Cosolini dichiara la necessità e l’impegno di trovare, dopo dodici mesi di mandato, uno spazio significativo dedicato ai giovani tra porto vecchio e campo marzio. Oltre a ciò, indica nello sviluppo economico l’obbiettivo primario sul quale dovrà concentrarsi la futura amministrazione, togliendo la città dall’isolamento logistico in cui si trova e cominciando un processo di sburocratizzazione senza il quale sarà difficile uscire dall’immobilismo.
Questi alcuni dei grandi temi trattati dal candidato sindaco lunedì 24 gennaio, durante l’incontro con i giovani triestini al Naima Jazz Club, importante prosecuzione del percorso di ascolto iniziato sabato con la prima uscita nei rioni della città. I giovani, in gran parte studenti, hanno potuto esporre le loro perplessità ed aspettative durante la prima parte della serata, per poi ascoltare a loro volta le risposte di Cosolini.
In questo contesto, Cosolini rileva subito la necessità di uno spazio di aggregazione, culturale e ricreativo, da dedicare ai giovani, nel cuore della città ed in riva al mare, tra porto vecchio e campo marzio, in cui ci possa essere una biblioteca, un’emeroteca, una sala prove musicali e teatrali, uno spazio ristoro e una sala esposizioni, un luogo dove i giovani possano esprimersi ed incontrarsi, per incubare e promuovere progetti d’impresa e culturali di valore. Tra i posti papabili, il molo IV, il salone degli incanti o, probabilmente il più adatto allo scopo, l’ex magazzino vini.
Tra i problemi segnalati dai ragazzi durante l’incontro vi sono i parcheggi, con la proposta di realizzare un ring esterno alla città potenziando il servizio di trasporto pubblico, la scarsità di attività ricreative, l’assenza di un luogo pubblico in città dove poter studiare anche in orario serale, la gestione dei rifiuti, il problema delle case, con la proposta di recuperare le case sfitte, la mancanza di posti di lavoro e di risorse investite per i giovani.
Si parla di molti ragazzi che vanno via, e del fatto che il comune dovrebbe cercare di attirare dei privati che abbiano voglia di investire nella città. Uno studente di giurisprudenza fa notare che ben il 95% dei laureati di questa facoltà deve andarsene da Trieste per trovare lavoro, e auspica una spinta maggior verso la collaborazione internazionale per creare maggiori sbocchi occupazionali. Posti di lavoro che, suggerisce un altro ragazzo, potrebbero essere recuperati anche incentivando le strutture di aggregazione quali i ricreatori, impegnando così i molti educatori formatisi in questi anni a Trieste.
Si tocca infine il tema dell’isolamento della città, difficile da raggiungere dal resto dell’Italia e dagli altri paesi.
Cosolini affronta tutti i temi introdotti dai ragazzi, in primis quello dei parcheggi e dei trasporti, confermando il bisogno di dotare la città di parcheggi esterni collegandoli al centro con il trasporto pubblico, caratteristica delle città moderne. Da potenziare anche il servizio dei trasporti pubblici serali, per i quali va incentivata però sia l’offerta che la domanda. La raccolta differenziata va assolutamente migliorata, anche con l’introduzione del porta a porta. A riguardo Cosolini ricorda che siamo a rischio di infrazione da parte dell’Unione Europea a causa del pesante ritardo.
Per quanto riguarda le fonti rinnovabili, sembra “paradossale che si faccia così poco in una città in cui ci sono moltissimi centri di ricerca”. L’obbiettivo è quindi quello di dotare gli edifici pubblici di fonti di energie rinnovabili, quali il fotovoltaico e il geotermico.
La prima cosa da fare tuttavia è concentrarsi sullo sviluppo economico, se non c’è produzione di ricchezza non c’è nemmeno la liquidità da redistribuire a tutti i servizi. Ed alla base di questo rilancio economico ci sono i collegamenti, la città va tolta dall’isolamento in cui si trova. Bisogna poi impegnarsi in un’opera di sburocratizzazione, in modo che le persone possano attivare nuove attività. La politica deve creare la strada per poter far correre le idee delle persone.
L’intervento si chiude con una riflessione sul mondo dell’università: “Trieste è una città con l’Università ma non è ancora una città universitaria”. L’organizzazione dei servizi cittadini dovrebbe assecondare i bisogni dell’Università, con agevolazioni per le case e per i trasporti. La conoscenza dà la capacità alle nuove generazioni di produrre ricchezza, per questo si dovrebbe investire di più sulla ricerca.