INCONTRO DEDICATO ALLA CULTURA

Alcuni esponenti del mondo della cultura mi hanno inviato questa lettera (e ringrazio loro per questo), in cui mi invitano a un incontro pubblico lunedì 29 febbraio alle 16.45 presso il Knulp, sul tema della cultura a Trieste.
Accetto molto volentieri e invito anche tutti voi a partecipare.

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“Nel corso degli ultimi anni Trieste ha riconquistato un ruolo di primo piano grazie al lavoro del Sindaco Cosolini sul piano delle relazioni nazionali e internazionali. Lo ha fatto, inoltre, non attraverso un evento, ma con una serie di interventi strutturali che consentono di parlare della nostra città come di un museo diffuso della storia del Novecento. L’apertura del Museo de Henriquez, del Museo della Civiltà Istriana Fiumana e Dalmata e del nuovo Museo della Risiera – così come le affollatissime Lezioni di Storia e alle conferenze su Trieste e il Mare – servono e serviranno a raccontare ai cittadini e a chi visita Trieste il secolo scorso. Accanto a questo, il salvataggio del Teatro Verdi e del Teatro Rossetti dalle situazioni critiche in cui li avevano lasciati le amministrazioni di centrodestra e l’intervento sulla Sala Tripcovich per dare una sede adeguata ai festival cinematograci sono solo un paio di esempi delle misure concrete portate a supporto delle eccellenze del territorio in campo culturale. Inoltre, il programma di qualità nella stagione estiva, diffuso anche nei rioni, e l’introduzione dell’ingresso gratuito nei Musei per i residenti nella seconda domenica del mese sono importanti segnali di attenzione per una maggior fruizione di attività e strutture culturali. La crescita del turismo va letta anche come risultato di una valorizzazione del patrimonio e delle peculiarità storici e culturali di Trieste, e in questo senso sarà importante proseguire nei prossimi cinque anni di Amministrazione della città anche attraverso un sempre maggiore coinvolgimento dei numerosi soggetti e istituzioni che operano nella cultura. Con loro si potranno trovare modalità di un costante confronto in cui condividere contatti e strumenti promozionali, anche attraverso lo sviluppo delle piattaforme Discover Trieste e Join.Trieste. Accanto a questo, Roberto Cosolini nel suo secondo mandato avrà il compito di delineare ulteriormente il futuro dei contenitori, in primis sulle rive e in Porto Vecchio, anche come spazi dove i soggetti culturali possano sviluppare la propria offerta e renderla fruibile ad un sempre più ampio numero di persone.

Invitiamo Roberto Cosolini a parlarne con noi lunedì 29 febbraio alle 16.45 presso il Knulp di via Madonna del Mare 7/a.”

Firmatari: Andrea Germani, Sergio Vatta, Valerio Fiandra, Giovanni Barbo, Rino Lombardi, Daniele Terzoli, Cristina Sain, Chiara Valenti Omero, Milos Budin, Nicoletta Romeo, Sabrina Morena, Valentina Repini, Marta Verginella, Gaia Tamaro, Sara Alzetta, Patrick Karlsen, Franco Però, Pino Roveredo, Francesca Romanini, Maurizio Zacchigna, Elisa Vladilo, Martin Lissiach, Antonella Varesano, Livia Amabilino, Giulio Salusinszky, Lino Marrazzo, Marco Lorenzetti, Corrado Canulli-Dzuro, Lodovica Fusco, Alessandro Mizzi, Barbara Della Polla, Serse Roma

CICLO DI CONFERENZE DEDICATO ALLA MARINERIA

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“Trieste e il Mare” è il titolo di un ciclo di conferenze  dedicate ai temi del mare e affidate a nove esperti di chiara fama nel proprio settore. Gli incontri si terranno  dal 30 gennaio al 21 maggio, presso l’Auditorium del Magazzino 26.

L’iniziativa è realizzata nell’ambito del progetto di recupero e restituzione alla città di Trieste del Porto Vecchio dal Comune di Trieste e l’Autorità Portuale.

Questo ciclo nasce da una forte motivazione, da un lato l’esperienza maturata e proprio ieri ripresa con il terzo ciclo di Lezioni di Storia (quest’anno dal titolo “La Storia nell’Arte), e in particolare il primo ciclo ha fornito moltissimi spunti di riflessione sul passato per reinterpretare il presente e il futuro. Un’idea di grande valore da cui è nato il progetto condiviso con i partner: Autorità Portuale, Italian Liners e Trieste Trasporti, perchè mette in relazione il legame storico, marittimo, industriale e artistico tra la città e il mare, oltre alla stessa storia della marineria. Idea che felicemente rinforzeremo con l’avvio della mostra sul Lloyd Triestino a fine marzo, alla Centrale Idrodinamica. Le conferenze offriranno tanti spunti: in primo piano il ruolo del mare a Trieste, dal ruolo che sta assumendo il porto grazie a forti risorse condivise con le istituzioni e alle elevate competenze manageriali, alla valorizzazione del Porto Vecchio e conseguentemente del turismo con tutta una serie di attività nel campo formativo (l’Accademia del Nautico) e di riflessione storica con possibilità vere e concrete per la ‘grandezza’ di Trieste nella prospettiva futura. In vista di questa ‘vivacizzazione’ del Porto Vecchio, vogliamo che i cittadini vivano con continuità le grandi trasformazioni.

Per dare maggiore possibilità di seguire le conferenze, grazie a Trieste Trasporti, sarà messo a disposizione un servizio ‘navetta’ che partirà ogni 45 minuti dal centro città fino al Magazzino 26 e ritorno.
Un piccolo segno di un investimento su questo percorso che farà di Porto Vecchio parte integrante della città.

