ARRIVA FIESTA: LO SPORTELLO ENERGETICO A DISPOSIZIONE DEI CITTADINI

Aiutare cittadini e famiglie ad attuare pratiche virtuose di efficientamento e risparmio energetico in casa. È questo l’obiettivo specifico di “FIESTA” (Families Intelligent Energy Saving Targeted Action), il progetto triennale finanziato dal Programma Europeo “Intelligent Energy Europe 2007-2013” che intende promuovere comportamenti energeticamente sostenibili e l’adozione in casa propria di tecnologie e impianti ad alta efficienza che possano contribuire a ridurre i consumi, e quindi la bolletta energetica, a vantaggio degli stessi cittadini utenti ma anche a beneficio dell’ambiente sia esterno che interno a ogni abitazione.
Un progetto che è stato da poco avviato e del quale – va sottolineato – ha assunto il coordinamento a livello internazionale proprio il “parco scientifico” di Trieste AREA Science Park, coinvolgendo in questa prima fase 14 città con più di 50.000 abitanti situate in cinque Paesi della fascia meridionale e mediterranea della UE (Italia, Spagna, Bulgaria, Croazia, Cipro) e stabilendo che in ognuna di esse il Comune provveda all’apertura di sportelli informativi in grado di indirizzare i cittadini verso investimenti e acquisti consapevoli in tema di riscaldamento e raffrescamento. In Italia le città partecipanti sono tre: Forlì, Ravenna e Trieste.

Infatti, all’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) del Comune di Trieste, in via della Procureria 2, è stato già avviato il previsto “sportello FIESTA” che opererà ogni lunedì dalle 14.30 alle 17 e mercoledì dalle 9 alle 12.30, per fornire gratuitamente alle famiglie residenti sul territorio consulenze tecniche e consigli pratici per rendere più efficienti (e di conseguenza anche meno dispendiosi e più salubri) gli impianti energetici delle abitazioni e ridurre i consumi.
In particolare, al nuovo sportello (a cui ci si può rivolgere anche telefonando allo 040-675.8336 o scrivendo a [email protected]) saranno fornite indicazioni per migliorare quelle abitudini quotidiane, spesso errate e persino dannose per la salute (troppo caldo d’inverno o troppo freddo artificiale d’estate), che poi immancabilmente incidono sulle spese, e poi consigli su come scegliere adeguati impianti di condizionamento e raffrescamento ad alta efficienza energetica ed effettuare investimenti in fonti rinnovabili.
Inoltre – aspetto notevolmente interessante e innovativo – 150 famiglie del nostro Comune avranno la possibilità di usufruire di una valutazione energetica gratuita a domicilio che verrà eseguita a richiesta proprio per verificare le possibilità di efficientamento e di contenimento dei consumi e della spesa energetica dell’appartamento.

L’intera iniziativa è stata illustrata nel corso di una conferenza aperta dall’Assessore comunale all’Ambiente ed Energia Umberto Laureni e alla quale hanno partecipato Fabio Tomasi di AREA Science Park in qualità di coordinatore generale del Progetto FIESTA, l’ingegner Valentina Fernetti responsabile per il Comune di Trieste del Progetto e dello Sportello “dedicato” (come detto aperto presso l’URP) e Carlotta Cesco dell’Ufficio Affari Europei sempre del Comune.

L’Assessore Laureni, ricordando come il Comune abbia avviato già in precedenza (dal 2012) un apposito Ufficio per il Risparmio Energetico, anch’esso frutto di una preziosa sinergia e collaborazione con l’Area di Ricerca e che già offre utili consulenze su risparmi ed energie alternative (per esso era presente l’ingegner Stefano Alessandrini dell’Area, titolare dell’Ufficio in convenzione con il Comune, contattabile allo 040-675.8436, altre notizie su Retecivica – pagina “Ambiente”), ha quindi “salutato” con soddisfazione il lancio di questa nuova esperienza di “FIESTA” che vede Trieste ‘prescelta’ assieme a poche altre città italiane dove questo Progetto europeo è stato avviato, progetto che ora positivamente può affiancarsi a quanto già svolto in proprio dall’Amministrazione, collocandosi peraltro a un livello più ampio e internazionale, oltre che con una maggior possibilità di organizzare iniziative più diffuse di coinvolgimento della popolazione e degli stessi installatori e rivenditori di impianti, fino alla sensibilizzazione dei più giovani sul tema con iniziative a livello scolastico.
“Ed è anche grazie a tutte queste attività che contiamo – ha concluso Laureni – di raggiungere l’obiettivo che ci siamo posti, anche nel quadro del PAES (Piano d’Azione comunale per l’Energia Sostenibile), della riduzione entro il 2020 di almeno il 20% delle emissioni di anidride carbonica in città, dovute in primo luogo proprio agli scarichi degli impianti di riscaldamento e di “rinfrescamento”/condizionamento degli edifici, oltre che dai motori degli auto-moto veicoli”.

Il coordinatore del Progetto europeo FIESTA Fabio Tomasi, sottolineando come la concreta messa in atto del Progetto nella nostra città rappresenti un nuovo significativo ‘momento’ della collaborazione ormai costante fra AREA di Ricerca e Comune (come avvenuto, ad esempio, proprio in occasione della redazione del PAES), ha spiegato come l’apertura dello Sportello di via Procureria sia solo “l’inizio di un percorso in questa direzione, che via via si allargherà con varie iniziative di sensibilizzazione e informazione indirizzate a vaste fasce della cittadinanza, prevedendo appositi incontri – ha detto Tomasi – con i residenti nelle case popolari, le associazioni di installatori e rivenditori, le scuole; ma anche la realizzazione di una ‘Lotteria dell’energia’ che metterà in palio premi per tutti coloro che avranno beneficiato dei servizi offerti dallo Sportello Energia di FIESTA, l’organizzazione di un gruppo d’acquisto per impianti di riscaldamento e condizionamento, il monitoraggio dell’efficacia delle misure intraprese dalle famiglie per stimare i risparmi e gli investimenti complessivi generati dal progetto e, persino, specifici cartoni animati sul tema.”
“Sensibilizzazione e informazione sempre più necessarie – ha concluso Tomasi – ove si pensi che al tradizionale bisogno di riscaldamento si è aggiunto negli ultimi anni quello di raffreddamento, con una crescente domanda di energia nei mesi estivi, tanto che in diversi Paesi con clima mediterraneo il consumo di energia per raffrescamento ha raggiunto gli stessi livelli di quella impiegata per cucinare e ha superato il consumo per illuminazione! FIESTA risponde alla sfida suggerendo alle famiglie modi per risparmiare energia pur mantenendo il livello di comfort richiesto”.
A livello informativo, Tomasi ha anche ricordato come le città a noi più vicine aderenti a questo ampio progetto di risparmio energetico e miglioramento ambientale siano proprio quelle dell’Istria e del Quarnero: Pola, Fiume e Zara.

Dal canto suo, la responsabile dello Sportello Valentina Fernetti ha indicato quattro ‘obiettivi’ alla portata di ogni cittadino: “comprendere” le modalità dell’utilizzo dell’energia a casa propria, “pensare” a cosa si potrebbe fare per ridurne il consumo, “comportarsi” diversamente e investire nell’efficienza energetica e nelle energie rinnovabili, per alla fine “risparmiare” e ridurre i costi delle bollette. Per orientare e supportare tutti gli interessati verso il raggiungimento di questi obiettivi il nuovo Sportello di via Procureria 2 sarà a completa disposizione!

(ulteriori informazioni sulla Retecivica del Comune www.retecivica.trieste.it, pagina Ambiente e su www.fiesta-audit.eu)

IL COMUNE DI TRIESTE RICORRE AL TAR DEL LAZIO CONTRO IL RIGASSIFICATORE DI ZAULE

La giunta comunale di Trieste ha approvato il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio – sede di Roma -avverso l’atto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione Generale per le Valutazioni e le Autorizzazioni Ambientali del 25 febbraio 2015 ed avverso il parere della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale VIA e VAS del predetto Ministero n. 1706 del 6 febbraio 2015 ed atti connessi.

Il ricorso al Tar del Lazio è incentrato prevalentemente su aspetti e valutazioni legate al traffico portuale e punta a tutelare gli interessi più ampi del nostro territorio, dalla vivibilità alla sicurezza della collettività e della popolazione. Curato dall’avvocato Oreste Danese, il ricorso, che sarà notificato in questi giorni, prende in esame 10 anni di procedimenti e va ad evidenziare alcune “crepe” presenti nel documento del Ministero dall’ambiente, con atto del 25 febbraio 2015, che ha natura provvedimentale e lesiva delle parti interessate.

