INCONTRO PUBBLICO CON L’ADVISOR ERNST & YOUNG SUL FUTURO DI PORTO VECCHIO

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Organizzato dal Comune di Trieste e dall’Autorità Portuale, sabato 27 febbraio, alle ore 11.30, alla Centrale Idrodinamica del Porto Vecchio, l’annunciato pubblico incontro sul futuro dell’area, alla presenza dei rappresentanti di Ernst & Young, la prestigiosa società internazionale risultata vincitrice della gara indetta dall’Amministrazione municipale per l’aggiudicazione dell’incarico di “Advisor” per la redazione delle “linee guida” per il Piano strategico per il riuso dell’antico scalo.

Con il titolo “Porto Vecchio: il futuro di Trieste riparte dal mare – Il più grande spazio sul mare di rigenerazione urbana in Europa”, l’appuntamento, aperto a tutti i cittadini interessati, sarà incentrato sull’illustrazione del percorso di recupero della grande area, nei suoi diversi aspetti e momenti: il “passaggio alla città”, il ruolo dell’Advisor, le prossime tappe, il coinvolgimento e il contributo di idee da parte della cittadinanza.

Interverranno il Sindaco Roberto Cosolini, il Segretario Generale dell’Autorità Portuale Mario Sommariva e Fulvio Lino Di Blasio direttore di Ernst & Young Italia.

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LA TRIESTE DEI GIOVANI

60 APPARTAMENTI URBAN, SPAZIO NEL PADIGLIONE RALLI, BANDO PER LE IMPRESE E “TILT DIGITAL HUB”

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60 appartamenti nella zona Urban, uno spazio nel padiglione Ralli di San Giovanni, un bando per le imprese under 40 e un digital hub tecnico scientifico. Sono queste quattro nuove opportunità con le quali il Comune di Trieste vuole dare un segno forte e puntare sempre più su una città aperta ai giovani.

Oggi pomeriggio (mercoledì 24 febbraio) nella sala del Torchio di via Capitelli 8, il sindaco Roberto Cosolini ha illustrato la valenza delle quattro interessanti iniziative già avviate e seguite dall’Amministrazione comunale, nuove concrete opportunità per i giovani della nostra città.
Restituiti al Comune di Trieste dall’Agenzia regionale per lo studio, i 60 appartamenti della zona Urban, si suddividono in 34 monolocali (68 posti letto, adatti ad uso foresteria per studenti e ricercatori) e 26 bilocali e trilocali (65 posti letto di cui 6 attrezzati per disabili, adatti a single, coppie o piccoli nuclei familiari) e ancora 10 spazi al piano terra (di cui 5 attrezzati per disabili, adatti ad attività economiche e commerciali). Entro aprile sono previsti i bandi per gli appartamenti che andranno a realizzare un vero e proprio quartiere dei giovani.
Interessante pure la soluzione destinata a progetti under 35 all’interno del padiglione Ralli di San Giovanni, dove un’intera area ( circa 600 mq) sarà destinata ad accogliere progetti di cultura, volontariato e lavoro di giovani sotto i 35 anni.
Di rilievo anche lo stanziamento (250 mila euro) previsto a bilancio dal Comune di Trieste, che consentirà di sostenere le imprese giovani con una apposito bando per i contributi. I destinatari saranno le imprese costituite da under 40, che potranno ottenere contributi del 40% (minimo 6 mila euro su una spesa di 15 mila, massimo 20 mila su una spesa di 50 mila) per opere edili ed impianti, per l’acquisto di beni aziendali o servizi, per spese di progettazione, direzione lavori e collaudi, o ancora per spese per atti notarili o imposte relative all’intervento. Punteggi premianti saranno legati anche all’innovatività del progetto d’impresa, all’abbattimento delle barriere e alla riqualificazione energetica.
Infine un’opportunità più tecnologica: “TILT: Digital Hub Tecnico Scientifico”. Il primo distretto territoriale dedicato alla ricerca e sviluppo dell’information tecnology e alla formazione di un ecosistema di start up e talenti imprenditoriali che possano attrarre investimenti nazionali e internazionali. La presentazione del distretto -che si avvale del contributo di Teorema Engeneering, Area Science Park, Microsoft Italia, Comune di Trieste e Università degli Studi di Trieste- è prevista per martedì primo marzo, anche con diretta streaming, dal teatro Giuseppe Verdi.

