San Giacomo e Barriera Vecchia: due rioni dimenticati nel degrado dall’attuale giunta

Continua il giro attraverso i rioni del candidato sindaco del centro sinistra Roberto Cosolini. Sabato mattina è stata la volta di S. Giacomo e Barriera Vecchia, due zone afflitte da problematiche simili: degrado e sporcizia delle strade, intenso traffico veicolare, cronica insufficienza di parcheggi e mancanza di luoghi di aggregazione.

«Ogni incontro nei rioni conferma la mia idea di una Trieste mal sfruttata nelle sue molteplici possibilità e risorse. Una realtà eccezionale come quella della biblioteca civica Quarantotti Gambini – dotata di emeroteca, servizio prestiti e un’attivissima sezione ragazzi – non può essere aperta solo 4 ore al giorno, il suo orario va esteso al massimo».

Cosolini ha prima visitato Piazza S. Giacomo, cuore pulsante del rione e specchio della sua vivacità e dei suoi problemi irrisolti. Le soste selvagge, l’utilizzo di Via dell’Istria come strada di scorrimento e una piazza che non riesce ad attrarre la socialità sono temi sui quali il candidato sindaco si è confrontato direttamente con i cittadini.
«Un piano del traffico serio e lungimirante deve avere anzitutto una chiara visione d’insieme e una precisa strategia. Solo in questo modo il problema del traffico non viene“rimbalzato” da una zona all’altra, ma piuttosto risolto nella sua interezza».
Dopo la visita allo skate park – dove i lavori non sono ancora terminati del tutto – e a Piazza Puecher, Cosolini è sceso verso Barriera Vecchia.
I cittadini qui lamentano lo smog intollerabile e l’inquinamento acustico, ma soprattutto mancanza di pulizia, scarsa manutenzione delle strade, dei marciapiedi e dell’arredo urbano, scarsità di parcheggi per i residenti, quasi totale assenza di vigili urbani, che dovrebbero avere il compito non solo di agevolare il traffico, ma anche di sanzionare gli abitanti che dimostrano poco senso civico lasciando le deiezioni dei propri cani sui marciapiedi o abbandonando rifiuti lontano dai cassonetti.
«Sono favorevolmente impressionato dalla richiesta di implementare la raccolta differenziata rivoltami da tanti cittadini. La politica in questo senso dimostra di essere indietro rispetto alle esigenze dei triestini, che si rendono perfettamente conto dell’importanza ecologica ed economica della differenziata».
Dalla zona di Barriera si leva poi un ulteriore appello al futuro sindaco: c’è la necessità di iniziative e programmi che integrino nella società i tanti immigrati che risiedono in zona. «Dialogo e inclusione, rispetto per le diversità e miglioramento della qualità della vita sono leit motiv della mia campagna e lo saranno del mio mandato» ha puntualizzato Roberto Cosolini.

Cosolini: “Basta con i soliti collezionisti di incarichi”

L’articolo sui “collezionisti di incarichi”, publicato dal Piccolo in data 6 febbraio 2011, presenta situazioni certo anche molto diverse, ad esempio sul profilo di competenza tecnica, ma in ogni caso evidenzia una concentrazione che certo non giova al miglior svolgimento possibile degli incarichi. Alcuni esponenti delle categorie economiche sono poi destinatari di un numero tale di nomine politiche da confermare l’immagine di un legame strettissimo tra un certo potere politico e pezzi di mondo economico.
E’ lecito allora interrogarsi sul grado di autonomia che questa parte delle categorie è in grado di esprimere nei confronti della politica.
Viene inoltre da chiedersi come si possa passare da un ambito all’altro, in molti casi decisamente diversi fra di loro, svolgere bene tutti gli incarichi e fare avanti il proprio mestiere, visto che tutti si affannano a spiegare che non sono “politici” ma imprenditori ecc…e che dobbiamo lodare il loro spirito di servizio (!)