Il documento ministeriale, nel favorire l’iter del rigassificatore, non tiene conto e blocca le potenzialità di sviluppo evidenziate dall’Autorità portuale per lo scalo di Trieste. Criticità vengono così messe in luce sul fronte della previsione dei tempi e delle tipologie di realizzazione, sulla previsione dei traffici portuali e sulla scelta di rimandare le tipologie legate alla sicurezza. Nel ricorso non mancano infine ulteriori nuovi richiami al rischio sismico della zona. Il ricorso al Tar del Comune di Trieste segue infatti di pochi giorni le segnalazioni già avanzate dalla stessa Amministrazione comunale in sede ministeriale e riguardanti le nuove evidenze geologiche e tettoniche emerse a livello scientifico sul golfo di Trieste, che mettono in luce il potenziale rischio sismico dell’area, cosa finora mai valutata e quindi non presente nella valutazione tecnica di Gas Natural e neppure, di conseguenza, nelle istruttorie degli enti preposti.

ISTITUITO CON AMBIENTALISTI E CITTADINI UN TAVOLO PERMANENTE SULLA RICONVERSIONE DELLA FERRIERA

Si è svolto nei giorni un incontro in Regione per illustrare alle associazioni ambientaliste il progetto di messa in sicurezza, riconversione industriale e sviluppo produttivo dello stabilimento della Ferriera di Servola predisposto da Siderurgica Triestina S.r.l. del Gruppo Arvedi.

La riunione, fortemente voluta dal Sindaco di Trieste e dalla Presidente della Regione, è stata l’occasione per elencare tutti i passaggi previsti dal recente Accordo di Programma stipulato per definire le azioni e i tempi degli interventi da effettuare nell’area dello stabilimento. Un confronto reso possibile grazie alla disponibilità del Gruppo Arvedi a avviare un percorso di risanamento trasparente, con il coinvolgimento di tutte le istituzioni e pronto a confrontarsi con la cittadinanza.

E’ dovere delle istituzioni ascoltare la preoccupazione dei cittadini e fornire loro tutte le spiegazioni utili e necessarie per affrontare un progetto così complesso, per questo Comune e Regione hanno deciso di programmare degli incontri periodici con le parti interessate per monitorare tutte le azioni necessarie per arrivare al risanamento ambientale dell’area e riavviare l’attività industriale.
Il tavolo permanente, quindi, servirà a dare garanzie alla cittadinanza e ai lavoratori in termini di sicurezza, di salute e naturalmente anche di compatibilità ambientale.
Di fatto, l’istituzione del tavolo inaugura un metodo nuovo, che consente una verifica passo per passo della situazione, e ciò potrà consentire di superare anche la storica distanza e sfiducia della città nei confronti della questione Ferriera, perché l’obiettivo è che l’industria possa continuare a fare l’industria, senza più inquinare l’ambiente e senza più destare preoccupazioni per la salute dei cittadini.

Nel dettaglio il piano di risanamento presentato dal Gruppo Arvedi, consiste nello smaltimento e rimozione dei rifiuti che si sono accumulati negli anni, nella messa in sicurezza dei suoli e delle acque sotterranee. Per quanto riguarda lo smaltimento e la rimozione dei rifiuti, invece, avverrà previa nuova caratterizzazione del “cumulo storico” di diverse migliaia di metri cubi, mentre lo smaltimento avverrà all’esterno dello stabilimento. Per la messa in sicurezza dei suoli sono previsti interventi di ripavimentazione di strade e piazzali in calcestruzzo e con geomembrane. Per la messa in sicurezza delle acque è prevista una nuova rete di raccolta e di trattamento, oltre all’installazione di nuovi piezometri. Questi interventi si realizzeranno contestualmente alla messa in sicurezza degli impianti, anche con l’installazione di cappe aspiranti in grado di captare le cosiddette emissioni diffuse “fisiologiche”.

Durante l’incontro è stato dato particolare rilevo all’illustrazione degli interventi tesi a eliminare completamente i fumi provenienti dalla cosiddetta “area a caldo”, attorno a cui si focalizzano le preoccupazioni dei comitati di cittadini. La volontà, è stato ribadito, rimane quella di far sì che l’impianto siderurgico sia tra i più avanzati al mondo in termini di compatibilità ambientale. Qualora gli impianti che si andranno a realizzare non dovessero soddisfare gli standard di contenimento delle emissioni attesi l’Azienda si è impegnata a rivedere il Piano Industriale.

Sia le Istituzioni sia l’azienda sono a disposizione per spiegare il progetto, mentre è già stata calendarizzata la prossima riunione del Tavolo Permanente fissata a metà del prossimo mese di marzo.

DIFFERENZIARE E’ IMPORTANTE: BALZO NELLA RACCOLTA ORA AL 36%

Con l’avvio del 2015 il progetto di potenziamento della raccolta differenziata a Trieste entra nella fase 2.0. Dopo essere passati da meno del 30% a oltre il 36% di raccolta differenziata nel corso del 2014, sono tre le macro-azioni su cui Comune e AcegasApsAmga sono impegnati per portare a regime la raccolta differenziata in città: il supporto operativo al cittadino nella raccolta differenziata (attraverso l’applicazione web Il Rifiutologo), l’ulteriore potenziamento di numero e volumetrie dei cassonetti di raccolta e la comunicazione.

Cassonetti stradali: in dirittura d’arrivo il potenziamento.

Raddoppiati i giri di raccolta in centro. In queste settimane sta inoltre giungendo a compimento il piano di potenziamento nelle volumetrie e nel numero di cassonetti per la raccolta stradale dei rifiuti sia differenziati che indifferenziati, concepito nei mesi scorsi come risposta alle esigenze raccolte dai cittadini.  Rispetto al progetto originario di potenziamento della raccolta differenziata sono stati già posati cassonetti per circa 310.000 litri in più, che, oltre all’integrazione di isole ecologiche di base (batterie complete di cassonetti stradali per la differenziata) esistenti, contemplano anche la posa di 7 isole ex-novo (via Canova, via Cantù, passo Pecorari, via di Monrupino, via Alpi Giulie, via Caprin, via Tor San Piero).  A questo si aggiunge il raddoppio dei giri di raccolta di carta e plastica nel centro città (borgo Teresiano e borgo Giuseppino) e in altri punti della città (ad esempio Campo San Giacomo e via Giulia). Se fino ad oggi, infatti, queste frazioni sono state raccolte 3 volte alla settimana, adesso si passa a 6 volte. In questo modo, pur non potendo aumentare il numero di contenitori a causa delle problematiche urbanistiche, la maggior frequenza di svuotamento determinerà un aumento virtuale della volumetria stimabile in circa 700.000 litri ulteriori.  Entro le prossime settimane il piano di potenziamento giungerà a compimento con la posa di ulteriori nuove isole ecologiche di base o adeguamenti delle stesse, per complessivi 183.000 litri, (vie Aldegardi, Beccaria, Cicerone, Bosco, Madonnina, Montasio, San Francesco bassa, Raffineria, Tesa, Rivalto, Padriciano e Trebiciano), a cui si aggiungeranno 33 cassonetti piccoli per l’indifferenziato accoppiati a contenitori per l’umido (via Madonna del Mare, via Marconi, Refosco/via di Basovizza, strada di Rozzol presso via Beda, pendice Scoglietto).Complessivamente, grazie agli interventi sopra elencati, la volumetria media (fra differenziato e indifferenziato) a disposizione di ciascun cittadino sale di circa il 9%.

Il RAO (rinforzo operativo ambiente)

Le misure sopra descritte si aggiungono al potenziamento dei servizi ambientali iniziato lo scorso dicembre con l’attivazione di un’unità operativa in aggiunta ai normali turni di servizio, denominata RAO (Rinforzo Operativo Ambiente). L’unità, attiva sia nei giorni feriali che nei festivi, è chiamata ad intervenire in tempo reale per affrontare le criticità legate sia alla pulizia che allo stato delle batterie di contenitori per i rifiuti.

Il Rifiutologo, l’assistente on-line che auto-apprende: la raccolta differenziata diventa 2.0

Dove butto i cotton-fioc? I gusci d’uovo vanno nell’organico? La vaschetta in polistirolo andrà nella plastica? Fare una buona differenziata nel quotidiano può non essere facile. Per aiutare il cittadino nel quotidiano, AcegasApsAmga, in collaborazione con il Gruppo Hera, ha sviluppato il Rifiutologo. Si tratta di un’applicazione web, disponibile all’indirizzo www.acegasapsamga.it, in cui è possibile digitare il nome di un oggetto o di un materiale e il sistema restituisce il corretto conferimento che questo deve avere. La soluzione gira su un database iniziale di circa 1.500 voci, che sono però espandibili in base ai suggerimenti del cliente. Nel caso venga digitato un oggetto non presente, al cittadino viene data la possibilità di inviare ad AcegasApsAmga la proposta di integrazione della base dati. In questo modo, periodicamente, il sistema può così auto-apprendere proprio dai cittadini. Nel corso del 2015 a questa azione di supporto se ne aggiungeranno altre, finalizzate a facilitare a famiglie e operatori economici la raccolta differenziata.

