LA MIA IDEA DI CITTA’ METROPOLITANA

Sgombriamo il campo da qualsiasi dubbio:
1) la città metropolitana è una grande opportunità
2) sono favorevole da tempo alla sua creazione

La difendo non a parole, ma costruendola con i fatti insieme a chi la deve fare con noi.
Non è un caso che l’altro giorno fossi a Monfalcone a ragionare SU COSA Monfalcone si aspetta dall’Area Metropolitana, visto che dobbiamo farla INSIEME.

E smettiamola di parlarne solo tra di noi in modo AUTOREFERENZIALE. E pensando che la città metropolitana sia la panacea di tutti i problemi della nostra città (per fortuna pochi).

IL NOSTRO IMPEGNO PER LA FERRIERA

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In qualità di Sindaco, e quindi rappresentante della nostra comunità, della sua aspettativa di lavoro e del suo diritto alla salute, ritengo doveroso ribadire la posizione dell’amministrazione e condividere con voi il mio pensiero, su quello che da 15 anni è il più delicato problema della città, la ferriera.
Nel farlo, mi rivolgo a tutti i cittadini, coloro che oggi manifestano, coloro che scelgono di non farlo, coloro che lavorano in ferriera o sperano di trovarvi presto lavoro e a tutti coloro che sono desiderosi di una soluzione.
La manifestazione del 31 gennaio, mette al centro tre temi fondamentali: salute, ambiente e lavoro.

 La ferriera è stata ed è la sfida più difficile di questi miei cinque anni: un’eredità resa ancor più drammatica da chi nel passato, troppo impegnato a far promesse, non ha saputo prendere decisioni concrete per fare un passo avanti, né verso la chiusura né verso la riqualificazione.
Nell’Italia di oggi abbiamo tutti capito una cosa: la scelta peggiore è non fare alcuna scelta, rimandare l’assunzione di un impegno. Noi abbiamo fatto la nostra scelta, concreta e responsabile, confermando che, se la soluzione non sarà quella prospettata, chiuderemo l’area a caldo.
Sono stati cinque anni difficili, ma fatti di azioni concrete, come le 4 ordinanze, l’aumento delle centraline, il dialogo costante e trasparente con i cittadini e le associazioni, e la collaborazione con gli enti che ci ha permesso di inserire nell’AIA molti vincoli all’azienda.
Scelte da cui si può dissentire, ma prese nella convinzione di salvaguardare quegli stessi diritti che portano oggi alcuni di voi in piazza: salute, ambiente e lavoro.

 Oggi si chiede chiarezza dopo il 31 dicembre, data che segnava la fine di alcuni importanti interventi sugli impianti.
Su questo voglio essere chiaro. La compatibilità dell’area a caldo si misura lungo 3 parametri: emissioni, rumorosità e depositi di polveri.
1) Emissioni: per quel che riguarda il benzo(a)pirene, l’impianto di aspirazione è entrato progressivamente in funzione da agosto e sembra dare buoni risultati, destinati prevedibilmente a migliorare quando, dopo la sua insonorizzazione entro febbraio, potrà operare a pieno regime anche di notte.
Osservando i dati della centralina di San Lorenzo in Selva, dal valore di 6,5 del 2010 siamo scesi al valore di 1.5 registrato nei primi 7 mesi del 2015 e negli ultimi mesi siamo sotto il limite di legge di 1. Tendenza di cui aspetto conferma.
Per quanto riguarda le PM10, gli interventi sull’area dell’altoforno devono essere valutati in una finestra temporale più ampia, che non risenta di variabili come le condizioni climatiche, troppo favorevoli nei primi 20 giorni di gennaio e troppo avverse nell’ultima settimana.
Oggi a Servola i dati testimoniano una presenza di PM10 simile a quella di piazza Libertà o degli altri centri come Udine e Monfalcone. Nonostante questo, come è noto, ho emesso nei giorni scorsi un’ordinanza di limitazione alla produzione, perché, di fronte a condizioni avverse, anche l’azienda deve fare la sua parte.
2) Inquinamento acustico: i vincoli dell’AIA impongono il superamento del problema, ma già il 28 febbraio Siderurgica Triestina dovrà aver terminato i lavori di insonorizzazione delle sorgenti più rumorose.
3) Depositi di polveri: questo rappresenta uno dei maggiori disagi per alcuni abitanti della zona. Siderurgica Triestina sta lavorando sui nuovi impianti di filtraggio e captazione delle polveri, ma il monitoraggio del loro funzionamento dovrà coprire una finestra temporale più ampia, per verificarne l’effettiva efficacia.