Due idee per il futuro su cui mi impegno se eletto Sindaco:

basta con i soliti collezionisti

più persone, magari giovani e competenti, da responsabilizzare e perciò niente cumuli

tetti ai compensi individuali conseguibili

Roberto Cosolini

Piano regolatore: fondamentali visione strategica e coinvolgimento

Come sviluppare un vero piano regolatore? Visione strategica e coinvolgimento: sono i due aspetti fondamentali che un “vero piano regolatore” dovrebbe avere. Sono questi i due elementi essenziali puntualizzati dal candidato sindaco Roberto Cosolini nel corso dell’affollata conferenza stampa svoltasi questa mattina al Caffè Tommaseo dedicata proprio a quella che Cosolini definisce “una mancanza grave di oggi e quindi una priorità assoluta di domani”. Affiancato in questa occasione da capigruppo e consiglieri del centrosinistra, Cosolini ha ricordato quelle che saranno le principali caratteristiche del piano regolatore di cui si farà garante qualora eletto sindaco: “Sarà un vero piano nel senso che avrà una strategia, sarà sostenuto da una visione per la qualità della vita e lo sviluppo economico. Oggi la variante 118 assomiglia di più a un semplice piano edilizio.” Altre caratteristiche fondamentali: la trasparenza, sarà un piano partecipato, inclusivo degli interessi di tutte la parti coinvolte – ponendo fine a una prassi di secretazione “inaccettabile”: osserva Cosolini “all’inizio del suo iter la variante 118 è stata secretata per molti, ma non per i pochi che hanno speculato sulle informazioni in loro possesso”.
Sarà inoltre un piano che porrà due fondamentali condizioni per rendere “un po’ meno negativa” l’attuale variante 118: la cancellazione delle aree Caserma di Banne, turistica del golf di Padriciano e quadrivio di Opicina, e la pianificazione pubblica sulle aree strategiche 0 – fiera, mercato ortofrutticolo, pescheria, Burlo ecc. – una pianficazione che, come sottolinea Cosolini “giocherà un ruolo fondamentale nello sviluppo economico della città”.
Infine, il candidato sindaco ha sottolineato l’aspetto, oggi del tutto trascurato, dell’inclusività di un vero piano regolatore – l’attenzione per la qualità della vita, le energie rinnovabili ad esempio, ma anche la pedonalizzazione da realizzarsi in ogni rione, come strumento per sviluppare forza d’attrazione e d’aggregazione, e dare nuovo impulso al commercio al dettaglio.

I tempi? Il candidato sindaco lo promette: “Saranno strettissimi”. I lavori di consultazione e coinvolgimento delle parti saranno avviati al più presto: “Se vinciamo” – conclude Cosolini – “quanto studiato e condiviso oggi sarà già un partire da metà; se vinciamo, insomma, non saremo impreparati.”

Aree pedonali in ogni rione, per favorire il loro recupero. I temi del faccia a faccia tra Cosolini e Possamai

Pedonalizzazioni anche nelle periferie, per recuperare la loro vivibilità, avere luoghi di aggregazione e favorire il piccolo commercio. Maggior attenzione verso il bellissimo waterfront di Trieste, con uno spazio totalmente dedicato ai giovani. E poi sviluppo del porto in tempi brevi, riscoperta dei talenti nostrani e della cultura, rilancio della città contro quella sorta di “declino felice” in cui sta sprofondando a causa del controllo degli “amici degli amici”, snellimento della burocrazia, sostegno al prestigio internazionale di università e realtà scientifiche locali e green economy per risolvere la questione Ferriera.
Queste alcune delle proposte fatte ieri sera dal candidato sindaco Roberto Cosolini durante il faccia a faccia con Paolo Possamai, direttore del “Piccolo”, davanti ad un pubblico di circa 500 persone accorse in Molo IV per partecipare alla festa di inizio campagna “Un Palco per Trieste”.

