo vorrebbero il collegamento ferroviario tra i due poli del progetto.
Si potrebbe discutere se avevano ragione gli scettici o coloro che peroravano un’accoglienza più convinta di quella riscontrata in regione da Unicredit; certo è che il Governo, a parte gli annunci di Frattini privi di seguito, nulla ha fatto di concreto, perché tirato da più parti dalle varie lobbies portuali nostre concorrenti, e ha dimostrato di non avere una strategia per quest’area e per l’Alto Adriatico. La Regione a guida Tondo è semplicemente imbarazzante per come tratta Trieste in tutti i campi e il centrodestra locale subisce questa nostra marginalizzazione. Lamentarsi non serve e perciò ci sono due cose che dobbiamo fare:
-esercitare un’azione autorevole e continua verso Governo e Regione in nome di questa città, che non chiede assistenzialismo, ma semplicemente le infrastrutture necessarie per il suo futuro, comunque legato ai flussi, siano questi di merci o di persone, di turisti o di ricercatori
-attrezzare questo nostro Porto ad essere competitivo perché non possiamo piangere se Capodistria corre, dobbiamo almeno cominciare a camminare e vedrete che a quel punto saranno i nostri vicini, a est come ovest, a volersi integrare con noi
Le cose da fare: raddoppio del Molo VII e modernizzazione degli altri terminali, piattaforma logistica, ottimizzazione della rete ferroviaria esistente in modo da renderla capace di arrivare fino ad 1 milione di teu all’anno (4 volte il trasporto attuale), liberalizzazione della gestione del traffico merci per abbattere le tariffe oggi troppo elevate. Ce ne sono altre, ma se intanto cominciamo da queste il Porto di Trieste ricomincia ad essere attrattivo

Roberto Cosolini a Ponziana – Verde pubblico, edilizia popolare e l’importanza della Microarea

La visita di Roberto Cosolini a Ponziana è cominciata con il sopralluogo a quelli che dovrebbero essere degli spazi verdi di aggregazione e appaiono in realtà come delle piccole giungle molto poco attraenti. «Far diventare Trieste una città policentrica è un progetto concreto per ridare ai residenti di ciascun quartiere una miglior qualità della vita» ha affermato Cosolini. Spazi verdi o pedonali, luoghi di sosta e socialità per bambini e anziani in ciascun rione saranno una priorità del programma del candidato sindaco.
Nella lunga passeggiata attraverso Ponziana Roberto Cosolini ha toccato con mano la situazione di degrado in cui versano alcune porzioni di edilizia popolare come quelle di Via Battera. Il disagio non è però solo nei palazzi.
E’ qui che opera una delle dieci Microaree nate nel 2005 come emanazione dell’Azienda Sanitaria; il compito è quello di dare una prima risposta ai residenti, lavorando in maniera integrata tra Comune, Azienda e Ater. I risultati sono il frutto di progetti mirati a sviluppare il senso di comunità, ma «guai abbassare la guardia di fronte alle difficoltà sanitarie e sociali» ammonisce Roberto Cosolini «L’investimento in queste aree deve essere sempre costante e possibilmente incrementare per dare la possibilità a coloro che operano sul territorio di cogliere e rispondere alle esigenze dei cittadini».

Roberto Cosolini al Quadrilatero di Melara – Si parla di sicurezza, aumento degli affitti e manutenzione

Roberto Cosolini ha visitato il Quadrilatero di Melara e incontrato i rappresentanti di alcune associazioni che operano al suo interno.Si parla anzitutto di case e strade in questa realtà per troppo tempo rimasta quasi estranea alla città. «E’ emersa l’esigenza di mantenere in pianta stabile i vigili di quartiere o in alternativa di installare una serie di telecamere non tanto per risolvere problemi di sicurezza personale – che sono fortunatamente più rari di una volta» ha commentato il candidato sindaco «quanto piuttosto come dissuasore dei fenomeni di vandalismo che colpiscono il Quadrilatero; segnale evidente di quanto siano ritenuti importanti gli spazi comuni curati». I residenti lamentano anche la necessaria e tempestiva manutenzione di lampioni e marciapiedi, ma sollecitano anche la creazione di uno spazio verde aperto ai cani.
Molto sentito è ovviamente il problema dell’aumento degli affitti in questo grande complesso ancora parzialmente di proprietà Ater.
Cosolini annota tutte le istanze sul suo ormai famigerato “quadernone”, che «non rimarrà un libro dei desiderata inevasi, ma servirà a creare una mappa delle esigenze d’intervento più urgenti della prossima giunta» ci tiene a specificare.
Qui trovate le testimonianze dei cottadini del rione emerse durante la campagna Tra La Gente.

