Casa Pound in Municipio oscura la fotografia di Mattarella

È troppo attendersi dal Sindaco una chiara parola di condanna dell’atteggiamento di Casa Pound ieri in una sala del Municipio, offensivo verso il Presidente della Repubblica e la bandiera dell’Europa?

Eppure ha giurato sulla Costituzione e dovrebbe difenderne la natura antifascista e difendere le Istituzioni repubblicane… senza se e senza ma dovrebbe condannare Casa Pound, senza cioè rispolverare gli “opposti estremismi”.

È capace di farlo? Oppure pensa di ricordarci per la millesima volta il concerto dei Tre Presidenti? Non basta, sono successe troppe cose negli ultimi due anni che vanno nella direzione opposta allo spirito di quella serata, cose che lo vedono talora partecipe, talora spettatore silenzioso e inerte.

Appalto Cattinara: urge incontro con Assessore e Azienda Sanitaria

Sono primo firmatario di una richiesta di convocazione della Terza Commissione (Sanità) avente ad oggetto la situazione dell’appalto per la ristrutturazione di Cattinara, sottoscritta anche dai colleghi del gruppo PD Russo, Santoro, Conficoni, Moretti.

Cittadini e operatori della sanità sono preoccupati. I mezzi di comunicazione parlano dello stallo del cantiere, della possibile risoluzione del contratto, con un prevedibile seguito di contenzioso, e dell’alto rischio di un lungo stop ai lavori.

È impensabile che il Consiglio Regionale, ovvero l’istituzione che approva il bilancio della sanità regionale, riceva informazioni sui fatti unicamente attraverso i media. Le conseguenze negative che lo stop avrebbe sull’attività degli operatori e quindi per la qualità del servizio ai cittadini, sono facilmente immaginabili, è assolutamente prioritario affrontare il problema.

Per questo riteniamo necessaria una urgente convocazione della Terza Commission, alla presenza dell’Assessore e del Commissario dell’ASUITS  in modo da consentire ai Consiglieri, anche attraverso le necessarie audizioni, di acquisire le informazioni necessarie e di esprimere le proprie valutazioni sulla situazione. Mi auguro che l’Ufficio di Presidenza della Commissione consideri la richiesta e proceda con urgenza alla convocazione.

Trieste Half Marathon: qualcuno pagherà?

Prima ci hanno detto che alla mezza maratona sarebbero stati invitati solo professionisti bianchi, perché a quanto pare i manager degli atleti di colore erano tutti scorretti. Poi hanno fatto dietrofront, si sono rimangiati quanto detto, e hanno invitato 5 atleti di colore i cui manager evidentemente sono persone serie e corrette. Davvero strano che chi organizza questo evento da anni non avesse prima le informazioni necessarie per fare una selezione basata su serietà e principi etici piuttosto che sul colore della pelle dei corridori, non trovate?

Perfino Generali, main sponsor della manifestazione, è dovuta intervenire per richiamare il sindaco difronte a questo disastro.
Testate giornalistiche di mezzo mondo hanno dedicato titoli a questo scandalo… e il nostro governo regionale cosa ha fatto? Avrebbe fatto bene a prendere le distanze, invece che minacciare querele e difendere quel che diventava ogni ora più indifendibile.

Quel che è certo è l’ennesimo devastante danno di immagine che Trieste ha subito.

Qualcuno pagherà per questo disastro? Conclusa la manifestazione cosa succederà? In una città normale, in un Paese normale, chi combina una cosa di questo tipo ha il buon gusto e il buon senso di andarsene.
Non so perché, ma ho la sensazione che per questo genere di cose non siamo una città normale in un Paese normale.

Trieste, la più europea delle città italiane

“La più europea delle città italiane”, così definivo Trieste quando, negli anni da Sindaco, mi sono impegnato per costruire rapporti internazionali per la nostra città.
Ho presentato Trieste a ospiti stranieri in visita, e l’ho portata a Vienna, Monaco, Lubiana, Zagabria e Sarajevo, perché convinto che in passato la città abbia vissuto troppo a lungo in una campana di vetro.

Trieste era europea prima ancora che esistesse l’Europa, intesa come l’entità istituzionale ed economica che conosciamo oggi.
Ne troviamo traccia nei cognomi, nell’architettura, nei culti religiosi, nella gastronomia, nella letteratura… Crocevia di popoli e culture, da sempre ha tratto la propria forza da ciò che la contraddistingueva, ovvero l’essere un punto di arrivo e di incontro di merci, persone, idee e comunità.
Forse non serve ricordarlo, ma la città ha vissuto il proprio periodo d’oro quando questa sua naturale predisposizione è stata assecondata e valorizzata.