Differenziare è importante: parte la campagna advertising

E’ on-air la nuova campagna advertising per sensibilizzare i triestini alla differenziata. La comunicazione vuole coinvolgere i cittadini con un approccio moderno, inaspettato, nel tentativo di fare vivere la differenziata non come un obbligo, ma come un grande momento di partecipazione civile da parte di tutti i cittadini. Nel corso dell’anno saranno proposti più soggetti, tutti legati dal claim “Differenziare è importante”, che attraverso una chiave di lettura ironica, sensibilizzeranno il cittadino sull’importanza di differenziare correttamente.La campagna sarà veicolata attraverso diversi mezzi, fra cui radio, bus e affissioni.

SULLE TRACCE DEI RIFIUTI DIFFERENZIATI: A TRIESTE OLTRE IL 99% VIENE AVVIATO A RECUPERO

Lo studio sarà distribuito gratuitamente unitamente a un secchiello per la raccolta domestica dell’umido, nella postazione di AcegasApsAmga ed EstEnergy al Mercatino di Natale. Partito intanto il potenziamento del servizio di igiene urbana.Uno studio che dimostra come tutto ciò che si raccoglie in modo differenziato venga effettivamente recuperato e un secchiello per la raccolta del rifiuto umido domestico. Si presenta così AcegasApsAmga al Mercatino di Natale di Trieste: fornendo ai cittadini sia uno strumento informativo, che un supporto concreto alle famiglie che hanno da poco iniziato a differenziare anche i rifiuti umidi.

Report e secchiello, unitamente ad una sintetica guida per la raccolta differenziata, saranno distribuiti gratuitamente fino ad esaurimento scorte presso la postazione di AcegasApsAmga ed EstEnergy al Mercatino di Natale in zona Ponte Rosso, attivo dal 10 al 24 dicembre.Un rapporto che per la prima volta include Trieste. Obiettivo: fornire garanzie sul recupero.

Il rapporto Sulle tracce dei rifiuti, verificato dall’ente di certificazione indipendente DNV-GL, rende trasparente i dati sull’effettivo avvio a recupero dei rifiuti raccolti in modo differenziato, in modo da fornire garanzie sull’effettivo recupero dei rifiuti, rendendo chiaro il processo che si attiva grazie allo sforzo dei cittadini nel fare la raccolta differenziata. Lo studio, realizzato annualmente dal Gruppo Hera, contempla quest’anno per la prima volta anche il territorio di Trieste e dunque riesce a tracciare anche il viaggio compiuto dai rifiuti triestini.

A Trieste va a recupero quasi il 100% della raccolta differenziata.Secondo i dati di Sulle tracce dei rifiuti, nel 2013, nel territorio servito dal Gruppo Hera, è stato recuperato mediamente il 93,8% di verde, organico, carta, plastica, vetro, legno, metallo e ferro. A Trieste questa percentuale, anche in ragione di una quantità assoluta di raccolta differenziata più bassa, sale addirittura al 99,8%. In pratica dunque, la totalità del rifiuto raccolto in modo differenziato finisce a recupero.Il rapporto, a livello di Gruppo Hera, dettaglia le percentuali di effettivo recupero di ciascun rifiuto. Il ferro viene recuperato al 100%, sfalci e potature al 96,6%, legno al 97,3%, plastica all’87%, carta al 93,8%, organico al 91,5%, vetro al 94,1% e metalli (imballaggi in alluminio, acciaio e banda stagnata) al 94%. Per quanto riguarda nello specifico l’area di Trieste, queste sono le percentuali: vetro, plastica, legno, ferro e altri metalli, sono recuperati al 100%, organico al 99,5%, carta al 99,6% e sfalci e potature al 99,7%.

Tutti i dati contenuti in “Sulle tracce dei rifiuti” sono disponibili on-line agli indirizzi: www.acegasapsamga.it o www.gruppohera.it/sulletraccedeirifiuti.

A Trieste, copia del rapporto è disponibile presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune, le sedi circoscrizionali e gli uffici clienti di AcegasApaAmga.

Una differenziata di qualità fa bene all’ambiente e… al budget familiare. Una raccolta differenziata non solo di percentuali elevate, ma anche di buona qualità, è utile non solo all’ambiente, ma anche al bilancio familiare. La legge prevede, infatti, che dai costi del servizio di raccolta differenziata, che vanno a comporre le tariffe, vengano detratti sia i contributi che gestori e comuni ricevono dal Conai (Consorzio nazionale imballaggi) sia i ricavi derivanti dalla vendita del materiale. Il Conai, che non ha fini di lucro e si occupa di avviare a effettivo recupero i rifiuti di imballaggio, si finanzia tramite i contributi delle aziende che producono imballaggi e la vendita dei materiali raccolti. In questo modo, può riconoscere a Comuni e gestori dei contributi economici utili a sostenere la raccolta differenziata. Maggiori sono le quantità e la qualità dei rifiuti raccolti in modo differenziato e ceduti al Conai, più alta sarà la cifra percepita da Comuni e gestori, che potrà poi andare ad abbassare i costi per il cittadino. Nel 2013 i ricavi ottenuti dal Conai e dalla vendita dei materiali sono stati pari 23,6 milioni di euro, utili a coprire il 25% dei costi per raccolta e recupero di carta e cartone, vetro, plastica, lattine, legno e ferro.

Il secchiello per l’umido in distribuzione al Mercatino di Natale. Il secchiello per la raccolta domestica del rifiuto umido, che sarà distribuito gratuitamente assieme a “Sulle tracce dei rifiuti”, è costruito in polipropilene riciclabile al 100%, ha una capienza di 10 litri ed è ideale per il collocamento nel sottolavello della cucina o comunque in prossimità di dove avviene la maggior produzione degli scarti alimentari domestici. Sarà distribuito, sino a esaurimento scorte, durante gli orari di apertura della “casetta” di AcegasApsAmga – EstEnergy: giorni feriali 12-19; giorni festivi 10.30 – 19.30. In ragione del numero comunque limitato dei pezzi disponibili, è importante che ogni nucleo familiare ne prelevi soltanto uno.

Da domenica 7 dicembre potenziati i servizi ambientali di Trieste. Unitamente alla campagna informativa “Sulle tracce dei rifiuti” e alla distribuzione del secchiello, Comune e AcegasApsAmga hanno anche definito un potenziamento dei servizi ambientali, con l’obiettivo di prevenire, ed eventualmente fronteggiare, le situazioni di criticità legate alla raccolta rifiuti e all’igiene urbana. In particolare, è stata attivata da domenica 7 dicembre un’unità operativa in aggiunta ai normali turni di servizio, denominata RAO (rinforzo operativo ambiente). L’unità, attiva sia nei giorni feriali che nei festivi, sarà chiamata ad intervenire in tempo reale per affrontare le criticità legate sia alla pulizia che allo stato delle batterie di contenitori per i rifiuti.

 

VIA LE ANTENNE DA CONCONELLO, FIRMATO L’ACCORDO

Con l’approvazione del Protocollo d’intesa tra Regione FVG, Comune di Trieste e le emittenti Radio Punto Zero S.r.L., Gestione Postazioni nord-Est S.R.L. e Monte Barbaria S.r.L. è stato avviato il risanamento da inquinamento elettromagnetico dell’abitato di Conconello, provocato dai 40 impianti di radiodiffusione sonora e televisiva ivi installati.

