Anno Europeo dei Cittadini, l’evento conclusivo a Trieste

Trieste è onorata di ospitare l’appuntamento finale dell’itinerario di incontri con cui si è articolato il dialogo e l’ascolto dei cittadini nel nostro Paese nell’anno europeo dei cittadini.

Trieste è la più europea delle città italiane, storia cultura, architettura, comunità diverse insediate storicamente o recentemente e che beneficiano di un clima di convivenza che possiamo definire europeo lo testimoniano.

Del resto questa città deve al processo di integrazione europea e al suo allargamento il superamento definitivo di un Novecento che ne aveva bloccato l’identità aperta, plurale ed europea, rendendola prigioniera di barriere fisiche, ideologiche e psicologiche conseguenza delle tragedie e dei lutti che i nazionalismi e i totalitarismi del 900 hanno disseminato.

L’adesione a questo appuntamento odierno è perciò ricca da un punto di vista numerico ma lo è anche quanto mai sul piano della pluralità, delle provenienze, delle lingue e  delle culture di riferimento.

Il dialogo fra Istituzioni e cittadini è del resto a tutti i livelli un contributo non solo al lavoro delle Istituzioni ma anche ad una loro maggior vicinanza ed è perciò antidoto dei rischi di disgregazioni prodotti da un’acuta crisi economica e sociale.

Per questo nel suo piccolo l’Amministrazione che rappresento ne ha fatto l’elemento caratterizzante della propria azione amministrativa volendo contribuire in questo modo a questo processo che ridia una forte credibilità alle istituzioni.

Ritengo necessario, signora Vicepresidente e signor Ministro, chiedervi di tener fortemente conto di un giudizio negativo della Comunità e delle Istituzioni locali verso il progetto di Rigassificatore nella baia di Zaule e ciò evidentemente non come posizione pregiudiziale nei confronti di indispensabili scelte di politica energetica a livello nazionale ed europeo bensì in conseguenza delle significative criticità che non hanno mai trovato adeguata risposta sui rischi che quel progetto e quella localizzazione presentano in termini di sicurezza, di impatto negativo sull’ambiente marino e di compatibilità con l’auspicabile e per noi fondamentale sviluppo dei traffici marittimi che hanno come riferimento il Porto di Trieste.

Proprio in omaggio ai principi di ascolto, di dialogo e di partecipazione attiva dei cittadini che questa giornata sottolinea, ritengo che di questo punto di vista si debba assolutamente tenere conto.

Park Audace, Eataly e Piano del Traffico: la Trieste che cambia

Non è il caso di esaltarsi e quindi di sottovalutare la crisi profonda che stiamo attraversando ma, poiché è bene anche evitare vittimismi e frustrazione che certo non favoriscono capacità di reazione, alcuni segnali per questa città vanno a mio avviso considerati, vuoi perché in qualche misura premiano la fatica di un lavoro quotidiano vuoi perché testimoniano di un’attenzione che viene rivolta a Trieste e alle sue potenzialità e di cui talora non ci rendiamo conto.

eataly-frontVediamoli: un imprenditore come Oscar Farinetti, con un marchio di grande successo internazionale come Eataly, investe su Trieste a aprirà un suo centro al Magazzino Vini. Lavoro, attrattività turistica, un elemento in più per la progressiva valorizzazione del lungomare: questo è l’apporto che Farinetti, che fin dalla sua prima visita più di un anno fa era convinto di questa piazza , darà alla città di Trieste.

È giusto poi essere prudenti ma dopo anni di chiacchiere, di annunci elettorali nel 2001, nel 2006, nel 2008 oggi, forse proprio nel momento in cui tutto era più difficile, l’impegno delle Istituzioni e il progetto di un industriale vero e serio come Arvedi possono rappresentare la svolta per Servola: lo dico ben conoscendo l’esasperazione fra molti cittadini per la situazione ambientale per cui fin dal primo contatto ho rappresentato ad Arvedi la necessità di una proposta industriale che però mettesse al primo punto il progressivo, misurabile miglioramento dell’impatto ambientale e mi pare che su questo Arvedi sia stato poi chiaro: certo vedremo i fatti, e li misureremo con attenzione e rigore, non dando nulla per scontato, però ho la sensazione che potrebbe essere la svolta.

Certo non è la riconversione totale che sarebbe piaciuta a tutti per la quale però oggi non ci sono i soldi pubblici né gli strumenti per garantire lavoro e reddito a centinaia di lavoratori.

E allora ben venga oggi una siderurgia se rispettosa dell’ambiente e della salute e se un domani può puntare soprattutto sullo sviluppo logistico di parte di quell’area e quindi su una progressiva riconversione. Arvedi non è apparso per caso, bensì nell’ambito delle manifestazioni di interesse raccolte nei mesi scorsi dall’incaricato del Comune, e ha trovato istituzioni pronte al confronto.