La situazione è cambiata quando Trieste è passata da essere al centro dell’Europa ad essere l’estremo nord-est d’Italia, schiacciata su quello che era considerato un confine difficile. Questo ha mortificato la sua vocazione e natura, sopravvissuta negli anni grazie soprattutto all’impegno di alcuni straordinari uomini di cultura e all’insediamento di numerosi centri internazionali di ricerca scientifica.

Negli ultimi anni alla città si sono presentate importanti opportunità di riscatto, ed è evidente che il minimo comune denominatore di queste occasioni abbia a che fare con il superamento dei confini e con un riscoprirsi città di flussi e relazioni:

  • la crescita del turismo vede protagonisti turisti stranieri, attratti e affascinati proprio dalla diversità culturale racchiusa nella nostra città, cosa che inoltre la contraddistingue dalle altre città italiane
  • ESOF 2020, Trieste Capitale Europea della Scienza. È un traguardo che celebra la nostra bellissima vicenda di insediamenti scientifici, ottenuto anche perché la candidatura di Trieste si è presentata come espressione anche dei paesi del sud-est Europa
  • il porto di Trieste oggi è l’unico porto globale tra i porti italiani, capace di connettere Estremo Oriente e Mediterraneo orientale con moltissime destinazioni europee

Se c’è una città che vive nella misura in cui si trova al centro dell’Europa e mette in relazione l’Europa stessa con gli altri continenti, questa è Trieste. La storia lo ha insegnato, il presente lo riconferma.

Vi anticipo che nelle prossime settimane vi inviterò ad alcune iniziative, per proporre spunti concreti su questo tema. Saranno incontri finalizzati ad affrontare la dimensione europea di Trieste in diversi ambiti: flussi di merci, ricerca scientifica e successo turistico.

Sito inquinato di Trieste: urgente avviare a soluzione

La situazione del Sito Inquinato Nazionale di Trieste penalizza le nostre attività produttive, crea vincoli e incertezze fra le imprese insediate in loco e compromette nuovi insediamenti.

Un breve exursus per capire la questione: il Sin di Trieste (sito inquinato di interesse nazionale) copre l’area del nostro porto industriale e comprende circa 1700 ettari, di cui 500 a terra e 1200 a mare.
Il perimetro del sito è stato definito con Decreto del Ministero dell’ambiente nel 2003, e da quel momento le imprese insediate in loco hanno dovuto avviare interventi di bonifica delle aree di propria competenza, a prescindere dal fatto di aver o meno procurato il danno ambientale.

Ad oggi le procedure di accertamento del grado di inquinamento e le eventuali attività di bonifica necessarie alla restituzione agli usi legittimi sono di competenza della Regione. Purtroppo però oggi non risultano attività della Regione in questo senso. Capirete bene la gravità della situazione, in particolare modo per le attività insediate.

Per questo ho chiesto ufficialmente all’Assessore Scoccimarro, con un’interrogazione in aula, di prendere in mano la situazione per aiutare concretamente le attività produttive e le imprese del nostro territorio e facilitare l’insediamento di nuove imprese e la creazione di posti di lavoro in un’area oggi più che mai strategica per lo sviluppo e la crescita economica di Trieste.


Di seguito il testo dell’Interrogazione a Risposta immediata:

È nota l’annosa situazione del Sito di Interesse Nazionale (Sin) di Trieste, che penalizza le attività produttive e crea vincoli e incertezze fra le imprese insediate e compromette nuovi insediamenti.

Come è noto, l’accordo di programma del 25 maggio 2012 aveva previsto che la Regione intervenisse, a mezzo delegazione amministrativa ad EZIT, per predisporre piani di caratterizzazione ed eseguire, ove necessario, caratterizzazioni e analisi di rischio.

Con il commissariamento dell’EZIT, le competenze sono state riassunte in capo direttamente dalla Regione. Non risultano però esperite attività sul campo, se non quelle riferite alla ridefinizione del perimetro del Sin per alcune aree prospicienti il canale industriale, con conseguente remissione di queste aree alla competenza della Regione.