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CITTADINANZA ONORARIA A SIMONE CRISTICCHI

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Ricordo quel grande applauso ‘liberatorio’ scattato dai 1500 spettatori presenti alla prima di “Magazzino 18”, al suo esordio nel 2013 al Politeama Rossetti. C’era stato allora il forte timore di polemiche, delle allora costanti polemiche triestine su questi temi. Invece così non fu, e quello spettacolo divenne una festa di tutti, segno che i muri del passato si stavano finalmente e definitivamente sgretolando.
Quei muri che fino ad allora sembrava dovessero per sempre separare i dolori, e negare il dolore degli ‘altri’. Invece fu chiaro in quel momento che si poteva assieme cambiare strada. E che compito della politica – lasciando alla storia ogni necessario ulteriore approfondimento – doveva essere quello di preparare un miglior futuro per tutti, a cominciare da una città che aveva già dimostrato di poterlo fare, come anche gli ormai “storici” incontri non casualmente svoltisi a Trieste fra Violante e Fini, e fra Lucio Toth e Milos Budin, nella ricerca di una ‘ricomposizione delle memorie’, stavano a testimoniare.”
Tanta strada era stata in effetti già fatta in questo senso. Ma mancava ancora un momento simbolico di grande forza evocativa, come forse solo il teatro e la musica possono offrire.
E allora, grazie Simone per averci fatto questo dono che ha dato un forte contributo ad ‘aprire’ e a trasmettere a chi ancora non le conosceva le vicende e i valori civili profondi delle popolazioni dell’Adriatico Orientale, rappresentando nel contempo un messaggio di rispetto reciproco e di comprensione fra tutte le memorie che vivono in una terra e in questa nostra città.
Solo così, con questo rispetto e questa conoscenza e vicendevole comprensione di tutte le memorie e tutte le storie, ci si può scoprire, alla fine, dopo tanto tempo, finalmente liberi e più coesi, guardando a un miglior futuro di tutta intera la nostra comunità. Credo che anche da questa nuova coscienza sia derivato quel grande applauso liberatorio quella sera al “Rossetti”. Un applauso che ci ha unito, e non diviso; come sta avvenendo, ad esempio, anche con le nuove riflessioni che stiamo conducendo in questi ultimi anni sulla Grande Guerra, sempre in questo spirito di ritrovamento di valori comuni che ricompongano la comunità, al di là delle visioni distanti e opposte di un tempo.
Ho considerato in questi anni di voler dare un contributo anche personale a questo percorso; e non per un gioco di convenienze, ma perché mi rendevo conto che era davvero necessario e giusto dare a ognuno, a ogni storia, a ogni memoria, ciò che andava dato e riconosciuto: unico metodo questo per poter di nuovo guardare assieme al futuro di tutti, e dei nostri giovani in particolare.
Anche perchè non dobbiamo dimenticare che le tragedie possono sempre ripresentarsi, in molte forme – e lo stiamo vedendo anche oggi -, se non si praticano, in modo condiviso, i valori fondamentali di tolleranza, solidarietà, libertà, ricerca di serenità nella democrazia. Questi sono i veri antidoti alla violenza e al ritorno di tragedie come quelle che purtroppo queste terre hanno già vissuto.

TRIESTE HA UN NUOVO PIANO REGOLATORE

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Abbiamo raggiunto un traguardo importantissimo. L’approvazione del Piano regolatore completa un percorso politico amministrativo e dimostra che questa maggioranza ha saputo guidare la città. Trieste dopo 18 anni ha il suo nuovo Piano Regolatore!