Alla domanda di apertura, su quale potrà essere l’elemento caratterizzante dei cinque anni del proprio mandato, Cosolini risponde che uno degli obbiettivi fondamentali sarà quello di invertire il declino demografico, ovvia conseguenza del declino economico della città. Per far ciò bisogna sfruttare le enormi potenzialità di Trieste, al momento inespresse.
Si parte dal porto, con l’invito alla Monassi di far durare il cantiere dei lavori in porto vecchio non due anni e mezzo, ma un anno. Parte del punto franco andrebbe spostata a Fernetti, dove c’è lo spazio per ospitare i tir che in questi giorni stanno andando a Monfalcone. E il superporto? Dopo un anno, non è successo niente. Questo, dice Cosolini, perchè a Trieste si ha paura del mercato. Molti pezzi dell’economia cittadina non vivono di mercato, ma di connivenza col sistema politico. Per questi, diventare un porto importante che deve battersi sulle regole dell’economia è un rischio, mentre è più conveniente restare nel piccolo mondo dei protezionismi, che non premia il merito ma “gli amici degli amici”. Sarebbe ora di pensare ad un’Authority unica per i porti di Trieste, Monfalcone e Porto Nogaro, per costruire assieme un unico sistema portuale. Il raddoppio del Molo VII andrebbe fatto subito per aumentare il dinamismo e la capacità mercantile del porto.
Riguardo l’immobilismo triestino, l’intervistatore afferma che a Trieste manca soprattutto lo “spirito animale” dell’imprenditore. Spirito che, per Cosolini, viene indebolito dalle incapacità politiche e da lentezze inaccettabili a livello burocratico. Per questo l’obbiettivo sarà un fondamentale snellimento burocratico.

Dal porto al waterfront: i lavori sulle rive potevano essere la possibilità per favorirne la pedonalizzazione, fondamentale nelle città moderne, da progettare in maniera radicale. Pedonalizzazioni che dovrebbero riguardare anche le periferie, per renderle maggiormente vivibili e favorire l’aggregazione, sostenendo in questo modo anche il piccolo commercio.

Un’altra grande risorsa per la città è sicuramente l’Università. Nel campo dell’alta istruzione Trieste è conosciuta in tutto il mondo, per questo l’internazionalità di questa realtà andrebbe sostenuta, anche per facilitare l’integrazione di molte entità culturali.

Riguardo lo schieramento opposto? Cosolini dà atto a Dipiazza di aver traghettato Trieste fuori dal 900, a volte contro la sua stessa maggioranza. Dell’attuale assessore alla cultura si salva il fatto che vada in giro in bici, per il resto il territorio è stato privato della propria vocazione culturale. Esponenti del campo avverso in giunta? Si potrebbe fare, dice Cosolini, ci sono delle persone di valore. Tuttavia, vista la litigiosità e vendicatività del centrodestra, preferisce non fare nomi per “non decretarne la morte”.
Nomi per la giunta al momento non ci sono (“non voglio parlarne perchè porta sfortuna”, dice Cosolini), tuttavia la promessa è quella di una buona presenza di donne e giovani, che vanno valorizzati ed ai quali va data la possibilità di emergere, cosa che negli ultimi anni è mancata.

Spazio infine alle domande dal pubblico, che toccano moltissimi argomenti pratici. Dagli artisti di strada, che Cosolini ritiene elemento caratterizzante di tutte le città europee e che potrebbero anch’essi dare una mano a rivitalizzare le periferie, ai posti gratuiti in teatro, ritenuti un privilegio da eliminare, fino agli immigrati, da accogliere non solo come scelta politica e culturale, ma anche come investimento per una città che ritrova la capacità di crescere.
Toccati anche due grandi temi ambientali: la Ferriera ed il rigassificatore di Zaule. La chiusura della Ferriera è un obbiettivo che va accompagnato da un processo condiviso sulla scelta del futuro utilizzo del sito e sul piano occupazionale per i lavoratori attualmente occupati nello stabilimento. Si pensa alla green economy, scelta che ha portato ad un rilancio nelle città in cui è stata fatta. Sul rigassificatore di Zaule Cosolini si dichiara fermamente contrario, perchè Gas Natural si è dimostrata un non interlocutore del territorio, mancando di trasparenza. Inoltre in prospettiva dello sviluppo del porto, la movimentazione delle navi gasiere potrebbe diventare un problema.

