Cosolini al villaggio del fanciullo: “la questione sociale priorità della nostra agenda”

“La questione sociale dovrà essere un punto centrale dell’agenda della prossima amministrazione comunale”. Il candidato sindaco del centrosinistra Roberto Cosolini rinnova la propria attenzione e impegno in tal senso: anche oggi, nel corso della visita al Villaggio del Fanciullo, accompagnato dal neosegretario del Pd triestino Francesco Russo, ha colto l’occasione per sottolineare l’importanza di conoscere, da vicino, tutte le principali esperienze cittadine nel sociale – anziani, minori, povertà. “Sono realtà fondamentali nella costruzione di una rete di protezione sociale che sia diffusa, accessibile, efficace”.
Il Villaggio del Fanciullo costituisce di per sé “un esempio illuminante e concreto di quanto si può fare per intervenire nelle situazioni di disagio, di come educazione e lavoro siano due straordinarie forze per prevenire o arginare l’emarginazione”.
Don Pier Giorgio Ragazzoni e suoi collaboratori hanno illustrato al candidato sindaco le attività del Villaggio, sia educative che professionali. Commenta Cosolini “Ciò che colpisce del Villaggio del Fanciullo è come, nel tempo, abbia saputo costruire e consolidare un sistema integrato d’accoglienza, di accompagnamento verso l’autonomia e verso la costruzione di una professionalità: un sistema che trova nella collaborazione pubblico/privato uno dei sui punti di forza”.
Valorizzare i rapporti tra il pubblico e i tanti interlocutori del sociale – enti specifici, associazionismo, volontariato – : per Cosolini questa è una priorità, un passaggio fondamentale non solo per offrire ai cittadini una protezione sociale più vasta ed efficace ma anche per “creare un clima di solidarietà basato sulla conoscenza reciproca, sulla consapevolezza non solo di quanto c’è da fare ma di quanto effettivamente già si fa”.

Lasciatemi ricordare a modo mio Sergio Coloni

Ricordare Sergio Coloni vuol dire ricordare una vita di impegno politico, di vera passione civile, di amore per Trieste; ciò che mi ha sempre colpito di lui poi è stata anche l’estrema semplicità e immediatezza: dovrebbe essere così per tutti coloro che rivestono incarichi pubblici ma spesso la realtà è diversa. Da dirigente di associazione di categoria sono andato più volte nel suo studio di parlamentare dove Coloni ti spingeva subito ad andare sul “fisso” e si dimostrava sempre attento ed informato. Quanti provvedimenti per Trieste sono in quegli anni passati grazie alla sua capacità e competenza nel portarli avanti!

Sergio Coloni poi negli ultimi anni si era iscritto al PD e quindi sono stato l’ultimo suo segretario di partito: in quel periodo ci siamo sentiti ed incontrati alcune volte e oltre a ricevere da lui consigli sempre utili, mi colpiva l’estrema passione e convinzione con cui parlava del PD, la voglia di convincere e stimolare gli elettori all’epoca delle Europee del 2009, la convinzione che si dovesse essere uniti proprio mentre tanti si soffermavano più a enfatizzare le differenze interne.Uscivo da questi momenti sempre incoraggiato ad andare avanti. Lui veniva da lontano, da una vita nella Democrazia Cristiana ma come le persone di valore sanno fare capiva e interpretava i cambiamenti e sapeva perciò essere innovativo.Per questo oltre a ricordare l’on Sergio Coloni, parlamentare di valore, dirigente della Dc per tanti anni, uomo ascoltato a Roma, lasciatemi ricordare anche Sergio Coloni, iscritto entusiasiasta al Partito Democratico di Trieste.

Mi piace: l’alabarda, simbolo di Trieste

Foto di Eric Medvet

L’alabarda è il simbolo di Trieste. Per questo, è stata scelta come inizio dell’appuntamento fotografico settimanale dedicato alle cose belle della città. Senza dimenticare però le cose brutte, che saranno caratterizzate dall’etichetta “Non mi piace!”. Insieme, con idee e proposte, potremo pensare a come valorizzare o migliorare questi ritagli cittadini.