 Questo non è per noi un punto di arrivo ma un punto di partenza. La situazione delle emissioni è in miglioramento, ma per dare a Servola la qualità della vita di cui ha diritto bisogna completare il lavoro sulle polveri depositate e sui rumori. Nei prossimi mesi avremo dati più completi per un pronunciamento definitivo sull’efficacia dei nuovi impianti o sulla necessità di chiudere l’area a caldo.
In questa fase voglio che ci sia sempre la massima chiarezza verso tutti i cittadini, per questo ho deciso di fare una conferenza stampa ogni mese.
Infine, chiedo ai manifestanti, coloro che si riconoscono nel manifesto originale, che chiedeva chiarezza e tutela di salute e lavoro, di non abbandonare l’indipendenza e l’autonomia del loro giudizio di fronte alle molte realtà che stanno salendo sul loro carro e cercano di manovrarlo a fini politici.
Oggi alcuni manifestano legittimamente la loro preoccupazione, se da domani i promotori vorranno avere un confronto diretto saranno i benvenuti.

27 GENNAIO GIORNO DELLA MEMORIA

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Questa giornata nasce prima di tutto affinché la memoria di quanto accaduto non scompaia insieme ai suoi testimoni. Affinché le nuove generazioni se ne facciano custodi, perché la memoria è un grande strumento di crescita civile per la nostra società.
Custodire non basta: la memoria va impiegata nella costruzione di un mondo migliore, prima di tutto imparando a non ripetere gli errori che l’uomo ha commesso in passato.

Il luogo in cui ci troviamo è l’emblema di una tragedia, ferocemente programmata che causò sofferenza, dolore e morte di milioni di innocenti, ma anche l’oscuramento di fondamentali valori di civiltà e lo sgretolamento della dignità umana, tanto delle vittime quanto dei carnefici.
Morirono, come ho detto, milioni di persone, ebrei innanzitutto, vittime di una aberrante idea di superiorità razziale e di un feroce attacco a quei valori di civiltà liberale e moderna che in tanta parte di Europa erano maturati.
Si voleva colpire l’Europa tollerante e illuminata per ridisegnarla secondo un nuovo ordine sociale basato su una aberrante gerarchia tra individui e popoli.
Trieste era stata esempio di tolleranza, di libera iniziativa, di cosmopolitismo, di convivenza di culture. A Trieste toccò, e questo luogo ne è simbolo, conoscere in prima persona la negazione di tutto ciò e la negazione dei diritti fondamentali al rispetto, alla libertà, alla vita.
Toccò anche ad altri: zingari, omosessuali, diversamente abili, dissidenti politici e prigionieri di guerra, persone colpevoli di parlare una lingua o di avere una fede religiosa diversa.
E’ giusto ritrovarci qui per dire a loro che onoriamo la loro memoria con la promessa “tutto questo non accadrà mai più!”
Non basta dirlo, occorre ricordare come iniziò e chi partecipò.
Non iniziò con i lager, bensì con primi segni di intolleranza sapientemente manovrati da chi sapeva tradurre il malessere sociale nella trasformazione del diverso, prima in un pericolo e poi in un vero e proprio nemico;
Non cominciò con le camere a gas ma con la lenta e progressiva affermazione di gerarchie tra gli individui basate su fede religiosa, colore della pelle, cultura.
Non iniziò con le deportazioni ma con la progressiva riduzione e poi eliminazione di fondamentali libertà civili: a incontrarsi a muoversi, a lavorare, a studiare.
Ci fu chi pianificò la strategia di persecuzione e sterminio, ci fu chi la eseguì, ma ci fu anche tanta connivenza. Vuoi per inconsapevole adesione, vuoi per convenienza e conformismo, vuoi perché mancarono nei momenti cruciali fondamentali anticorpi. Se ci troviamo qui oggi è proprio perché consapevoli che questi anticorpi hanno continuamente bisogno di essere alimentati e vivificati.
Perché i rischi ci sono:
innanzitutto assistiamo il riproporsi di un antisemitismo e di razzismo per opera di movimenti organizzati o anche attraverso la semplice diffusione di messaggi e slogan che i moderni strumenti di comunicazione diffondono e amplificano, garantendo l’anonimato.
Abbiamo poi il rischio attuale e drammatico, di in un attacco feroce del terrorismo rivolto non solo alla nostra sicurezza, ma ai valori e alla libertà fondamentali maturati dalle società civili democratiche.
Questo attacco produce un altro rischio: ovvero quello di una risposta basata non sulla serenità, la forza e la coesione delle democrazie, bensì sul prevalere di forme di intolleranza e di paura destinate a determinare un restringimento dei nostri stessi spazi di libertà: paradossalmente ciò che il terrorismo vuole.
E c’è infine il rischio dell’indebolirsi e magari decomporsi di quello che è stato dalla conclusione della Seconda Guerra Mondiale un fondamentale costruttore di pace e uno straordinario risultato per la nostra convivenza civile: mi riferisco al processo di realizzazione dell’Europa, certo non privo di errori e limiti che andrebbero superati, mantenendo però sempre ben forte la convinzione che questo processo ha fatto superare tensioni, avvicinato popoli che sembravano distanti, superato confini che erano simboli di tragedie, ci ha insomma dato pace e più libertà.

