Abbiamo i nostri problemi da risolvere, parco di Miramare in primis, ma
dobbiamo evitare di flagellarci con luoghi comuni del tipo ” la città
non è competitiva dal punto di vista turistico, la gente è
delusa…”ecc.
In realtà a chi ci viene, dall’Italia e soprattutto dall’Europa,
Trieste piace e molto. Ne abbiamo avuto due esempi in questi giorni: a
distanza di poche settimane la newsletter di Booking.com riconosce, nuovamente,
un altissimo indice di gradimento da parte di chi ha visitato la nostra città
Trieste. Lo stesso risultato è stato confermato nei giorni scorsi in un
seminario sul turismo sulla base di un’elaborazione di sintesi di dati
risultanti dal web. Non è il caso di esaltarsi ma di riconoscere che
partiamo da una buona base e possiamo crescere soprattutto ottimizzando
la promozione di sistema.
Categoria: Economia
Eataly al Magazzino Vini, una bella prospettiva.
La decisione finale spetta alla Fondazione CrTrieste, proprietaria dell’immobile, ma certo la prospettiva che al Magazzino Vini si insedi Eataly di Oscar Farinetti non può che essere valutata con grande favore: se come pare i vertici della Fondazione la vedono positivamente (a suo tempo il Presidente Paniccia me ne aveva parlato in questo senso) e d’altra parte a Farinetti l’investimento a Trieste interessa, come aveva avuto modo di dirmi un anno fa, si può attendere con un certo ottimismo lo sviluppo dei contatti fra i due soggetti. La prospettiva è che da qui a un anno e mezzo l’insieme fra Magazzino Vini con Eataly e Pescheria con il Museo della Scienza offraun polo di grande attrattività sul lungomare di Trieste per triestini e turisti e sia il segno che ci mettiamo alle spalle l’epoca dei tanti contenitori senza contenuto aprendo invece quella della loro piena valorizzazione.
Assemblea dei soci Hera: al Comune di Trieste 6.5 milioni
Il Comune di Trieste ha partecipato da socio per la prima volta all’Assemblea dei soci di Hera, assemblea che ha visto presentare un risultato eccellente del Bilancio 2012 con significative ricadute in termini di dividendo, che vedono Trieste ricevere € 6.450.000.
Si conferma, così, azzeccata la scelta della fusione che consente a Trieste di partecipare ad una delle più significative industrie italiane con una posizione strategica nel Patto dei Sindacati che garantisce il controllo pubblico e nei vertici societari con la presenza di Giovanni Perissinotto nell’esecutivo a quattro.
L’integrazione industriale consentirà poi da subito l’ottimizzazione dei servizi ai cittadini.
Poiché l’Assemblea di Hera sarà seguita tra pochi giorni da quella di Acegas Aps, che rinnoverà i vertici, voglio in questa occasione ringraziare il dott. Massimo Paniccia per i dieci anni alla guida dell’Azienda, caratterizzati da professionalità e da un impegno per consentirne i risultati nell’interesse dei soci Comune di Trieste e Comune di Padova.
Voglio anche sottolineare come la presenza del dott. Paniccia, assieme ai due Sindaci, nella trattativa abbia contribuito in modo determinante a ottenere condizioni eccellenti nel concambio dell’operazione di fusione con indiscutibile vantaggio per il nostro Comune.
E’ altresì giusto chiarire, anche rispetto alcune notizie imprecise che sono circolate, che nella fase di OPA c’è stato un continuo rapporto di consultazione tra il Comune di Trieste e la Fondazione che aveva, come noto, mantenuto delle azioni Acegas Aps per contribuire anche in questo modo al radicamento territoriale che faceva parte dell’accordo tra i Comuni.
Se la Fondazione alla fine ha aderito all’OPA è stato esclusivamente per tutelare meglio il suo patrimonio, che è patrimonio della città, in quanto le azioni di Hera sono in qualsiasi momento valorizzabili sul mercato mentre quelle di Acegas dopo il delisting vanno a perdere tale prospettiva.
In quella occasione il Sindaco di Trieste e il Presidente della Fondazione hanno valutato anche l’ipotesi di un passaggio delle azioni di Acegas detenute dalla Fondazione al Comune di Trieste, ma l’ipotesi si è rivelata non praticabile in quanto il difficile momento degli Enti locali certo non consente quello, che per le ragioni sopra esposte, sarebbe stato un indebolimento patrimoniale.
Le voci riguardanti presunte trattative sugli Organi di Acegas sono prive di fondamento.
Autonomia e triestinità di Acegas, infine, sono garantite dagli accordi tra i soci, dal Patto di Sindacato e da una strategia industriale che vede Trieste perno per la proiezione nel Nordest d’Italia e nell’Europa centrale, confermata anche dalla sede legale di Hera Trading.
Generali, Allianz e Wärtsilä allo stesso tavolo con l’Ad di Fs Mauro Moretti
Si è svolto in Municipio giovedì 2 maggio, l’incontro promosso dal Sindaco di Trieste, Roberto Cosolini, tra l’Amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti e Gabriele Galateri di Genola, Presidente di Assicurazioni Generali, Bettina Corves-Wunderer Cfo Allianz S.p.A. e Sergio Razeto, Presidente di Confindustria Trieste e di Wärtsilä Italia.
All’ordine del giorno, innanzitutto, la verifica delle condizioni di fattibilità per migliorare il collegamento passeggeri fra le stazioni di Mestre e Trieste centrale, esigenza sentita dalla città, dalla imprese del territorio e in particolare dalle aziende del settore assicurativo, come più volte sottolineato dai vertici di Assicurazioni Generali e di Allianz, per connettere meglio le diverse sedi di attività. Durante l’incontro, si è focalizzata un’ipotesi basata sulla rimodulazione dell’offerta di trasporto esistente, sulla quale Moretti si è dichiarato disponibile e che prossimamente sarà oggetto di un rapido approfondimento tecnico.
L’appuntamento è stato anche l’occasione per trattate le principali questioni infrastrutturali necessarie a garantire competitività alla città di Trieste: accordo ferrovie-porto, integrazione dei sistemi portuali e potenziamento generale delle infrastrutture di collegamento.
Successivamente il Presidente Galateri e l’Ad Moretti, accompagnati dal Sindaco Cosolini, hanno fatto visita alla Presidente delle Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, alla quale sono stati riferiti gli esiti dell’incontro in Municipio. Nel corso del colloquio la Presidente Serracchiani ha voluto sottolineare come il ruolo della Regione e del suo capoluogo possa essere valorizzato da una strategia di potenziamento delle connessioni basata, soprattutto, su ciò che è concretamente fattibile e che non può non essere individuato nello sviluppo dei collegamenti ferroviari, sia per le persone sia per le merci, e che quindi risulta essere una priorità assoluta. Infine, la Presidente ha voluto ribadire che il futuro della portualità regionale, asset strategico del Friuli Venezia Giulia, non può non prescindere dall’efficienza dei collegamenti ferroviari.