Lunedì notte, in Consiglio comunale, si è concluso con successo questo lungo e fondamentale percorso .
In Nuovo Piano Regolatore è un passaggio politico amministrativo importante e molto complesso, frutto di un gioco di squadra che ha messo in luce la coesione della maggioranza, che ha votato compatta, mentre l’opposizione si è espressa in quattro modi diversi. L’approvazione richiedeva una  una maggioranza compatta, infatti con con la giunta precedente, la variante 118 non è mai stata votata.

Il nuovo Piano regolatore prende atto che la città è cambiata e si esprime a favore del suo sviluppo futuro, con obiettivi di qualità e sostenibilità urbana, propri delle realtà più avanzate ed europee. Stop al consumo di suolo e rivitalizzazione del patrimonio esistente: questi i punti cardine del nuovo Piano regolatore, che valorizza anche l’integrazione tra i territori, tra la città e il Carso, oltre che in ambito GECT (Gruppo europeo di cooperazione territoriale).
Ringrazio l’assessore Marchigiani, i presidenti Furlanic e Ravalico, i dirigenti Genovese e Cassin con i loro uffici e gli uffici del Consiglio comunale per l’ottimo lavoro svolto,  per essere riusciti, in tempi quasi record (4 anni ndr), a realizzare un Piano con un milione e mezzo di suolo edificabile in meno.

Il nuovo Piano regolatore progetta il futuro ed è ricco di progetti per il futuro: dalle aree della grande trasformazione, a quelle portuali; dalla cosiddetta strada della scienza volta a integrare e rafforzare le relazioni tra i centri di ricerca sull’altipiano, la città e le aree costiere, al rilancio delle aree produttive nell’ambito Ezit; dalla riqualificazione energetica di parti di città e di interi quartieri, alle linee di indirizzo per un grande ridisegno dei centri di quartiere e degli spazi pubblici; fino al ripensamento di un sistema di mobilità sostenibile per la città e il territorio, riassunto nel progetto di metropolitana leggera traguardato in un’ottica transfrontaliera.
È un Piano che in questa visione di futuro prende una chiara posizione in nome dell’equità del trattamento dei cittadini e della sostenibilità dello sviluppo. E’ un Piano che pensa ad agevolare l’attuazione, inserendo strumenti nuovi e alleggerendo  il peso della burocrazia.
Alcune delle principali visioni al futuro contenute nel Piano rientrano nelle Intese. In primo luogo, l’Intesa con l’Autorità portuale sul Piano del Porto. L’accordo consentirà la chiusura dell’iter di questo importantissimo strumento per lo sviluppo delle attività economiche e per l’avvio di una attesa stagione di ripresa. Importante e fruttuosa è anche l’Intesa con il Ministero della difesa e l’Agenzia del Demanio, che già un anno fa ha consentito di giungere all’Accordo di Programma che di fatto ha anticipato le previsioni del nuovo PRG riferite alla ex Caserma Vittorio Emanuele II (nelle quali è compresa la realizzazione di 20.000 mq da destinare a spazi aperti e percorsi di uso pubblico, e la cessioni di uno degli edifici da destinare a polo scolastico) dando il via al processo di riqualificazione e riutilizzo di una delle aree militari dismesse più estese in città.

Il Piano è stato delineato attraverso un processo trasparente e un ingente lavoro di ascolto che ha coinvolto proprio le categorie economiche e professionali, che saranno direttamente impegnate nel rilancio di Trieste. Nel periodo di consultazione, prima della redazione del Piano, sono stati distribuiti 2.500 questionari sia in lingua italiana che slovena e si sono registrati più di 8.000 accessi al sito web; prima e durante la redazione, si sono tenuti tavoli tecnici e tavoli tematici, ai quali hanno partecipato circa 190 rappresentanti di enti e associazioni di categoria. Sono arrivate in tutto 754 osservazioni e opposizioni. Il 50% sono state accolte o parzialmente accolte, a ribadire un generale consenso sul Piano e la volontà di ascoltare i cittadini.

I punti chiave del Nuovo Piano regolatore

Il Comune di Trieste è disponibile a ospitare le partite della Serie A

Non è vero che il Comune di Trieste ha detto NO alle partite della massima serie del Campionato, anzi l’AMMINISTRAZIONE E’ DISPONIBILE E BEN LIETA di poter OSPITARE GLI INCONTRI DEL CAGLIARI, considerando i vantaggi economici e d’immagine legati a questa opportunità.