Vorrei ricordare le parole, particolarmente attuali, di Elisa Springer, scrittrice ebrea austriaca, sopravvissuta all’orrore di Auschwitz, le cui parole, oggi più che mai, appaiono particolarmente attuali:

“La nostra voce, e quella dei nostri figli, devono servire a non dimenticare e a non accettare con indifferenza e rassegnazione, le rinnovate stragi di innocenti. Bisogna sollevare quel manto di indifferenza che copre il dolore dei martiri! Il mio impegno, in questo senso, è un dovere verso i miei genitori, mio nonno, e tutti i miei zii. È un dovere verso i milioni di ebrei ‘passati per il camino’, gli zingari, figli di mille patrie e di nessuna, i Testimoni di Geova, gli omosessuali e verso i mille e mille fiori violentati, calpestati e immolati al vento dell’assurdo; è un dovere verso tutte quelle stelle dell’universo che il male del mondo ha voluto spegnere… I giovani liberi devono sapere, dobbiamo aiutarli a capire che tutto ciò che è stato storia, è la storia di oggi… e si sta paurosamente ripetendo”.

Così Elisa Springer. E quindi la storia si scrive giorno per giorno e siamo noi a doverla indirizzare verso un futuro migliore dove pace, libertà, rispetto delle persone siano valori assoluti e indiscutibili.

VISITA ALL’OSPEDALE INFANTILE “BURLO GAROFOLO”

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Il Sindaco Cosolini al Burlo. Visita alle strutture e incontri con gli operatori e con il neo-direttore Scannapieco.

Prospettive di ulteriore consolidamento, dopo il superamento del recente momento di difficoltà, nella conferma del forte, profondo legame tra “Burlo” e città e in attesa del futuro trasferimento nella nuova sede di Cattinara.

Il grande e sempre confermato profondo legame di fiducia fra l’Istituto e la città (che si espande però ben al di là dei nostri limiti territoriali), le prospettive di ulteriore crescita, il ruolo del Comune a sostegno e supporto di ogni possibile miglioramento di quella che è una delle “gemme” più preziose e una risorsa fra le più importanti di Trieste, sono stati i “temi” principali della nuova visita che il Sindaco Roberto Cosolini ha compiuto oggi all’Ospedale Infantile “Burlo Garofolo”.

La visita ha interessato diversi ambienti e in particolare ai nuovi ambulatori di Audiologia e Otorinolaringoiatria, incontrando lo staff medico e dirigenziale e soffermandosi quindi con il neo-Direttore Generale Gianluigi Scannapieco assieme al quale ha tenuto poi una conferenza stampa, alla presenza anche del professor Alessandro Ventura, Direttore Scientifico pro tempore nonchè responsabile del Dipartimento Pediatrico.