Il programma delle conferenze, potrà essere consultato nel dettaglio, comprese le biografie dei relatori, sul sito www.triestemare.com

CALENDARIO DELLE CONFERENZE:

30 gennaio 2015. Philippe Daverio. Trieste, le navi e il mare: le opere d’arte a bordo dei transatlantici italiani e i loro autori.
13 febbraio 2016. Renzo Crivelli. Un mare di carta: navi e navigatori nella grande letteratura internazionale.
27 febbraio 2016. Maurizio Eliseo. L’arsenale del Lloyd: il più grande e moderno cantiere navale europeo dell’Ottocento.
12 marzo 2016. Javier Grossutti. Il “sistema migratorio triestino”: la città-porto come luogo di arrivo e di partenza.
9 aprile 2016. Anthony Cooke. Passaggio verso sud-est: la sfida di Trieste alla Gran Bretagna sulle linee dell’Oriente.
23 aprile 2016. Sergio Vatta. Artisti della Wiener Secession per il Lloyd Austriaco: la grafica pubblicitaria e le arti decorative tra Trieste e Vienna prima della grande guerra.
30 aprile 2016. Giulio Mellinato. Il Lloyd di Trieste tra navigazione di Stato e business.
7 maggio 2016. Peter Knego. Dalle spiagge di Alang alle showroom americane: l’ultimo viaggio dei lussuosi transatlantici italiani.
21 maggio 2016. Lord Ambrose Greenway. Cinquant’anni di fotografia navale: l’obiettivo di Ambrose Greenway.

Per favorire, stimolare la riflessione legata al recupero di Porto Vecchio e valorizzare le informazioni e le esperienze portate dai relatori, il 28 maggio, sempre presso l’auditorium del Magazzino 26, si terrà un dibattito aperto alla cittadinanza con la presenza di alcuni dei relatori e di altre autorità ed esperti che possano offrire un contributo di idee per un rilancio del rapporto tra Trieste e il Mare.

LEZIONI DI STORIA 2016: LA STORIA NELL’ARTE

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Prenderà il via domenica 17 gennaio, alle ore 11.00, e proseguirà fino al 10 aprile, il terzo ciclo di “Lezioni di Storia” – che in questa edizione sarà dedicato alla “STORIA NELL’ARTE”– nella suggestiva e tradizionale cornice del Teatro Verdi di Trieste.

Le lezioni, a ingresso libero, sono promosse dal Comune di Trieste, ideate dagli editori Laterza, sponsorizzate da AcegaApsAmga Società del Gruppo Hera, con il contributo della Fondazione CRTrieste e la collaborazione del quotidiano “Il Piccolo”.

La terza edizione delle Lezioni di Storia quest’anno punta sull’arte e sul suo linguaggio per raccontare i grandi scenari storici, i protagonisti dei movimenti culturali e politici, le trasformazioni sociali e religiose, i fatti del lontano passato e i cambiamenti della storia contemporanea.
L’arte è davvero una straordinaria fonte per comprendere il passato; dal mondo antico a oggi i pittori e gli scultori hanno raffigurato la realtà da loro vissuta, conosciuta e immaginata, dando corpo e memoria alle idee e agli avvenimenti del proprio tempo, fissando su tela e marmo la loro testimonianza immortale e unica. Attraverso le loro opere possiamo ritrovare –in maniera diretta e al tempo stesso suggestiva– il vissuto di uomini e di donne, il potere del dominio e della guerra, il divino e il quotidiano, i prìncipi e i mercanti, l’individuo e la comunità, la denuncia e l’evasione, le paure e le speranze.
Protagonisti delle Lezioni saranno 9 opere famose e 9 storici chiamati ad interpretarle.
Alberto Mario Banti inaugurerà il nuovo ciclo il 17 gennaio parlando della cura dei dettagli della borghesia nella corsa all’apparire partendo da Il balcone di Edouard Manet; Il 24 gennaio sarà la volta di Maria Giuseppina Muzzarelli che parlerà di una delle prime rappresentazioni demoniache della donna in un dettaglio della Cappella Sistina di Michelangelo Buonarroti. Il 7 febbraio Giulio Mellinato parlerà della rappresentazione della crescita e dello sviluppo della città di Trieste nel dipinto La prosperità commerciale di Trieste di Cesare Dell’Acqua; Il 14 febbraio Massimo Firpo parlerà dei ritratti falsi diffusi per diffamare i nemici partendo dall’esempio di rappresentazioni famose di Machiavelli e Alessandro de’ Medici. Anna Foa il 21 febbraio spiegherà la nascita di un pregiudizio alimentato dalla rappresentazione di una credenza come ne Il miracolo dell’ostia profanata di Paolo Uccello; Paolo Possamai il 6 marzo ci accompagnerà tra i fregi e i decori dei palazzi di Trieste alla ricerca dei simboli usati per rappresentare l’identità della città. Maurizio Viroli il 20 marzo parlerà delle conseguenze del Buon governo e della tirannia partendo proprio dalle scene di vita quotidiana illustrate nelle allegorie di Ambrogio Lorenzetti a Siena. Andrea Giardina il 3 aprile parlerà del famoso quadro del giuramento degli Orazi e dei Curiazi di David, la celebre leggenda narrata da Tito Livio che diventò emblema degli ideali repubblicani durante la rivoluzione francese. Concluderà il ciclo Emilio Gentile parlando della rivalità di D’Annunzio e Mussolini durante la rivendicazione della ‘Vittoria mutilata’ partendo da una cartolina propagandistica di Ezio Anichini che ritrae D’Annunzio tra Dante e l’Italia turrita sullo sfondo dell’Istria. Introdurranno gli storici: Arianna Boria, Pietro Spirito, Alessandro Mezzena Lona, Fabio Amodeo, giornalisti de “Il Piccolo”.