1098234_685330551480594_3474214_n

Veniamo al Park Audace e al via libera del Consiglio Comunale: un’infrastruttura moderna di Park sotterraneo al servizio dell’asse di viabilità fondamentale delle Rive, al servizio in particolare di visitatori e turisti, consentirà di rendere su quell’asse più fluida la ricerca di parcheggio, di liberare lungomare dalle auto in sosta, porta 40 milioni di investimento privato (per qualcuno questo è un problema, per chi pensa che la città ha bisogno di attrarli e non di cacciarli più via gli investimenti invece non lo è….) e non è assolutamente in contraddizione, come qualcuno si ostina a dire, con un  PGTU che privilegia trasporto pubblico, pedonalizzazione, ciclabilità: basta guardare città europee dove su queste scelte di mobilita sono arrivati prima, a Lubiana, in Austria o in Germania, ma dove i parcheggi li hanno fatti (nella capitale slovena sotto la piazza più importante…) soprattutto per favorire i flussi dall’esterno.

trenoInfine abbiamo annunciato, insieme con Debora Serracchiani, i primi frutti di un lavoro di squadra per superare l’isolamento di Trieste: il 2 maggio avevo promosso un incontro con Mauro Moretti per FS, Gabriele Galateri per Generali, Bettina Corves  Wunderer per Allianz e Sergio Razeto per Confindustria: all’odg il miglioramento della tratta ferroviaria Trieste Milano. Avevamo incontrato anche Serracchiani, nel frattempo appena insediatasi. Con Serracchiani e Moretti abbiamo lavorato e oggi c’è un primo risultato (poi cercheremo di raggiungere altri obiettivi in questo ambito…): un treno in più, più veloce di 40 minuti rispetto al più rapido degli esistenti, che consentirà  di risparmiare quasi un’ora e mezza di viaggio complessivamente ma anche di avere a Milano una giornata piena di quasi 10 ore e non le striminzite 7 che un arrivo alle 11 e una partenza per il ritorno alle 18 consentono attualmente.

Dico queste cose, e ritorno alla premessa, non perché ignori e sottovaluti i problemi e le tante cose da fare ma perché è giusto evidenziare come valga la pena di lavorare per questa città, per le sue potenzialità , con pazienza e concretezza ma anche con la convinzione che ce la possiamo fare: del resto se ancora un segno positivo vogliamo cogliere basta che guardiamo, girando per città, anche a come anche in questa stagione da parte di tanti turisti, soprattutto europei, a Trieste venga confermata un’attenzione e un gradimento che rappresentano un altro capitale su cui investire.

“Movida” e nuovo regolamento

Foto di: https://www.flickr.com/photos/elisabetta2005/
Foto di: https://www.flickr.com/photos/elisabetta2005/

Sul tema “movidaaccetto critiche e suggerimenti dei cittadini certo non quelle strumentali di chi oggi è opposizione e quando governava la città non ha fatto nulla per affrontare il problema della convivenza fra divertimento notturno, legittimo, e riposo dei residenti, altrettanto legittimo.

Chi ha detto a tutti “avete ragione” salvo poi non toccare il tema perché inevitabilmente oggetto di scelte difficili e magari impopolari.

Chi si è limitato a stabilire che paga 500 euro chi viene beccato a fare pipì, indifferentemente se è un adulto responsabile o un ragazzino di 16 anni la cui multa comporta per il genitore il 40% dello stipendio mensile

Noi del problema abbiamo deciso di occuparci con una prima misura urgente, l ‘ordinanza provvisoria, e avviando il lavoro per un regolamento serio.
C’è stato qualche eccesso? Qualche interpretazione restrittiva di ciò che abbiamo scritto che ha determinato qualche sanzione eccessiva?

Me ne faccio carico, solo chi non fa non sbaglia nulla, anche se 3 sono stati i casi oggetto di contestazione in un mese di applicazione……..

Oggi diamo conto di alcune novità :
1) l’ordinanza, che decadrà con il regolamento, da oggi è modificata per ridurre la discrezionalità nell’applicazione: i limiti decorrono dalle 24 e non dalle 23, riguardano il vetro e non più il metallo, le sanzioni per le persone sono sensibilmente ridotte. Rimangono più elevate per gli esercizi, la maggioranza dei quali è d’accordo sulle misure, e ringrazio la FIPE per la collaborazione, pochi, come leggiamo oggi su Il Piccolo, non hanno voluto capire e sottovalutano anche le proprie responsabilità .

2) la Giunta ha definito il regolamento che lunedì passerà all’esame del Consiglio per la sua approvazione. Il regolamento prevede la responsabilizzazione e il ruolo attivo dei locali nell’informare e indicare ai propri clienti le misure e i comportamenti per divertirsi senza disturbare, nel mantenere decorosi gli spazi esterni utilizzati, e fissa termini per la musica orari all’aperto cui si può derogare dove non c’ è prossimità con i residenti.
Il regolamento fornisce strumenti e regole per una responsabilizzazione collettiva, giovani, residenti, ed esercizi, in modo da garantire tutte le diverse esigenze, venendosi ovviamente un po’ incontro. Non risolverà tutti i problemi ma può mettere in moto un percorso in quella direzione.

3) Da questo fine settimana e per tutta la stagione abbiamo potenziato la collocazione di bottini per la raccolta differenziata nelle zone “sensibili” della movida (e se ne manca qualcuna riceviamo volentieri segnalazioni) in modo da consentire di divertirsi in una città pulita e offrire più alternative all’abbandono di rifiuti in strada che non è un danno al Comune, bensì alla Comunità.