Il Comune, ieri (venerdì 5 aprile), ha solo chiarito e comunicato le regole necessarie per poter ospitare le partite di Serie A, norme che impongono l’installazione di un sistema di video-sorveglianza. Poiché fino a una qualche giorno fa, l’opzione che il Cagliari dovesse giocare a Trieste le sue partite era solo una ipotesi e considerati i vincoli, che dovrebbero essere ormai noti, del Patto di Stabilità, l’operazione di adeguamento della stadio Nereo Rocco non era sicuramente considerata un’opera indifferibile e urgente.

Invece, non appena si è evidenziata l’opportunità che il Cagliari facesse del Rocco il proprio campo da gioco, IL COMUNE DI TRIESTE HA SUBITO ORDINATO L’IMPIANTO NECESSARIO e ha più volte sollecitato l’ordine.

Il Cagliari ha diramato un comunicato stampa impreciso, infatti il direttore sportivo si è già scusato con me, in quanto non è che il Comune ha dato la propria disponibilità, ma è la Lega calcio che ha assicurato al Cagliari la disponibilità del Ministero dell’Interno a trovare una soluzione, disponibilità ancora non confermata all’amministrazione comunale triestina.

Il Comune di Trieste sta facendo il massimo per accelerare la fornitura delle telecamere, e sarebbe ben felice di ottenere una deroga o avere un’alternativa per poter ospitare le partite del massimo campionato, infatti è in attesa di comunicazioni ufficiali che permettano di concedere lo stadio alla società del capoluogo sardo.

Porto Vecchio: l’uscita di Portocittà

Si sono dette e scritte molte cose sul Porto Vecchio.

L’uscita di Portocittà in realtà ha due motivi maturati di recente e uno che viene da molto più lontano.

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Il Porto Vecchio – La foto è di Antonio Marano www.antoniomarano.com

I motivi maturati di recente sono l’atteggiamento certo non disponibile dell’Autorità Portuale a favore dei passi necessari per rendere più fattibile il progetto, quali ad esempio, lo spostamento del punto franco e la presa d’atto, da parte della cordata, di una dimensione e una complessità dell’investimento anche alla luce del sopraggiungere della grave crisi, oltre alle “difficoltà ambientali”.

Come dicevo però, c’è un motivo che viene da più lontano: non è stata fatta una scelta chiara, con tutte le decisioni conseguenti, sul fatto che quell’area dovesse rimanere portuale o progressivamente essere protagonista di una rigenerazione urbana a tutti gli effetti.
Questa scelta sta nella testa della stragrande maggioranza dei cittadini e di quelli che, venendo a visitare Trieste, confrontano quell’abbandono con le importanti operazioni di recupero delle grandi aree portuali dismesse in tante città marittime d’Europa e del mondo.
A monte ci deve essere l’attribuzione della competenza a guidare il progetto, se deve essere porto, che sia l’Autorità Portuale, se deve diventare città, che sia il Comune, quindi una visione strategica, urbanistica con le infrastrutture adeguate e necessarie.

Per non perdere definitivamente questa opportunità e assistere passivi all’abbandono, bisogna sciogliere questo nodo. Nel farlo sorge innanzitutto un dubbio: se il regime di punto franco e quel sito fossero così appetibili, negli ultimi 20anni ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe scelto di sfruttarlo, no? A ciò si aggiungono le chiare criticità di mantenere in quell’area una funzione portuale, come fondali inadeguati, caratteristiche degli spazi dei magazzini e collegamenti, basta pensare che il traffico stradale di quella parte del porto dovrebbe impegnare le rive di una città turistica, funzione portuale che è naturalmente realizzabile nel porto nuovo; lo dice il piano Regolatore del Porto e non Roberto Cosolini.

Inoltre vi è il persistente chiacchiericcio su presunti benefici del punto franco, che non trovano alcun fondamento normativo, quale il minor costo del lavoro o le agevolazioni fiscali per l’industria.