Francesco Russo sulla Federazione Calcio via da Trieste: la politica triestina è unita contro questa scelta

«Dire che è colpa della politica triestina aver costretto la Figc regionale a migrare a Palmanova per mancanza di valide alternative è oggi palesemente un falso». Così dice Francesco Russo, segretario del Pd, in merito al paventato spostamento della sede regionale della Federazione Calcio via da Trieste.

Pubblichiamo il testo che Francesco ci ha inviato poco fa:

«L’intervista di oggi del presidente regionale della Federcalcio Burelli mi ricorda l’atteggiamento di quel bambino che, pur beccato in flagrante a compiere una marachella, prova lo stesso a giustificarsi scaricando le responsabilità su qualche compagno di giochi…
Come centrosinistra non avremmo difficoltà a stilare una lunga lista delle mancanze dell’assessore Lippi e dell’attuale Giunta comunale nei confronti dello sport triestino, ma dire che è colpa della politica triestina aver costretto la Figc regionale a migrare a Palmanova per mancanza di valide alternative è oggi palesemente un falso.
Oggi sul tavolo ci sono opzioni diverse, una delle quali, l’ex Motorizzazione Civile, messa in campo tempestivamente e con grande disponibilità dalla Presidente della Provincia Bassa Poropat, ma ci sembra che in particolare la proposta da pare del CONI degli spazi dello stadio presenti molti aspetti positivi, tra cui quelli di far risparmiare alla Federazione decine di migliaia di Euro all’anno.
La politica ha certamente molte colpe agli occhi dei cittadini, ma approfittarne per aggiungerne una che è responsabilità solamente delle scelte compiute dalla Federcalcio in in nome di qualche furbo campanilismo, ci sembra solo, per restare in ambito calcistico, il tentativo di buttar la palla in tribuna…
Il Partito Democratico crede che ci siano tutte le condizioni (comprese le norme nazionali che prevedono la sede nel capoluogo di Regione) per non impoverire Trieste di un’ulteriore struttura, e su questo, ci dispiace deludere Burelli, crediamo che la politica triestina non si farà trovare divisa.»

Il porto di Trieste ha bisogno di un presidente full time. La Monassi si dimetta da una delle sue due cariche

Mi piace: il porto di Trieste. Ma con un presidente full time

“Se sarò eletto Sindaco avverrà di lunedì: mi prenderò il martedì per me e dal mercoledì sarò a tempo pieno. Avrò un Presidente del Porto con cui collaborare che sarà anche lei a full time? Credo che Trieste abbia proprio bisogno che le due più importanti reponsabilità del suo territorio lavorino 50 ore alla settimana…e l’ACEGAS di un management senza troppi doppi incarichi.”

La buona pratica amministrativa di cui si fa promotore Cosolini non può che trovare inaccettabile le scelte della Monassi, che comunque stanno creando “dissensi anche rilevanti e preoccupazione” non solo nel centrodestra, ma nell’intera comunità locale. Cosolini guarda comunque avanti, pensando al bene della città: assicura collaborazione e lucidità di giudizio sui fatti che la Presidente produrrà nel suo mandato, tuttavia l’esortazione rimane chiara: “Mi sembra che le sfide che gravano sul Porto di Trieste non siano compatibili con un part time! Si dedichi da subito al Porto a tempo pieno invece che partire con le critiche al suo predecessore”.

Un Palco per Trieste. Il 3 febbraio tutti in Molo IV per Cosolini sindaco

ll primo, grande evento pubblico di Roberto Cosolini candidato sindaco vuole dare spazio alle tante realtà della cultura triestina per una rappresentazione di Trieste – ricca di potenzialità e sfide da raccogliere: una visione della città, anche semplicemente del clima dei nostri tempi, attraverso la sensibilità di chi ogni giorno rende più ricca Trieste attraverso il proprio impegno.
Trieste è una città piena di talenti, di tutti i tipi: cinema, teatro, arti visive, letteratura e musica. Una città piena di associazioni culturali, gruppi artistici, band, videomaker, registi, capaci di smuovere e raccogliere centinaia e centinaia di giovani, e di portare avanti progetti importanti e creativi, con ingegno e, sempre più spesso, purtroppo, con mezzi economici non adeguati.
L’evento vuole essere un momento di scambio per condividere in modo informale e creativo aspettative e criticità della città in vista delle elezioni 2011, in un’atmosfera partecipata e calorosa.