Ed è stato proprio rievocando la visita precedente “effettuata allora soprattutto per manifestare la vicinanza della città al “suo” Burlo, in un momento di grande difficoltà e delicata transizione quando era indispensabile che venisse riconfermata la prospettiva di grande respiro regionale e nazionale dell’Istituto, che rischiava altrimenti di venir messa in discussione”, che il Sindaco Cosolini ha aperto la conferenza.

Il Sindaco ha sottolineato che “anche grazie a una forte azione dell’Amministrazione Comunale si sia potuta garantire un’adeguata alternanza alla Direzione, tale da far sì che questa stupenda squadra di operatori di alta professionalità ed esperienza potesse superare una fase di disagio e proseguire nel cammino verso il futuro”.


“Cammino che – ha proseguito il Sindaco – è potuto felicemente riprendere proprio con la nomina del Direttore Scannapieco al quale vogliamo oggi riconfermare il pieno appoggio del Comune e della Città, riprendendo un percorso virtuoso cui cercheremo di apportare contributi concreti di supporto. Oggi intanto – così ancora Cosolini – abbiamo potuto constatare con soddisfazione come al Burlo si continui – ovviamente – a lavorare, come del resto si è sempre fatto, anche nei momenti più difficili, avendo in mira, al di là di ogni critica o polemica, soprattutto l’interesse dei pazienti. Ma ora l’impegno continua in un clima che abbiamo potuto constatare essere di ritrovata serenità e fiducia. Possiamo perciò dire dunque di aver lavorato con efficacia per questo risultato, poiché oggi ne vediamo i positivi effetti !”


“E ora sosteniamo che per questa realtà sanitaria dinamicissima e che gode di un fortissimo grado di apprezzamento non solo a Trieste ma nell’intera Regione e anche oltre, a livello nazionale e persino estero; una realtà di eccellenza anche naturalmente per quanto concerne la ricerca scientifica nell’ambito del ‘Sistema Trieste”, stante la sua natura di IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, uno dei tre di questo livello nell’ambito pediatrico italiano, n.d.r.). Meriterà – ha rimarcato il Sindaco – fare per il futuro qualche sforzo ulteriore e trovare qualche ulteriore modalità per supportarne le attività, anche prima del suo futuro spostamento nella nuova sede di Cattinara”.


In tal senso il Sindaco ha annunciato l’organizzazione di una prossima conferenza cittadina sul “Burlo Garofolo”, da tenersi orientativamente a fine gennaio 2016, nella quale non solo presentare e “raccontare” pubblicamente tutte le molteplici attività e servizi che il “Burlo” è in grado di offrire, ma anche “poter verificare cosa ancora potrà fare in più la Città per il ‘suo’ Burlo”. “A cominciare – ha concluso Cosolini – da alcuni anche relativamente semplici provvedimenti che si potrebbero adottare, ad esempio per facilitarne la raggiungibilità, o accrescendo alcuni servizi complementari, “premiando” così la grande fiducia e la ‘fidelizzazione’ che i triestini, ma non solo, riservano all’Istituto.”

Il Direttore Generale Scannapieco, dal canto suo, ha ricordato i “grandi numeri” generali del Burlo, con 12 mila ricoveri all’anno, dei quali l’81% dal FVG (e di questi il 54% dall’area triestina) ma anche il ben 16% da altre regioni d’Italia e il 2% dall’estero; la forza di circa 700 dipendenti, le numerose importanti sinergie in atto con strutture e laboratori dell’Azienda Sanitaria, e rimarcando poi come le “specializzazioni” di punta del Burlo quanto a procreazione medicalmente assistita e nel difficile campo delle gravidanze a rischio.

Scannapieco ha quindi sostenuto che il trasferimento al “nuovo Burlo” a Cattinara (percorso che inizierà nel 2016 con l’avvio dei cantieri per concludersi nell’arco prevedibile di cinque anni, nel 2021) potrà consentire, tra l’altro, anche una logistica migliore e una ancor migliore capacità di accoglienza.
D’altronde – ha ricordato in merito Scannapieco – quella di Cattinara non sarà, come qualcuno crede, la seconda, bensì la quarta sede nella storia dell’Ospedale Infantile di Trieste, essendo stata inaugurata la prima, nel 1856, in via dei Giustinelli, presso l’ex Collegio dei Padri Mechitaristi, la seconda in via del Bosco, e l’odierna in via dell’Istria è la nostra terza collocazione!”