Roberto Cosolini a Barcola e Gretta – Traffico, parcheggi, ma anche socialità e assistenza

Foto di Eric Medvet

Roberto Cosolini incontra gli abitanti di Gretta e Barcola presso il Circolo Culturale Sloveno di Via Bonafata. Si parla di traffico, posteggi, pulizia delle strade, croce più che delizia di tanti rioni, ma emergono anche le “particolarità di quartiere”: si lamenta la mancanza di centri di aggregazione, ci si domanda cosa succederà di Villa Stock e gli addetti ai lavori spiegano l’utilità di una struttura come il CSM di Viale Miramare.
Dopo l’incontro il candidato sindaco sintetizza:«Gli ingorghi in Gretta sono diventati un piccolo dramma per i residenti e coloro che arrivano in città attraverso Strada del Friuli. Negli orari di entrata e uscita dalle scuole il posteggio selvaggio impedisce il normale flusso veicolare causando lunghissime code. E’ necessario contemperare la legittima esigenza dei genitori di portare i propri figli a scuola, accanto all’altra – altrettanto motivata – dei cittadini che desiderano percorrere in tempi ragionevoli una strada di scorrimento».
Particolare attenzione è stata riservata al tema della socialità e dell’assistenza. Roberto Cosolini afferma:«E’ necessario rilanciare l’area delle politiche sociali – che ora appare atrofizzata – grazie a buone pratiche innovative. Siamo un Comune dalla fortissima tradizione in questo campo, ma i tagli indiscriminati degli ultimi anni rischiano di azzerare un lavoro storico».
Qui trovate le segnalazioni dei cittadini del rione raccolte durante la campagna Tra La Gente.

Il programma partecipato della campagna Tra La Gente: il primo intervento di Trieste Polis Digitale

8.026.758 banner pubblicati online, 5.293 click da parte dei triestini, 2.274 questionari compilati tra internet e banchetti nelle vie della città. Ma anche 7 priorità stringenti per il Sindaco di Trieste 2011 e le indicazioni al Pd su come deve cambiare il proprio atteggiamento verso i cittadini. Questi i numeri e i risultati della campagna Tra La Gente, iniziativa del Partito Democratico per comprendere e raccogliere le idee di tutti i cittadini per la Trieste che vorrebbero.
Comincia da qui la pubblicazione dei materiali dell’evento “Trieste Polis Digitale“, incontro tra Roberto Cosolini e la comunità digitale della città, per ascoltare e accogliere le proposte dei cittadini più esperti su come internet e i nuovi media possano ottimizzare i servizi e le politiche del Comune di Trieste.
A presentare sintesi e risultati di “Tra La Gente” è stato Enrico Marchetto, curatore assieme ad Enrico Maria Milič della campagna.