Perchè un “Palco per Trieste”? Robero Cosolini, candidato sindaco spiega così il taglio dato alla convention di apertura della sua campagna elettorale – peraltro già avviata con una serie di iniziative diffuse: “Sono convinto che Trieste possa ritrovare motivazioni e stimoli valorizzando le tante capacità, i tanti talenti, le tante competenze che ha e non utilizza adeguatamente; per questo un tratto costante della mia campagna sarà la valorizzazione di tutto ciò di positivo è “made in Trieste”; allora “Un palco per Trieste” non è che l’inizio: è un’opportunità per tanti, e sono veramente tanti, che hanno risposto di presentare la propria idea di Trieste. Per tanti altri ci sarà la possibilità in prossime occasioni della campagna. Di un palco poi ha bisogno la stessa Trieste per presentarsi nuovamente e ottenere l’attenzione che merita. La scelta del luogo: uno dei tanti bellissimi contenitori che in questa città, in particolare ma non solo sul lungomare, hanno ancora bisogno di essere riempiti di contenuti!”

Il programma di UN PALCO PER TRIESTE si divide in tre parti principali: cultura, politica e musica.

Si comincerà un pò in anticipo, tante sono state le richieste di partecipazione giunte! L’inizio è previsto quindi fra le 16.00 e le 16.15: Enrico Maria Milic ed Enrico Marchetto ci racconteranno l’esperienza di ascolto, partecipazione e proposta della campagna internet di Cosolini a Sindaco di Trieste 2011. Poi ci sarà spazio per le parole di Rina Anna Rusconi – accompagnata dai danzatori di tango Pablo Furioso ed Elisa Sorge -, un’esperienza di cultura e turismo a Trieste. Parlerà poi Pino Roveredo sul tema del racconto, cultura e scrittura, e Maria Campitelli del Gruppo78, con un intervento dal titolo Trieste e l’arte pubblica: “La città radiosa”. Uno spazio sarà riservato alle proiezioni di giovani cineasti triestini: Chiara Barbo, Andrea Magnani e altri documentaristi e videomakers.
Quindi saliranno sul palco: Giuliano Zannier, in qualità di portavoce del teatro dialettale; Antonella Caruzzi, con una lettera al pubblico sui tagli alla cultura, la compagnia L’Argante, con un’inedita satira di web-teatro, e Maurizio Zacchigna, che presenta un pezzo scritto per l’occasione: “Cosolini, comportite ben!”. A chiudere festosamente la prima parte interverrà la musica de “La Grande Orchestra” del Club Zyp.
A seguire, con inizio circa alle 19.15, l’atteso faccia a faccia tra il direttore de Il Piccolo Paolo Possamai e il candidato sindaco Roberto Cosolini: un confronto vivace e informale a tutto campo, con la possibilità di porre domande da parte del pubblico.
Verso le 20.30 spazio all’umorismo delirante del Pupkin Kabarett, prima di lasciare il palco alla musica dal vivo, con le esibizioni del giovane cantautore triestino Abbazabba, e delle rock band Black Mamba Rockexplosion e Back Doorman. A seguire gli irresistibili dj set di C.A.R.L. e DJCOLOR.
A presentare l’evento ci sarà l’attrice triestina Sara Alzetta, mentre la presentazione della parte musicale è affidata ad Andrea Cossu.

INGRESSO LIBERO.
Bevande e cibo del territorio a pagamento per sostenere le spese della campagna per Cosolini Sindaco di Trieste 2011.
Curatore dello spazio bar: Andrea Basso.