Chiedo all’Assessore notizie sul cronoprogramma delle attività in capo alla Regione e in particolare sulle azioni per riassumere la competenza su altre aree, possibilità questa prevista dall’articolo 36 bis della legge 134/2012 e più volte sottolineata dal Ministero in sede di conferenze di servizi, in modo da poter accelerare le procedure di accertamento, dove necessario di bonifica e comunque di restituzione agli usi legittimi.

Le organizzazioni sindacali della sanità chiedono un’audizione pubblica

Due settimane fa le organizzazioni sindacali della sanità hanno chiesto al Sindaco un’audizione pubblica in Consiglio Comunale per affrontare i temi della sanità triestina, coinvolgendo anche i Consiglieri Regionali eletti nel collegio. 
È certo un’iniziativa opportuna, che può anche servire a sentire altre voci, da quella istituzionale dell’Assessore a quella di altri operatori.
 
A quanto pare finora questa richiesta non ha avuto risposta. Io invito allora il Sindaco, anche nella sua veste di responsabile della salute della sua Comunità, a promuovere questo incontro per conoscere e valutare insieme le criticità, di personale e /o di organizzazione, che vanno affrontate. Gli do fin da adesso la piena disponibilità a partecipare e a condividere interventi che fossero necessari in sede istituzionale. 
 
Il Sindaco promuova questo incontro anche per dimostrare che la sanità è un servizio troppo importante per i cittadini per essere affrontato solo quando si fanno campagne elettorali e che richiede invece attenzione ed impegno costanti e rigorosi da chi rappresenta i cittadini.

Il festival “I mille occhi” senza finanziamento

In merito alle recenti graduatorie dei bandi regionali sulla cultura: il festival cinematografico “I mille occhi”, non ha ottenuto i finanziamenti regionali, fondamentali per la sua sopravvivenza. Essendo una manifestazione internazionale, apprezzatissima dalla critica, l’esclusione dai finanziamenti è inspiegabile. Il festival, finanziato da moltissimi anni, si trova senza fondi per la 18° edizione.

Il progetto è risultato ammissibile, ma non è stato finanziato per carenza di risorse. Altri bandi sono stati rifinanziati, questo no e la scelta appare inspiegabile. Progetti come questo hanno dimostrato un reale contributo alla cultura e alla crescita culturale del territorio e il fatto che la Giunta crei dei meccanismi che escludono i meritevoli con sistemi irragionevoli, non lascia nulla di positivo per le prospettive future.

Burlo: Urgente nominare Direttore Generale

Il Burlo, lo sappiamo tutti, è uno dei fiori all’occhiello della nostra città.
Abbiamo avuto prova in altri campi, come quello del porto, che le persone giuste, al posto giusto, possono fare la differenza.
Compito della politica è anche quello di individuare queste persone e assicurarsi che possano lavorare al meglio.

Oggi, in Consiglio Regionale, con una interrogazione a risposta immediata, ho chiesto all’assessore Riccardi garanzie relativamente alla nomina tempestiva del Direttore Generale del Burlo e garanzie di un profilo professionalmente elevato e autorevole.

Nei quattro anni di direzione di Gianluigi Scannapieco è stato svolto un lavoro eccellente, unanimemente apprezzato, che ha rilanciato l’Istituto.
Allo scadere del suo mandato è stato nominato il dottor Stefano Dorbolò che, dopo sole poche settimane dall’inizio dell’incarico, è stato richiamato in Regione per fare il Direttore Centrale.

È necessario superare questa situazione di “vacanza” e garantire fin da subito un direttore che continui l’ottima eredità degli ultimi anni.

Per essere consapevoli protagonisti degli accordi sottoscritti con la Cina

La firma del memorandum d’intesa tra l’Italia e la Cina ha sollevato alcune preoccupazioni.
Alcune dipendono da una gestione confusa del tema da perte de Governo, altre da strumentalizzazioni politiche, altre semplicemente da una poco chiara conoscenza dei contenuti.

Per quanto riguarda il Porto di Trieste, l’accordo sottoscritto è strategico, coerente con la naturale vocazione dello scalo triestino ad essere l’hub di traffici che attraversano il canale di Suez. Ritengo quindi che nel nostro caso le preoccupazioni dipendano proprio da una scarsa comprensione dell’accordo.