Approvato in Giunta il Piano Generale del Traffico Urbano
Il Piano, revisionato sulla base degli esiti di un’intensa e continua partecipazione (vera e propria novità per Trieste!), è stato quindi riadottato dalla Giunta comunale a luglio 2012 insieme al relativo Rapporto Ambientale (documento chiave previsto nell’ambito della procedura di Valutazione Ambientale Strategica), e ripresentato alle circoscrizioni nel corso dello stesso mese. Si è così aperta la fase in cui cittadini e portatori di interesse, ivi incluse le autorità con competenza ambientale, sono stati chiamati a presentare formalmente le proprie osservazioni. Tale fase si è chiusa a ottobre; a essa hanno fatto seguito i lavori che hanno portato alla deliberazione di Giunta del 29 novembre 2012 (relativa alla procedura di VAS) e all’ulteriore fase di raccolta dei pareri delle Circoscrizioni.
La delibera che l’assessore Marchigiani ha portato in Giunta propone quindi gli stessi elaborati adottati il 29 novembre scorso, con in più le controdeduzioni ai pareri delle Circoscrizioni, tutte le osservazioni prodotte da cittadini associazioni portatori di interesse e le relative controdeduzioni. Le osservazioni ammontano a circa 660, delle quali tuttavia molte risultano ripetute e di analoghi contenuti; le osservazioni effettivamente diverse ammontano quindi all’incirca a 280.
Al passaggio odierno faranno seguito l’analisi da parte della VI Commissione consigliare, e quindi la discussione e la votazione del Piano in sede di Consiglio Comunale.
Tutti questi passaggi hanno visto significativi cambiamenti nel PGTU, a dimostrazione del fatto che la Giunta e l’Assessore hanno preso seriamente il percorso di partecipazione, interpretandolo come uno strumento utile a raffinare e rivedere alcune parti del Piano stesso.
Tra tali revisioni quella più eclatante riguarda le nuove tariffe per i residenti nel centro storico. Già nella delibera di Giunta del 29 novembre 2012 è stata infatti inserita un’importante modifica (rispetto all’inziale proposta di 0,60 centesimi all’ora, con 5 ore giornaliere gratuite).
Nel Piano che oggi la Giunta trasmette al dibattito consigliare è infatti già prevista una agevolazione che consente ai residenti la sosta nelle aree a pagamento dei Borghi Teresiano e Giuseppino a fronte di un contributo di 30 euro al mese. Una scelta che va incontro alle richieste presentate dai cittadini, a fronte dell’ampliamento a tutti i 1.200 posti auto disponibili a pagamento delle opportunità di parcheggio e delle relative agevolazioni.
“Sono soddisfatta per il lavoro svolto con gli uffici, le circoscrizioni e la cittadinanza e per il positivo risultato che abbiamo raggiunto – ha dichiarato al termine della Giunta l’Assessore Marchigiani -. Questo Piano del Traffico, per la particolare attenzione che dedica alla salute, alla vivibilità in città e alla mobilità sostenibile, pur cambiando certe abitudini quotidiane, tiene conto dei diversi punti di vista e delle varie necessità dei cittadini e degli operatori economici. E’ un risultato che potrei definire il più possibile corale (un Piano non può che essere il risultato di mediazioni!), raggiunto grazie all’intenso lavoro di partecipazione. A conferma di questo continuo confronto possiamo affermare che le modifiche e i cambiamenti sono stati suggeriti anche dalle istanze messe in evidenza dalle gente”
Un ulteriore aspetto riguarda la sosta per i motocicli nell’area centrale della città, su cui si è incentrato parte del dibattito cittadino; il nuovo piano prevede la realizzazione di 500 posti in più per chi utilizza questo comodo mezzo per spostarsi.
Come ci tiene a sottolineare l’assessore Marchigiani, “la sosta per i motorini necessita ovviamente di una riorganizzazione, a causa principalmente delle nuove aree pedonali in progetto e di altri interventi di riqualificazione urbana. Ciò non toglie che obiettivo del Piano non è assolutamente quello di penalizzare questo tipo di mezzo, bensì di trovare per i motocicli una nuova localizzazione, comunque prossima alle aree centrali, e compatibile con i nuovi interventi previsti dal PGTU”.
I nuovi spazi di sosta troveranno infatti una nuova locazione nelle zone di cintura e di attraversamento del Borgo Teresiano. Nelle previsioni del PGTU gli stalli per le moto non vengono eliminati, anzi sono incrementati nella seguente misura:
– nella zona comprendente le aree di Borgo Teresiano, Borgo Giuseppino e San Giusto si aggiungono 25 stalli;
nelle strade tra gli assi di via Carducci, via Severo, via Battisti e le vie limitrofe se ne aggiungono 84;
– nella zona dell’Ospedale, ossia nelle vie comprese tra viale XX settembre, via Rossetti, via Pascoli e via Oriani il saldo positivo arriva a ben 413 stalli.
Il totale in città è di circa 500 posti per motocicli in più rispetto a quelli esistenti.
Un ulteriore ampliamento dell’offerta della sosta per motocicli potrà avvenire, ove le caratteristiche geometriche delle strade lo consentano, anche attraverso l’eliminazione di divieti di sosta in favore di una sosta in linea per motocicli che, oltre ad aumentarne l’offerta, consente di eliminare la sosta veicolare abusiva (provvedimenti di questo tipo già sperimentati in città hanno dato ottimi risultati).