Il comune può aiutare Trieste a diventare una Città Universitaria, nonostante i tagli

Abbiamo incontrato Eric Medvet, ricercatore triestino da fine 2008 all’Università di Trieste presso il DI3, presto neo papà. Proprio mentre ragionava sulla propria situazione finanziaria futura, Eric si è scontrato con gli effetti di un provvedimento legislativo che lo riguarda in prima persona, assieme a tutti i ricercatori e non solo.
Di cosa si tratta?

Si tratta del decreto legge 78 del 2010: dice che scatti e “promozioni” per una certa categoria di pubblico impiego hanno valore solo giuridico per il triennio 2011-2013: in altre parole, a prescindere dalla progressione di carriera, fino a dicembre 2013 lo stipendio rimarrà quello di dicembre 2010. Nonostante l’apparente
semplicità del provvedimento, le conseguenze sui componenti di queste categorie, in particolare sul personale docente universitario, sono notevolmente variabili. Il massimo del danno lo subisce chi avrebbe dovuto avere una “grossa” progressione di carriera all’inizio di questo triennio. In termini relativi (cioè, valore della progressione rispetto al valore dello stipendio), l’impatto maggiore ricade sui nuovi ricercatori, che hanno appunto due grosse progressioni alla fine del primo ed alla fine del terzo anno di servizio. Quindi chi è ha
preso servizio nel 2008 o nel 2010 subisce un danno importante: nel mio caso (2008) si tratta di un 28% in meno all’anno, per due anni; per i più “giovani” (2010), addirittura meno 33%.

Con notevole ironia ci hai detto che il fatto che la legge sia stata fatta “frettolosamente” lo si nota dal fatto che il testo sia breve, conciso e chiarissimo a tutti…

Effettivamente, a differenza di molti altri casi, il meccanismo di taglio è chiaro e semplice: viene enunciato in poche righe. Quello che mi rammarica è che questa semplicità nasconde appunto un impatto sulle persone estremamente variabile e assolutamente slegato a qualsiasi criterio di meritocrazia, dipendendo invece dalla data di entrata in servizio. In pratica una legge le cui conseguenze ti si abbattono addosso come l’oroscopo. Mi chiedo se non si poteva ragionare un po’ più a fondo, scrivendo una norma con conseguenze più equilibrate ma uguale risparmio economico per lo Stato. Non pretendo, infatti, di non tirare anche la mia cinghia quando le cose vanno male, ma vorrei non strizzarla troppo più degli altri.

Come giudichi la condizione attuale dell’università?

Pur essendo ancora “giovane” nel mondo universitario, ho assistito negli anni ad una serie di “quasi riforme”, alcune in forma di raccomandazioni o leggi monche, che hanno reso ancora più difficile programmare l’attività didattica e di ricerca con orizzonti ragionevolmente lunghi. Programmazione che è già difficile per le difficili condizioni economiche.

Cosolini, durante l’incontro con i giovani al Naima, ha fatto notare quanto sia controproducente tagliare i fondi all’università, perchè è la conoscenza ciò che può rendere capaci le nuove generazioni di produrre ricchezza. Non a caso gli altri paesi investono di più sulla ricerca. È un pensiero che condividi?

Certamente. Purtroppo la sfortuna della ricerca è che può avere tempi di ritorno dell’investimento veramente lunghi. Solo una civiltà ed un’amministrazione lungimiranti possono convincersi ad investire sulla ricerca anche se i risultati si vedranno solo quando saranno ormai fuori gioco.

Cosa potrebbe fare secondo te il comune di Trieste per sostenere l’università?

Certo è difficile chiedere al Comune che intervenga direttamente sulla ricerca. Ma ci sono tutta una serie di iniziative di contorno che possono rendere più attrattiva la città come sede universitaria: non solo per gli studenti, ma anche per i ricercatori. Penso ai temi quali la mobilità, la ricettività e a tutti quei servizi (ad esempio, l’asilo aziendale per i dipendenti dell’università) che possono aumentare la qualità di vita dei cittadini rendendo quindi Trieste un bel posto dove trasferirsi; cose, tra l’altro, di cui godrebbe la cittadinanza intera.