Per questo sono il primo firmatario di una mozione, sottoscritta anche da altri colleghi, che ricostruisce i contenuti e propone alla Regione l’organizzazione di una conferenza pubblica dedicata alla presentazione e alla discussione degli accordi e delle loro ricadute su territorio. È importate che i cittadini, le aziende, gli imprenditori locali siano ben informati sul tema, in modo da favorire la più ampia partecipazione alle opportunità che dovessero derivarne.

 


MOZIONE

Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia,

  • PREMESSO che sulla prospettiva di intese strategiche tra l’Italia e la Cina e in particolare sulla sottoscrizione del Memorandum of Understanding e di numerosi accordi bilaterali collegati si è sviluppata in queste ultime settimane un’ampia discussione relativa ad opportunità e rischi di tali accordi, discussione alimentata anche da una gestione confusa delle relazioni a livello governativo che ha contribuito a prese di posizioni critiche a livello internazionale;
  • VISTO che in relazione a tutto ciò particolare attenzione è stata posta anche su possibili investimenti cinesi nei porti italiani – segnatamente in quelli di Genova e Trieste – nell’ambito del progetto definito “Nuova Via della Seta”;
  • CONSIDERATO che molte prese di posizione critiche sulla possibile presenza cinese vertono sui rischi di un’operazione simile a quella condotta al Pireo, quindi su un forte indebolimento del controllo su asset strategici dal punto di vista infrastrutturale e su una mancata condivisione in un quadro di relazioni internazionali;
  • PRESO ATTO che in realtà tali rilievi appaiono caratterizzati da una incompleta informazione oppure viziati da una logica di strumentalizzazione politica;
  • TENUTO CONTO infatti che il Porto di Trieste vede da un lato l’interesse di un gruppo cinese – China Merchant – a partecipare insieme ad imprenditori triestini e regionali alla società di scopo costituita per la realizzazione e gestione della cosiddetta piattaforma logistica in un’operazione soggetta alle regole di concessione dei beni demaniali simile a molte altre operazioni già in essere su terminali portuali in Italia e in Europa, e dall’altro lato ha visto definire un accordo, sottoscritto proprio sabato 23 marzo a Roma, denominato TRIHUB, tra l’Autorità di sistema portuale del mar Adriatico orientale e la China Communications Construction Company (CCCC) per il potenziamento del sistema infrastrutturale per la logistica e l’intermodalità della nostra Regione e per la partecipazione dei due contraenti a progetti logistici in Slovacchia e in Cina;
  • VISTO che il suddetto accordo deriva da un progetto validato dal Governo portato a suo tempo all’attenzione della EU-CHINA CONNECTIVITY PLATORM, sede bilaterale di condivisione di progetti strategici tra Europa e Cina e selezionato tra i progetti d’interesse con l’approvazione dell’Unione Europea;
  • VISTO inoltre che di questo progetto il Governo regionale ha sempre ricevuto tutte le informazioni e gli aggiornamenti necessari;
  • CONSIDERATO che per le infrastrutture oggetto di TRIHUB in regione vi è già un consistente investimento con risorse di Ferrovie dello Stato e del Porto e che pertanto la presenza di risorse cinesi contribuirà ad integrarlo e ad incrementarlo ma non configurerà mai una posizione di monopolio esclusivo;
  • VISTA l’importanza, oggetto anche di una conferenza internazionale tenutasi a Trieste con la partecipazione attiva del Governo e della Regione nella primavera del 2016 proprio sulla Via della Seta, di un ruolo attivo di Trieste e della Regione in un’opportunità di intensificazione degli scambi nei due sensi con l’Oriente che altrimenti troverebbero inevitabilmente altri nodi strategici;
  • TENUTO CONTO che da molto tempo si sottolinea la collocazione geopolitica della Regione e quella strategica del Porto di Tieste per la sua potenziale capacità sempre più realizzata, di essere hub portuale per i traffici fra il Far East e l’Europa attraverso il canale di Suez e ciò grazie a fattori naturali quali i fondali, la buona infrastrutturazione ferroviaria e la sua conseguente capacità di essere poter maggiormente conveniente per questi flussi rispetto ai più lontani porti del Nord Europa;
  • CONSIDERATA ancora l’evidente importanza strategica per l’intero Friuli Venezia Giulia del proporsi quale piattaforma logistica integrata nei flussi che connettono Far East e Mediterraneo orientale con gran parte d’Europa con le conseguenti opportunità per una maggior competitività dell’intero sistema produttivo regionale;
  • CONSIDERATO infine che appare necessario far conoscere alle diverse componenti della comunità regionale, alle forze politiche, alle rappresentanze imprenditoriali e sociali, ai cittadini, i contenuti effettivi degli accordi che riguardano il porto di Trieste e il sistema infrastrutturale e logistico del FVG e ciò per valutarne oggettivamente le ricadute, le opportunità e gli eventuali rischi effettivi;