In tal senso si è peraltro già operato nel corso degli ultimi mesi, prima quindi dell’approvazione del PGTU. Recentemente sono state istituite aree di parcheggio riservate alla sosta dei ciclomotori a due ruote e dei motocicli, ubicate nelle seguenti zone (in media una quindicina di stalli per ogni zona citata):
- via Canova, sosta in linea sul lato dei civici dispari, nel tratto compreso tra via Pascoli e via Alfieri;
- via Locchi, sosta a spina di pesce per circa 20 metri all’intersezione con la via Santa Giustina;
- via d’Azeglio, sosta in linea tra Piazza dell’Ospitale e via Vidali, e poi per una decina di metri sul lato dei civici pari a partire dall’incrocio con la via Foscolo;
- via Mercato Vecchio, in linea nel tratto compreso tra via Cadorna e via Diaz;
- via del Molino a Vento, stalli a spina di pesce sul lato destro a scendere prima dell’intersezione con la via del Muraglione;
- via delle Settefontane, stalli in linea nella strettoia a monte di via Vergerio;
- via Vittoria, lungo tutto l’isolato sul lato dei civici dispari;
- Piazza Tommaseo, a spina di pesce lato edificio civico 2;
- via dei Lavoratori, a spina sul lato dei civici pari;
- via Giulia, nella zona del distretto della Polizia Locale, a ridosso del Giardino Pubblico, con modalità di sosta a spina di pesce;
- via Rossetti, nel tratto tra via Pietà e via Buonarroti, con modalità di sosta a spina di pesce;
- via Oriani, tra le vie Foscolo e Vasari, con modalità di sosta in linea;
- via Ruggero Manna, sul tratto di marciapiede antistante la scuola, con modalità di sosta a pettine;
- via Reni, sul lato sinistro in salita dalla via di Campo Marzio;
- via del Ronco, sul lato destro a scendere nel tratto tra via Coroneo e via San Francesco;
- via San Francesco, sul lato destro a scendere nel tratto tra via del Ronco e via Carpison;
- via Fabio Severo, lato civici dispari, prima dell’intersezione con la via Marconi;
- Vicolo del Castagneto, lato destro a salire prima dell’intersezione con la via Lucio Vero.
Progetto PISUS: 5.700.000 euro al Comune di Trieste
Elaborare un Piano che incrementi l’attrattività del centro storico di Trieste dal punto di vista turistico-culturale, che stimoli lo sviluppo e la crescita economica anche attraverso un sempre migliore utilizzo del vasto e articolato patrimonio culturale esistente. Sono questi gli obiettivi principali che l’Amministrazione comunale di Trieste intende realizzare con il progetto “PISUS”, Piano di Sviluppo Urbano Sostenibile, che ha recentemente ottenuto, su 19 PISUS presentati alla Regione, il secondo posto in graduatoria vedendosi finanziati 5.700.000 su 5.800.000 richiesti.
Il progetto è stato elaborato da un gruppo di lavoro interno all’Amministrazione comunale, coordinato dal Direttore dell’Area Città e Territorio arch. Marina Cassin.Oltre al Comune di Trieste, il progetto vede in primis coinvolti la Camera di Commercio (partner co-beneficiario), Confesercenti, BIC, Confcommercio, CNA, Fondazione CRTrieste, Provincia di Trieste, Questura di Trieste (partner portatori di interessi).
Nel dettaglio il PISUS “TRIESTE ATTIVA – cultura, turismo, sostenibilità” si articola su tre assi d’intervento:
-
“qualificazione urbana, percorsi, accessibilità” ha l’obiettivo di aumentare la qualità urbana e migliorare l’accessibilità all’area dal punto di vista della mobilità sostenibile;
-
“cultura”, si concentra sul miglioramento dell’offerta culturale cittadina sia intervenendo sull’esistente (in primis la rete museale), sia sviluppando piani e proposte per rendere Trieste sempre più attrattiva;
-
“economia e turismo” si propone di promuovere l’imprenditorialità nel centro città, favorendo la creazione di nuove opportunità occupazionali.
Allabase del progetto di Trieste vi è l’assunzione della creatività quale fattore unificante, secondo l’accezione data dal movimento delle smart-cities, che appunto declina il concetto di creatività su cinque dimensioni: mobilità; ambiente; economia della conoscenza e della tolleranza; trasformazioni urbane per la qualità della vita; turismo e cultura.
Trieste si presenta come una realtà ricca di risorseculturali (musei pubblici o privati, teatri, enti di ricerca, università, zone archeologiche, gallerie d’arte, artisti, artigiani, locali e caffè storici). Obiettivo generale del PISUS consiste nell’incrementare l’attrattività del centro storico della città dal punto di vista turistico-culturale, stimolandone lo sviluppo economico attraverso l’utilizzo delle sue risorse secondo un approccio di sostenibilità ambientale.
Il centro storico si sta infatti gradualmente e progressivamente riqualificando, senza tuttavia che a tale centralità si sia finora conferita una visibilità e un’impronta propria e caratterizzante, che possano costituire la “cifra” di Trieste tutta. Tale è la missione di PISUS: partendo dall’area interessata dal progetto, il fine è avviare un percorso di sviluppo che si estenderà all’intera città e al territorio di cui essa è parte.
Il risultato che si vuole ottenere è di permettere alla persona – turista o cittadino residente – di vivere l’esperienza urbana in tutta la sua ricchezza di risorse, attraverso il potenziamento delle connessioni spaziali (grazie alla realizzazione di percorsi ciclo-pedonali e alla creazione di un servizio di biciclette pubbliche condivise-Byke Sharing) e di connessioni immateriali (rete wi-fi gratuita). Ciò porterà, non di meno, a un aumento della fruibilità delle attività produttive insediate anche grazie al completamento della riqualificazione già iniziata nella zona centrale con la realizzazione di programmi quali URBAN I – Progetto Tergeste, il PRUSST (Programma di Riqualificazione Urbana per lo Sviluppo Sostenibile del Territorio) – “La riconquista del fronte mare” e i finanziamenti del Ministero dell’Ambiente (POD 2008 e POD 2009).
Per quanto attiene all’offerta culturale, PISUS si propone di rendere efficiente ed efficace la ricca dotazione di risorse di cui dispone il capoluogo regionale, con particolare riguardo ai musei pubblici, attraverso la loro certificazione in termini di qualità dell’offerta mussale, e la loro connessione con quelli privati attraverso un tavolo di coordinamento istituzionale. Analoghe finalità guidano l’intervento di riqualificazione del piano terra della biblioteca civica: già interessata dalla felice sperimentazione dell’emeroteca, vedrà ampliare in essa questa attività a beneficio di bambini e ragazzi creando, con il giardino di piazza Hortis, un’unica area dove persone di ogni età troveranno spazi, strumenti e stimoli culturali pubblici e gratuiti. L’efficacia, soprattutto in termini di costi e di sostenibilità ambientale, si otterrà grazie all’intervento riguardante l’installazione di una guaina fotovoltaica sul tetto del Salone degli Incanti, contenitore cardine rispetto alla proposta culturale e scientifica della città.
Ma sono soprattutto finalità di crescita e di sviluppo economico sostenibile a guidare le proposte di PISUS “Trieste Attiva”. La visione che guida il progetto è la trasformazione del centro urbano in una sorta di “vetrina” delle attività presenti sul territorio: dai produttori agro alimentari dell’altipiano (in un’ottica di consumi a Km “0”), agli artigiani artistici oggi ubicati in zone della città a bassa affluenza turistica.
Per sostenere e promuovere le attività economiche locali, il Comune di Trieste – grazie ai fondi erogati da PISUS (1.200.000 euro) – procederà nel prossimo futuro alla predisposizione di un bando pubblico finalizzato all’erogazione di contributi a fondo perduto per le imprese dei settori dell’artigianato artistico tradizionale e dell’abbigliamento, del commercio, del turismo e dei servizi alle persone.