Obbiettivo del comune deve essere dunque trasformare Trieste da “città con l’università” a “Città Universitaria”.

Cosolini al villaggio del fanciullo: “la questione sociale priorità della nostra agenda”

“La questione sociale dovrà essere un punto centrale dell’agenda della prossima amministrazione comunale”. Il candidato sindaco del centrosinistra Roberto Cosolini rinnova la propria attenzione e impegno in tal senso: anche oggi, nel corso della visita al Villaggio del Fanciullo, accompagnato dal neosegretario del Pd triestino Francesco Russo, ha colto l’occasione per sottolineare l’importanza di conoscere, da vicino, tutte le principali esperienze cittadine nel sociale – anziani, minori, povertà. “Sono realtà fondamentali nella costruzione di una rete di protezione sociale che sia diffusa, accessibile, efficace”.
Il Villaggio del Fanciullo costituisce di per sé “un esempio illuminante e concreto di quanto si può fare per intervenire nelle situazioni di disagio, di come educazione e lavoro siano due straordinarie forze per prevenire o arginare l’emarginazione”.
Don Pier Giorgio Ragazzoni e suoi collaboratori hanno illustrato al candidato sindaco le attività del Villaggio, sia educative che professionali. Commenta Cosolini “Ciò che colpisce del Villaggio del Fanciullo è come, nel tempo, abbia saputo costruire e consolidare un sistema integrato d’accoglienza, di accompagnamento verso l’autonomia e verso la costruzione di una professionalità: un sistema che trova nella collaborazione pubblico/privato uno dei sui punti di forza”.
Valorizzare i rapporti tra il pubblico e i tanti interlocutori del sociale – enti specifici, associazionismo, volontariato – : per Cosolini questa è una priorità, un passaggio fondamentale non solo per offrire ai cittadini una protezione sociale più vasta ed efficace ma anche per “creare un clima di solidarietà basato sulla conoscenza reciproca, sulla consapevolezza non solo di quanto c’è da fare ma di quanto effettivamente già si fa”.

Lasciatemi ricordare a modo mio Sergio Coloni

Ricordare Sergio Coloni vuol dire ricordare una vita di impegno politico, di vera passione civile, di amore per Trieste; ciò che mi ha sempre colpito di lui poi è stata anche l’estrema semplicità e immediatezza: dovrebbe essere così per tutti coloro che rivestono incarichi pubblici ma spesso la realtà è diversa. Da dirigente di associazione di categoria sono andato più volte nel suo studio di parlamentare dove Coloni ti spingeva subito ad andare sul “fisso” e si dimostrava sempre attento ed informato. Quanti provvedimenti per Trieste sono in quegli anni passati grazie alla sua capacità e competenza nel portarli avanti!

Sergio Coloni poi negli ultimi anni si era iscritto al PD e quindi sono stato l’ultimo suo segretario di partito: in quel periodo ci siamo sentiti ed incontrati alcune volte e oltre a ricevere da lui consigli sempre utili, mi colpiva l’estrema passione e convinzione con cui parlava del PD, la voglia di convincere e stimolare gli elettori all’epoca delle Europee del 2009, la convinzione che si dovesse essere uniti proprio mentre tanti si soffermavano più a enfatizzare le differenze interne.Uscivo da questi momenti sempre incoraggiato ad andare avanti. Lui veniva da lontano, da una vita nella Democrazia Cristiana ma come le persone di valore sanno fare capiva e interpretava i cambiamenti e sapeva perciò essere innovativo.Per questo oltre a ricordare l’on Sergio Coloni, parlamentare di valore, dirigente della Dc per tanti anni, uomo ascoltato a Roma, lasciatemi ricordare anche Sergio Coloni, iscritto entusiasiasta al Partito Democratico di Trieste.

Mi piace: l’alabarda, simbolo di Trieste

Foto di Eric Medvet

L’alabarda è il simbolo di Trieste. Per questo, è stata scelta come inizio dell’appuntamento fotografico settimanale dedicato alle cose belle della città. Senza dimenticare però le cose brutte, che saranno caratterizzate dall’etichetta “Non mi piace!”. Insieme, con idee e proposte, potremo pensare a come valorizzare o migliorare questi ritagli cittadini.