Avendo ottenuto l’autorizzazione, sempre per i fine settimana, abbiamo posizionato dei bagni chimici vicino a Piazza Unità, per la precisione in via del Teatro Romano, alla base della scalinata che porta a Santa Maria Maggiore, che danno perciò quel servizio in più e che toglie qualsiasi alibi a chi rischia la nota sanzione. Su questa sanzione ho già detto in apertura quello che penso: cinquecento euro sono giusti per un adulto maturo e autonomo economicamente, sono troppi per la famiglia di un ragazzino che fa una bravata che costa sopra il 30 -40% dello stipendio del genitore. La sanzione minima verrà perciò ridotta con possibilità evidentemente di una applicazione più aspra sulla base del criterio sopra accennato o in una situazione recidiva.
Con l’insieme di queste misure offriamo servizi, strumenti e regole equilibrate nell’interesse di tutti. Ringrazio fin d’ora tutti coloro che collaboreranno e ringrazio anche la polizia per l’indispensabile lavoro che dovrà fare per fare rispettare le regole, per intervenire nelle situazioni di criticità, con quella professionalità e quell’umanità di cui è certamente capace

Pallamano Trieste Under20: Campioni d’Italia.

 

 

Ringrazio il presidente, la società, i tecnici e la squadra della Pallamano Trieste che con tanto sacrificio, volontà e ostinazione continua a dare alla nostra città tante soddisfazioni”. Con queste parole il sindaco Roberto Cosolini ha consegnato al presidente della Pallamano Trieste Giuseppe Lo Duca, all’allenatore Giorgio Oveglia e ai giocatori -che il 2 giugno scorso hanno ottenuto, battendo Oderzo per un gol, il sesto scudetto consecutivo a livello giovanile- la targa celebrativa del Comune di Trieste, segno di stima e apprezzamento per un ulteriore titolo nazionale Under 20 che premia il grande lavoro svolto.
Nell’occasione, presente alla cerimonia anche l’assessore allo Sport Bruno D’Agostino, il sindaco ha voluto confermare il sostegno dell’Amministrazione comunale alla Pallamano Trieste. “Nei limiti delle possibilità –ha detto- cercheremo di darvi una mano per il futuro, perché ve lo meritate davvero”.
Il presidente Lo Duca ha ringraziato il sindaco Cosolini e l’assessore D’Agostino, consegnando loro due “medaglie scudetto”. “Per noi ha detto Lo Duca- è un riconoscimento importante per la continuità della nostra attività. Questi ragazzi sono infatti il fiore all’occhiello della nostra Società, una realtà che vede oltre 150-200 giovani iscritti e che svolge anche un importante ruolo sociale e non solo sportivo.”

Tratto da Retecivica

 

 

Frati Capuccini di Monutzza, una realtà straordinaria.

Nuova visita del Sindaco di Trieste Roberto Cosolini ai Frati Cappuccini di Montuzza, per dimostrare ancora una volta la vicinanza dell’Amministrazione municipale a questa confraternita religiosa cittadina che quotidianamente offre un pasto caldo alle persone in difficoltà.
Ma in questa nuova occasione di incontro il Sindaco, che era accompagnato dall’Assessore comunale alle Politiche Sociali Laura Famulari, ha voluto anche verificare nel concreto con i frati che alcuni piccoli ma importanti interventi da loro richiesti siano stati eseguiti o siano prossimi all’esecuzione.
Tra questi, un intervento straordinario da parte dell’Acegas per la pulizia delle caditoie e delle griglie che permetta il corretto deflusso dell’acqua piovana evitando il frequente crearsi di accumuli di terra fin sul piazzale antistante l’entrata del Convento, fatto che crea qualche difficoltà anche per l’accesso al servizio mensa.
Inoltre, dopo tanti anni, verrà finalmente posta un’adeguata segnaletica verticale tale da indicare con chiarezza la strada per giungere al convento, non sempre nota neppure ai triestini. Capita spesso infatti – è stato segnalato – che persone che vogliono portare cibo alla Mensa non trovino subito la corretta via.
Un ulteriore supporto ai frati verrà infine garantito dalla Polizia Locale che effettuerà all’occorrenza dei “passaggi” per assicurare che l’offerta dei pasti, talvolta in situazione di notevole affollamento, si svolga comunque senza difficoltà e nella massima tranquillità.

“La semplicità con la quale i Frati di Montuzza svolgono un lavoro in realtà straordinario merita davvero tutto l’affetto della comunità”, ha dichiarato al termine della visita il Sindaco Cosolini.
Anche l’Assessore Famulari ha voluto porre l’accento sul grande solidale contributo che essi garantiscono quotidianamente. “Oltre agli 11.000 pasti erogati annualmente dal Comune e all’apporto quotidiano della Caritas – ha osservato la responsabile delle Politiche Sociali -, un aiuto come quello messo in campo dai Frati Cappuccini di Montuzza si dimostra sempre più necessario, specialmente in un periodo come l’attuale in cui, purtroppo, le persone che scivolano da un giorno all’altro nella povertà sono sempre più numerose.”

Va ricordato in merito che ogni giorno la Mensa di Montuzza serve fino a 80-100 pasti caldi a chiunque si presenti alla porta; oltre a un momento di ascolto e a un sostegno a chiunque ne abbia bisogno. I Frati preparano inoltre ogni mese un centinaio di borse della spesa per le famiglie in difficoltà, anche grazie alla solidarietà dei tanti triestini che attraverso bonifici, versamenti ed erogazioni, e mettendo in atto una forma di cooperazione e di fraternità con il prossimo tanto più discreta e silenziosa quanto efficace, rendono possibile lo svolgersi di questa preziosa e costante opera.