Una vera alabarda

Molti lo sapranno già, ma in realtà l’alabarda di Trieste non è esattamente una vera e propria alabarda, arma che presenta una corta scure. L’emblema cittadino è piuttosto una lancia, e infatti veniva chiamata “lancia di San Sergio”, tribuno convertitosi qui al cristianesimo. Venne punito per questo con la decapitazione in Siria, e la tradizione narra che lo stesso giorno un’alabarda cadde nel suolo cittadino.

L’alabarda è usata come stemma cittadino sicuramente fin dal tredicesimo secolo, se non addirittura dalla nascita del libero comune, cento anni prima.

Se avete delle foto da proporre di cosa “Vi piace!” e cosa non “Vi piace!” di Trieste, mandatele pure a [email protected] oppure postatele sulla pagina facebook Per Cosolini Sindaco di Trieste 2011. Grazie!

La polemica smontata…per l’entrata

La scusi, la smonta anche lei? Sta facendo il giro di facebook la foto di Roberto Cosolini intento a scendere dall’autobus dall’entrata, nel giorno della prima uscita a Roiano di “Rioni al centro”. Qualcuno vi ha ricamato sopra qualche accenno di polemica, ma la maggior parte delle persone sta condividendo e commentando con ironia e simpatia l’accaduto.
Ecco una selezione dei commenti migliori trovati in rete:

“E’ EVIDENTE che Cosolini stava salendo sul bus facendo moonwalk. Io c’ero e posso testimoniare. XD”

“in anglo triestin language: ” the big simpatic and smailing triestin major left wing candidate passing through a bus port against hand” ( because the second port, the “out” one was too little to farlo pasar….)”

“Notiziona!!! Complimenti a chi l’ha scovata, così si che si riuscirà ad incastrare il futuro sindaco. Altro che concussione o favoreggiamento della prostituzione. Cosa prevede il codice penale nel caso in cui si scenda dalla parte sbagliata? La Procura ha già aperto un fascicolo?”
“Secondo me prevede un’ombrellata in testa dalla “veccietta” che voleva salire sul bus in quel momento!”

“Controccorrente…bene!”

“Ho visto il video e pure le foto. Molto bene. Consiglierei a Roberto di indossare una sciarpa per ravvivare il paltò. Non azzurra (per ovvie ragioni)….magari beige…”

“Mia nona me ga dito che una volta no i gavessi lassà! …ma dopo xe rivada quela maledeta barca e pian pianin xe andà tuto a remengo 😉 …mi digo anca che una volta i gavessi scrito entrata con la E maiuscola, ma no ghe xe più gnanca rispeto per l’ortografia ;)”

“me par che nol sia de dx…probabilmente el sa ga girado a sx e via la prima porta…”

Non sono mancate infine le disquisizioni semiserie sull’efficacia della divisione tra porte d’entrata ed uscita:

“Bravo Cosolini! Si dovrebbe poter entrare e uscire da tutte le porte. Prima si scende poi salgono i passeggeri alla fermata. Come nella metro.”
“soprattutto avrebbe senso eventualmente messa al contrario: si sale dal centro e si esce dai lati così si sdoppiano le code…”
“no stemo scherzar. senza l’uscita in mezo con che scusa i veci sburtassi i giovini coi zaini che resta sempre de drio a blocar el pasagio?”
“anch’io son contro la divisione. abolire la divisione significherebbe costringere la gente alla calma, ad abbassare i ritmi e i volumi delle polemiche da bus.”
“ma non ha alcun senso… non ho mai visto altrove questa divisione idiota!!! in Metro scendono tutti e poi salgono gli altri.”
” ‘altrove’ no i ga gnanca el pedocin. si ale divisioni, si al pedocin, si ale entrate/uscite, si ai veci col capel!”
“Sì ai veci che ga odor de naftalina e anti-tarme”

Entro 12 mesi, uno spazio da destinare ai giovani tra Porto Vecchio e Campo Marzio

Foto di Gabriele Crozzoli
Cosolini dichiara la necessità e l’impegno di trovare, dopo dodici mesi di mandato, uno spazio significativo dedicato ai giovani tra porto vecchio e campo marzio. Oltre a ciò, indica nello sviluppo economico l’obbiettivo primario sul quale dovrà concentrarsi la futura amministrazione, togliendo la città dall’isolamento logistico in cui si trova e cominciando un processo di sburocratizzazione senza il quale sarà difficile uscire dall’immobilismo.