Il protocollo è stata presentato e illustrato mercoledì 3 dicembre nel corso di un’assemblea pubblica, svoltasi nella sala parrocchiale di Conconello, alla quale sono intervenuti l’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito, il sindaco Roberto Cosolini e gli assessori comunali all’Ambiente Umberto Laureni e alla Pianificazione urbana, Mobilità e Traffico, Edilizia Privata Elena Marchigiani, nonché i responsabili delle tre emittenti. “Oggi siamo venuti qui -ha detto il sindaco Roberto Cosolini- per comunicare la soluzione di un problema che dura da più di 30 anni. Un risultato concreto, che risponde all’impegno che avevo preso in campagna elettorale con gli abitanti di Conconello. Ringrazio gli assessori Marchigiani e Laureni, l’assessore regionale Sara Vito e i tecnici per aver lavorato affinché potessimo raggiungere questo atteso esito.”Secondo una tempistica ben definita, l’accordo prevede la delocalizzazione di tutti gli impianti, oggi sistemati nell’area di monte Belvedere a Conconello, su uno o al massimo due nuovi tralicci. Dopo quarant’anni, lo spostamento consentirà di eliminare una situazione igienico-sanitaria a rischio, in quanto in alcuni punti dell’abitato risultavano superati con continuità i valori massimi consentiti di esposizione a campi elettromagnetici. Tutti gli intervenuti all’incontro hanno rimarcato lo spirito di grande collaborazione con cui è stata condotta la trattativa ed il grande coordinamento tra uffici e tecnici della Regione e del Comune di Trieste, che ha dato sempre priorità alla tutela della salute degli abitanti della zona.

Un pubblico ringraziamento e interventi di soddisfazione sono venuti anche dagli abitanti del Borgo, che hanno espresso l’auspicio di veder finalmente avviato a soluzione un problema di inquinamento, con ripercussioni anche sulla salute, che sembrava irrisolvibile.

CASETTE DELL’ACQUA: UNA NOVITA’ CHE FA BENE ALL’AMBIENTE E AL PORTAFOGLIO

Inaugurate le casette dell’acqua, moderne strutture che permetteranno ai cittadini di avere acqua naturale e/o gasata di qualità nelle nuove “fontane pubbliche” con molti benefici per l’ambiente. Infatti le casette consentiranno di usufruire del bene più prezioso al mondo con vantaggi non da poco: la possibilità di bere acqua di acquedotto microfiltrata sempre fresca e controllata, la riduzione del consumo delle bottiglie di plastica con riduzione delle emissioni inquinanti prodotte durante la loro produzione, trasporto e smaltimento. Inoltre, la ‘casetta dell’acqua’ potrà diventare anche un luogo di aggregazione sociale, come lo era in passato la fontana pubblica.

L’Amministrazione Comunale, dopo attenta valutazione da parte degli uffici competenti, ha scelto la ditta ProAcqua Group di Rovereto (TN) per dare avvio alla sperimentazione di questa iniziativa, che è in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale, sia di sensibilizzazione della cittadinanza al risparmio energetico sia di riduzione della produzione di rifiuti di plastica con le conseguenti problematiche di smaltimento. E con gli indubbi vantaggi di far apprezzare l’acqua del proprio acquedotto, che nulla ha da invidiare alle più reclamizzate marche di acque minerali, e di far risparmiare i cittadini, visto che l’acqua delle “casette” ha un costo al litro di 5 centesimi di Euro.
La prima “casetta dell’acqua” in città è stata inaugurata nei pressi della Rotonda del Boschetto, nel rione di San Giovanni, alla presenza di un folto numero di cittadini ‘curiosi’ che hanno voluto subito sperimentare il funzionamento dell’innovativo erogatore assaggiando l’acqua. Sono attive, in via sperimentale anche altre due casette una a Rozzol-Melara e l’altra a Borgo San Sergio.
L’acqua – che nella prima settimana sarà erogata gratuitamente – potrà poi essere acquisita dai cittadini tramite tessere precaricate (da 3 e da 5 euro) reperibili presso le edicole (tessere con nuova tecnologia RFID che non possono essere né manomesse né smagnetizzate o contraffatte); una volta esaurita la tessera, basterà consegnarla in edicola e ritirare la nuova già caricata.
Fresca ed economica, l’acqua qui erogata offre condizioni vantaggiose per tutti i cittadini e soprattutto, oltre al risparmio, migliora il nostro ambiente urbano. I grandi risultati si vedono passo dopo passo e anche in questa caso, un po’ alla volta cerchiamo di apportare quei necessari benefici che ci aiutino a vivere meglio la quotidianità. “Oggi inauguriamo questa struttura auspicando che catturi l’interesse e sia utilizzata e apprezzata dai cittadini, con l’obiettivo di valorizzare l’acqua di rete e di far risparmiare i costi dell’impiego di bottiglie di plastica (trasporto, smaltimento)– ha affermato l’assessore Laureni -. Questo è un piccolo segnale che contribuirà perciò anche a tutelare l’ambiente.L’Amministrazione comunale ringrazia tutti gli uffici che hanno reso possibile la realizzazione delle casette dell’acqua e in particolare AcegasApsAmga per il fattivo e decisivo contributo e per l’assistenza prestata.

D’impatto gradevole nell’arredo urbano grazie al semplice design, la casetta eroga acqua liscia e gassata gradevolmente fresca in quantità pressoché illimitata tramite pulsanti elettrici a bassa tensione, programmabili per quantità e tipo d’acqua. Dotata di tettoia e progettata contro gli atti vandalici e senza sporgenze/appigli danneggiabili. E un piano d’appoggio per le bottiglie da riempire e per quelle già riempite. Ha anche a disposizione un monitor per le comunicazioni esplicativo e informativo. La vaschetta raccogli-gocce è direttamente collegata allo scarico per evitare la fuoriuscita d’acqua che d’inverno potrebbe ghiacciare. Dispone inoltre di un sistema di filtraggio a carboni attivi (che utilizza il ‘cocco’) e di trattamento organolettico di alta qualità, con lampada UV battericida sul beccuccio di erogazione per garantire la protezione da retro contaminazioni.
Ogni cittadino italiano spende mediamente 200,00 euro all’anno per l’acquisto di acqua in bottiglia. L’acqua è conservata nelle bottiglie di plastica da 3 a 9 mesi e nel prezzo per ogni bottiglia la “materia prima” (cioè l’acqua) incide per una frazione inferiore allo 0,5%; il resto è dovuto al costo della bottiglia, del trasporto e della pubblicità.
In una famiglia media si consumano 800 litri all’anno, pari a 540 bottiglie da 1,5 litri. Per produrle si impegnano 54 Kg di petrolio e 324 litri di acqua, emettendo 43 Kg di CO2 in atmosfera.
Per il trasporto si impiegano 11 litri di gasolio emettendo 26 Kg di CO2. Per lo smaltimento si impiega 1 litro di gasolio emettendo 57 Kg di CO2. L’acqua in bottiglia costa oltre mille volte di più dell’acqua del rubinetto e spesso la qualità non è migliore rispetto a quella dell’acquedotto comunale.
Ogni fontana ProAcqua installata eroga mediamente 1.500 litri al giorno.
Ogni mese, ogni casa dell’acqua ProAcqua installata eroga una media di 45.000 litri d’acqua facendo risparmiare lo smaltimento di 30.000 bottilgie di PET (1.200 Kg di Plastica), l’immissione in atmosfera di 250 Kg di CO2 per la produzione di dette bottiglie e 1.150 Kg di CO2 per la loro movimentazione. Ogni anno una casa dell’acqua ProAcqua City fa risparmiare tanta CO2 quanto 1650 alberi, installando quindi una nostra fontana in una città equivale a piantumate un bosco della grandezza di un campo da calcio.

Nuovi stalli per le bici in città

Grazie alla generosa disponibilità di 5 benefattori – Logica, Italspurghi, Salfem, COOP Operaie e A.O.U. Ospedali Riuniti di Trieste – che hanno risposto alla manifestazione di interesse donando all’Amministrazione comunale verranno installati complessivamente 104 porta biciclette (rispettivamente 50, 15, 15, 20 e 4 porta biciclette) in varie zone della città offrendo così 24 postazioni, collocate in diversi punti strategici, a disposizione dei cittadini e dei turisti.

In tempi record, prima dell’arrivo a Trieste del Giro d’Italia, si conclude questa prima fase di installazione dei portabiciclette – un modello tipo concordato con le associazioni dei ciclisti e con la Soprintendenza – che vengono donati al Comune, al quale è inoltre corrisposto – sempre dai “benefattori” – l’ammontare dei costi di posa in opera. L’Amministrazione, in cambio, si fa carico della progettazione, della posa in opera e di tutte le procedure di autorizzazione. Ai donatori degli stalli non viene inoltre addebitata l’occupazione di suolo pubblico e sugli stalli è apposta una targa in cui si esplicita il nome dell’ente o del privato donatore, quale forma di pubblicità dell’adesione all’iniziativa.
Allo stato attuale sono in corso di esecuzione i lavori per la copertura di 10 postazioni, per un totale di 33 porta biciclette, nei seguenti siti: Stazione Rogers, piazza Dalmazia, via Carducci, Largo Barriera, via Stock, via Giustiniano, via Rossetti, via Tor Bandena, via Giulia, via del Teatro Romano.L’incremento di una mobilità ciclabile sicura costituisce uno degli obiettivi del mandato di questa Amministrazione. La segnalazione di itinerari ciclabili, la realizzazione di piste ciclabili e l’attuazione di zone 30 ne costituiscono la traduzione concreta. Non meno importanti sono però anche azioni più minute, ma altamente funzionali all’uso quotidiano della bicicletta, come la dotazione di stalli, la cui posa in opera secondo un programma generale ha avuto inizio questa settimana.

