Magnifico Rettore,
Signor Governatore della Banca d’ Italia,
Autorità,
Cari Componenti del Corpo Accademico
e soprattutto Care Studentesse e Cari Studenti,
porto il saluto della Città e quello mio personale a questa inaugurazione dell’Anno Accademico.
Nel farlo, voglio esprimere il forte riconoscimento per l’apporto che l’Università dà alla vita culturale, economico-sociale e civile della nostra Comunità grazie ad un’eccellente didattica e ad una intesa attività di ricerca che ne fanno un polo fortemente attrattivo con indiscutibili ricadute anche sull’economia di Trieste.
Voglio però soprattutto cogliere questa occasione per ringraziare l’Ateneo di Trieste per un contributo particolarmente significativo che forse non sempre è stato adeguatamente sottolineato: Trieste nasce indiscutibilmente come nodo strategico di flussi di persone, di idee e di merci. Tutto ciò ne fa per un lungo periodo, che si conclude con l’inizio della Prima Guerra Mondiale, una città proiettata verso una forte vocazione internazionale e questo segna la sua identità, la sua cultura, la sua crescita.
Poi, un difficile Novecento e in particolare tanti muri fisici e ideologici del lungo Dopoguerra che segue la Seconda Guerra Mondiale, sembrano privarla irreparabilmente di questa sua straordinaria funzione.
Se in quel lungo periodo Trieste non si chiude definitivamente in un decadente provincialismo lo deve a tre fattori:
1. Il primo è dato dalla presenza di alcune imprese globali con le radici a Trieste ma proiettate nel mondo, dove ne hanno portato il nome e l’immagine;
2. il secondo è dato dalla presenza di alcuni grandi esponenti della cultura europea contemporanea;
3. il terzo è dato dalla fortissima esistenza di un sistema dell’Alta formazione della ricerca, famoso nel mondo anche per le migliaia e migliaia di giovani studenti e ricercatori che qui hanno vissuto e vivono esperienze fondamentali per la loro crescita e formazione.
In questi due ultimi fattori è evidente che il ruolo dell’Università è stato determinante e ha contributo a far sì che Trieste non sparisse definitivamente da una attenzione internazionale.
Oggi, quella che io amo presentare come la più europea della Città Italiane è entrata in una fase nuova:
- non più estremo nordest d’Italia ma baricentro nella nuova Europa, un porto a cui abbiamo dato la svolta e che è di nuovo il primo polmone di una economia del mare che per noi è una straordinaria potenzialità;
- la grande opportunità che ci deriva dal poter trasformare il più interessante waterfront che ci sia ora in Italia.
Per queste ed altre ragioni oggi, pur fra tante difficoltà di una lunga crisi, il futuro è alla portata della nostra Comunità e il nostro patrimonio di intelligenza e di ricerca è una leva formidabile di cui dobbiamo e vogliamo avvalerci. A me piace dire che Trieste da città sul mare diventa sempre più città di mare, intendendo con questo che vogliamo valorizzare fino in fondo questa straordinaria risorsa che abbiamo, per il porto, per il turismo, per l’industria, per la qualità della vita.
Per questo, allo stesso modo, dico che non dobbiamo essere una città con l’Università bensì una Città universitaria che investe su questo, che organizza i servizi urbani in questa direzione che insomma, fa in modo che ogni giorno i giovani abbiano ragioni in più per studiare e poi per rimanerci e lavorare.
Per questo io auguro al Corpo docente un buon lavoro in questo Anno Accademico, così come auguro buon lavoro al personale tecnico-amministrativo ringraziandolo per la dedizione pur in situazioni difficili che oggi abbiamo sentito riportare, ma soprattutto a voi, studentesse e studenti, auguro un sincero in bocca al lupo per il Vostro futuro, perché siete voi il futuro!