Parallelamente, per sostenere in particolare la crescita delle presenze turistiche,il PISUS prevede la realizzazione di un piano di marketing territoriale e una conseguente promozione turistica della città, sia a livello nazionale che internazionale, grazie anche all’apporto diretto di CCIAA.
Con il finanziamento di PISUS, l’Amministrazione comunale, pur nella difficile crisi economica, ha ottenuto nell’ultimo anno un secondo importante successo. Il primo è il Piano Città. Ricordiamo infatti che, su 429 proposte arrivate al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, la proposta del Piano Città di Trieste non solo è arrivata “in finale” con altri 23 comuni (unica proposta finanziata in regione), ma è stata anche l’unica ad essere stata finanziata al 100% per un totale di 4.000.000 di euro che, sommati al finanziamento PISUS, portano a 9.700.000 euro di risorse esterne ottenute per merito e capacità.
I due progetti permetteranno di dare un po’ di respiro all’economia del territorio, oltre che di creare quel sistema integrato e sinergico tra settori e soggetti diversi sul territorio, criterio ormai ineludibile se si vogliono ottenere ulteriori finanziamenti, siano essi nazionali o europei.
PORTO VECCHIO: QUALE FUTURO?
Tra pochi giorni eleggeremo il Presidente della Regione: il suo primo compito sarà quello di affrontare una spaventosa crisi economica e occupazionale cercando di dare risposte che contribuiscano a superarla.
Il Porto di Trieste rappresenta in questo senso un’opportunità straordinaria, unica nel panorama regionale: il suo sviluppo potrebbe diventare un volano economico in grado di garantire lavoro e benessere a una moltitudine di imprese con importanti ricadute occupazionali, per tanti giovani e non, della nostra città e della nostra regione.
Per cogliere questa opportunità è necessario che tra le Istituzioni locali e il Governo nazionale vi sia una visione strategica comune che, una volta condivisa, veda tutti i soggetti interessati collaborare per il raggiungimento del comune obbiettivo.
Con questa lettera intendiamo rappresentare ai candidati alla Presidenza della Regione la nostra idea di sviluppo per il Porto di Trieste, idea che riteniamo essere condivisa dalla stragrande maggioranza dei nostri concittadini, chiedendo loro di esprimersi per chiarire, non a noi ma ai cittadini a cui chiedono il voto, quale sia il loro pensiero e con quali strumenti e risorse intendano eventualmente perseguire il loro obbiettivo strategico.
Il Piano Regolatore del Porto individua nella zona industriale e nella baia di Zaule le aree strategiche per il proprio sviluppo; a conferma di ciò, il Comitato Portuale ha approvato all’unanimità il piano operativo triennale che prevede ingenti investimenti per il raddoppio del Molo VII e la realizzazione di opere infrastrutturali nell’area dello Scalo legnami, della piattaforma logistica e del terminal ro-ro (ex Aquila). Non è un caso che nel piano operativo nulla sia previsto per il Porto Vecchio.
Questo è un tema fondamentale per la città, che assiste al paradosso di un fronte mare unico in Europa quanto a potenzialità, ma che da troppi anni, da Polis a Trieste Futura all’Expò fino a Portocittà, è diventato il simbolo delle occasioni perdute.
Tutti coloro che venendo a Trieste visitano quel luogo rimangono sospesi tra la sua bellezza da valorizzare e lo sgomento per l’abbandono. Lo dicono grandi urbanisti, ultimo Gonçalo Byrne, che descrivono una straordinaria trasformazione possibile come un’opportunità unica che questa città avrebbe la fortuna di poter cogliere.
Per farlo basta prendere atto che quel luogo non ha le caratteristiche per essere un porto moderno: non ne ha i fondali, che ci sono invece in Porto Nuovo, non ha le banchine adatte, mentre per contro ha magazzini storici vincolati e quindi intoccabili, per di più distanti dalle banchine, e non è collegato alla grande viabilità a meno di non voler trasformare le Rive in un’autostrada per i TIR. Inoltre, relativamente a tutte le attività industriali e commerciali che potrebbero, a detta di alcuni, giovarsi anche del regime di Punto Franco, si possono a tal fine individuare spazi più che sufficienti nelle aree attualmente inutilizzate o di imminente riconversione nel Porto Nuovo.
Viceversa la riqualificazione urbana del Porto Vecchio, che è bene chiarire nulla ha a che fare con la speculazione edilizia (numerosi sono gli esempi in tutto il mondo, da Genova a Barcellona, da Sidney a Buenos Aires, dove il recupero del Porto Vecchio ha generato svariate attività pubbliche e private non di edilizia speculativa che hanno messo in moto un importante volano economico…), potrebbe garantire cospicue risorse, sulle quali oggi è difficile poter contare, da destinare alle opere necessarie per rendere moderno e competitivo il Porto Nuovo.
Per questo vorremmo sapere, dalla voce dei candidati, come la pensa il futuro Presidente.
Se condivide la nostra idea, dica come intenda contribuire a questa visione, quali passi farà e quali iniziative assumerà a partire dalla chiara definizione delle competenze amministrative e urbanistiche: le aree portuali vanno amministrate dalla competente Autorità, le aree urbane dal Comune di Trieste.
Se invece ritiene che il Porto Vecchio debba rimanere porto, spieghi con quali risorse e con quali strumenti sarebbe in grado di superare gli ostacoli naturali, urbanistici e infrastrutturali che, a nostro modo di vedere, rendono impossibile in quell’area lo sviluppo della moderna portualità ed espliciti anche con quali risorse intenda far fronte alle previste e indispensabili opere infrastrutturali di ammodernamento del Porto Nuovo.
Roberto Antonione, Michele Balbi, Sergio Bartole, Giovanni Borgna, Etta Carignani, Maurizio Consoli, Roberto Cosolini, Stefano Fantoni, Cristiana Fiandra, Barbara Franchin, Augusto Grube, Claudio Magris, Salvatore Noè, Federico Pacorini, Alfredo Paparo, Alberto Pasino, Maria Cristina Pedicchio, Giovanni Perissinotto, Francesco Peroni, Vittorio Piccoli, Rado Race, Sergio Razeto, Giorgio Sulligoi, Paolo Tassinari, Vittorio Torbianelli, Paolo Vrabec.
Porto Vecchio: l’uscita di Portocittà
Si sono dette e scritte molte cose sul Porto Vecchio.
L’uscita di Portocittà in realtà ha due motivi maturati di recente e uno che viene da molto più lontano.