I due cicli precedenti che vertevano sulla storia di Trieste e sulla Grande Guerra hanno registrato il sold out, a dimostrazione dell’alto gradimento da parte del pubblico per i temi di carattere culturale. Questo terzo ciclo è dedicato a un argomento di grande fascino attraverso un percorso di assoluto interesse che mette in relazione significativi motivi storici con il genio artistico. E’ la conferma che anche il 2016 per la cultura triestina sarà di altissimo livello. Trieste, fra tutte le città italiane in cui si svolgono le ‘lezioni di storia’ è la città che in rapporto al numero di abitanti ci ha dato maggiore soddisfazione, a significare il valore assoluto della partecipazione dei triestini, per i quali la relazione con la storia è molto forte.

L’ingresso è sempre libero fino ad esaurimento posti.
Il programma completo su:
lezionidistoria.triestecultura.it
www.laterza.it
www.ilpiccolo.it

NUOVO SLANCIO AL FUTURO DELLA CULTURA A TRIESTE

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UN GRANDE MUSEO DEL MARE IN PORTO VECCHIO

Trieste non è più solo una città sul mare, ma sta finalmente diventando una città di mare! Il mare è parte rilevante della nostra storia, della nostra cultura e della nostra identità. Trieste si affaccia sul mare, ma potremmo dire che il mare tocca ogni aspetto della vita e delle tradizioni della nostra città.
Quale città più di Trieste, dunque, dovrebbe ospitare un Grande Museo del Mare? Quale luogo più di Porto Vecchio è adatto ad ospitare il progetto?
Vogliamo confermare, consolidare e in un certo modo celebrare lo strettissimo rapporto che abbiamo con il mare, per questo immaginiamo un grande luogo dedicato a questo, un’attrazione per i turisti a livello nazionale e non solo, un biglietto da visita dell’identità dei triestini.
È innegabile l’evidenza di questo legame, basti pensare che ben l’85% del potenziale materiale espositivo di un Grande Museo del Mare è già disponibile in città. Inoltre istituzioni, aziende e associazioni hanno già manifestato un forte interesse per l’argomento, rendendosi disponibili a partecipare a un Comitato promotore del progetto, destinato poi a trasformarsi in Fondazione.
Ci tengo a sottolineare l’importanza di questo processo di aggregazione, una pratica virtuosa nata da un progetto fortemente sentito e voluto da molti, che hanno scelto di rimboccarsi le maniche e di collaborare per la sua realizzazione.

RESTITUIAMO IL SALONE DEGLI INCANTI AI TRIESTINI

Il progetto di trasformazione dell’ex Pescheria in una grande piazza coperta procede, ed è in atto lo studio di fattibilità per definire le condizioni per la sua realizzazione: affidato ai progettisti a metà ottobre, sarà consegnato a fine mese.
Il progetto nasce per rispondere alle necessità dei cittadini e degli studenti, che necessitano di spazi di studio, di consultazione di libri, di accesso alla rete: una moderna e funzionale mediateca.
Nasce dalla volontà di ridare ai triestini la grande Biblioteca che la città attende da troppi anni, dopo il disastroso progetto di ristrutturazione della biblioteca di piazza Hortis, risalente ormai al 2000 ma mai portato a compimento, e ormai superato dalle esigenze biblioteconomiche attuali.
Un grande spazio civico e culturale con vista sul mare, un luogo identitario per la città capace di fornire in maniera innovativa i servizi bibliotecari moderni, a cittadini e studenti, destinato a completare il sistema delle biblioteche a fianco di Palazzo Biserini, in cui troveranno spazio i depositi tradizionali e specializzati, e delle biblioteche decentrate Quarantotti Gambini e Stelio Mattioni, la cui importanza e successo sono cresciuti negli ultimi anni in maniera esponenziale.

2016: CI ASPETTA UN ALTRO ANNO DI GRANDI MOSTRE

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14-18 DUE FRONTI, UNA CITTÀ

Dopo il grande successo de La Grande Trieste dal 18 dicembre il Salone degli Incanti ospiterà una nuova mostra che ne rappresenta l’ideale completamento: 14-18 Due Fronti, una Città.
Se La Grande Trieste si è impegnata a raccontare la storia della costruzione della città moderna, la mostra che verrà prossimamente inaugurata racconta la storia di Trieste e la vita dei Triestini negli anni del conflitto, quando la città e i suoi cittadini si videro divisi al punto di ritrovarsi su due diversi fronti.
Due versanti che si ritrovano oggi nel percorso espositivo, attraverso immagini, oggetti e documenti provenienti dai Musei Civici dalla Biblioteca Attilio Hortis e da collezioni private, ma anche attraverso grandi installazioni evocative e proiezioni di rari filmati d’epoca, ambientati nel magico spazio del Salone degli Incanti.

IL LLOYD TRIESTINO

La grande esposizione dedicata alla compagnia di navigazione che rese ricca Trieste e la proiettò in Medio ed Estremo Oriente aprirà da inizio marzo alla Centrale Idrodinamica in Porto Vecchio.
Una mostra realizzata in collaborazione con l’Autorità Portuale nel luogo più significativo del Porto Vecchio, l’edificio-macchina che forniva forza motrice a tutte le gru dei magazzini, dove la storia del Lloyd Triestino sarà visibile insieme al patrimonio di archeologia industriale accuratamente restaurato.
La storia della compagnia a partire dall’arrivo a Trieste, la pubblicità, i viaggi e le destinazioni, le navi, le merci e le persone che fecero grande il Lloyd: questi i temi che verranno presentati attraverso un percorso scandito dagli straordinari cimeli. Agli scafi dei vecchi piroscafi e delle motonavi saranno affiancati quadri, porcellane, statue, manifesti pubblicitari, fotografie d’epoca, argenterie, libri di bordo, piani di costruzione, nomi di comandanti, artisti e progettisti.