Ad esempio, un’azienda come la Illy, decisamente globale, non avrebbe sfruttato la situazione se ci fossero dei vantaggi, visto che usa il porto di Trieste per l’arrivo della materia prima e per il trasferimento del prodotto? Quindi la distinzione non è, come qualcuno vuol far credere, tra un uso portuale-produttivo agevolato da benefici che in realtà si limitano all’extradoganailtà delle merci in transito che interessa una parte sempre minore della movimentazione portuale, e una presunta speculazione immobiliare, ma tra il mantenimento dell’esistente, che è sotto gli occhi di tutti, con qualche marginale utilizzo di piccole porzioni e una grande, per quanto difficilissima, azione di trasformazione e di valorizzazione nell’interesse della città. E’ su questo che la città si deve esprimere, sulla base di informazioni reali e oggettive, su ciò che si può fare o non si può fare, su cos’è in realtà il Punto Franco di cui parliamo, su come si sviluppano i porti moderni d’Europa e del mondo, sul modello di città verso il quale guardiamo.

Come Amministrazione, per evitare che cali il sipario, con l’unica amara curiosità di scoprire se 51% della colpa era di Autorità Portuale o di Portocittà, daremo il nostro contributo con un prossimo appuntamento, affinché la città, nelle sue componenti politiche, istituzionali, economiche, professionali e culturali possa esprimersi.

4 MILIONI DI EURO AL COMUNE DI TRIESTE

Verrà realizzato un nuovo polo per i servizi e per i musei triestini.

Il Comune di Trieste potrà realizzare il progetto proposto, scelto nell’ambito del Piano nazionale per le città denominato “Piano città”e varato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (con il Decreto Legge Cresci Italia 83/2012).
Fra 457 proposte pervenute al Ministero, la proposta del Comune di Trieste ha ottenuto il 100% dei finanziamenti richiesti per un totale di 4 milioni di euro (su un importo complessivo dell’intervento pari a 10,8 milioni di euro). Proposta arrivata in finale assieme ad altri 23 progetti (più 5 città del sud su fondi per Zone Franche Urbane) e che è l’unica selezionata tra le 11 presentate dai comuni della regione. Oltre ad essere una tra le 3 uniche selezionate nell’intero ambito del Nord Est (Trieste, Venezia e Verona).
L’iter complesso e frutto dell’intenso lavoro di squadra in tempi molto brevi portato avanti dagli assessorati comunale alla Pianificazione Urbana e ai Lavori Pubblici assieme a un pool di circa dieci collaboratori interni, è stato illustrato stamane in Municipio dai rispettivi assessori, alla presenza del direttore di Area Marina Cassin di Pietro Craighero dell’Ufficio Affari Europei Internazionali e Cooperazione.
Il 13 agosto il Decreto Legge è stato convertito in legge e l’ANCI ha pubblicato il Vademecum utile alla presentazione delle proposte da parte dei Comuni. Il 5 ottobre 2012 era la scadenza ultima per avanzare proposte di contratti di valorizzazione urbana consistenti in un insieme coordinato di interventi con riferimento ad aree urbane degradate. Tempi di redazione delle proposte quindi estremamente brevi, che hanno richiesto alle Amministrazioni una notevole capacità di elaborare progetti di riqualificazione di ambiti urbani strategici.
Va quindi dato atto – è stato ribadito – della professionalità e competenza dimostrata dai vari collaboratori della struttura comunale preposta, maturata anche sulla scorta delle esperienze passate (URBAN PRUSST, Programma innovativo POD 2008, POD 2009). Oltre all’efficacia della scelta attuata dagli Assessori di riferimento, Elena Marchigiani e Andrea Dapretto, di procedere in maniera integrata nella redazione di strumenti di programmazione dello sviluppo urbano e di progetti di riqualificazione.
Soltanto in questo modo oggi è infatti possibile – è stato rilevato – accedere a fondi straordinari (Ministeriali ed Europei), che in questa nuova stagione sempre più espressamente richiedono proposte cantierabili, realistiche, governabili e attuabili in tempi brevi, ma dotate anche della capacità di avere ricadute su contesti urbani ampi e complessi.
E’ necessario quindi essere pronti – è stato detto -, avere a disposizione visioni avanzate per la città e per la sua trasformazione. I risultati ottenuti, puntando alla concretezza, dimostrano che le scelte operate dall’Amministrazione sono in grado di rispondere alle richieste.