I motivi maturati di recente sono l’atteggiamento certo non disponibile dell’Autorità Portuale a favore dei passi necessari per rendere più fattibile il progetto, quali ad esempio, lo spostamento del punto franco e la presa d’atto, da parte della cordata, di una dimensione e una complessità dell’investimento anche alla luce del sopraggiungere della grave crisi, oltre alle “difficoltà ambientali”.
Come dicevo però, c’è un motivo che viene da più lontano: non è stata fatta una scelta chiara, con tutte le decisioni conseguenti, sul fatto che quell’area dovesse rimanere portuale o progressivamente essere protagonista di una rigenerazione urbana a tutti gli effetti.
Questa scelta sta nella testa della stragrande maggioranza dei cittadini e di quelli che, venendo a visitare Trieste, confrontano quell’abbandono con le importanti operazioni di recupero delle grandi aree portuali dismesse in tante città marittime d’Europa e del mondo.
A monte ci deve essere l’attribuzione della competenza a guidare il progetto, se deve essere porto, che sia l’Autorità Portuale, se deve diventare città, che sia il Comune, quindi una visione strategica, urbanistica con le infrastrutture adeguate e necessarie.
Per non perdere definitivamente questa opportunità e assistere passivi all’abbandono, bisogna sciogliere questo nodo. Nel farlo sorge innanzitutto un dubbio: se il regime di punto franco e quel sito fossero così appetibili, negli ultimi 20anni ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe scelto di sfruttarlo, no? A ciò si aggiungono le chiare criticità di mantenere in quell’area una funzione portuale, come fondali inadeguati, caratteristiche degli spazi dei magazzini e collegamenti, basta pensare che il traffico stradale di quella parte del porto dovrebbe impegnare le rive di una città turistica, funzione portuale che è naturalmente realizzabile nel porto nuovo; lo dice il piano Regolatore del Porto e non Roberto Cosolini.
Inoltre vi è il persistente chiacchiericcio su presunti benefici del punto franco, che non trovano alcun fondamento normativo, quale il minor costo del lavoro o le agevolazioni fiscali per l’industria.
Ad esempio, un’azienda come la Illy, decisamente globale, non avrebbe sfruttato la situazione se ci fossero dei vantaggi, visto che usa il porto di Trieste per l’arrivo della materia prima e per il trasferimento del prodotto? Quindi la distinzione non è, come qualcuno vuol far credere, tra un uso portuale-produttivo agevolato da benefici che in realtà si limitano all’extradoganailtà delle merci in transito che interessa una parte sempre minore della movimentazione portuale, e una presunta speculazione immobiliare, ma tra il mantenimento dell’esistente, che è sotto gli occhi di tutti, con qualche marginale utilizzo di piccole porzioni e una grande, per quanto difficilissima, azione di trasformazione e di valorizzazione nell’interesse della città. E’ su questo che la città si deve esprimere, sulla base di informazioni reali e oggettive, su ciò che si può fare o non si può fare, su cos’è in realtà il Punto Franco di cui parliamo, su come si sviluppano i porti moderni d’Europa e del mondo, sul modello di città verso il quale guardiamo.
Come Amministrazione, per evitare che cali il sipario, con l’unica amara curiosità di scoprire se 51% della colpa era di Autorità Portuale o di Portocittà, daremo il nostro contributo con un prossimo appuntamento, affinché la città, nelle sue componenti politiche, istituzionali, economiche, professionali e culturali possa esprimersi.
Hera Trading, sede legale trasferita a Trieste
Uno dei primi passi operativi dell’integrazione
L’integrazione di AcegasAps all’interno del Gruppo Hera inizia i primi passi operativi, dopo il perfezionamento della fusione avvenuto lo scorso primo gennaio, contestualmente agli ingressi nel Cda di Hera di Giovanni Perissinotto e Cesare Pillon (in rappresentanza, rispettivamente, dei comuni di Trieste e Padova) e nel Cda di AcegasAps di Tomaso Tommasi di Vignano e Maurizio Chiarini, Presidente e Amministratore Delegato di Hera. A partire da inizio anno la sede legale di Hera Trading è stata infatti trasferita a Trieste, presso la sede AcegasAps di Palazzo Modello.
Hera Trading: grossista dell’energia attivo sui mercati internazionali
Hera Trading nasce nel 2004 per operare sui mercati all’ingrosso del gas e dell’energia elettrica e raccogliere le opportunità generate dalla liberalizzazione in un settore nuovo per il Gruppo, fino ad allora presente solamente nella vendita ai consumatori finali. Oggi la Società conta circa 30 dipendenti in forza presso la sede operativa di Imola.
A Hera Trading sono delegati anche i compiti di approvvigionamento di gas ed energia elettrica per le strutture di vendita al dettaglio del Gruppo e la gestione del rischio di fluttuazione dei prezzi, servizi strategici per poter offrire ai clienti un prodotto alle migliori condizioni di mercato.
E’ inoltre responsabile della gestione commerciale degli asset termoelettrici detenuti o partecipati dal Gruppo, distribuiti in diverse regioni italiane per complessivi 550MW circa.
Hera Trading è inoltre titolare di capacità di trasporto di breve e di lungo periodo sui metanodotti Tag e Transitgas per l’import di gas dall’hub austriaco di Baumgarten e dagli hub nordeuropei presenti in Olanda e Germania.
La prospettiva industriale nell’ambito del nuovo Gruppo
In considerazione del nuovo perimetro assunto dal Gruppo Hera, con l’ingresso di AcegasAps, per Hera Trading sarà certamente possibile condividere da subito opportunità e sinergie per la gestione ottimale dell’impianto termoelettrico di Elettrogorizia, l’approvvigionamento dei vettori energetici per le attività operative di AcegasAps e, prospetticamente, delle interconnessioni verso la Slovenia, mercato nel quale HeraTrading sarà presto operativa nell’attività all’ingrosso.
Una strategia di approvvigionamento molto dinamica
In questi anni la strategia del Gruppo Hera sull’approvvigionamento energetico ha privilegiato un approccio dinamico e flessibile. La scelta di conservare una contenuta esposizione sul fronte della generazione elettrica e di non sottoscrivere contratti “take or pay” (che obbligano l’acquirente a pagare il gas contrattualizzato anche se non ritirato) hanno consentito di massimizzare i benefici delle attività di trading sui mercati all’ingrosso.
Per quanto attiene l’energia elettrica, Hera Trading è operativa oltre che sul mercato italiano, su quelli francese, tedesco, svizzero ed austriaco mentre sul fronte del gas la Società è operativa, oltre che sul Punto di Scambio Virtuale italiano, sui principali hub europei: Baumgarten in Austria, il NectConnect Germany tedesco e il Title Transfer Facility olandese.