Se volete saperne di più:

Convento Frati Capuccini di Montuzza

via Capitolina 14 34131 Trieste

telefono 040.638064 e-mail: [email protected]

 

TRIESTE, IL TURISMO CONTINUA A CRESCERE

Parliamo di turismo a Trieste e sgombriamo il campo dagli equivoci ribadendo che, anche quest’anno, come nel 2012, il turismo a Trieste cresce. Mi riferisco al turismo che normalmente viene definito “leisure”, ovvero il turismo da vacanza e tempo libero, mentre le presenze in assoluto fanno i conti con il calo del turismo business, ovvero di chi viaggia per lavoro in relazione, ad esempio, a viaggi d’affari ( aziende quali, Wärtsilä, Allianz, Fincantieri e Assicurazioni Generali): come si sa, questo tipo di turismo è in calo in tutta Europa, dunque, anche nella nostra città.Nel turismo che cresce le punte sono da un lato i turisti stranieri, e basta girare la città per vederlo, e in modo significativo le scolaresche. Consideriamo un altro aspetto: la città, con tutti i suoi problemi che appassionano i dibattiti al suo interno, piace e affascina sempre di più. Dopo l’importante riconoscimento giunto nel 2012 dalla classifica delle dieci città affascinanti da scoprire al mondo, firmata Lonely Planet , dove Trieste figurava al primo posto, è di qualche settimana fa il dato del portale Booking.com che indica nel 98% la percentuale di soddisfazione fra i visitatori di Trieste a fronte 95% Pisa, di un 96% di Budapest 95% di Lisbona.  Anche su questo punto bisogna essere chiari: Trieste si presenta come una città bella, ben curata e questa non è una mia impressione ma è l’immagine che trasmettono i tantissimi visitatori. Trovo giusto non essere mai del tutto soddisfatti, così si hanno più stimoli per migliorare, ma non è bene assumere un atteggiamento negativo e pessimista a oltranza.

I dirigenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali , che ho incontrato in Soprintendenza, mi hanno dimostrato il loro entusiasmo per la città, di cui hanno apprezzato la bellezza, la cura e la manutenzione. Tanto per fare un esempio, quella che in molti commenti viene considerata una zona degradata, ovvero quella della stazione centrale, non è nemmeno paragonabile alle situazioni molto più critiche che si incontrano in analoghe zone nella gran parte delle città italiane. Non vi sono dubbi che per incoraggiare la vocazione turistica vanno risolti alcuni problemi che riguardano certe strutture della città, che se migliorata possono aumentare l’attrattività e il fascino di Trieste. Ne cito due perché sono quelle di cui mi sto occupando più attivamente. La prima, più semplice, è quella del storico Tram di Opicina, che ci vede impegnati, pur con le limitazioni pesanti del patto di stabilità nell’ambito dei lavori pubblici, a far iniziare i lavori entro il 2013 e, conseguentemente, a rimetterlo completamente in funzione entro l’inizio del prossimo anno, magari prevedendo che una prima ripresa, fino a Campo Cologna, possa essere realizzata in anticipo su questa data. La seconda riguarda, invece, il Parco di Miramare. Il Parco vive la stessa condizione di difficoltà, e per certi versi di degrado, di molti beni monumentali ed artistici dello Stato, che per difficoltà burocratiche, carenze di fondi o, in alcuni casi, incuria li lascia in uno stato di abbandono.Penso alla Reggia di Caserta, penso alle aree archeologiche di Pompei ma l’elenco, purtroppo, potrebbe continuare. In queste situazione, oggi, il Comune non può intervenire direttamente e da qui deriva la mia proposta, fatta al precedente Governo e ribadita a quello da poco in carica, di un accordo di programma che potrebbe lasciare, per esempio, alla Soprintendenza la cura del Castello e attribuire a soggetti del territorio quella del parco. Con un modesto biglietto d’entrata, che potrebbe essere di 2/3 euro e che varrebbe come abbonamento annuale per i triestini, avremmo le risorse per creare posti di lavoro stabili e avere un parco di straordinaria e invidiabile bellezza. Se il Ministero dà il via libera noi siamo pronti a farlo. Inoltre, elenco qui di seguito una serie di altri interventi che l’Amministrazione comunale fa per migliorare la qualità dell’offerta turistica e l’attrattività della città. Nonostante i tagli di risorse anche quest’anno Trieste Estate ci sarà; avrà un programma vario e articolato che verrà presentato in 4 lingue (italiano, inglese, tedesco e sloveno) e che offrirà spettacoli dal vivo ed eventi culturali di vario genere ai cittadini e ai turisti da giugno a settembre. Ovvio? Non tanto visto che Udine ha semplicemente azzerato, per quest’anno, Udine Estate!