L’ambito di riferimento del progetto e della riqualificazione nasce come prima periferia urbana, ora inglobata nella città, ed è prospiciente le vie Cumano, Revoltella e Rossetti. Al suo interno sono presenti 4 importanti caserme quasi tutte dimesse, che accentuano l’effetto di marginalità di questa zona, insieme alla presenza del comprensorio fieristico anch’esso in disuso, alla carenza di strutture e servizi pubblici e centralità che lo identifichino come quartiere.

La dismissione di quattro caserme in un’area ristretta, ha fornito all’Amministrazione e alla città la possibilità di acquisire spazi nuovi, ma allo stesso tempo ha posto l’Amministrazione di fronte a scelte che fossero strategicamente utili sia all’ambito urbano di riferimento che all’intera città. Questo coerentemente all’obiettivo, più volte manifestato da questa Amministrazione, di puntare sulla riqualificazione delle periferie.

Alcune iniziative di riconversione sono partite anni addietro per far fronte all’emergenza abitativa. Nello specifico il riferimento è al recupero e rifunzionalizzazione della ex caserma “Montebello” dove sono stati realizzati 180 alloggi di edilizia pubblica sovvenzionata

L’Amministrazione ha messo in atto in questi ultimi anni la delocalizzazione in questo ambito di alcune importanti strutture museali ed alcuni servizi comunali. Questa logica risponde all’esigenza – è stato sottolineato – di coinvolgere nell’offerta culturale, zone non prettamente centrali e di vivificare, con la presenza di strutture comunali, il tessuto urbano con ulteriori attività e servizi. Per rafforzare questa offerta, grazie ad altri programmi complessi, si sta realizzando un percorso ciclabile, con relativa stazione di bike sharing, che colleghi le strutture oggetto di richiesta di finanziamento nel Piano per le Città al centro cittadino e alla stazione centrale.
Gli interventi che compongono il Piano rispondono ai requisiti richiesti dal bando tra cui l’immediata cantierabilità delle opere e il miglioramento della qualità urbana, del tessuto sociale e ambientale.
Le opere sull’ex caserma Duca delle Puglie relativi al Civico Museo di guerra per la pace “Diego de Henriquez” porteranno ad aumentare di due edifici l’offerta qualitativamente e quantitativamente importante della collezione raccolta dallo studioso triestino Diego de Henriquez (1909-1974), considerata la più importante e completa a livello nazionale. I finanziamenti del Piano Città permetteranno di portare a termine la realizzazione del Museo, su cui sono già stati stanziati fondi comunali e avviati i lavori per i primi due padiglioni.

Per ciò che riguarda il futuro archivio comunale nella ex Caserma Beleno (in contiguità alla nuova sede del Comando dei Vigili), gli interventi relativi produrranno risultati economici ed energetici importanti per il territorio e il bilancio comunale, sia relativamente a un risparmio energetico considerevole, sia producendo un aumento considerevole del valore dell’immobile di proprietà comunale, che azzerando le “uscite” che ad oggi il Comune è obbligato a sostenere, affittando dei locali privati, in quanto gli spazi preposti all’archiviazione sono da anni ormai saturi. Anche in questo caso i fondi del Piano Città vanno ad aggiungersi a quelli già a disposizione del Comune, concentrandosi in particolare su interventi di efficientamento energetico.

Gli interventi di riqualificazione proposti contribuiranno a creare quelle precondizioni necessarie a rendere attrattivo tutto l’ambito urbano.
Questo insieme di interventi agirà sugli elementi di marginalità che connotano questo ambito urbano, trasformandolo e rendendolo una parte “viva” della città con una sua specifica connotazione.
L’erogazione dei finanziamenti da parte della Cabina di regia ministeriale avverrà a seguito della stipula con il Comune di Trieste di un Contratto di valorizzazione, che stabilirà i tempi (comunque ravvicinati) di realizzazione delle opere.