Ha in essere contratti quadro (EFET) con oltre 30 operatori di primaria rilevanza a livello nazionale e internazionale.
Cosolini: “beneficio e riconoscimento per il territorio”
“L’insediamento della sede legale di Hera Trading a Trieste conferma come la nostra città sia strategica nel nuovo gruppo.” Dichiara Roberto Cosolini, Sindaco di Trieste “Oltre al mantenimento della sede legale a Trieste di AcegasAps, alle garanzie avute per i livelli occupazionali e ai vantaggi derivanti dell’integrazione, si aggiunge l’insediamento in città di un’importante società del gruppo che, al di là del valore simbolico, comporta un significativo beneficio fiscale per le entrate della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Beneficio che dovrà essere riconosciuto al territorio triestino.”
Venier: “primo passo di un’integrazione che sta procedendo molto bene”
“Questo trasferimento della sede legale di Hera Trading”, spiega Stefano Venier, Direttore Generale Sviluppo e Mercato Hera e Consigliere d’Amministrazione Hera Trading, “assume anche una significativa valenza simbolica nell’ambito della fusione. Si tratta di un primo passo, a cui ne seguiranno molti altri, di effettiva integrazione fra due gruppi dalla cui unione sta nascendo una realtà industriale e di servizio ai vertici nazionali. La rapidità con cui si è proceduto a questo passaggio ben riflette la fluidità con cui stanno procedendo i gruppi di lavoro già attivati fra Hera e AcegasAps per pervenire da subito alle sinergie e ai benefici in termini di servizio individuati in fase di studio della fusione”.
Hera Trading in cifre
Di seguito sono riportati i dati più significativi degli ultimi bilanci approvati della Società
2011 | Al 30/09/2012 | |
Fatturato | 1.980 milioni € | 1.749 milioni € |
Margine Operativo Lordo | 14,9 milioni € | 22,0 milioni € |
Risultato netto | 8,9 milioni € | 12,5 milioni € |
Gas Venduto | 3,3 miliardi di mc | 3,5 miliardi di mc* |
Trading di EE | 15,3 TWh | 13,4 TWh* |
4 MILIONI DI EURO AL COMUNE DI TRIESTE
Verrà realizzato un nuovo polo per i servizi e per i musei triestini.
Il Comune di Trieste potrà realizzare il progetto proposto, scelto nell’ambito del Piano nazionale per le città denominato “Piano città”e varato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (con il Decreto Legge Cresci Italia 83/2012).
Fra 457 proposte pervenute al Ministero, la proposta del Comune di Trieste ha ottenuto il 100% dei finanziamenti richiesti per un totale di 4 milioni di euro (su un importo complessivo dell’intervento pari a 10,8 milioni di euro). Proposta arrivata in finale assieme ad altri 23 progetti (più 5 città del sud su fondi per Zone Franche Urbane) e che è l’unica selezionata tra le 11 presentate dai comuni della regione. Oltre ad essere una tra le 3 uniche selezionate nell’intero ambito del Nord Est (Trieste, Venezia e Verona).
L’iter complesso e frutto dell’intenso lavoro di squadra in tempi molto brevi portato avanti dagli assessorati comunale alla Pianificazione Urbana e ai Lavori Pubblici assieme a un pool di circa dieci collaboratori interni, è stato illustrato stamane in Municipio dai rispettivi assessori, alla presenza del direttore di Area Marina Cassin di Pietro Craighero dell’Ufficio Affari Europei Internazionali e Cooperazione.
Il 13 agosto il Decreto Legge è stato convertito in legge e l’ANCI ha pubblicato il Vademecum utile alla presentazione delle proposte da parte dei Comuni. Il 5 ottobre 2012 era la scadenza ultima per avanzare proposte di contratti di valorizzazione urbana consistenti in un insieme coordinato di interventi con riferimento ad aree urbane degradate. Tempi di redazione delle proposte quindi estremamente brevi, che hanno richiesto alle Amministrazioni una notevole capacità di elaborare progetti di riqualificazione di ambiti urbani strategici.
Va quindi dato atto – è stato ribadito – della professionalità e competenza dimostrata dai vari collaboratori della struttura comunale preposta, maturata anche sulla scorta delle esperienze passate (URBAN PRUSST, Programma innovativo POD 2008, POD 2009). Oltre all’efficacia della scelta attuata dagli Assessori di riferimento, Elena Marchigiani e Andrea Dapretto, di procedere in maniera integrata nella redazione di strumenti di programmazione dello sviluppo urbano e di progetti di riqualificazione.
Soltanto in questo modo oggi è infatti possibile – è stato rilevato – accedere a fondi straordinari (Ministeriali ed Europei), che in questa nuova stagione sempre più espressamente richiedono proposte cantierabili, realistiche, governabili e attuabili in tempi brevi, ma dotate anche della capacità di avere ricadute su contesti urbani ampi e complessi.
E’ necessario quindi essere pronti – è stato detto -, avere a disposizione visioni avanzate per la città e per la sua trasformazione. I risultati ottenuti, puntando alla concretezza, dimostrano che le scelte operate dall’Amministrazione sono in grado di rispondere alle richieste.
L’ambito di riferimento del progetto e della riqualificazione nasce come prima periferia urbana, ora inglobata nella città, ed è prospiciente le vie Cumano, Revoltella e Rossetti. Al suo interno sono presenti 4 importanti caserme quasi tutte dimesse, che accentuano l’effetto di marginalità di questa zona, insieme alla presenza del comprensorio fieristico anch’esso in disuso, alla carenza di strutture e servizi pubblici e centralità che lo identifichino come quartiere.
La dismissione di quattro caserme in un’area ristretta, ha fornito all’Amministrazione e alla città la possibilità di acquisire spazi nuovi, ma allo stesso tempo ha posto l’Amministrazione di fronte a scelte che fossero strategicamente utili sia all’ambito urbano di riferimento che all’intera città. Questo coerentemente all’obiettivo, più volte manifestato da questa Amministrazione, di puntare sulla riqualificazione delle periferie.
Alcune iniziative di riconversione sono partite anni addietro per far fronte all’emergenza abitativa. Nello specifico il riferimento è al recupero e rifunzionalizzazione della ex caserma “Montebello” dove sono stati realizzati 180 alloggi di edilizia pubblica sovvenzionata
L’Amministrazione ha messo in atto in questi ultimi anni la delocalizzazione in questo ambito di alcune importanti strutture museali ed alcuni servizi comunali. Questa logica risponde all’esigenza – è stato sottolineato – di coinvolgere nell’offerta culturale, zone non prettamente centrali e di vivificare, con la presenza di strutture comunali, il tessuto urbano con ulteriori attività e servizi. Per rafforzare questa offerta, grazie ad altri programmi complessi, si sta realizzando un percorso ciclabile, con relativa stazione di bike sharing, che colleghi le strutture oggetto di richiesta di finanziamento nel Piano per le Città al centro cittadino e alla stazione centrale.