Il bando per l’installazione degli stalli-portabicilette è ancora aperto e consultabile” ( https://bandieconcorsi.comune.trieste.it).  L’intera operazione ha preso avvio, dopo l’autorizzazione della Soprintendenza, a dicembre dell’anno scorso, con la pubblicazione sul sito della rete civica di un avviso pubblico per la collocazione di porta biciclette sul territorio comunale a cura di soggetti privati/pubblici interessati all’iniziativa. Iniziativa che è stata finalizzata a promuovere una partecipazione attiva alla riqualificazione urbana degli spazi pubblici stradali e alla promozione della mobilità ciclabile sul territorio comunale. Le postazioni e il modello sono stati scelti tenendo conto di molteplici aspetti: esigenze di pianificazione della mobilità ciclabile, in termini di fruibilità delle postazioni in relazione alla vicinanza di luoghi di interesse pubblico (scuole, servizi, spazi pubblici e ambiti di particolare flusso), caratteristiche funzionali del manufatto (la tipologia è stata condivisa con le principali associazioni di ciclisti), caratteristiche geometriche e tipologiche del manufatto in rapporto al contesto di ubicazione (la tipologia è stata autorizzata dalla Soprintendenza), siti di installazione in relazione ai vincoli paesaggistico/monumentali vigenti sul territorio (le collocazioni sono state autorizzate dalla competente Soprintendenza).
Sono ancora disponibili 32 postazioni in ambito cittadino da poter finanziare totalmente mentre le localizzazioni già parzialmente coperte possono essere implementate con ulteriori porta biciclette.

Parte anche a Trieste la raccolta differenziata dell’umido

Avanza nel segno della sostenibilità il progetto avviato da Comune di Trieste e AcegasAps per sensibilizzare i cittadini a una corretta differenziazione dei rifiuti e disincentivarne l’abbandono sul suolo pubblico. Per migliorare la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, dal punto di vista qualitativo e quantitativo, dal mese di giugno nel Comune di Trieste sarà introdotta la raccolta differenziata dell’umido, o frazione organica del rifiuto solido urbano (FORSU).

La raccolta dell’umido-organico è l’ultima fase di una corretta raccolta differenziata. Dal 6 giugno tutti i cittadini riceveranno direttamente a casa un fascicoletto con tutte le spiegazioni necessarie per realizzare la raccolta dell’umido-organico, composto dagli scarti di cucina e altri rifiuti di origine vegetale o animale facilmente biodegradabili, che costituiscono la frazione più consistente dei rifiuti domestici, circa il 25% – 30% del totale. L’obiettivo è quello di raggiungere entro la fine anno una quota del 30% di raccolta differenziata, per arrivare poi, nel 2015, al 40%. Ciò significa raccogliere 2.200 tonnellate di rifiuto umido organico, facendo così crescere la percentuale di raccolta differenziata al 31,6%, ovvero di circa due punti percentuali maggiore rispetto all’attuale 29,7%. Quando il servizio sarà a regime è di arrivare a raccogliere complessivamente 10.300 tonnellate all’anno di rifiuti organici, incrementando rispetto all’attuale circa del 10% la percentuale di raccolta differenziata, che si attesterebbe così intorno al 40%. Un incremento raggiungibile grazie all’impegno dei triestini e al lavoro congiunto tra il Comune e AcegasAps, collaborazione che negli ultimi anni ha visto crescere la raccolta differenziata in città dal 20,9% del 2010 al 29,7% del 2013.
Il modo più sostenibile per riciclare i rifiuti organici è destinarli agli impianti di recupero dedicati (nel nostro caso, l’impianto Bioman di Maniago) dove sono sottoposti a una prima cernita per togliere eventuali impurità: per poterli compostare, infatti, è fondamentale escludere ogni altro tipo di rifiuto che impedirebbe il processo di trasformazione come, per esempio, plastica, vetro e metalli. Successivamente, tramite fermentazione anaerobica, gli scarti organici generano biogas che è sfruttato per produrre energia elettrica e calore. Al termine di questo processo, mediante trattamento aerobico, diventano compost, che è destinato a un’ultima accurata raffinazione prima di essere utilizzato come fertilizzante in agricoltura, nel florovivaismo e nel giardinaggio. Da una tonnellata di scarti di cucina si ricavano mediamente 100 metri cubi di biogas, con i quali si producono 200 kWh di energia elettrica e 400 chili di compost.

La raccolta avverrà mediante bidoni di colore antracite con coperchio marrone collocati vicino agli altri contenitori per la raccolta differenziata delle isole ecologiche. Nel corso del 2014 circa 2.700 contenitori della capienza di 240 litri dotati di supporti anti-bora, saranno distribuiti progressivamente sul territorio comunale, 20 addetti saranno impiegati nel nuovo servizio effettuando il ritiro mediamente 3 volte a settimana, con 8 nuovi mezzi dedicati e 14 elettrocompattatori monopala da 20 mc necessari, questi ultimi, per ottimizzare i trasporti verso l’impianto di destino. A regime, si prevede di completare la posa dei contenitori con ulteriori 500 contenitori, a fronte di una disponibilità complessiva di 3500 contenitori acquistati per consentire la gestione del parco.
Calendarizzati anche i tempi di posa e di avvio della raccolta che avverrà seguendo il seguente schema.

DATA POSA CONTENITORI
16 giugno:  Borgo San SergioPoggi Paese
30 giugno:  Altipiano
14 luglio: CampanelleServola BaiamontiValmaura
28 luglio: MelaraSan Luigi Longera
11 agosto: San VitoSan Giacomo
1 settembre: San GiovanniUniversità
15 settembre: Commerciale
29 settembre: RoianoBarcolaGretta
20 ottobre: Barriera
3 novembre: a seguire Centro città
Per una distribuzione più razionale ed efficiente delle isole ecologiche, l’Amministrazione Comunale e AcegasAps hanno concordato la riorganizzazione del servizio. Nel corso dell’anno gran parte delle isole ecologiche saranno completate con i bidoni dedicati alla raccolta dell’umido e l’isola sarà dotata dei contenitori dedicati alla raccolta di tutte le tipologie di rifiuti sia quelli da differenziare, quindi, oltre all’umido organico, plastica, vetro/metalli, carta e cartone, sia quelli indifferenziati. 600 cassonetti di piccola volumetria (1.100, 660, 240 litri) dedicati alla raccolta dei rifiuti indifferenziati saranno rimossi e contestualmente saranno posati nuovi contenitori più capienti (da 3.200 litri) per almeno pari volumetrie. Per effetto di tale riorganizzazione, alcune batterie di contenitori saranno spostate, sempre garantendo ai cittadini il rispetto delle distanze massime dalle abitazioni previste dal Regolamento Comunale di Nettezza Urbana. Nel caso di spostamento dei cassonetti, sarà data adeguata informazione sia preventiva sul cassonetto, sia con avvisi nei portoni delle aree limitrofe.