IL MUSEO DELLA RISIERA DI SAN SABBA

Alla fine di gennaio 2016 si inaugurerà il nuovo allestimento del Museo della Risiera di San Sabba, per raccontare la storia del luogo e inquadrare i fatti che vi si svolsero.
Uno spazio di accoglimento rinnovato nei contenuti storici e nella presentazione con testi in tre lingue, grafici e apparati multimediali, che ripercorre la storia dello stabilimento per la lavorazione del riso che dall’8 settembre 1943 viene utilizzato come campo di prigionia e smistamento per poi divenire luogo di detenzione e eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici e ebrei, e infine, dal 4 aprile 1944, vero e proprio campo d i sterminio.
Il rinnovato Museo della Risiera assume così importanza per valorizzare l’esperienza del visitatore di questo luogo, unico in Italia, ricollegandolo agli altri campi in Europa, ma soprattutto per valorizzare la storia delle donne e degli uomini che vi fecero passaggio.

2015: PER LA CULTURA UN ANNO ENTUSIASMANTE

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LA GRANDE TRIESTE

Grande successo per La Grande Trieste 1891-1914: la mostra al Salone degli Incanti ha chiuso con quasi 26.000 visitatori totali, con punte del 15% di visitatori provenienti dall’estero nel mese di maggio! Un successo dal punto di vista delle presenze, dei contenuti e della collaborazione tra le tante Istituzioni comunali coinvolte nel lavoro di ricerca.
La mostra si è sviluppata lungo un percorso a capitoli pensato per ricostruire l’atmosfera della città negli anni tra il 1891 e il 1914, un periodo di eccezionale sviluppo nella quale Trieste ha assunto la fisionomia di grande città che conosciamo tuttora.
Per chi se la fosse persa o volesse rivivere l’esperienza, consiglio questo video, che racconta l’esposizione fin dalla primissima fase dell’allestimento, che ha richiesto ben 1200 ore di lavoro.
Ideale prosieguo de La Grande Trieste, dal 19 dicembre la riflessione sulla storia di Trieste e dei triestini proseguirà al Salone degli Incanti con una mostra dedicata alle diverse anime della città negli anni della Prima Guerra Mondiale.

IL GUSTO DI UNA CITTÀ. TRIESTE CAPITALE DEL CAFFÈ

50.000 visitatori per Il gusto di una Città. Trieste Capitale del caffè, la mostra multimediale interamente dedicata al caffè, ospitata al Salone degli Incanti in collegamento con l’Expo di Milano fino a inizio novembre.
Perché Trieste capitale del caffè? Per la sua storia, la sua economia, le sue tradizioni: tutto questo si concentra da ora in un marchio registrato di cui la città si può fregiare. Rappresentazione della cultura del caffè, degli storici caffè letterari, dell’Università del Caffè, dell’industria e del commercio, la mostra ha costituito un importante momento di promozione, realizzato attraverso la collaborazione di Regione, Comune, Camera di Commercio, illycaffè e Trieste Coffee Cluster, con il collegamento a Expo 2015 a sottolineare a livello internazionale il ruolo di protagonista che la nostra città copre nel comparto!

L’ALFABETO ESSENZIALE DI UGO GUARINO

Dopo molti anni di attesa realizzata la mostra dedicata alla figura e al lavoro di Ugo Guarino, poliedrico artista e grafico, protagonista con Franco Basaglia della battaglia per la chiusura dei manicomi nella Trieste degli anni ’70 e amico di Indro Montanelli di cui per molti anni ha illustrato la rubrica su «Il Corriere della Sera».
Da giugno ad ottobre il Museo Revoltella ha accolto l’esposizione realizzata in collaborazione con la Fondazione RCS Corriere della Sera: presentazione dell’opera documentata attraverso quadri e bozzetti, disegni, frammenti e ritagli, sculture e stampati, e contemporaneamente affettuoso omaggio a Ugo, artista, militante, autore di un lavoro ininterrotto che lo ha visto muovere da Trieste a Milano, poi Parigi, New York, Trieste di nuovo con Franco Basaglia per cancellare i manicomi e dare vita alla rivoluzione della legge 180, e ancora Milano.
Grazie alla collaborazione tra l’amministrazione, le istituzioni e i protagonisti di quella stagione, e a un lungo lavoro di ricerca che ha condotto alla realizzazione di un catalogo con un importante editore  nazionale, la mostra dedicata al “piccolo grafomane triestino / emigrato a Milano”, come lui stesso si definisce, ha così rappresentato una nuova occasione per mettere in evidenza la collocazione della città nel panorama artistico e culturale internazionale a partire dagli anni ’60.

I NOSTRI TEATRI NON CHIUDONO!

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Sabato mattina ho incontrato i lavoratori del Teatro Verdi, a pochi giorni dall’inizio della stagione lirica, per fare loro un grandissimo in bocca al lupo a tutti loro e per condividere assieme gli ottimi i risultati raggiunti.

Oggi ci sono le premesse per un’eccezionale stagione.
Ne cito solamente una: dopo ben nove anni di calo continuo degli abbonati, questo è l’anno dell’inversione di tendenza! È cresciuto il pubblico, ed è proprio questo forse il segnale più bello che ci potevamo attendere per questa stagione. Abbiamo già un segno positivo rispetto alla precedente stagione, e auspichiamo che questo sia solamente il primo di molti.

Altro nota positiva che ci colma di soddisfazione è il crescente avvicinamento del pubblico giovane al teatro, pubblico che rappresenta il principale investimento sul futuro.