Questi alcuni dei grandi temi trattati dal candidato sindaco lunedì 24 gennaio, durante l’incontro con i giovani triestini al Naima Jazz Club, importante prosecuzione del percorso di ascolto iniziato sabato con la prima uscita nei rioni della città. I giovani, in gran parte studenti, hanno potuto esporre le loro perplessità ed aspettative durante la prima parte della serata, per poi ascoltare a loro volta le risposte di Cosolini.

In questo contesto, Cosolini rileva subito la necessità di uno spazio di aggregazione, culturale e ricreativo, da dedicare ai giovani, nel cuore della città ed in riva al mare, tra porto vecchio e campo marzio, in cui ci possa essere una biblioteca, un’emeroteca, una sala prove musicali e teatrali, uno spazio ristoro e una sala esposizioni, un luogo dove i giovani possano esprimersi ed incontrarsi, per incubare e promuovere progetti d’impresa e culturali di valore. Tra i posti papabili, il molo IV, il salone degli incanti o, probabilmente il più adatto allo scopo, l’ex magazzino vini.

Tra i problemi segnalati dai ragazzi durante l’incontro vi sono i parcheggi, con la proposta di realizzare un ring esterno alla città potenziando il servizio di trasporto pubblico, la scarsità di attività ricreative, l’assenza di un luogo pubblico in città dove poter studiare anche in orario serale, la gestione dei rifiuti, il problema delle case, con la proposta di recuperare le case sfitte, la mancanza di posti di lavoro e di risorse investite per i giovani.
Si parla di molti ragazzi che vanno via, e del fatto che il comune dovrebbe cercare di attirare dei privati che abbiano voglia di investire nella città. Uno studente di giurisprudenza fa notare che ben il 95% dei laureati di questa facoltà deve andarsene da Trieste per trovare lavoro, e auspica una spinta maggior verso la collaborazione internazionale per creare maggiori sbocchi occupazionali. Posti di lavoro che, suggerisce un altro ragazzo, potrebbero essere recuperati anche incentivando le strutture di aggregazione quali i ricreatori, impegnando così i molti educatori formatisi in questi anni a Trieste.
Si tocca infine il tema dell’isolamento della città, difficile da raggiungere dal resto dell’Italia e dagli altri paesi.

Cosolini affronta tutti i temi introdotti dai ragazzi, in primis quello dei parcheggi e dei trasporti, confermando il bisogno di dotare la città di parcheggi esterni collegandoli al centro con il trasporto pubblico, caratteristica delle città moderne. Da potenziare anche il servizio dei trasporti pubblici serali, per i quali va incentivata però sia l’offerta che la domanda. La raccolta differenziata va assolutamente migliorata, anche con l’introduzione del porta a porta. A riguardo Cosolini ricorda che siamo a rischio di infrazione da parte dell’Unione Europea a causa del pesante ritardo.
Per quanto riguarda le fonti rinnovabili, sembra “paradossale che si faccia così poco in una città in cui ci sono moltissimi centri di ricerca”. L’obbiettivo è quindi quello di dotare gli edifici pubblici di fonti di energie rinnovabili, quali il fotovoltaico e il geotermico.

La prima cosa da fare tuttavia è concentrarsi sullo sviluppo economico, se non c’è produzione di ricchezza non c’è nemmeno la liquidità da redistribuire a tutti i servizi. Ed alla base di questo rilancio economico ci sono i collegamenti, la città va tolta dall’isolamento in cui si trova. Bisogna poi impegnarsi in un’opera di sburocratizzazione, in modo che le persone possano attivare nuove attività. La politica deve creare la strada per poter far correre le idee delle persone.

L’intervento si chiude con una riflessione sul mondo dell’università: “Trieste è una città con l’Università ma non è ancora una città universitaria”. L’organizzazione dei servizi cittadini dovrebbe assecondare i bisogni dell’Università, con agevolazioni per le case e per i trasporti. La conoscenza dà la capacità alle nuove generazioni di produrre ricchezza, per questo si dovrebbe investire di più sulla ricerca.