Modalità di conferimento. Gli scarti organici devono essere conferiti nei bidoni utilizzando esclusivamente sacchetti biodegradabili (normalmente in distribuzione negli esercizi commerciali, in seguito all’introduzione del divieto di commercializzazione dei vecchi sacchetti in plastica stabilito per legge da gennaio 2011).Se nell’umido sono presenti anche piccole quantità di rifiuti come plastica, vetro e metalli, gli impianti con un procedimento di selezione meccanica e di cernita manuale li eliminano, ma questa operazione fa salire i costi della lavorazione. Nel caso in cui le impurità e i materiali estranei superino gli standard, il carico è respinto. Differenziare correttamente i rifiuti organici, perciò, è fondamentale per poter procedere correttamente al recupero opportuno completo.
Cosa conferire. I principali rifiuti che devono essere conferiti nel bidone dell’umido sono: scarti e avanzi di cibo crudi e cotti, come residui di pulizia delle verdure, carne, pesce, pasta, pane, gusci bucce e semi di frutta, gusci d’uovo, filtri del tè e fondi di caffè; tovagliolini, salviette e fazzoletti di carta; rifiuti di giardinaggio in piccole quantità, fiori secchi e recisi, piante da appartamento, erba, foglie, ramaglie, radici. Si ricorda che a Trieste è già da tempo attivo un servizio gratuito di ritiro a domicilio su chiamata dei rifiuti da giardinaggio, con consegna in comodato d’uso gratuito di un contenitore dedicato.
Cosa non conferire. Non devono essere conferiti nel bidone dell’umido: ossi, valve di cozze e vongole; lettiere di piccoli animali; cibi liquidi, olio; grandi quantità di erba, radici, ramaglie (avvalersi del servizio di raccolta a domicilio degli scarti verdi dei giardini); pannolini e assorbenti; stracci anche se bagnati; mozziconi di sigarette; plastica, vetro, metalli, carta e cartone, farmaci, pile esaurite, rifiuti pericolosi.
In arrivo 130 mila opuscoli informativi. Ai cittadini saranno fornite tutte le informazioni utili per conoscere il nuovo servizio e le istruzioni dettagliate per differenziare correttamente la frazione umido-organica dei rifiuti domestici. Nel mese di giugno, a partire da domani(venerdì 6 giugno) infatti, AcegasAps recapiterà a tutte le utenze oltre 130 mila opuscoli informativi, bilingui nelle zone dove tale opzione è prevista.

Al via la grande opera del depuratore di Servola

depuratoreCon la firma dell’Accordo di Programma Quadro (APQ) tra la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ed i ministeri dell’Ambiente (MATTM) e dello Sviluppo economico (MISE), avvenuta lo scorso venerdì 28 marzo, prende finalmente il via l’operazione più consistente per l’adeguamento dell’impianto di Servola. E’ dal 2000 che AcegasAps sta operando sul depuratore con lavori, anche ingenti per difficoltà tecnica e per importi di spesa relativa, per ottimizzarne il ciclo di trattamento delle sezioni di trattamento “storiche” e che hanno permesso di spingerne al massimo teorico il grado di abbattimento del carico organico generato dalla città di Trieste. Tuttavia la direttiva europea, recepita dalla legislazione ambientale nazionale, ha imposto, per gli impianti analoghi a quello di Servola, l’adozione di una sezione di trattamento ulteriore, il trattamento biologico, ed ha richiesto anche l’adozione di una fase di denitrificazione dei reflui trattati.

439 servola
La Consulta d’Ambito territoriale ottimale (CATO) di Trieste ha confermato, nel 2011, AcegasAps quale gestore del Servizio Idrico Integrato ed ha indicato come opera prioritaria, nel Piano d’Ambito affidato alla società del Gruppo Hera, proprio l’adeguamento dell’impianto di Servola. La società ha sviluppato diverse sperimentazioni, su indicazione del prof. Luca Bonomo, del Politecnico di Milano, redattore del Progetto Preliminare per conto del Comune di Trieste, in quanto la mancanza di spazi per l’ampliamento dell’impianto, la particolare configurazione della rete fognaria cittadina e la presenza di infiltrazioni di acqua marina nei collettori costieri, rendevano molto difficile la scelta del sistema di trattamento più adeguato. AcegasaAps ha anche sviluppato la fase di progettazione definitiva dell’impianto curando, in collaborazione con il Comune e con la CATO, l’iter per l’ottenimento delle autorizzazioni. Il quadro economico dell’intervento prevede un costo complessivo di 52,5 milioni di Euro e prevede alcuni lavori nel vecchio impianto, la bonifica di un’area di 27.000mq nell’area dell’ex Scalo Legnami, la costruzione di collegamenti e sottopassi ferroviari tra l’impianto attuale e quello nuovo e la costruzione della nuova sezione di trattamento.
La sostenibilità di una somma così ingente sul Piano d’Ambito, Ambito con una consistenza di popolazione troppo modesta per finanziare in un arco di tempo limitato imposto dall’Unione europea un’opera così impegnativa, con un contesto che si è poi ulteriormente complicato con l’esito del referendum sulle tariffe dell’acqua, che a sua volta ha determinato un lungo periodo di incertezza sulla disponibilità di risorse per finanziare, anche le opere più urgenti del sistema idrico in tutto il Paese, ha imposto la ricerca di nuove coperture economiche e finanziarie che la Regione Friuli Venezia Giulia ha cercato ed individuato, erogando un contributo di 740.000Euro/anno alla CATO per venti annualità finalizzando la destinazione all’adeguamento dell’impianto. La Regione aveva anche avviato, nel marzo del 2009, un iter per l’ottenimento di 30 milioni di Euro sul Programma POR FSC. Dopo una serie di accelerazioni e di battute d’arresto dell’iter per l’approvazione di questo contributo (spending review, aiuti di Stato, metodo tariffario, riforma delle ATO, soppressione delle ATO e nascita delle CATO, crisi economica del sistema Paese), solo con la firma di venerdì scorso si può dire che ci sono le coperture economiche e finanziarie per il completo avvio dei lavori.
Va infatti precisato che la società triestina, già nel 2012, con un’azione condivisa con Comune e Cato, aveva curato una suddivisione dell’intervento in stralci funzionali, facendone partire l’esecuzione in base alle risorse economiche via via disponibili. In tal senso vanno ricordati l’eliminazione delle tettoie con copertura in Ethernith, l’indagine sugli ordigni bellici, il rifacimento della sezione di grigliatura fine all’ingresso dell’impianto (opera che si concluderà entro il prossimo 31 luglio), la ristrutturazione di una cabina elettrica all’interno dell’impianto, la progettazione e l’eliminazione dello scarico di Barcola, che assieme a quello di Servola, costituisce la causa dell’avvio da parte della Corte di Giustizia europea, di un procedimento di infrazione già passato in giudicato.
I prossimi passi sono ora la firma del decreto d’assegnazione del contributo al Gestore dei 30 milioni di euro, l’appalto della bonifica, quello per l’appalto integrato (progetto esecutivo ed esecuzione delle opere di adeguamento impiantistico) e … il nuovo depuratore di Servola prenderà vita.
Il Sindaco di Trieste, nella veste di presidente del CATO, ha rilevato con soddisfazione che finalmente si è concluso positivamente il complesso iter per il finanziamento del depuratore di Servola, intervento inserito quale opera primaria nel Piano d’Ambito Integrato licenziato dal CATO della provincia di Trieste. Il complesso iter era cominciato due anni fa, quando si è voluto spingere in una situazione di grande incertezza, sia per il referendum sia per la spending review, per ottenere 30 milioni di euro necessari alla realizzazione dell’opera. Vanno ricordate infatti le lettere scritte dal primo cittadino ai ministri del Governo Monti e Letta.L’arrivo da Roma della notizia della firma dell’Accordo quadro, un risultato raggiunto anche grazie all’importante gioco di squadra con la Regione, in particolare grazie all’impegno dell’Assessore alle infrastrutture, mobilità, pianificazione territoriale, lavori pubblici. L’opera in oggetto, il cui costo complessivo è di 52,2 milioni di euro, è un intervento fondamentale per il sistema ambientale e il sistema idrico di Trieste, a breve potrà infatti partire l’appalto per la realizzazione della bonifica.

E’ un grande intervento in termini economici e di forza lavoro, che doterà la città di un’infrastruttura moderna e strategica che aderirà in pieno alle direttive previste dall’Unione europea in materia. Nel corso dell’incontro, a più voci, è stato evidenziato ancora il notevole e articolato lavoro di squadra tra Comune, Provincia, Regione, C.A.T.O. e AcegasAps, che consentirà di realizzare e adeguare completamente un’opera ritenuta fondamentale per il nostro territorio. Un intervento ingente per le risorse mobilitate, ma soprattutto per l’ambiente e il necessario completamento dell’ammodernamento del sistema delle acque.


I prossimi passi sono ora la firma del decreto d’assegnazione dei 30 milioni di euro, l’appalto della bonifica, quello per l’appalto integrato (progetto esecutivo ed esecuzione delle opere di adeguamento impiantistico) e il nuovo depuratore di Servola potrà operare, nel pieno rispetto delle normative europee, ma sopratutto a tutto beneficio dell’ambiente e del nostro territorio.

 

Ferriera: quali interventi sono possibili?

Sulla questione Ferriera mi sono state rivolte alcune domande cui ritengo di dare una risposta chiara e precisa: lo faccio, a costo di ripetermi, anche perché rilevo la singolare coincidenza – già vista su altri temi in passato in questa città di una polemica molto aggressiva che viene accesa e stimolata, facendo leva sulla giusta preoccupazione dei cittadini, proprio quando la soluzione progressiva del problema sembra possibile: che a qualcuno la soluzione dia fastidio proprio perché su questo problema si sono create fortune elettorali?