Voglio spendere qualche parola su quanto abbiamo fatto insieme in questi anni, e lo faccio partendo da quelle che sono state le responsabilità di questi quattro anni come Sindaco di Trieste. Sono stati quattro anni difficili, come sappiamo tutti, per l’Europa, per l’Italia e per la nostra città. Ogni volta che una relatà va in criso e sta per chiudere è un dramma. C’è però una differenza fondamentale tra un’azienda e un teatro: quando un’azienda chiude, genera una perdita di patrimonio industriale e occupazionale, ma lascia la speranza e la possibilità che un’altra azienda apra e che possa in qualche modo sostituirla, che possa permettere di recuperare almeno una parte del patrimonio perduto.

Quando un teatro chiude, invece, ha chiuso per sempre. Le dinamiche che si innescano non hanno una possibilità di ripresa.

Lasciatemelo dire: i nostri teatri non chiudono, i nostri teatri vanno avanti!

Sono una risorsa per la città, per la sua intelligenza, per la sua cultura, per la sua immagine. È un insieme straordinario che noi abbiamo il compito di salvaguardare, di difendere, e di rendere la leva del nostro futuro.

Cosa abbiamo fatto assieme ai lavoratori del Teatro Verdi in questi anni?

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Usando un’ espressione sportiva potremmo dire di aver fatto squadra, scegliendo un’espressione più adatta al contesto potremmo dire aver lavorato assieme come una grande orchestra.

Ho cominciato a occuparmi del teatro Verdi nell’estate del 2011, come presidente della Fondazione. Nel deserto generale dell’estate, ho girato personalmente le banche perché non c’erano gli stipendi dei mesi di luglio, agosto e settembre di tutti quanti i lavoratori.

In quei mesi io ho avuto paura per il teatro, ho avuto veramente paura. I dati emersi erano drammatici: dal 2001 al 2010, nove esercizi su dieci si erano conclusi con una perdita. La perdita del 2010 era stata di 4 milioni di euro, e la perdita che si profilava per il 2011 era di altri 4 milioni. Abbiamo evitato tale perdita, con un’operazione straordinaria di transazione ad una vertenza con il Ministero dell’Economia.

Il debito con le banche del teatro Verdi era di 23 milioni di euro. Oggi siamo in presenza di 4 esercizi che si sono chiusi in positivo. Il debito con le banche da 23 milioni di euro è sceso a zero, ed è stato sostituito da un debito trentennale di circa 13 milioni di euro, per la precisione 12 milioni e 982 con il Ministero dei Beni Culturali.

Cosa significa?

Qualcuno dirà: “Beh, prima c’era il debito con le banche, ora c’è il debito con il ministero dei beni culturali”.

Facciamo il confronto in modo molto semplice e aritmetico, immaginando che il debito appartenga alla nostra famiglia.

Immaginiamo di avere un debito con una banca di 55 mila euro con le seguenti caratteristiche: ci costa dai 2.500 ai 3.000 euro all’anno di spese di interessi; il che vuol dire che alla fine dell’anno dobbiamo pagare 2.500-3.000 euro di interessi senza che questo abbatta di un euro il debito, che rimane di 55 mila. Inoltre il nostro debito fa si che la banca, nel caso smetta di fidarsi di noi, possa decidere di chiederci di restituire interamente il debito, immediatamente, provocando la crisi della nostra vita familiare.

Immaginiamo ora che quel debito, per la nostra famiglia, oggi è di 30 mila euro, che restituiremo mille euro l’anno, con un interesse per il primo anno di 150 euro, interesse che cala ogni anno di 5 euro.  La differenza fondamentale è che dopo il primo anno non dobbiamo più 30 mila euro, ma ne dobbiamo 29, il secondo anno 28 e così via…

Quindi la nostra famiglia è passata da una situazione in cui pagavamo 2500 euro al mese per trovarci tra 30 anni con 55 mila euro di debito, a una situazione in cui ne paghiamo 1150, calando un pochino ogni anno, con il risultato di trovarci tra 30 anni senza debiti.

Immaginiamoci queste due situazioni per la nostra famiglia per comprendere la differenza di situazione che vive la nostra famiglia collettiva che si chiama teatro Verdi.

Perché sono successe queste cose?

teatro verdi2Perché abbiamo lavorato bene tutti quanti noi. In primo luogo i lavoratori del teatri Verdi hanno fatto dei sacrifici che ci hanno consentito di contribuire a un taglio dei costi del teatro, in modo da poter mantenere i posti di lavoro.

 

Nel 2011 spendevamo 4 milioni all’anno in più di quanto potevamo permetterci di spendere, ora la situazione è stata riallineata.

Ciò è stato possibile perché il Comune e la Regione hanno creduto nel progetto per il Teatro Verdi e continuano a farlo.

Il Comune oggi dà 45% in più all’anno a questo teatro, rispetto a quello che dava nel 2011. La Regione ci ha creduto, com’è noto, abbuonando una parte del debito.

La Regione e il Ministero hanno avuto fiducia nell’operazione, perché abbiamo dimostrato tutti assieme, come una grande orchestra, di essere capaci di affrontare questa situazione e di rimetterla nell’equilibrio economico, per fare poi dell’equilibrio economico la premessa per il rilancio della sua missione culturale, che è ciò che ci sta a cuore.

Tutto ciò deve essere raccontato perché la città deve volere sempre più bene a questa istituzione, la deve sentire come un patrimonio che va difeso, custodito e accompagnato. Gli abbonamenti sono un modo importante per custodirlo e accompagnarlo.

Dobbiamo essere, tutti quanti assieme, orgogliosi.
Il problema è stato affrontato con lo stesso senso di responsabilità con cui ho affrontato ogni crisi, ma con quella consapevolezza di cui vi parlavo prima: le alternative alla chiusura di questo teatro non c’erano. O si salvava questo teatro e lo si rilanciava, o la città sarebbe stata definitivamente più povera.