Tratto da  Retecivica

Appello agli elettori

Care concittadine e cari concittadini,
alla vigilia delle elezioni che decideranno il futuro della nostra Città, desideriamo rivolgerci a voi per una comune riflessione.
Trieste rischia un progressivo declino in campo economico, culturale, sportivo. Tra i numerosi esempi che si possono fare ci limitiamo a citarne alcuni: una vera e propria emergenza nel settore industriale (dove è occupato solo l’11% della forza lavoro, la metà del resto della Regione), il sito inquinato fermo da anni, il mancato sviluppo del porto, la carenza di collegamenti infrastrutturali con l’Italia e l’Europa, la mancanza di un grande evento culturale adeguato al ruolo della Città (fattore fondamentale per lo sviluppo del turismo e del commercio), il grave rischio di regressione del prezioso patrimonio della sanità triestina.
Tutto ciò è a nostro parere la conseguenza del mancato o dell’insufficiente impegno, della superficialità, della ristretta visione culturale della classe politica che nell’ultimo decennio ha governato Trieste.
Consapevoli di tutto ciò e preoccupati per il futuro crediamo che solo con una reale svolta, con persone preparate, lungimiranti, sagge che si impegnino, in maniera unitaria ed efficace, con Roberto Cosolini nell’amministrazione di Trieste sarà possibile rompere l’immobilismo del quale siamo tutti prigionieri e lavorare per un cambiamento che la nostra Città si merita.

LUISA ACCATI
DANIELE AMATI
SERGIO BARTOLE
MATTEO BONICIOLLI
GIOVANNI BORGNA
GIACOMO BORRUSO
MILOŠ BUDIN
SERGIO CANCIANI
FULVIO CAMERINI
LOREDANA CATALFAMO
ROBERTO DEDENARO
GIANCARLO GHIRARDI
ELVIO GUAGNINI
GIANFRANCO GUTTY
MARGHERITA HACK
MARKO KRAVOS
FABIANA MARTINI
LUISA MESTRONI
MARINA PALADINI MUSITELLI
MARIO RAVALICO (1941)
FRANCO RIGUTTI
RENZO ROSEI
ERIO TOSATTII
IVAN VERČ
CHIARA VIGINI
ANNA VINCI
ROBERTO WEBER

Cosolini a Servola incontra associazioni ambientaliste e sindacati

Presentata la proposta di patto per Servola tra cittadini e lavoratori, siglato un documento presentato dal tavolo tecnico Sicurezza Ambiente Futuro ed Energia

Roberto Cosolini ha incontrato cittadini, sindacati e associazioni ambientaliste nel rione della Ferriera, dove i triestini convivono tra preoccupazioni per la tutela del posto di lavoro, esasperazioni per molestie da polveri, rumori, emissioni maleodoranti, e preoccupazioni per la salute. Cosolini ha illustrato una proposta per un patto per Servola, Chiarbola e Valmaura, elaborata in seno alla coalizione. Questo patto, di cui si farà garante il Sindaco e che dovrà coinvolgere Regione e Stato insieme agli abitanti e ai lavoratori, dovrà in primo luogo farsi carico di individuare gli ammortizzatori sociali per i lavoratori interessati dalla chiusura della Servola, sia in termini di reddito che in termini di riqualificazione professionale. Dovrà poi negoziare con la Sertubi e l’indotto della Servola le scelte che consentano, anche dopo la chiusura del siderurgico, di mantenere la propria capacità produttiva, salvaguardando i livelli occupazionali. Dovrà individuare con l’Autorità portuale le destinazioni d’uso dell’area della Servola, che dovranno essere in toto portuali e logistico-industriali, escludendo in modo tassativo nuove operazioni di speculazione immobiliare. Il patto dovrà infine avviare la reindustrializzazione dell’area attraendo nuovi investimenti industriali, guardando in particolare ad un distretto delle energie alternative e rinnovabili. Nel patto è inclusa l’istituzione di una conferenza pubblica periodica per l’illustrazione dello stato di salute e dell’ambiente nella città. E’ stata inoltre prospettata, entro pochi mesi dall’insediamento del nuovo sindaco, l’istituzione di una consulta tecnica per l’ambiente, costituita da rappresentanti competenti di enti di ricerca, associazioni ambientaliste, professioni e cittadini, e di un gruppo di lavoro per l’identificazione e la proposta di scenari concreti di reindustrializzazione, per la conservazione dei posti di lavoro. Le persone coinvolte dalla coalizione per Cosolini hanno instaurato un rapporto di dialogo con i cittadini presenti, entrando nel merito dei problemi.
Cosolini ha siglato anche un documento elaborato dal gruppo SAFE, tavolo tecnico non istituzionale sui temi della tutela di sicurezza, ambiente, riconversione industriale, costituito da sindacati, associazioni, ambientaliste e comitati cittadini.