Quanto a prospettive di innovazione e miglioramento, in varie ma strettamente connesse direzioni, il direttore Scannapieco ne ha indicate almeno due principali: un più marcato sforzo verso i settori di ricerca di avanguardia – sempre più qualificanti e significativi in questo campo – e l’individuazione di nuovi modelli organizzativo-gestionali, con positivi riflessi anche sull’utenza.

“D’altronde – ha ricordato Scannapieco – Trieste e il Burlo in particolare sono sempre stati all’avanguardia nella ricerca di nuove modalità di organizzazione dei servizi sanitari e di assistenza. Basti rammentare come già negli anni ’70 fu proprio il “Burlo”, allora con il professor Panizon, a introdurre per primo il sistema del “day hospital” che poi si diffuse ovunque, con una specifica attenzione rivolta sia alle o ai degenti che ai loro familiari”.

I CONTRIBUTI PISUS A FAVORE DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE CITTADINE: GLI ESITI DEL BANDO

L’assessore Kraus: “Un’ottima occasione per accrescere la qualità e la quantità delle strutture e dei servizi disponibili e rendere Trieste sempre più attrattiva”

Sono stati annunciati, in una conferenza stampa tenuta oggi in Municipio, gli esiti del recente bando PISUS (Piani Integrati di Sviluppo Urbano Sostenibile) riguardanti la nostra città, ovvero la graduatoria dei soggetti imprenditoriali risultati “vincitori” per l’accesso ai contributi stanziati “per interventi volti a favorire ovvero a mantenere gli insediamenti delle Piccole e Medie Imprese e loro consorzi, appartenenti ai settori dell’artigianato, del commercio, del turismo e dei servizi alle persone e alle imprese”.
A illustrare tali risultanze, formalizzate in una delibera approvata lunedì dalla Giunta Municipale, sono intervenuti il competente Assessore allo Sviluppo Economico Edi Kraus e il direttore dell’Area Innovazione e Sviluppo Economico del Comune Lorenzo Bandelli.

E’ stata spiegata innanzitutto la “genesi” dell’erogazione, che ha visto attribuire al Comune di Trieste, il quale è riuscito a posizionarsi al secondo posto nella graduatoria regionale con il Piano PISUS denominato “Trieste Attiva: Cultura, Turismo, Sostenibilità”, un importo di 5.653.494,46 Euro, finanziato dallo Stato sulla base del Programma Europeo “POR FESR (Fondi Europei per lo Sviluppo Regionale) 2007-2013 – Obiettivo Competitività regionale e occupazione Friuli Venezia Giulia”, e quindi assegnato tramite la stessa Regione FVG nella sua veste intermedia di “struttura regionale attuatrice”.
Di tale importo, mentre una parte è stata riservata a progetti e attività di diretta attuazione comunale, sempre per la realizzazione di interventi infrastrutturali per lo sviluppo e l’ulteriore promozione dell’offerta culturale-turistica della città, per un’altra parte, pari a 1.200.000 Euro, è stato emanato un bando per l’assegnazione di contributi a imprese che intendessero creare nuove attività o migliorare quelle già esistenti, sempre nell’ottica dell’incremento dell’immagine turistica complessiva; e quindi, nello specifico, per poter eseguire nuove costruzioni o riqualificazioni di edifici e loro strutture e ambienti interni, riqualificazioni energetiche e abbattimento di barriere architettoniche; con, inoltre, un particolare “punteggio” a favore delle imprese neo-costituite, di quelle giovanili e femminili, o di quelle che si aggregassero per conseguire uno standard più elevato.