La promozione e la valorizzazione dei rapporti internazionali serve anche a incoraggiare i flussi turistici: dopo gli scambi già avviati con Lubiana, vanno in questa direzione l’attuazione del gemellaggio con la città austriaca di Graz e gli eventi per dare il benvenuto alla Croazia nell’Unione Europea, manifestazioni che presenteremo la prossima settimana e che si svolgeranno da luglio a dicembre di quest’anno. Rimanendo in tema di eventi, dal 6 settembre fino alle festività natalizie il Salone degli Incanti sarà la sede della mostra di uno dei più grandi artisti contemporanei, Jannis Kounellis, che proprio a Trieste dedicherà la creazione di un’apposita esposizione.

Sempre con la finalità di aumentare l’appeal della città e incrementare i flussi turistici sosteniamo Its, il Premio Giornalistico Internazionale Marco Luchetta, Trieste Mare e Vitovska in Pescheria e abbiamo riportato in città i grandi concerti rock, Bruce Springsteen nel 2012 e i Green Day nel 2013. Nel frattempo l’Assessore Edi Kraus sta lavorando per una collaborazione, sempre più stretta, con Promotrieste e TurismoFvg, per integrare meglio le diverse funzioni e competenze in modo che vi sia un’unica e sinergica regia. Inoltre, l’apertura del Museo della Guerra per la Pace Diego de Henriquez, i cui lavori sono in corso, e la realizzazione del Museo della Scienza nel 2014 offriranno nuovi punti d’interesse per attrarre visitatori. Trovo doveroso mantenere e valorizzare l’esistente, ovvero quel mix di patrimonio storico, architettonico e artistico di Trieste e quell’identità di città europea che tanto colpisce chi la visita è, oggi, la priorità: in questa direzione vanno gli itinerari nel campo della letteratura, della multiculturalità anche religiosa, della storia e dell’arte che stiamo tracciando. Il discorso potrebbe continuare estendendosi a crociere, centro congressi, Porto Vecchio e mi riprometto di farlo, ma ciò che mi premeva era sottolineare quanto sia concreta e attuale questa vocazione turistica, quali risultati ci siano e quali sono i campi più immediati su cui stiamo lavoriamo come amministrazione.

 

Bavisela-Maratona d’Europa 2013

Seppur la maratona sia lo sport individuale per antonomasia, la Maratona d’Europa, conosciuta da tutti come Bavisela, è il risultato di un lavoro di squadra. Una squadra composta da persone che grazie alla loro passione e al loro continuo impegno, nonostante tutte le difficoltà non da ultime quelle relative alla riduzione dei finanziamenti, hanno creduto nella manifestazione, che quest’anno taglia l’importante traguardo della ventesima edizione della Bavisela Family Walk of Life Telethon, della diciottesima edizione della Maratonina di Trieste e della quattordicesima edizione della Maratona d’Europa.

La Bavisela è un evento della città, una festa di tutti che va vissuta in mezzo alla gente. Non è un caso, infatti, che da quest’anno il fulcro della manifestazione sarà piazza Unità d’Italia, un luogo simbolo, un sodalizio a conferma del forte legame che c’è tra la città di Trieste e la Bavisela.

Infine, non posso non esprimere il convinto apprezzamento e sostegno del Comune di Trieste agli organizzatori della manifestazione, che sottoscrivendo l’accordo Run Alpe Adria, partecipano allo sforzo di ricollegare Trieste all’Europa, perseguendo così la naturale vocazione della città. Il circuito Run Alpe Adria coinvolge Austria, Italia e Slovenia e inaugura una stretta collaborazione sportiva tra le città di Trieste, Lubiana e Klagenfurt, alle quali va il plauso per aver saputo mettere in rete i loro principali eventi podistici. Un altro importante passo che, insieme alle iniziative già avviate in ambito culturale, contribuisce a ricostruire e a riallacciare i rapporti internazionali della nostra città con i Paesi a noi vicini.

Buona Bavisela a tutti!

 

Prima visita ufficiale della Presidente Serracchiani in Municipio

“E’ un primo importante incontro che getta solide basi per una forte collaborazione tra enti locali e istituzioni – così ha esordito la neoeletta Presidente della Giunta della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani nel corso della sua prima visita ufficiale al Sindaco del capoluogo Roberto Cosolini -. Un primo impegno – ha precisato il presidente Debora Serracchiani – legato innanzitutto al tema del Patto di Stabilità e alla questione della Ferriera di Servola. Il Sindaco Cosolini, porgendo il benvenuto e congratuandosi con la neopresidente per l’importante incarico, ha sottolineato la sfida impegnativa intrapresa per la difficoltà nell’amministrare la cosa pubblica. “Il primo gesto istituzionale inizia dal Comune capoluogo – ha detto Cosolini – e sottolinea il valore della comunicazione fra enti. Saremo i primi a fare squadra nell’interesse dei cittadini, a cominciare dal Patto di Stabilità per ottenere una modifica al decreto. E’ necessario quindi riprendere i lavori dei contenuti di programma per la Ferriera di Servola. Vogliamo che Trieste abbia un ruolo di servizio del territorio, affermandosi quale città europea in una regione europea. In questa visione strategica rientra anche la valorizzazione del nostro sistema portuale, un’altra grande occasione che Trieste può cogliere”. A tale proposito la Presidente Serracchiani ha annunciato che parteciperà alla prossima riunione del Comitato Portuale nell’ottica di valorizzazione della portualità regionale e anche dell’Alto Adriatico.