Una vera alabarda

Molti lo sapranno già, ma in realtà l’alabarda di Trieste non è esattamente una vera e propria alabarda, arma che presenta una corta scure. L’emblema cittadino è piuttosto una lancia, e infatti veniva chiamata “lancia di San Sergio”, tribuno convertitosi qui al cristianesimo. Venne punito per questo con la decapitazione in Siria, e la tradizione narra che lo stesso giorno un’alabarda cadde nel suolo cittadino.

L’alabarda è usata come stemma cittadino sicuramente fin dal tredicesimo secolo, se non addirittura dalla nascita del libero comune, cento anni prima.

Se avete delle foto da proporre di cosa “Vi piace!” e cosa non “Vi piace!” di Trieste, mandatele pure a [email protected] oppure postatele sulla pagina facebook Per Cosolini Sindaco di Trieste 2011. Grazie!

La polemica smontata…per l’entrata

La scusi, la smonta anche lei? Sta facendo il giro di facebook la foto di Roberto Cosolini intento a scendere dall’autobus dall’entrata, nel giorno della prima uscita a Roiano di “Rioni al centro”. Qualcuno vi ha ricamato sopra qualche accenno di polemica, ma la maggior parte delle persone sta condividendo e commentando con ironia e simpatia l’accaduto.
Ecco una selezione dei commenti migliori trovati in rete:

“E’ EVIDENTE che Cosolini stava salendo sul bus facendo moonwalk. Io c’ero e posso testimoniare. XD”

“in anglo triestin language: ” the big simpatic and smailing triestin major left wing candidate passing through a bus port against hand” ( because the second port, the “out” one was too little to farlo pasar….)”

“Notiziona!!! Complimenti a chi l’ha scovata, così si che si riuscirà ad incastrare il futuro sindaco. Altro che concussione o favoreggiamento della prostituzione. Cosa prevede il codice penale nel caso in cui si scenda dalla parte sbagliata? La Procura ha già aperto un fascicolo?”
“Secondo me prevede un’ombrellata in testa dalla “veccietta” che voleva salire sul bus in quel momento!”

“Controccorrente…bene!”

“Ho visto il video e pure le foto. Molto bene. Consiglierei a Roberto di indossare una sciarpa per ravvivare il paltò. Non azzurra (per ovvie ragioni)….magari beige…”

“Mia nona me ga dito che una volta no i gavessi lassà! …ma dopo xe rivada quela maledeta barca e pian pianin xe andà tuto a remengo 😉 …mi digo anca che una volta i gavessi scrito entrata con la E maiuscola, ma no ghe xe più gnanca rispeto per l’ortografia ;)”

“me par che nol sia de dx…probabilmente el sa ga girado a sx e via la prima porta…”

Non sono mancate infine le disquisizioni semiserie sull’efficacia della divisione tra porte d’entrata ed uscita:

“Bravo Cosolini! Si dovrebbe poter entrare e uscire da tutte le porte. Prima si scende poi salgono i passeggeri alla fermata. Come nella metro.”
“soprattutto avrebbe senso eventualmente messa al contrario: si sale dal centro e si esce dai lati così si sdoppiano le code…”
“no stemo scherzar. senza l’uscita in mezo con che scusa i veci sburtassi i giovini coi zaini che resta sempre de drio a blocar el pasagio?”
“anch’io son contro la divisione. abolire la divisione significherebbe costringere la gente alla calma, ad abbassare i ritmi e i volumi delle polemiche da bus.”
“ma non ha alcun senso… non ho mai visto altrove questa divisione idiota!!! in Metro scendono tutti e poi salgono gli altri.”
” ‘altrove’ no i ga gnanca el pedocin. si ale divisioni, si al pedocin, si ale entrate/uscite, si ai veci col capel!”
“Sì ai veci che ga odor de naftalina e anti-tarme”