Tutto ciò premesso,

impegna il Presidente della Regione

ad organizzare insieme con l’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Orientale (Porti di Trieste e Monfalcone) e possibilmente con la partecipazione del Governo, una conferenza pubblica dedicata alla presentazione e alla discussione dei contenuti degli accordi e delle loro ricadute per l’economia regionale e nazionale complessive in modo da favorire la più ampia partecipazione alle opportunità che dovessero derivarne.

Ciao Fulvio

Di Fulvio Camerini potrei ricordare molte cose: il grande medico, lo scienziato, il cittadino impegnato, caratterizzato da quella passione e da quel disinteresse che trovano l’immagine più efficace nel concetto anglosassone di civil servant.

Ma voglio ricordare l’idea che scienza, sapere e conoscenza valgono nella misura in cui sono condivisi e non gelosamente custoditi come patrimonio personale. È stata questa sua convinzione a spingerlo sempre a far crescere i giovani e a dare vita negli anni ad una grande scuola di tanti bravi professionisti.

E voglio ricordare anche l’estrema semplicità umana. Era fatto così, ma questo lo rendeva ancor più autorevole. Perché chi sa tanto e ha tanto da dare, certo non ha bisogno di particolari formalità o atteggiamenti. Fulvio ti dava tanto, con immediatezza e umanità.

Il nostro ultimo incontro risale a circa tre mesi fa. Andai a trovarlo per sentire le sue opinioni sullo stato della sanità e sul disegno di legge che ci apprestavamo a discutere in aula.
Anche in quella occasione mise al centro di ogni ragionamento il cittadino ed i suoi bisogni e il risultato è che ho appreso più cose in quell’ora e mezza che in tante affollate riunioni.
Attento, aggiornato e impegnato fino all’ultimo, completò il colloquio inviandomi materiale di grande attualità.

Ciao Fulvio, grazie.

Sulla situazione industriale

Voglio spiegarvi perché secondo me è preoccupante il fatto che il Sindaco Dipiazza abbia lasciato la riunione fra istituzioni e sindacati sulla crisi occupazionale, infastidito dal parlare di crisi e di gente che rischia di perdere il lavoro.

Al di là del comportamento irrispettoso nei confronti dei lavoratori dell’industria e dalle loro famiglie, mi preoccupa che Dipiazza possa veramente pensare che alcune operazioni di investimento immobiliare, caratterizzate in particolare da progetti di centri commerciali, possano bastare per Il futuro del lavoro. Da operai dell’industria a commessi di supermercati in Fiera?

Se è vero che oggi la città ha opportunità da cogliere (Porto, Porto Vecchio, Turismo) è un errore pensare che il futuro del lavoro a Trieste possa essere garantito solo da indotto del turismo e delle operazioni immobiliari.

La città non può lavorare solo per soddisfare la domanda di consumo, deve produrre ricchezza nei servizi, nella manifattura, nell’innovazione.
Pensare altrimenti non è responsabile e soprattutto non è sostenibile.

Il Giorno del Ricordo

Il Giorno del Ricordo non è proprietà di una parte: per questo, e nei miei anni da Sindaco ho interpretato questo spirito, il pieno riconoscimento dei fatti accaduti, delle responsabilità e delle cause oltre che essere un risarcimento morale verso chi ha sofferto dovrebbe essere finalizzato a costruire, sono passati 74 anni, comprensione, rispetto di memorie e storie, convivenza e pace.
I discorsi di ieri, tenuti da chi magari o diserta la RISIERA IL 27 gennaio o il 25 aprile oppure ci viene per atto dovuto, sono discorsi incendiari che ripropongono una logica di speculazione elettorale sui drammi del passato da parte di chi non sa o non vuole proporre un’idea di futuro. A nove anni dal concerto dei tre Presidenti, tanto citato dal nostro Sindaco in tutte le salse, viene da dire che anche lui si è posto proprio fuori dallo spirito di quel momento e sembra che invece di andare nove anni avanti sia andato 40 anni indietro.