Discorso tenuto in occasione della cerimonia solenne del 68° anniversario della Liberazione

Il 25 aprile del 1945 fa si concludeva in Italia, e di lì a poco in Europa, la catastrofica guerra mondiale che sei anni prima la Germania nazista aveva  provocato e, di concorso con l’Italia fascista, allargato in tutta Europa.

Quel giorno di sessantotto anni fa, il Comitato di Liberazione Nazionale proclamava l’ordine di insurrezione generale che avrebbe contribuito in maniera determinante alla cacciata dell’esercito nazista dalle principali città del nord Italia. Quel giorno, l’epopea della Resistenza italiana raggiungeva il suo culmine.

Fu una vittoria ottenuta certamente grazie all’intervento decisivo delle forze alleate, che combatterono contro gli invasori tedeschi percorrendo da sud a nord l’intera penisola, in coordinamento con il Corpo Italiano di Liberazione, pagando un enorme tributo di vite umane. Ed è altrettanto vero che essa fu conseguita in virtù della strettissima unione d’intenti e di armi che segnò profondamente l’esperienza resistenziale in tutte le sue componenti, inquadrate dall’autunno del ’43 nelle formazioni partigiane attive nelle città, nelle campagne, sulle montagne dell’Italia settentrionale.

Fu la vittoria di tutti coloro che ebbero il coraggio di non chinare il capo, di non lasciar correre, di dire categoricamente NO!

  • gli antifascisti che per più di un ventennio, costretti all’esilio o al confino, perseguitati a volte fino alle estreme conseguenze, lottarono a viso aperto contro la dittatura di Mussolini;
  • i militari italiani che, nelle isole dell’Egeo e a Porta San Paolo, all’indomani dell’8 settembre non si sottomisero, così come i seicentomila soldati che per non aver aderito alla Repubblica Sociale furono imprigionati nei campi di internamento in Germania;
  • i partigiani di tutte le tendenze politiche fossero autonomi, socialisti, comunisti, cattolici, azionisti o anarchici, comunque affratellati nella volontà di restituire al Paese l’unità e la pace, liberandolo da coloro che lo avevano trascinato e continuavano a tenerlo soggiogato alla più ingiusta e odiosa delle guerre.

Il 25 aprile si celebrò la loro vittoria. Ma se a tutti gli italiani fu ridata la libertà, la  speranza nel futuro e fu ripristinata l’unità politica frutto del Risorgimento, – come sappiamo – su Trieste le nubi non finirono di addensarsi quel giorno. Quasi un altro decennio si dovette attendere perché nella nostra città si esaurisse ogni strascico della terribile guerra, finisse il periodo dell’incertezza e vi si insediassero le Istituzioni della Repubblica italiana.

Con Trieste, diventò parte dell’Italia anche questo spaventoso  luogo di morte, la Risiera di San Sabba, dove furono torturati e barbaramente uccisi resistenti italiani, sloveni, croati e di altre nazionalità; dove transitarono o vissero tragicamente i loro ultimi giorni gli ebrei destinati ai campi di sterminio dell’Europa centrale, insieme ad altre persone che una folle ideologia assassina riteneva in qualche modo diverse e per questo non degne della vita. Nella sua disperata dimensione, questo è uno dei luoghi simbolo di Trieste, un simbolo che testimonia tutta la complessità della nostra storia e delle nostre plurime identità. Anche da questo luogo, Trieste si rivela città “cerniera” tra il Mediterraneo e il cuore del Vecchio Continente, tra l’Italia e l’Europa.

La concordia e lo spirito di rinascita, l’amore per la ritrovata libertà rappresentato dal 25 aprile, l’intento di fondare una società giusta e solidale, composta da cittadini liberi e uguali di fronte alla Legge, sono gli elementi che ispirarono il lavoro dei Padri costituenti e presiedettero alla fondazione della nostra Repubblica.

Oggi, purtroppo, le cose  appaiono diverse.

Il discredito della politica e dei suoi rappresentanti, sempre più dilagante – e purtroppo non sempre infondato –  si riflette pericolosamente e coinvolge le stesse Istituzioni democratiche, attorno a cui, invece, va mantenuto un vigilie e costante presidio.  I valori di libertà, democrazia, giustizia, vanno riaffermati e trasmessi per evitare che anche nei nostri tempi, come accaduto in passato, disagio, inquietudine e rabbia causati da una grave crisi economica e sociale  alimentino odio verso chi è diverso, per pelle, religione o per lingua innescando così odio e intolleranza e degenerando verso pulsioni autoritarie.

La memoria del sacrificio e dell’immane fatica che sono costate la perdita della democrazia e la sua ricostruzione, in una parola la memoria della Liberazione e la festa del 25 aprile ci devono sorreggere e continuamente orientare nella difesa delle Istituzioni repubblicane e dei valori che esse incarnano e nell’affrontare le difficoltà del presente per andare verso un futuro migliore.

Viva il 25 aprile!

Viva la Festa della Liberazione!

Viva la Repubblica italiana!

Futuro del Porto Vecchio. Se ne parla in Consiglio Comunale

E’ con spirito di collaborazione istituzionale che invito la Presidente Monassi a rivedere la sua decisione di non partecipare al Consiglio comunale del 9 aprile 2013. Lo faccio ricordando che è stata chiamata a parlare del futuro di Porto Vecchio, tema che interessa tutta la città e non dei contenuti della causa al Tar, c’è una bella differenza. Ci immaginiamo che il Sindaco possa decidere di non partecipare ad audizioni e a incontri sul futuro urbanistico della città motivando con la pendenza di cause amministrative su un Piano regolatore o sui provvedimenti dell’ufficio edilizia del Comune? Non credo proprio!