Quali sono i poteri di intervento del Sindaco?

La legge assegna al Sindaco i cosiddetti poteri dell’Autorità Garante della salute dei cittadini per situazioni imprevedibili e di grave improvvisa emergenza.
Il Sindaco vigila sul rispetto dei parametri fissati dalla legge e si attiva quando questi non siano rispettati o quando vi siano evidenze oggettive di danni alla salute (malesseri diffusi, chiare conclusioni epidemiologicheda oggettive) emettendo ordinanze che evidenzino l’evento negativo e le cause e ne prescrivano l’eliminazione. In caso di mancato rispetto dell’ordinanza o di mancata efficacia della stessa può ordinare la riduzione dell’attività per eliminare comunque l’inconveniente o procedere a sospensioni temporanee. Va detto comunque che le ordinanze emesse hanno avuto un effetto positivo documentato. A queste iniziative dobbiamo poi collegare le possibili azioni sanzionatorie nei confronti dell’azienda che scaturiscono dal mancato rispetto delle prescrizioni, con finalità di tutela ambientale, contenute nell’AIA: queste vanno dalla diffida alla revoca dell’autorizzazione (con conseguente cessazione dell’attività), tutte azioni di competenza della Regione FVG, sentiti gli altri Enti. In ogni caso, un provvedimento di chiusura, come da tanti cittadini invocato,verrebbe immediatamente impugnato e annullato con conseguenti danni per tutta la comunità premesso che non sarebbe risolutivo.

Ma la chiusura risolverebbe il problema?
La chiusura senza un piano di interventi risolverebbe parzialmente il problema ambientale, in quanto si eliminerebbero le fasi a caldo, in particolare le emissioni temporanee da fughe degli impianti. Con tutta probabilità la chiusura innescherebbe un blocco per molti anni dell’area che dal punto di vista ambientale nell’abbandono totale continuerebbe ad inquinare.

Ma allora cosa fa il Comune?
Il Comune in questi due anni e mezzo ha lavorato su tre piani:
1. tutta una serie di iniziative (sempre visibili e partecipate) dell’Assessore all’Ambiente che, con la partecipazione di esperti ed associazioni, ha portato a definire da un lato azioni migliorative della situazione ambientale (approvate e rese operative nel giugno 2013), e a definire con gli altri Enti un quadro di prescrizioni molto precise e restrittive per una nuova eventuale Autorizzazione Integrata Ambientale

2. con apposite ordinanze ha impegnato l’azienda ad interventi che hanno portato i limiti di benzopirene ben sotto il limiti di legge in tutte le centraline esclusa quella di via San Lorenzo in Selva dove comunque il livello del 2013 è circa un terzo del 2012
3. ha spinto Governo e Regione per addivenire ad un accordo istituzionale per messa in sicurezza, bonifiche, continuazione produttiva “pulita“. A documentarlo ci sono lettere del Sindaco, richieste di riunioni, documenti del Consiglio Comunale, incontri del Sindaco con i Ministri Passera e Clini prima, Zanonato e Orlando poi, i sottosegretari Catricalà e De Vincenti, i tavoli al MISE.
Determinante è stato l’impegno continuo, a Trieste e a Roma, della Presidente della Regione Debora Serracchiani (chi polemizza ora da destra dovrebbe arrossire ricordando i 20 minuti che con sufficienza Tondo in occasione di una visita di Clini dedicò al Tavolo Ferriera).
Come si vede un lavoro continuo, senza proclami che non si potessero mantenere e che avevano caratterizzato la precedente amministrazione comunale;  dall’estate 2007 al maggio 2011, non vi è traccia di contatti e/o iniziatrive con le altre Istituzioni, in primis il Governo, per affrontare la situazione.

A proposito di AIA: il Sindaco Cosolini era membro della Giunta Illy quando nel 2007 fu rilasciata l’AIA?
Certo, e questo è motivo di polemica strumentale: chi la fa infatti o non sa – o fa finta di non sapere-  che l’AIA è un atto amministrativo conseguente ad un’istruttoria cui partecipano tutti gli enti interessati, tra cui Arpa e Azienda Sanitaria, basata su norme e prescrizioni NON sull’esercizio di una DISCREZIONALITA’ POLITICA. Ricordo, peraltro, che è stata questa Amministrazione Comunale, con l’Assessore Umberto Laureni, a promuovere un tavolo di lavoro finalizzato ad una verifica sui limiti dell’attuale AIA per definire una griglia di condizioni più restrittiva e più in generale un modo più efficace di gestire le attività di controllo.

Accordo-Ferriera

 

Si è manifestato nei mesi scorsi l’interesse di Arvedi: ma si continuerà quindi con la siderurgia ” a caldo”?

Oggi sta partendo una procedura di gara e quindi non è dato saper se Arvedi parteciperà e nel caso vincerà. Quel che è certo però che fin dai primi contatti è apparso chiaro che un’eventuale prosecuzione della siderurgia sarebbe condizionata ad un piano di interventi sugli impianti per non inquinare più, e che in ogni caso la prospettiva è quella di un graduale e progressivo superamento della siderurgia a caldo.
L’accordo di programma del 30 gennaio 2014 poi è il primo atto istituzionale forte sul tema Ferriera che si sia visto. Già questo dovrebbe far tacere chi avendo responsabilità istituzionali nel passato più o meno recente, poco o nulla ha fatto o posto a casa per una soluzione.

Piano Regolatore: via della Giunta all’iter per l’approvazione

Un ringraziamento doveroso per il ponderoso lavoro svolto va all’assessore alla Pianificazione Urbana, Mobilità e Traffico, Progetti Complessi, Elena Marchigiani, a tutti i componenti della Giunta, all’Ufficio Tecnico di Piano del Comune, all’archittto Genovese e a quanti hanno collaborato attivamente.  E’stato il risultato di un grande lavoro di squadra che ognuno ha svolto con dedizione in base alle proprie competenze e attuando opportune azioni integrate, avvalendoci soprattutto di forze interne e con un impegno contenutissino di spesa. Il nuovo Piano Regolatore è uno strumento che si muove coerentemente con l’obiettivo di lavorare per una città più moderna e vivibile, per la qualità del territorio e la sua riqualificazione, per una maggiore usufruibilità in termini turistici, all’insegna dello sviluppo sostenibile, del basso impatto di energie e di risorse”.

La Giunta ha licenziato il primo atto di avvio dell’iter di adozione del nuovo Piano Regolatore Generale del Comune di Trieste, ha approvati i documenti, consegnandoli così al primo passaggio relativo ai pareri delle Circoscrizioni.
I materiali di Piano sono stati inoltrati alle Circoscrizioni nella mattina del 20 gennaio; il tempo dedicato all’invio dei pareri è – da regolamenti comunali – definito in 20 giorni. Per agevolare questa fase, prenderanno avvio gli incontri di illustrazione del nuovo PRGC presso i consigli circoscrizionali. Incontri ai quali saranno presenti l’assessore alla Pianificazione urbana Elena Marchigiani e i progettisti dell’Ufficio di Piano. Nel frattempo inizieranno le sedute della Commissione consigliare VI. Una volta restituiti i pareri da parte delle Circoscrizioni e proceduto alla valutazione degli stessi, il Piano tornerà in Giunta nella forma che verrà definitivamente trasmessa al Consiglio comunale per l’adozione. In questa forma, il nuovo PRGC già dopo la metà di febbraio sarà pubblicato sul sito della Rete civica, per dare massima diffusione alla proposta in discussione in sede consigliare.
L’adozione del nuovo PRGC potrebbe già avere luogo alla fine di febbraio 2014, ma di fatto avverrà in funzione dei tempi e delle modalità di lavoro stabiliti dal Consiglio comunale.
Una volta adottato dal Consiglio comunale, il PRGC verrà inviato alla Regione che ha 90 giorni per esprimere il suo parere vincolante. Contestualmente, dopo la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale Regionale, il documento verrà aperto per 30 giorni lavorativi alle osservazioni e alle opposizioni dei cittadini. In questa fase, sempre nell’ottica della massima trasparenza e per supportare i cittadini interessati a presentare osservazioni od opposizioni, l’Ufficio di Piano aprirà al pubblico uno specifico sportello in cui potranno essere direttamente visionati tutti i documenti e richieste precisazioni e informazioni.
Superate tutte le verifiche previste dalla legge ed esaminate le osservazioni e opposizioni, il Piano regolatore tornerà in Consiglio comunale per l’approvazione, ultimo atto del processo tecnico e politico. L’approvazione può essere ipotizzata agli inizi del prossimo anno.