Gli interventi che compongono il Piano rispondono ai requisiti richiesti dal bando tra cui l’immediata cantierabilità delle opere e il miglioramento della qualità urbana, del tessuto sociale e ambientale.
Le opere sull’ex caserma Duca delle Puglie relativi al Civico Museo di guerra per la pace “Diego de Henriquez” porteranno ad aumentare di due edifici l’offerta qualitativamente e quantitativamente importante della collezione raccolta dallo studioso triestino Diego de Henriquez (1909-1974), considerata la più importante e completa a livello nazionale. I finanziamenti del Piano Città permetteranno di portare a termine la realizzazione del Museo, su cui sono già stati stanziati fondi comunali e avviati i lavori per i primi due padiglioni.
Per ciò che riguarda il futuro archivio comunale nella ex Caserma Beleno (in contiguità alla nuova sede del Comando dei Vigili), gli interventi relativi produrranno risultati economici ed energetici importanti per il territorio e il bilancio comunale, sia relativamente a un risparmio energetico considerevole, sia producendo un aumento considerevole del valore dell’immobile di proprietà comunale, che azzerando le “uscite” che ad oggi il Comune è obbligato a sostenere, affittando dei locali privati, in quanto gli spazi preposti all’archiviazione sono da anni ormai saturi. Anche in questo caso i fondi del Piano Città vanno ad aggiungersi a quelli già a disposizione del Comune, concentrandosi in particolare su interventi di efficientamento energetico.
Gli interventi di riqualificazione proposti contribuiranno a creare quelle precondizioni necessarie a rendere attrattivo tutto l’ambito urbano.
Questo insieme di interventi agirà sugli elementi di marginalità che connotano questo ambito urbano, trasformandolo e rendendolo una parte “viva” della città con una sua specifica connotazione.
L’erogazione dei finanziamenti da parte della Cabina di regia ministeriale avverrà a seguito della stipula con il Comune di Trieste di un Contratto di valorizzazione, che stabilirà i tempi (comunque ravvicinati) di realizzazione delle opere.
Tratto da Retecivica
VERSO IL NUOVO PIANO REGOLATORE
Il 7 gennaio nella sala del Ridotto del Teatro Verdi, il Sindaco Roberto Cosolini e l’assessore Elena Marchigiani hanno presentato i risultati della fase di ascolto che ha accompagnato il percorso di analisi del nuovo Piano regolatore generale del Comune di Trieste.
L’elaborazione del nuovo Piano è tra gli intenti prioritari della Giunta, che il 22 novembre 2011 ha viste approvate dal Consiglio comunale le direttive per la progettazione del nuovo strumento urbanistico generale comunale e le relative salvaguardie. Salvaguardie la cui scadenza è stabilita entro due anni.
La decisione di non procedere all’approvazione della variante 118 è stata dettata dalla volontà di redigere un Piano che fosse effettivamente capace di confrontarsi con alcuni dei temi al centro della riflessione sulla pianificazione e sulla città contemporanea: perseguire lo sviluppo sostenibile; contenere il consumo di suolo; recuperare, riqualificare, rifunzionalizzare l’esistente; promuovere la qualità dell’ambiente e del paesaggio; incentivare una mobilità sostenibile. Un nuovo Piano, quindi, costruito attraverso un reale percorso di ascolto attivo delle cittadine e dei cittadini di Trieste.
In questi mesi l’Ufficio di Piano è stato impegnato nella redazione di un ampio repertorio di analisi, con il supporto di larga parte dei Servizi dell’Amministrazione comunale e dei professionisti esterni incaricati degli studi relativi sia all’andamento demografico (studio affidato all’IRSSES), sia a compatibilità geologica, geomorfologia e idrogeologica (studio affidato al capogruppo dott. geologo Grego). A essi si sono affiancati altri importanti contributi, tra i quali si segnala quello del prof. Poldini del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste.
Un ruolo non meno importante nell’orientare le letture propedeutiche alla redazione del progetto di Piano è stato giocato dalla fase di ascolto, a sua volta articolata in 3 momenti distinti rivolti a cittadini e circoscrizioni (presentazioni pubbliche e diffusione di questionari), diversi portatori di interessi (incontri e tavoli tecnici con ordini professionali, categorie di costruttori, ambientalisti, altre categorie economiche, comitati e associazioni di cittadini).
Questo incontro pubblico è dedicato alla restituzione degli esiti di questa fase, sviluppata tra maggio e luglio dello scorso anno. Esiti che sono stati rielaborati dall’Ufficio di Piano, insieme agli stagisti delle Facoltà di Architettura e di Ingegneria dell’Università di Trieste che hanno partecipato all’organizzazione delle settimane di ascolto nelle Circoscrizioni.
Le attività iniziali di redazione del nuovo Piano, gestite all’interno dell’amministrazione, hanno riguardato nello specifico gli aspetti giuridici, il processo di Valutazione degli effetti Ambientali (VAS) e la fase partecipativa della cittadinanza fortemente voluta dall’amministrazione.
Come ci tiene a sottolineare l’assessore Marchigiani, forte è infatti la convinzione che la redazione di piani e progetti non possa più essere concepita come un’azione calata dall’alto, bensì vada intesa come l’esito di un processo di discussione e condivisione delle scelte, insieme ai tanti portatori di interessi ma soprattutto insieme alle cittadine e ai cittadini che vivono la città e i suoi quartieri quotidianamente.
L’ampio repertorio di analisi sviluppato dall’Ufficio di piano è stato perciò orientato da quanto emerso nella fase di ascolto e, in particolare, dai temi e dalle questioni che la città ha posto all’attenzione dell’amministrazione nei mesi passati.
L’ascolto nelle Circoscrizioni
A partire dall’8 maggio 2012, per 7 settimane, presso le 7 Circoscrizioni del Comune di Trieste, presenti l’Assessore competente, l’Ufficio di Piano e un gruppo di studenti delle Facoltà di Architettura e di Ingegneria dell’Università di Trieste, sono stati organizzati incontri di presentazione del percorso di Piano, nel corso dei quali è stato illustrato e distribuito un questionario di indagine. A cittadine e cittadini il questionario ha dato modo di esprimere opinioni e di fornire dati utili su potenzialità e criticità del proprio quartiere e della città nel suo insieme.Nel periodo di consultazione sono stati distribuiti 2.500 questionari sia in lingua italiana che slovena e si sono registrati più di 8.000 accessi al sito web. La raccolta dei questionari si è chiusa il 21 luglio 2012.