Ricordo poi che lo dice anche la lettera dell’Autorità, che proprio sul tema del Porto Vecchio ha riunito il Comitato portuale in una seduta che ha voluto aperta alla stampa, stampa ampiamente presente, tant’è che fra i tanti cronisti è entrato anche il direttore di un libello web e cartaceo che ne ha tratto una cronaca deformante,offensiva e diffamatoria verso il sottoscritto. Perciò non credo proprio che il Consiglio comunale possa essere considerata sede meno riservata o meno opportuna di quel Comitato portuale, né che sia impedito da ragioni legali alla Presidente di ribadire davanti al Consiglio Comunale le sue posizioni, diverse dalle mie, che in quella sede ha espresso. Ma c’è una ragione più importante, tutta istituzionale e politica, per cui la Presidente intervenendo martedì farebbe cosa giusta oltre che corretta dal punto di vista istituzionale: quel Consiglio comunale, insieme al Sindaco, è stato eletto dai cittadini ed è, perciò, rappresentativo di una comunità che su Porto Vecchio ha il pieno diritto di dire la sua. Porto Vecchio non è un affare privato tra l’Autorità Portuale e la società Portocittà, ma è parte del territorio del Comune di Trieste ed è, contemporaneamente e paradossalmente, per Trieste un luogo abbandonato e una grande opportunità da non perdere. A un confronto su questo, l’Autorità Portuale non può sottrarsi per il semplice fatto che ha la competenza ad amministrarlo, in quanto quel luogo è stato in passato il cuore del porto di Trieste. Il Demanio è dello Stato, lo Stato è l’espressione della Comunità e la Comunità di Trieste è rappresentata dal Sindaco e dal Consiglio comunale. Non è un caso, del resto, che siano proprio le istituzioni elettive di questo territorio a concorrere con le proprie indicazioni alla nomina da parte del Governo del Presidente dell’Autorità Portuale. Non solo la Presidente Monassi, perciò, deve venire, ma dovrebbe tenere in grande considerazione le indicazioni che quella sede istituzionale dovesse esprimere sul futuro di Porto Vecchio. Scambiare una competenza amministrativa per una sorta di diritto proprietario sarebbe infatti inaccettabile da un punto di vista istituzionale ed estremamente grave in un momento in cui tutto ciò che può creare opportunità va utilizzato. Mi auguro perciò che la Presidente accolga l’invito del Presidente del Consiglio Comunale Iztok Furlanič.

 

Giorno del Ricordo

Ogni anno, Il Giorno del Ricordo è un momento irrinunciabile di
riflessione e memoria che ci riporta, con inalterata intensità e intatta
commozione, al dramma dell’esodo dall’Istria da Fiume e dalla
Dalmazia e alla tragedia delle foibe;  più in generale all’insieme
della contrastate vicende che hanno interessato il confine orientale
italiano nel mezzo di quel secolo di fuoco che è stato il Novecento.
E’ una ricorrenza, questa, giunta al nono anno dalla sua istituzione
per legge del Parlamento, che grazie alla sua elevata valenza morale,
politica e civile, rafforza nella nostra comunità la conoscenza storica,
senza separarla  da una salda adesione ai valori della cittadinanza
democratica e a un più ampio sentimento di fratellanza europea.
La giornata che oggi celebriamo è frutto di un riconoscimento
legislativo a lungo atteso, che in primo luogo ha avuto un significato
di risarcimento storico e morale nei confronti di chi aveva vissuto in
prima persona quelle pagine dolorosissime di storia nazionale. Pagine
che furono, per troppo tempo, da un lato silenziate a causa di
opportunismi politici agli occhi dell’oggi davvero sterili e angusti,
e dall’altro rimosse dalla coscienza collettiva della Nazione, uscita
traumatizzata dall’esperienza della guerra d’aggressione voluta dal
fascismo. Una guerra tragicamente sbagliata e infine perduta. La
dissoluzione della Venezia Giulia e lo smembramento  dei territori del
confine orientale dal resto della nazione costituivano  il memento
sempre vivo di quella sconfitta, una catastrofe troppo difficile da
assimilare per un Paese stravolto e ansioso di ricominciare a vivere.
La legge che ha istituito il Giorno del Ricordo rappresenta un balsamo
morale per le ferite impresse nella memoria delle vittime e di tutti
coloro – individui, gruppi e associazioni – che in tempi non facili
hanno custodito, rammemorato e tramandato non solo quelle terribili
vicende, ma anche il patrimonio complessivo delle tradizioni della
civiltà degli italiani dell’Adriatico orientale.
Nel celebrare questa ricorrenza, anno dopo anno, colmiamo dunque un
vuoto nella coscienza morale e storica della Patria, e insieme
contribuiamo al rafforzamento in noi tutti, cittadini italiani, del
senso di appartenenza alla Patria europea. Questo perché la storia delle
nostre regioni non è che un capitolo, e per nulla marginale, della
storia dell’Europa nel ventesimo secolo: una storia complessa e
articolata in cui la violenza perpetrata dal totalitarismo comunista e
dal nazionalismo jugoslavo non è stata, al pari delle altre espressioni
di violenza conosciute dal nostro territorio, il prodotto casuale di
forze incontrollabili e irrazionali. Ma quelle violenze sono state il
risultato cosciente e apertamente ricercato di ideologie e azioni
politiche fondate su un progetto di esclusione, discriminazione e
persecuzione.
Anche in questo sta il valore profondo e l’alto significato del
Giorno del Ricordo:  nel fatto che questa ricorrenza ci ha aiutato e ci
sta sempre più aiutando a comprendere e ad approfondire tutti i
fondamentali passaggi della storia contemporanea dell’Adriatico
orientale per inserirli compiutamente nella nostra coscienza storica
nazionale ed europea.