Fino ad oggi: un percorso improntato alla lettura del territorio e all’ascolto di cittadini e portatori di interesse

Il nuovo Piano è stato predisposto in un tempo record, trattandosi di uno strumento completamente diverso sia dalla Variante n. 66, sia dalla Variante 118 mai arrivata ad approvazione. Si tratta infatti di uno strumento nuovo, redatto con l’intento di dare risposta ai tempi che stiamo attraversando, ai cambiamenti strutturali e alle domande che oggi emergono con forza dal territorio; di un Piano basato su una mole notevole di analisi e di valutazioni predisposte ex novo e su quanto evidenziato nel corso delle diverse fasi di partecipazione e ascolto da cittadini e portatori di interesse.

Ricordiamo solo la cronologia dei principali passaggi, del tutto congruenti a quanto stabilito nel programma di mandato del Sindaco Cosolini:
– 22 novembre 2011, approvazione in Consiglio comunale delle Direttive per la predisposizione del nuovo PRGC e delle relative salvaguardie;
– 23 dicembre 2011, la Giunta ha disposto la costituzione di un Ufficio di Piano composto da personale interno selezionato per competenze e esperienze, esperti esterni selezionati attraverso concorso pubblico, consulenze su temi specifici. In particolare, per gli studi specialistici di supporto, ci si è avvalsi delle competenze di personale interno di altri servizi dell’Area Città e Territorio e di altre Aree, ad eccezione dello studio geologico, dello studio demografico e di un approfondimento giuridico relativamente alle modalità per incentivare a riqualificazione energetica, che sono stati assegnati all’esterno;
– maggio-giugno 2012, fase di ascolto nelle Circoscrizioni; il percorso è stato supportato dall’organizzazione di incontri presso le Circoscrizioni (presenti l’assessore Marchigiani e l’Ufficio di Piano) e dalla diffusione e raccolta di questionari resi disponibili in forma cartacea e su web;
– 2012-2013, incontri finalizzati alla redazione di un quadro di progettualità e scelte strutturali alla scala dell’area vasta (con Provincia di Trieste, Comuni di Duino Aurisina, Monrupino, Muggia, San Dorligo della Valle, Sežana, Sgonico, Koper);
– luglio 2012, organizzazione di tavoli tecnici con le principali categorie di stakeholder (costruttori e professionisti, ambientalisti, categorie economiche);
– luglio 2012, organizzazione di tavoli tematici aperti a tutte le categorie portatrici di interesse sulle principali questioni al centro del Piano: Dove sarà Trieste? Prospettive alla scala dell’area vasta; Cosa farà Trieste? Economie e ricerca; Quali nature a Trieste? Ambienti e paesaggi; Come fare di Trieste una città più bella e abitabile? Questioni di qualità urbana ; Quali case e servizi a Trieste? Questioni di welfare;
– 7 gennaio 2013, presentazione pubblica degli esiti della fase di ascolto e pubblicazione sul sito web della Rete Civica;
– giugno-settembre 2013, tavoli tecnici sulle tematiche energetiche e parametri urbanistici ed edilizi;
– luglio 2013, presentazione dello stato di avanzamento e richiesta di feedback alle principali categorie di stakeholder (costruttori e professionisti, ambientalisti, categorie economiche).

Per un progetto del territorio: i temi e le questioni al centro del Piano

Il nuovo PRGC è in primis un Piano che ha il coraggio di guardare al futuro, proponendo immagini forti di progetto per la Trieste di domani. Non è semplicemente un vestito di Arlecchino, fatto della sommatoria e dell’accostamento di zone, senza una chiara immagine di sviluppo e di progetto per la città da qui a 15 anni. In un momento di crisi come quello che il nostro Paese e, quindi, anche la nostra città sta attraversando è fondamentale avere una prospettiva che possa orientare e guidare le scelte – piccole e grandi, pubbliche e private – che andranno a trasformare la nostra città e il nostro territorio. Gli investitori privati sicuramente sono più disposti a intervenire quando un’amministrazione ha e manifesta idee chiare sul proprio sviluppo.

La Trieste che ci immaginiamo:
– è una città sana e sostenibile, grazie alla ricostruzione di un rapporto virtuoso con le risorse del territorio (acqua, aria, suolo, energia), al rispetto delle regole di funzionamento ecologico, a una valutazione attenta dei livelli di tenuta e stabilità del territorio stesso, alla predisposizione di un grande progetto di mobilità sostenibile;
– è una città della conoscenza, della produzione e della logistica, in cui si possono trovare nuove occasioni spaziali per un’integrazione più forte tra innovazione e produzione, anche e soprattutto attraverso il riutilizzo di grandi aree e contenitori dismessi;
– è una città del turismo e del tempo libero, tra il Carso e il mare, fondata su un progetto di integrazione e di riconnessione tra le tante potenzialità e risorse in grado di rilanciare l’attrattività della nostra città e del nostro territorio;
– è una città policentrica, in cui si deve e si può lavorare sulla riqualificazione e sulla messe in rete dei tanti servizi e attrezzature collettive che irrorano quartieri e rioni.

Il nuovo PRGC è in sostanza un Piano che affronta le questioni di governo del territorio che abbiamo posto al centro del nostro mandato amministrativo e delle Direttive:

– partecipazione (come già ampiamente illustrato attraverso la descrizione del percorso di redazione del Piano);

– visione di sviluppo sostenibile fondata sul rilancio – oltre che dell’industria portualità e logistica – anche del turismo (attraverso un progetto di sviluppo delle attività balneari e dell’affaccio della città sul mare con particolare riguardo a Barcola), della conoscenza ricerca e produzione a basso impatto (attraverso il riconoscimento di un sistema di aree che dall’altipiano si sviluppa fino alla città e la predisposizione di indirizzi progettuali per la riqualificazione della zona industriale e dell’accesso da sud alla città-via Flavia), dell’agricoltura come occasione per la gestione attiva del territorio e la valorizzazione delle sue eccellenze (attraverso il rilancio delle attività agricole e silvo-pastorali sull’altipiano e la predisposizione di specifiche linee di indirizzo per il riutilizzo a fini agricoli dei pastini lungo la costiera)

– limitazione del consumo di suolo cui deve fare da contraltare il recupero delle grandi aree dismesse (quelle che abbiamo chiamato le Aree della grande trasformazione, in cui gli interventi giocano un ruolo strategico per la riqualificazione di più ampi settori urbani: Campo Marzio, ambito di via Rossetti-via Cumano, ex caserma di Banne, oltre a Porto Vecchio) e la trasformazione/riqualificazione della città esistente anche tramite operazioni ampie e strutturate di sostituzione edilizia (individuazione di specifici ambiti e schede progetto orientati alla realizzazione di quartieri ecologici in sostituzione di parti città degradate ed energivore – Aree della sostituzione e ristrutturazione);

– risparmio energetico e riqualificazione energetica e ambientale della città esistente, ricorrendo a specifiche forme di incentivazione (crediti volumetrici in cambio di operazioni di riqualificazione energetica), ma anche alla predisposizione di specifici criteri di invarianza idraulica, utilizzo di tetti verdi ecc.;

– attenzione per tutta la città, in primis per le periferie e i rioni con un focus su servizi e qualità/vivibilità, ma anche superamento della contrapposizione tra centro e periferia, città e altipiano, urbano e rurale (attraverso schede progetto contenenti criteri e indirizzi per la riqualificazione degli spazi pubblici nei diversi Centri di Quartiere);

– attenzione per il corretto funzionamento ecologico del territorio, per le tematiche connesse al rischio geologico e idrogeologico, per la lettura del paesaggio come valore e come volano di riqualificazione e sviluppo di spazi e attività economiche;
– integrazione delle scelte di piano con quelle della mobilità, nell’intento di delineare un nuovo sistema di trasporto pubblico che supporti forme di mobilità alternative (tranvie e similari, attraverso un grande progetto di riutilizzo della rete infrastrutturale su ferro già presente) e che affronti in maniera strutturata i problemi connessi all’accessibilità e alla sosta (individuazione di parcheggi scambiatori nell’anello più esterno della città);

– innovazione dei processi di attuazione, nell’ottica della semplificazione quale motore imprescindibile per l’attrazione di nuovi investimenti; in sostanza, eliminazione del ricorso a pianificazione attuativa in tutti i casi possibili in coerenza al PURG;

– valutazione attenta delle potenzialità di sviluppo delle aree della grande trasformazione, orientata a garantire da un lato la flessibilità necessaria agli investitori, dall’altro una chiara individuazione delle dotazioni di interesse pubblico che l’Amministrazione da tali trasformazioni vuole ottenere.