Gli incontri tecnici e i tavoli tematici
Durante il mese di luglio 2012 sono stati organizzati sia tre incontri con i soggetti già consultati nella fase di stesura delle Direttive (ordini professionali, categorie costruttori, ambientalisti, altre categorie economiche), sia cinque tavoli finalizzati a mettere a fuoco alcune “questioni di prospettiva”, ossia progettualità, visioni, potenzialità e problemi che i diversi portatori di interesse vorrebbero vedere valorizzati e trattati nel nuovo Piano. In particolare, ai tavoli hanno potuto partecipare tutti i portatori di interesse desiderosi di fornire indicazioni in merito ad alcune questioni strategiche in precedenza formalizzate dall’Ufficio di piano:
- Dove sarà Trieste? Prospettive alla scala dell’area vasta
- Cosa farà Trieste? Economie e ricerca
- Quali nature a Trieste? Ambienti e paesaggi
- Come fare di Trieste una città più bella e abitabile? Questioni di qualità urbana
- Quali case e servizi a Trieste? Questioni di welfare
Cosa è emerso
Le risposte date da cittadine e cittadini ai questionari evidenziano una chiara condivisione degli obiettivi assunti da questa Amministrazione come base della redazione del nuovo Piano regolatore. In particolare, forte e comune è l’interesse verso le tematiche della riqualificazione e del recupero del patrimonio di spazi ed edifici esistenti. Relativamente alla dotazione di servizi, si rileva una forte domanda di spazi verdi attrezzati da destinare ad attività di svago e ricreazione, orti sociali e giardinaggio. Un dato interessante è la manifestazione di disponibilità, da parte del 47% dei compilatori, a prendersi cura di aree verdi pubbliche e di spazi pubblici cittadini. Seguono, in ordine di importanza, la necessità di realizzare/ampliare aree per parcheggi, spazi e attrezzature per giovani, famiglie e anziani, centri culturali, servizi assistenziali e sanitari, scuole. Ulteriori aspetti interessanti riguardano la mobilità. Il modo più utilizzato di muoversi in città è a piedi e con i mezzi pubblici. Forte è la richiesta di aree e percorsi pedonali e di potenziamento del servizio pubblico, ma è ritenuto importante anche l’incremento di piste ciclabili. Per quanto attiene ai parcheggi viene evidenziata la necessità di incrementare il numero di quelli pubblici di interscambio gratuiti.
In merito al sistema economico ben il 74% dei compilatori si è dichiarato insoddisfatto delle opportunità di lavoro offerte da Trieste. Le attività da incrementare sono principalmente quelle legate a turismo, scienza, ricerca e porto. Coerentemente, le immagini con cui si vorrebbe che venisse rappresentata la Trieste del domani sono la “città scienza e della ricerca avanzata”, la “città della cultura e del turismo” e “la città del porto”.
Più specifiche indicazioni e visioni di sviluppo sono emerse dagli incontri e dai tavoli tecnici. Una delle richieste ricorrenti e trasversali riguarda la valorizzazione dei luoghi di valenza storico paesaggistica e delle peculiarità del territorio, in funzione del turismo.
Un ruolo altrettanto importante è riconosciuto alla crescita delle eccellenze scientifiche e degli enti di ricerca favorendo, fra queste, la costituzione di una rete anche fisica di collegamenti, ed evitando la loro dispersione territoriale.
Per quanto attiene ai settori della produzione, molti contributi di sono soffermati sul settore agricolo e sulle sue possibilità di espansione/valorizzazione.
Ampio spazio hanno trovato inoltre indicazioni circa la necessità di dare risposta adeguata allo sviluppo dell’artigianato e della piccola e media impresa, offrendo nuove possibilità insediative in particolare alle imprese a più elevato contenuto di innovazione, come quelle già ospitate nelle strutture di AREA. Necessità fortemente sentita è parimenti quella di coordinare le politiche della Amministrazione Comunale con quelle di EZIT e Autorità portuale.
L’aggiornamento del sito web
Sul sito della rete civica del Comune di Trieste (www.retecivica.trieste.it) sono stati caricati tutti i nuovi materiali prodotti nella fase di ascolto:
- esiti dei questionari (sia quelli generali riferiti all’intera città, sia quelli specificamente attinenti le singole circoscrizioni);
- mappe e rapporti di analisi redatti dagli studenti della Facoltà di Architettura di Trieste che hanno affiancato l’Ufficio di piano svolgendo un’utilissima (e mai realizzata prima!) campagna di rilievo degli usi del territorio comunale
- sintesi dei contributi dei tavoli tematici.
Finanziaria regionale: si poteva fare di più per le città turistiche.
Nella finanziaria regionale, che parte all’insegna del rigore e si conclude con tagli pesanti agli enti locali ma con una certa manica larga di interventi puntuali, il Consiglio Regionale fa un regalo anche alle posizioni più chiuse di una parte degli albergatori bocciando la proposta della Giunta di consentire ai Comuni la facoltà di istituire la tassa di soggiorno. Immagino che alcuni consiglieri abbiano guardato più alla soddisfazione e magari alle preferenze di qualche albergatore piuttosto che a un meditato interesse generale. Vero è, però, che appare abbastanza modesto che la nostra vocazione turistica si basi sul fatto che la stanza di un albergo 3 stelle costi 100 euro invece di 101,5 euro o di un 4 stelle costi 200 invece di 202 euro, visto che da turisti quando andiamo in luoghi che ci piacciono nemmeno ci accorgiamo di pagare quella tassa. Si vede che l’autostima di certi albergatori è bassa. In compenso, agli enti locali alle prese con tagli del 10% 15% dei propri bilanci, il nostro organo legislativo regionale, così prodigo nelle norme puntuali, ha impedito di usare i proventi che sarebbero derivati dalla tassa di soggiorno per fare promozione turistica, migliorare i servizi di accoglienza, organizzare eventi che aumentino l’attratività e magari consentano di tenere aperti i Musei Civici nei weekend di interesse turistico. Le piccole corporazioni plaudono a questa decisione, meno contenti sono, probabilmente, i veri imprenditori del turismo e dell’ospitalità alberghiera. Chi plaude oggi al Consiglio non venga nei prossimi mesi dai Sindaci della città turistiche, come il sottoscritto, a chiedere che il Comune faccia questo o quest’altro per migliorare l’attrattiva: personalmente potrei suggerire loro di offrire ai clienti una partita in qualche bocciodromo della regione, un concreto di qualche coro del Friuli oppure invitarli a vedere un’esposizione di farfalle, tanto per elencare qualche beneficiario di norme puntuali. Sia chiaro, non ce l’ho con i beneficiari, ma con un modo di legiferare più attento agli interessi particolari che all’interesse generale.