A TRIESTE IL GRUPPO SOCIALISTA E DEMOCRATICO AL PARLAMENTO EUROPEO

Caro Presidente Hannes Swoboda,

cari Parlamentari dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, è un piacere e un onore darvi il benvenuto della città e, ovviamente, con particolare calore, il mio personale in occasione di questa vostra RIUNIONE DEL GRUPPO SOCIALISTA E DEMOCRATICO AL PARLAMENTO EUROPEO per il cui svolgimento avete scelto Trieste.

Lo faccio sottolineando l’interesse per il tema scelto, “Politica industriale e innovazione, la ricetta per crescita e lavoro”, la cui grande attualità è vissuta giorno per giorno dai sindaci di tutta Europa nel rapporto quotidiano con la percezione della crisi, l’insicurezza per il futuro e la domanda di lavoro delle proprie comunità.

La scelta di Trieste è per noi un importantissimo riconoscimento della funzione europea della città che ho l’onore di amministrare.

Quando presento Trieste fuori dai nostri confini la definisco spesso una città che era Europea quando l’Europa, nel senso moderno che intendiamo oggi, non esisteva ancora.  Questa città infatti si è sviluppata come luogo naturale di convergenza di diverse comunità che ne hanno costruito la storia economica, portuale e commerciale innanzitutto, ne hanno determinato la  crescita sociale e la fioritura culturale, creando un contesto in cui i flussi di comunità di persone, di merci e di idee, oltre che dare sviluppo, l’hanno contrassegnata per la pluralità e la convivenza delle culture, delle nazionalità e delle religioni. L’architettura, il patrimonio culturale, i luoghi dei culti, i nomi della storia di Trieste segnano ancora oggi questa nostra profonda identità.

Trieste ha poi attraversato tutti i drammi del Novecento, dall’annuncio delle leggi razziali alle persecuzioni sistematiche operate dal fascismo nei confronti di ebrei, sloveni e croati, alla creazione del campo di sterminio della Risiera di San Sabba, e poi nel Dopoguerra, vivendo il dramma delle Foibe e dell’esodo. Questa città ha visto gravemente ferita la sua identità e la sua funzione europea ed è stata bloccata dai muri esterni e da quelli interni che dividevano le coscienze ferite da queste dolorose vicende. La caduta dei muri, il superamento dei confini, l’ampliamento dell’Europa, liberano nuovamente il grande valore che Trieste aveva accumulato e le consentono di riproporsi con una funzione al servizio dell’Europa, funzione che il nostro Governo può e deve pienamente riconoscere e valorizzare.

Oggi Trieste è una città nuovamente libera e aperta: chi vi parla è il primo Sindaco di sinistra di una città tradizionalmente considerata di destra; e questo è semplicemente il risultato della fase nuova che vede i nostri concittadini scegliere chi li deve amministrare sulla base di un’idea di futuro e non sulla base dei fantasmi delle contrapposizioni del passato.

La Trieste della rinnovata capacità di integrazione e di convivenza, la città che oggi riacquista la sua dimensione europea vive, certo, una crisi che però può affrontare consapevole del grande patrimonio culturale che la sua storia le ha consegnato, capace di valorizzare la sua funzione portuale in connessione con un’area importante in Europa, e un sistema dell’alta formazione e della ricerca che attrae centinaia di scienziati e ricercatori da molti Paesi e che aggiunge un ulteriore fattore di internazionalità.

Trieste vive di flussi di persone, di idee, di merci, ha rischiato di morire quando questi flussi si sono interrotti. La vostra presenza è perciò un momento importante nella costruzione di reti per le quali fin dall’inizio del mio mandato ho operato avviando incontri con i Sindaci delle città europee nostri naturali interlocutori, da Vienna a Lubiana a Graz a Fiume a Capodistria, prossimamente a Zagabria.

Anche le relazioni fra le città e il confronto di esperienze contribuiscono all’indispensabile processo di crescita e di integrazione europea: ne è stato un segno importante anche l’incontro pubblico che alcuni mesi fa, nell’ambito dell’annuale seminario dei socialisti viennesi, ha visto dialogare e scambiare esperienze i Sindaci di Vienna, Berlino, Bratislava e Trieste.

Queste vostre giornate sono perciò per noi importanti, mi auguro che per voi siano fruttuose e da Sindaco che ama profondamente la propria città (perché altrimenti sarebbe impossibile amministrarla) mi auguro che sia anche una bella occasione per conoscere e apprezzarne il fascino decisamente europeo.

Grazie.