Democrazia

La democrazia è anche pluralità di informazione. La sera del 19 maggio sono stato assieme ad un gruppo di amici ad incollare manifesti elettorali pro Cosolini. Avevamo indicazioni precise sugli spazi riservati al candidato nelle strutture appositamente predisposte, realizzate in lamiera e tubi. In certe località i posti riservati erano sul lato strada ben visibili agli automobilisti; in altre erano sul lato verso il muro o verso una casa leggibili solo ai rari passanti.
Questo fatto rappresenta una discriminazione; un ufficio comunale dovrebbe, in quanto pubblico e quindi al servizio di tutti, tutelare una parità di efficacia delle posizioni.
Il ridicolo l’ho riscontrato in largo Panfili: i supporti di lamiera erano stati collocati uno parallelo all’altro come gli scaffali delle corsie di un supermercato di periferia. In questi ci si reca per bisogno. Dubito che i cittadini si avventurino in questi stretti meandri per leggere gli slogan dei candidati.

Massimo Panzini

Referendum del 12-13 giugno: i 4 Sì di Roberto Cosolini

Il 12 e il 13 giugno i cittadini sono chiamati ad esprimere il loro parere su quattro quesiti referendari: due sull’acqua, uno sul nucleare e uno sul legittimo impedimento. Si tratta di referendum abrogrativi per i quali è necessario il raggiungimento del quorum: per essere validi dovrà andare al seggio il 50%+1 degli aventi diritto.
Roberto Cosolini voterà 4 Sì.

Trasparenza del Comune di Trieste: con Cosolini Sindaco tutti gli atti dell’amministrazione saranno raggiungibili con un click

Tutte le attività della pubblica amministrazione saranno sempre rese pubbliche, in modo che ogni cittadino possa sempre seguire in prima persona e vigilare sull’operato del comune.
Questo uno dei grandi impegni contenuti nel Vademecum Etico di Roberto Cosolini, che si prefigge l’obbiettivo di stabilire degli standard di comportamenti virtuosi a cui adeguarsi, per una nuova pagina di “bella politica” che ritrovi credibilità, dopo tanti anni di occultamenti e manovre dietro le quinte.
In nome della Trasparenza, tutte le informazioni dovranno circolare in modo efficace sia all’interno, sia all’esterno dell’amministrazione, divenendo così strumento di partecipazione e controllo sul buon operato della stessa.
Il sito web del Comune diventerà, in questo senso, il punto d’incontro tra l’amministrazione ed il cittadino. Su di esso infatti saranno pubblicati tutti gli atti, le ordinanze, le mozioni, le interrogazioni e gli ordini del giorno presentati. E non solo. Anche le registrazioni audio delle sedute del Consiglio Comunale, i verbali e i voti dei singoli consiglieri.
La comunicazione diretta, la memoria storica contenuta nella rete spesso può essere vista come un problema dalla politica, per questo un’amministrazione che punta su queste tecnologie per condividere le proprie scelte con la cittadinanza sarà sicuramente un’amministrazione all’insegna della trasparenza e dell’onestà.

Per approfondire, vai al Vademecum Etico di Roberto Cosolini