Potrei fare lo stesso discorso per il teatro Stabile, che ha corso rischi analoghi, forse ancora meno raccontati di quelli del teatro Verdi. Nel 2010 e nel 2011 ha chiuso due bilanci in passivo, nel settembre del 2012 anche il terzo bilancio si presentava in passivo. Per essere chiari: tre bilanci in passivo nel sistema teatrale della prosa portavano alla liquidazione coatta amministrativa.
Abbiamo corretto la perdita portando il bilancio a un leggero utile che interrompesse questa catena negativa che stava portando alla liquidazione, permettendoci così di dare una nuova prospettiva al teatro Stabile.

Oggi il Teatro Verdi vive una stagione diversa. Per 30 anni dovremo lavorare per l’equilibro dei conti di questo teatro, l’impegno deve essere dedicato all’evitare assolutamente che si ripeta la drammatica situazione del 2011, una situazione che in pochi mesi poteva portare alla chiusura del Teatro. Ma il Verdi ha davanti una grande prospettiva, perché su questi 4 anni ha costruito una responsabilità comune, una consapevolezza che oggi ci porta alla vigilia di una stagione che ricomincerà a farci sognare e un po’ alla volta a crescere, solidamente.

Il teatro deve essere un punto di riferimento insostituibile per la cultura di questa città, di questa regione, per la musica e per il benessere delle persone. 

Dobbiamo continuare su questa strada: la sfida del benessere deve essere combattuta nel teatro ma anche fuori da esso. La responsabilità dell’amministrazione comunale è usare i propri soldi per il benessere dei cittadini, facciamo in modo che il benessere che deriva dall’investimento sulla musica che fa il Comune di Trieste, sia un benessere che vada a coinvolgere sempre più cittadini, di ogni condizione sociale, di ogni insediamento abitativo, di ogni età, guardano contemporaneamente ai più anziani e ai più giovani.

Quindi dico grazie a tutti, grazie a tutti i lavoratori del teatro che con me hanno lavorato a questo risultato.

 

TRIESTE ESTATE 2015

Trieste Estate è spettacolo, cinema, musica, teatro, letture, intrattenimento per i più piccoli e molto altro. È l’estate della nostra città. Sono quasi 150 gli eventi del programma che in questi mesi hanno animato e animeranno la stagione dei triestini rimasti in città e dei turisti in visita a Trieste. Dal centro alla periferia le strade, le piazze, le biblioteche, i musei hanno ospitato eventi di ogni genere. Straordinaria e calorosa partecipazione di pubblico, un crescendo durante questi anni che in questa edizione ha superato ogni aspettativa.

Sempre esauriti gli spazi degli appuntamenti di Trieste Estate 2015 con punte eccezionali alle serate di Piazza Verdi, dove gli spettatori del cinema Nordest all’aperto, a cura de La Cappella Underground, erano talmente numerosi da arrivare fino a Piazza Unità, al Civico Museo Sartorio e al Museo Ferroviario. Tra gli appuntamenti di Trieste Estate anche i concerti di Trieste Loves Jazz, il Festival si è concluso la scorsa domenica con il suggestivo concerto all’alba del pianista Marco Ballaben che ha suonato sul Molo Audace per più di un migliaio di persone di tutte le età.

Anche lo spettacolo il Pupkin Kabaret alla Biblioteca Comunale S. Mattioni a Borgo S. Sergio ha visto tutti esauriti i posti a sedere (300), a cui si sono aggiunte altre decine e decine di persone. Tra il pubblico moltissimi giovani e turisti che con il loro entusiasmo e coinvolgimento alle proposte musicali hanno creato un clima veramente speciale.

Le serate proseguiranno fino a settembre. Il programma è promosso e organizzato dal Comune di Trieste con la partecipazione dei più significativi operatori culturali del territorio.

Tutti gli appuntamenti si trovano online sul sito triestestate.it.

Il libretto cartaceo con il calendario delle iniziative è in distribuzione.

25 APRILE 2015: 70° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE

E’ stato presentato il programma delle iniziative e delle manifestazioni che, in occasione del 70°anniversario della Liberazione, il Comune di Trieste propone per questa importante ricorrenza,  oltre alla cerimonia solenne che avrà luogo come di consueto presso la Risiera di San Sabba il 25 aprile alle ore 11.

Per celebrare degnamente l’importante anniversario è stato elaborato un calendario ricco ed elaborato, che ha inizio nella metà del mese di aprile e si conclude all’inizio del mese di giugno. Molte le istituzioni culturali cittadine coinvolte nella stesura del programma che, quest’anno, ha voluto dedicare attenzione particolare alle scuole coinvolgendo attivamente gli studenti triestini.

Scopri il programma

PASQUA E PASQUETTA AL MUSEO: TUTTI APERTI I MUSEI CIVICI

Trieste vuole far partire alla grande e con nuovo slancio l’avvio della stagione turistica con tante proposte e offerte culturali già nel periodo delle vacanze pasquali. L’Amministrazione comunale, infatti, ha deciso di creare nuove opportunità per i residenti, per i visitatori e i turisti già nei giorni di Pasqua e Pasquetta, ( 5 e 6 aprile), in cui è prevista l’apertura straordinaria di tutti i civici musei con il seguente orario:

Museo Revoltella – Galleria d’Arte Moderna
Orario di apertura Pasqua e Pasquetta: 10_19;
Museo della Guerra per la Pace “Diego de Henriquez”
Orario di apertura Pasqua e Pasquetta: 10_19;
Castello di San Giusto: mura esterne, Armeria, Lapidario Tergestino
Orario di apertura Pasqua e Pasquetta 10_19;
Civico Museo di Storia ed Arte e Orto Lapidario
Orario di apertura Pasqua e Pasquetta 10_18;
Museo Teatrale “Carlo Schmidl” palazzo Gopcevich,
Orario di apertura Pasqua e Pasquetta: 10_18;
Museo d’Arte Orientale palazzetto Leo
Orario di aperturaPasqua e Pasquetta: 10_18;
Museo Sartorio
Orario di apertura Pasqua e Pasquetta: 10_18;
Museo della Risiera di San Sabba – Monumento Nazionale via Giovanni
Orario di apertura Pasqua e Pasquetta: 9_19;
Foiba di Basovizza – Monumento Nazionale località Basovizza
Orario di apertura Pasqua e Pasquetta: 10_18;
Museo del Mare
Museo di Storia Naturale
Orario di apertura Pasqua e Pasquetta: 10_19;
Museo del Mare
Orario di apertura Pasqua e Pasquetta: 10_17
Aquario Marino
Orario di apertura Pasqua e Pasquetta: 10_19

Le mostre:

La grande Trieste 1891-1914” fino al 3 maggio 2015
Salone degli Incanti/ex Pescheria
Orario di apertura Pasqua e Pasquetta: 10_19

Donne nella Grande Guerra” fino al 10 maggio 2015
Sala Attilio Selva di palazzo Gopcevich
Orario di apertura Pasqua e Pasquetta: 10_18

Omaggio a Carlo Sbisà. Le opere del Museo Revoltella” fino al 31 maggio 2015 Museo Revoltella
Orario di apertura Pasqua e Pasquetta: 10_19

BIBLIOTECHE DIFFUSE: NASCONO IN CITTA’ 3 NUOVI PUNTI LETTURA

Fin dal 2013 l’Amministrazione ha dato il via a un potenziamento dei luoghi dove il cittadino può consultare e leggere. Così, oltre alle biblioteche comunali, grazie alla collaborazione di associazioni e comitati di genitori, che hanno palesato il loro interesse di partecipare alla gestione del bene comune, stanno nascendo nuovi punti lettura per rendere il servizio sempre più fruibile dai cittadini e residenti. Un altro progetto che dà piena attuazione al principio costituzionale della sussidiarietà e aumentara la consapevolezza dell’importanza della co-gestione dei beni pubblici, tra Amministrazione e cittadinanza.

In quest’ottica, è già stato avviato un ‘punto biblioteca’ – aperto a tutti i cittadini – all’interno della residenza comunale per anziani Casa Serena, in cui sono disponibili al prestito esterno libri, riviste e materiali multimediali.
Successivamente, nell’autunno del 2014, in collaborazione con i comitati e associazioni di genitori, si è dato vita all’iniziativa “Il filo che ci lega” – elaborata dal Comitato di Genitori “Insieme sull’altipiano”- che prevede l’apertura sperimentale di una biblioteca ludoteca nei locali del Centro Civico di Opicina, a cura dal Comitato, anche grazie alla collaborazione della II Circoscrizione.
Ora è il momento del punto di lettura all’Istituto Comprensivo di Roiano Gretta: una biblioteca scolastica nella scuola secondaria di primo grado “Pietro Addobbati” aperta in alcuni pomeriggi alla settimana, a disposizione dei ragazzi del quartiere. La proposta di Biblioteche Diffuse sta prendendo piede con due obiettivi importanti, cioè creare quante più possibilità di fruizione del patrimonio pubblico, diffondendo conoscenza, informazione, civismo; con la consapevolezza che consentire l’accesso a questo patrimonio significa anche far crescere, e lo dimostrano i numeri elevati finora registrati nell’attività svolta dalla biblioteca Gambini, che hanno segnato una vera svolta. Inoltre, l’intento è di coinvolgere i cittadini a diversi livelli nella promozione e valorizzazione del bene pubblico. Un discorso già praticato su altri fronti, ad esempio nell’affidare alcuni spazi verdi alla cura dei cittadini. Lo stesso principio lo interpretiamo in questo progetto comune, che dà l’opportunità di poter accedere a un network in punti diffusi sul territorio partendo dalle biblioteche, e che contiamo di estendere grazie alla partecipazione dei cittadini.

La volontà è quella di far collaborare i cittadini alla fruizione dei beni pubblici in luoghi d’incontro e di aggregazione per tutta la comunità, in modo da veicolare cultura ed educazione. E si continuerà a sostenere, tramite il supporto del Servizio Biblioteche Civiche, ulteriori percorsi partecipati per l’apertura sperimentale di biblioteche e punti di lettura aperti alla cittadinanza, nel quadro di tutte le iniziative che si stanno portando avanti per la gestione comune del bene pubblico. L’idea è di coinvolgere realtà e soggetti che abbiano biblioteche di interesse collettivo e fare sistema per ampliare il servizio.

Infine si ricorda che i cittadini possono accedere da casa come da qualsiasi dei punti lettura al Servizio bibliotecario nazionale (www.sbn.it) per sapere qual è il punto lettura più vicino dove si può trovare il libro che interessa.

LA GRANDE TRIESTE: QUANDO LA CITTÀ DIVENNE UNA METROPOLI

Noi eravamo una piccola darsena di pescatori pirati e sapemmo servirci di Roma, servirci dell’Austria e resistere e lottare finché Venezia andò giù. Ora, l’Adriatico è nostro. Così scriveva, nel 1911, Scipio Slataper (“Il mio Carso”), lasciandoci questo importante ricordo, trasformato in una delle citazioni letterarie, che accompagnano il visitatore lungo il percorso espositivo della mostra “La grande Trieste 1891 – 1914. Ritratto di una città”.