Qua trovate il pdf con i risultati della campagna

Lettera aperta a Paolo Rumiz

Caro Rumiz,
ho letto il Suo articolo di mercoledì 9 marzo e ho deciso di scriverLe innanzitutto per confermare che farò proprio come Lei dice: non accetterò mercanteggiamenti di alcun tipo e lascerò la destra cuocersi nel suo brodo.
Vede, io voglio proprio essere quel panzer che Lei ha dipinto quando mi ha intervistato dopo i quattro servizi sulla “storia” del nostro Porto su cui ha aperto squarci di luce assolutamente necessari. Voglio essere il panzer che abbatte a Trieste i muri dell’immobilismo, del no se pol, della paralisi che toglie lavoro ai giovani ma assicura rendite e privilegi agli amici e agli amici degli amici…di chi? Di un sistema di potere a cui tutti i big del centrodestra hanno portato il loro bel mattoncino: Camber certo, ma anche Dipiazza, Menia, Antonione….Oggi sono divisi, si rinfacciano di tutto, qualcuno si è scoperto la vocazione alla rottamazione delle cupole dopo esserne stato estromesso o penalizzato: ero contrario alla nomina della Monassi, ma il candidato di Antonione e Menia era un manager internazionale esperto di porti e che parlasse cinque lingue o piuttosto il sindaco uscente in cerca di collocazione? Non è mai troppo tardi, ricordava il mitico maestro Manzi, ed è vero, ma i protagonisti di questa vicenda di potere, che hanno cominciato con la Lista per Trieste che “spedì” Generali a Mogliano, che hanno combattuto una guerra interna di potere fra clan a spese dell’Expo, che si sono accordati in questi anni su presidenze a FI e vicepresidenze ad AN “everywhere”, che ci hanno propinato il disastro del sito inquinato, che hanno promesso la chiusura della Ferriera tre volte in tre campagne elettorali, è bene che riposino un po’ tutti!
Nella loro guerra usano rinfacciarsi voglie di inciuci con il centrosinistra per attaccarsi: quindi un giorno mi attribuiscono Bandelli, poi Camber, mentre nel frattempo SEL teme che apriamo al “finiano” Menia; se il centrodestra candidasse Tononi mi attribuirebbero connections con Dipiazza o Antonione.
Sarò chiaro: voglio sconfiggerli per il bene di Trieste e voglio farlo insieme con la mia coalizione e con le persone per il bene di questa città, stanche di immobilismo, della loro voracità e delle loro faide, del blocco del porto, ma anche dei danni che tutti loro assieme con Tondo e la Lega Nord ci hanno causato in questi due anni, abolendo il reddito di cittadinanza, smantellando pezzi di welfare, cancellando Fest, trattandoci come una piccola città di provincia, infischiandosene dei treni che mancano o della piattaforma logistica. Chi di loro si è distinto di fronte a questo scempio a spese di Trieste? Chi ha protestato in Regione o al Parlamento? Nessuno! E per questo nessuno di loro voglio come alleato palese o occulto.
Giro i rioni, incontro anziani e giovani, commercianti arrabbiati, disoccupati e chi il lavoro ce l’ha ma non sa fino a quando, situazioni di abbandono e di degrado: proprio dopo aver letto il Suo articolo sono stato alla microarea di Ponziana e nel ghetto di via Battera, a toccare con mano povertà e disagio e a sentirmi dire: “Una volta c’era almeno il reddito di cittadinanza”. Chi di loro si è distinto su questo, invece che sulla lotta per le “careghe”? Voglio una Trieste ancor più bella, la voglio importante, che includa e dia opportunità: per questo, non tanto per appartenenze partitiche o di schieramento, andiamo serenamente ma con grande forza ed energia avanti per la nostra strada.

Grazie
Roberto Cosolini

Il rilancio del lungomare è un valore in più che non penalizzerà gli altri interventi importanti

A proposito di auto sulle Rive, vista la discussione interessantissima innescata dalle mie dichiarazioni aggiungo qualche considerazione:
a) non c’è nessuna contraddizione tra il voler rilanciare il lungomare ed effettuare interventi sui rioni (ho già detto che saranno prioritari e lo confermo) o le bonifiche, il porto o altri temi: afferiscono a obiettivi ed interventi che vanno perseguiti comunque
b) i progetti di parcheggi sulle Rive esistono già, sono previsti nel piano parcheggi, inspiegabilmente tenuti fermi dal Comune, nonostante siano in project financing e non costino nulla: consentirebbero un primo risultato ovvero togliere le macchine dai parcheggi a pagamento di superficie e creare un primo spazio vivibile sul mare per pedoni, turisti, bici ecc. E ripeto non prevedono risorse pubbliche
c) lo sapete che tutti i progetti presentati a suo tempo, quando assessore all’inizio dell’era Dipiazza era l’arch. Bradaschia, per il concorso sulle Rive prevedevano una parte di circolazione sotterranea? Poi Bradaschia è stato sostituito, Dipiazza ha messo via tutti i progetti e ha optato per “l’autostrada” poi affidata all’impresa Bruno (immortalata anche con una targa…). Ritornarci sopra subito certo non è opportuno, ma se guardiamo al medio periodo – e un governo della città lo deve fare – una scelta che si è rivelata limitativa e inadeguata può essere messa in discussione.

Certo costi e impatto andranno valutati, ma va anche valutato il valore per l’immagine di Trieste, la sua qualità della vita, l’attrazione turistica di un lungo mare libero e vivibile. Del resto se vogliamo puntare sulla qualità della città, del suo ambiente, delle sue risorse (tra cui il mare) come volano di sviluppo, invece che su rigassificatore o ferriera, qualche scelta coraggiosa la dovremo pur fare o no? Ripeto: senza penalizzare o posporre altri interventi urgenti ed importanti.