A conseguire il diritto al contributo – con il Comune che ha assunto il ruolo di “Organismo Intermedio” tra gli erogatori del finanziamento e i beneficiari, anche per lo svolgimento dei compiti di valutazione delle domande, giudizio (tramite apposita Commissione) e approvazione delle graduatorie – sono risultate alla fine 20 imprese cittadine, delle quali 14 di un gruppo la cui “spesa ammissibile” (ovvero così valutata alla luce dei precisi criteri previsti relativamente alla tipologia di opere da eseguire, n.d.r.) era compresa tra i 25.000 e i 60.000 Euro (e di queste le prime 12 si sono utilmente collocate per ricevere l’importo totale “ammissibile”, pari all’80% del contributo richiesto, e la 13° e 14° per l’importo residuo disponibile); e altre 6 con una “spesa ammissibile” superiore ai 60.000 Euro (e di queste tutte si sono utilmente collocate per conseguire l’importo totale “ammissibile”, pari in questo caso a 100 mila Euro per ognuna).
Il tutto, come detto, per un’”assegnazione” complessiva di 1.200.000 Euro.
Quanto a tipologie, sono state “premiate” le più diverse categorie di attività: dal commercio all’artigianato artistico, dai servizi alla persona alle strutture alberghiere e ricettive.
Da rilevare che le graduatorie delle domande ammissibili approvate (alcune sono risultate invece non ammissibili) resteranno valide e “aperte”, ovvero se qualcuno dei “primi in classifica” non riuscirà ad avviare il proprio progetto o rinuncerà per qualunque motivo, potrà subentrare il prossimo in lista. (vedi elenco completo delle “domande ammissibili” sul sito del Comune, all’indirizzo https://bandieconcorsi.comune.trieste.it/).

In merito all’intera “operazione” l’Assessore allo Sviluppo Economico Edi Kraus ha espresso una viva soddisfazione, osservando come “mettendo a bando 1,2 milioni di Euro si sono manifestati, nelle ben 120 domande pervenute, intendimenti progettuali e imprenditoriali corrispondenti a un totale di 12 milioni di investimenti previsti. Il che costituisce certamente – ha detto Kraus – un segno di grande vitalità e di desiderio di ripresa nel comparto che fa ben sperare per il rilancio di tutta l’economia cittadina, e naturalmente di quella legata al turismo in particolare. Per cui l’auspicio è che anche chi non si è posizionato stavolta in modo sufficiente per l’ottenimento di questo contributo possa comunque riuscire nel portare avanti il suo progetto”.


“Il valore complessivo e generale dell’operazione si presenta comunque come molto elevato e importante, basti calcolare che, grazie ai contributi assegnati, ben 3,5 milioni di Euro di investimenti, rispetto ai 12 “manifestati”, potranno venir con prevedibile certezza messi in opera, così raddoppiando di fatto il valore “propulsivo” del bando. Da non trascurare che tra questi investimenti “annunciati” ve ne sarà anche uno molto rilevante per la realizzazione di un nuovo grande albergo in via Mazzini. L’intento nostro – ha concluso Kraus – resta sempre quello di aumentare la qualità e la quantità delle strutture e dei servizi disponibili, per rendere Trieste sempre più attrattiva.”

COM’È LA SALUTE A TRIESTE?

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IN CONSIGLIO COMUNALE PUBBLICO INCONTRO SULLA SANITA’ TRIESTINA PROMOSSO DAL SINDACO COSOLINI

Fare il punto sulla Sanità triestina dopo una riforma che è in corso di attuazione con tutto ciò che comporta: scelte, risultati attesi, cambiamenti, preoccupazioni, criticità.

E’ stato questo il filo conduttore del pubblico incontro “Come è la salute di Trieste?”, svoltosi oggi pomeriggio (lunedì 26 ottobre) nella sala del Consiglio comunale, al quale sono intervenuti Nicola Delli Quadri, commissario straordinario dell’Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.1 Triestina, Gianluigi Scannapieco, direttore generale dell’Ospedale infantile Burlo Garofolo e Roberto Di Lenarda, direttore del Dipartimento Universitario Clinico di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute dell’Università degli Studi di Trieste.
Promosso dal sindaco Roberto Cosolini, l’incontro ha cercato di affrontare i diversi aspetti della Sanità triestina, con l’obiettivo di ricercare costruttivamente -ascoltando la voce e i punti di vista di chi quotidianamente opera in questo campo e delle persone interessate- servizi sempre migliori per la salute dei cittadini.

E’ un primo incontro, libero e aperto -ha detto in apertura il sindaco Cosolini- che vuole fare il “punto nave” sul percorso di una riforma sanitaria attesa, necessaria e non rinviabile, una riforma che punta all’equilibrio tra una buona qualità per la salute dei cittadini, a cui siamo abituati, e la necessaria razionalizzazione della spesa. “Oggi è importante ascoltare le persone che si misurano e operano nel servizio sanità e salute della nostra regione”.