“La grande Trieste” – promossa dal Comune di Trieste, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione CRTrieste e delle Assicurazioni Generali cerca di interpretare la città scegliendo di mettere a fuoco un periodo importante della sua storia, in cui il susseguirsi degli eventi convive con lo sviluppo economico e le tensioni sociali, la vivacità culturale e la povertà, le lotte politiche e la mondanità. Un mondo che si dissolve bruscamente con la Grande Guerra lasciando dietro di sé una lunga scia di rimpianti. E anche tanti frammenti di vita nei musei cittadini.

Concepita alla fine del 2013 e progettata nel 2014 dai responsabili scientifici della mostra Maria Masau Dan, Bianca Cuderi e Nicola Bressi – quando si è aperto il dibattito internazionale sulle cause e sulle conseguenze del primo conflitto mondiale – “La grande Trieste” cerca di descrivere, almeno per cenni, ciò che lo scoppio della guerra ha significato per Trieste, la fine di un’epoca e la sua archiviazione.

“Le due date scelte delimitare il periodo della mostra ricordano altrettanti momenti importanti della storia della città: l’abolizione del privilegio del Porto franco (1891), che delimita la zona franca ad un assetto ben identificabile e separato dalla città, e l’assassinio di Francesco Ferdinando d’Asburgo a Sarajevo (28 giugno 1914), causa scatenante della prima guerra mondiale. Il titolo prende spunto dall’edizione italiana del volume “La grande Vienna” e vuol dichiarare il sentimento di una città che, in quegli anni, si fa grande, grazie ad un’espansione commerciale, industriale, architettonica e, anche, museale, che non ha eguali in Europa”.

“La grande Trieste” aiuta a comprendere la città e la voluta eterogeneità dei contenuti, che testimonia la molteplicità di influenze culturali, etniche, imprenditoriali e storiche di cui Trieste ha beneficiato, consentirà al territorio di interagire meglio con chi arriva oggi in città, per lavoro o per turismo”.

Costruita quasi esclusivamente attorno al patrimonio dei Musei civici e delle Biblioteche di Trieste  la mostra consente di visualizzarlo per la prima volta nel suo insieme, valorizzato proprio nella ricerca di relazioni fra gli oggetti, le opere e i documenti. Quasi tutte le sezioni ospitano materiali di proprietà comunale, ad eccezione dello spazio destinato alla cultura slovena – affidato alla cura della Narodna in študijska knjižnica / Biblioteca Nazionale Slovena e degli Studi – e quello dedicato alle Assicurazioni Generali (con l’Archivio Storico), perno dell’economia triestina e simbolo del profilo internazionale della città. La documentazione fotografica – proveniente dalla ricchissima Fototeca dei Musei civici di storia ed arte – rappresenta il filo conduttore, mentre il confronto puntuale fra immagini e materiale permette di contestualizzare gli oggetti, comprenderne meglio il valore e il significato.

La ricchezza e la diversità dei contenuti della mostra trovano risposta in un layout espositivo razionale, dal carattere quasi industriale, sviluppato attraverso la reiterazione di una serie di moduli espositivi, grazie al progetto curato dall’architetto Dimitri Waltritsch e arricchito dal design grafico di Matteo Bartoli, con il coordinamento e ordinamento delle sezioni di Lorenzo Michelli per Comunicarte.

L’accesso alla mostra consente fin da subito una visione complessiva del piano espositivo (2.000 m2 di superficie), che si articola in un percorso circolare, lungo il quale il visitatore viene stimolato ad  approfondire le informazioni relative alla vita del periodo di riferimento (grazie a 300 fotografie).
Alcuni dei principali fatti di cronaca, anche di grande impatto emotivo, sono ricordati con una serie di gigantografie sospese: sedici grandi pannelli fotografici (da 300 x 200 cm) che riproducono immagini dell’epoca scelte dalla collezione della Fototeca dei Musei civici di storia ed arte.

Su altre superfici, sempre di grande dimensione, è testimoniata la straordinaria importanza che la letteratura ha rivestito per Trieste, attraverso il ricordo di brani e citazioni di diversi autori (fra i quali Carolus L. Cergoly, Scipio Slataper, James Joyce, Carlo Marchesetti) scritti nelle lingue originali, che costituiscono una narrativa di supporto a tutta la mostra.

Le dieci Sezioni – ospitate lungo le due navate laterali della ex Pescheria, arricchite da riproduzioni fotografiche, dipinti, oggetti, modelli ed altri materiali provenienti da 7 istituzioni culturali – sono così intitolate: Sotto il segno degli Asburgo, La città immediata dell’Impero, La capitale dell’Adriatico asburgico, Proiezioni marittime della “Grande Trieste”, Scatola magica – luoghi della musica e dello spettacolo, La Trieste slovena, Sguardi sulla città, Nascita dell’archeologia, Arte a Trieste tra Monaco e Venezia – “Una nuova e diversa scintillazione”, Assicurazioni Generali: Trieste fulcro di una leva internazionale.

L’eterogeneità dei contenuti della mostra si rappresenta anche in un allestimento aereo multicolore e tridimensionale (realizzato con 13 chilometri di cavi nautici in 8 colorazioni diverse), quasi un secondo livello dell’esposizione, che nel riprendere la modularità del “cassettonato”, caratterizzante il soffitto della Pescheria, ricorda il ruolo che tale edificio ebbe nella vita quotidiana del periodo.

Non ci poteva essere luogo più adatto dell’ex Pescheria Centrale, ora Salone degli Incanti, per ricostruire il percorso storico della “Grande Trieste”, simbolo delle ambizioni cittadine, della fede nel lavoro e del legame profondo col mare. Un luogo che si presta anche alla libertà di progettazione, ad accogliere la contemporaneità, come hanno dimostrato anche mostre recenti e che meglio di qualsiasi altro rispecchia anche il presente a confronto con la storia.