Via il traffico dalle rive, Trieste riconquista il mare

Foto di Eric Medvet
Riavvicinare la città al mare. Oggi Trieste è una città in cui il mare sembra impossibile da raggiungere: in riva al mare c’è più spazio per le automobili che per le persone.
Sin dall’inizio della sua avventura elettorale, il candidato sindaco del centrosinistra Roberto Cosolini non ha perso occasione di ribadire che quello dell’avvicinamento al mare, della possibilità per tutti i cittadini di disporre di luoghi “sul mare”, sarà uno dei punti fermi della propria amministrazione.
Come? Le azioni concrete che Cosolini immagina per la “riconquista del mare” sono solo uno dei tanti aspetti contenuti nella lettera che Cosolini invierà prossimamente a tutti i triestini e le triestine.
Uno dei passaggi chiave è proprio quello dedicato a quanto il candidato sindaco desidera poter fare per le rive: eliminare la circolazione delle automobili, realizzare i parcheggi sotterranei, restituire alle persone, alle passeggiate dei cittadini la parte centrale delle rive.
Spiega Cosolini: “Le rive oggi sono un’autostrada, cui riconosciamo un unico merito: di aver velocizzato il traffico. Per il resto, la separazione delle persone dal mare non poteva essere più netta, e il percorso sostanzialmente ostile ai pedoni: si pensi ai parcheggi, all’attraversamento in due tempi che obbliga a sostare nello mezzo di una via a grande scorrimento. La circolazione e la fisionomia delle rive va ripensata”. Per farlo, ci vogliono soluzioni coraggiose, come sottolinea Cosolini: “Come sindaco, desidero innanzi tutto realizzare i parcheggi sotterranei, oggi inspiegabilmente bloccati. Quindi andare oltre: realizzare un sottopasso per la circolazione sotterranea. Un progetto che renderebbe la parte centrale delle rive uno dei luoghi più vivibili e incantevoli che si possano immaginare sul mare”.

E-Mozione in comune: fare obbligo al Consiglio Comunale di dibattere un testo sottoscritto online da 2000 cittadini

Il Comune di Trieste con Sindaco Cosolini farà obbligo per il Consiglio Comunale di dibattere tutte le ‘E-Mozioni’ presentate online e sottoscritte via internet da almeno 2.000 cittadini. Questa l’idea che intende sfruttare le nuove tecnologie per rendere più immediati i rapporti tra cittadinanza e scelte politiche. Internet come base di condivisione e di maggior partecipazione dei cittadini alla pubblica amministrazione.
La proposta è stata illustrata nel pomeriggio di ieri, durante l’evento “Trieste Polis Digitale“, incontro tra Roberto Cosolini e la comunità digitale della città, per ascoltare e accogliere le proposte dei cittadini più esperti proprio su come internet e i nuovi media possano contribuire a cambiare i servizi e le politiche del Comune di Trieste. Trasparenza, partecipazione ed efficienza, queste le tre parole chiave sulle quali il candidato sindaco si è espresso in maniera convinta nel proprio intervento finale, e che ben riassumono quanto illustrato dai dodici relatori della serata.

Il progetto E-Mozione ben concretizza tutte le tre componenti. Trasparente come tutto ciò che si trova online, sempre a disposizione di tutti, immediatamente a disposizione di chiunque voglia partecipare ed efficiente, essendo un filo diretto tra cittadini e comune.
E’ diretto al numero sempre crescente di cittadini che usano su base quotidiana il computer e internet, che ormai è divenuto centro nevralgico di molti dibattiti e aggregatore di gruppi e comunità di cittadini che condividono obbiettivi civici, culturali e politici.
Come funzionerebbe?
Un’area apposita del sito del Comune di Trieste, con Cosolini Sindaco, verrà riservata alla partecipazione diretta da parte dei cittadini. In quest’area ci sarà lo strumento per la ‘E- Mozione’, che funzionerà così:
1) Previa il pagamento di una tassa simbolica, ogni cittadino di Trieste potrà depositare in Comune il testo di una ‘E-Mozione’.
2) Il testo verrà pubblicato online nel sito del Comune di Trieste e a quel punto potranno partire le sottoscrizioni da parte dei cittadini.
3) Ogni cittadino per rendere valida la sua sottoscrizione, dovrà dichiarare i propri nome, cognome, indirizzo di residenza nel Comune, età di nascita.
4) Per rendere valida la sottoscrizione, il cittadino dovrà lasciare o il proprio codice fiscale OPPURE inserire un codice univoco e personale inviato via sms dal Comune al cellulare del sottoscrittore durante la procedura di sottoscrizione.
5) Ogni cittadino potrà facoltativamente lasciare i propri indirizzi email e cellulare per essere aggiornato se la ‘E-Mozione’ avrà raggiunto i 2.000 sottoscrittori e per sapere il risultato del dibattimento in Consiglio Comunale.
Esistono già delle iniziative simili:
E-Petition promosse dal Governo laburista in Gran Bretagna
Nuovo progetto sulle e-petition promosse dal governo Cameron
E-Petitions, Scottish Parliament
Europetition, iniziativa privata per sostenere petizioni online al Parlamento Europeo

Qui potete scaricare il PDF di presentazione dell’iniziativa.

Diario di un viaggio tra i cittadini di Trieste

Qualcuno definisce anomala questa prima parte della mia campagna elettorale condotta in solitario, senza cioè l’avversario indicato dal centrodestra: io la trovo invece molto bella ed appassionante, un vero e proprio “viaggio” in una Trieste di aspettative, problemi, idee e speranze. Fa bene incontrare i cittadini, nei quartieri, nelle piazze, nelle associazioni, in incontri informali; fa bene ascoltare e prepararsi a rispondere nelle prossime settimane con un programma che sarà concreto e ambizioso allo stesso tempo.
Tanti, tantissimi temi emergono da questi incontri, al punto da indurmi a dotarmi di un grande “quadernone” che è diventato il diario di questo viaggio, ma ce ne sono tre che forse emergono con più forza.
Il primo è la questione del lavoro, dei giovani innanzitutto, e quindi del futuro economico di Trieste. Colpisce che siano proprio gli anziani a sottolinearlo come il primo problema, davanti alle loro pensioni insufficienti o alla domanda di servizi. Eppure è così: da un lato perché i vecchi non sono egoisti e sentono perciò il problema del futuro e non solo del presente. In diversi mi hanno raccontato di essersi trovati nella situazione di dover aiutare con la propria pensione o i propri risparmi un figlio o un nipote che hanno perso il lavoro o non lo trovano.
Di questa nostra idea di una Trieste che rinasce dobbiamo perciò mettere economia e lavoro al primo posto.
Il secondo tema è quello dei rioni ridotti a dormitorio: pochi servizi, traffico, mancanza di punti di aggregazione, manutenzioni non fatte, la sensazione diffusa che l’attenzione si sia concentrata esclusivamente sul “salotto buono” della città. Dobbiamo perciò lavorare sull’idea che i rioni possano diventare dei piccoli “centri” attraverso una rivitalizzazione urbanistica che preveda spazi da pedonalizzare, arredo urbano, servizi, valorizzazione del piccolo commercio e delle iniziative culturali.
La terza grande questione è quella del rapporto fra i cittadini e la politica, che poi vuol dir due cose: garantire la trasparenza e quindi la totale conoscenza da parte dei cittadini e favorire la loro partecipazione per contribuire alle scelte. Su questi aspetti mi sento fin d’ora di garantire una casa comunale di vetro, dove i cittadini avranno la possibilità di “leggere” tutto ciò che riguarda l’amministrazione civica ad esempio attraverso il web. Contemporaneamente, saranno attivati nuovi strumenti per garantire il diritto di farsi ascoltare e di partecipare alle nostre scelte.
Roberto Cosolini

Governo, Regione e Comune disinteressati al Porto

Foto di Gabriele Crozzoli per l

Unicredit verso Capodistria? Se confermata la notizia scatenerà i contrapposti commenti sia di chi non ha mai creduto al progetto, sia di chi invece ritiene potrebbero essere le troppe incertezze e i troppi ostacoli ad aver affossato l’idea originale. Forse c’è un po’ di vero in tutte e due le reazioni e in ogni caso emerge chiaramente come il Governo non abbia una strategia per lo sviluppo del sistema portuale e si divida sulla base della capacità delle varie lobbies territoriali di tirare per la manica questo o quel ministro. Ciò che rimane sul tavolo è la mancata scommessa sull’Alto Adriatico. Qui da noi fra balbettii della Regione, incapacità di far arrivare i soldi per la piattaforma logistica e litigiosità anche fra Trieste e Monfalcone, la lobby territoriale proprio non c’è stata.
Oggi ancora di più si conferma la mia idea: per essere presi in considerazione da questo o quell’investitore bisogna smetterla di star fermi e cominciare a camminare. Per il nostro Porto ciò significa avviare fin da subito alcuni provvedimenti; per la loro realizzazione intendo battermi a tutti i costi: attuazione delle opere del Piano regolatore varato da Boniciolli (e in particolare raddoppio del Molo VII e piattaforma logistica), accordo con Ferrovie e Regione per il potenziamento dell’attuale collegamento ferroviario, che con investimenti contenuti è in grado di arrivare a trasportare un milione di teu all’anno (quasi 4 volte il volume attuale), abbattimento delle tariffe ferroviarie anche grazie al superamento del monopolio della gestione dei trasporti, creazione della zona retroportuale a Fernetti, e infine, la realizzazione di un sistema portuale con unica Authority fra Trieste e Monfalcone.