Il commissario straordinario dell’Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.1 Triestina Nicola Delli Quadri ha iniziato la serie degli interventi (della durata di dieci minuti a testa) evidenziando alcuni interessanti dati: l’attività fisica più bassa a Trieste rispetto al Friuli Venezia Giulia, l’abitudine al fumo superiore in raffronto alla regione e al Paese, così come il problema legato al consumo di alcool, e ancora la crescita delle malattie professionali. Tra gli altri dati quello del diabete, leggermente al di sopra del tasso standardizzato della media regionale, nella norma e in linea invece quello degli scompensi cardio-circolatori.

Ribadento l’importante e stretta collaborazione in essere con il Comune di Trieste, Delli Quadri ha sottolineato anche l’impegno dell’Azienda sul fronte ambientale, dell’aria e dell’acqua, per far fronte alle situazioni critiche, nella prevenzione e nel tenere monitorate e controllate tutte le fasce della popolazione colpite da patologie croniche.

Gianluigi Scannapieco, direttore generale dell’Ospedale infantile Burlo Garofolo, ha a sua volta ricordato l’attività del suo Istituto, uno dei 3 IRCCS pediatrici italiani e uno dei 12 ospedali pediatrici nazionali. Ha messo in luce tra l’altro il calo delle nascite (lo spunto propulsivo dato dall’immigrazione si sta esaurendo), la riduzione, rispetto al passato, dell’ospedalizzazione, l’aumento delle malattie croniche e le necessità di interventi assistenziali più complessi ad alta intensità di cura.

Tra i temi affrontati anche quelli dell’obesità e del sovrappeso (anche se per gli adolescenti la situazione è migliore rispetto alla media nazionale), di una attività fisica non particolarmente elevata, delle coperture vaccinali, che restano sempre importanti e necessarie. Particolare attenzione inoltre per la salute della donna (sono 1.600 i parti annui, di cui il 22,3% cesarei, contro il 38% nazionale), alla procreazione medicalmente assistita, all’attività di ricerca clinica e all’avvito progetto del nuovo Burlo a Cattinara.
Il ruolo dell’Università, con l’assistenza delle strutture universitarie all’Azienda, al Burlo e sul territorio, è stato evidenziato da Roberto Di Lenarda, direttore del Dipartimento Universitario Clinico di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute dell’Università degli Studi di Trieste. Di Lenarda ha rimarcato i compiti legati alla didattica, all’assistenza e alla ricerca, il forte impegno a “costruire” medici e odontoiatri, nonché il valore delle scuole di specialità e l’impegno a favore dei futuri medici e professionisti della sanità.

A queste tre brevi relazioni è seguito un articolato e qualificato dibattito, con numerosi interventi di medici e operatori del settore, che hanno portato il loro costruttivo contributo, di considerazioni e proposte, al partecipato confronto.

Concludendo questo primo incontro e dando appuntamento ad un ulteriore specifico approfondimento sempre su questi temi, che si terrà a inizio gennaio, il sindaco Roberto Cosolini ha messo in evidenza come “il sistema della Sanità triestina funziona”, non è al collasso e non è reale l’immagine catastrofica che qualcuno dipingeva solo poco tempo fa.

Giovedì il sindaco sarà nuovamente in visita al Burlo Garofolo.

 

IL RICONOSCIMENTO DEL SINDACO AI BAGNINI

Bagnini

IL RICONOSCIMENTO DEL SINDACO AI BAGNINI DE FRANCESCO, FURLAN E MERLINO CHE SI SONO DISTINTI QUEST’ESTATE PER GLI INTERVENTI DI SALVATAGGIO DI DUE PERSONE

“A nome dell’Amministrazione comunale, di tutta la città, del Sindaco e dell’Assessore all’Economia e Sport Kraus, voglio ringraziarvi per il significato del gesto che avete compiuto con professionalità, dedizione e assunzione immediata di responsabilità. Un gesto che ha rappresentato la tutela della vita di persone della nostra comunità che può sentirsi più sicura anche in determinate situazioni”.

Così il Sindaco Roberto Cosolini che oggi in Municipio – alla presenza del Cap. di Corvetta della Capitaneria di Porto Luca Tortigliani e di numerosi amici e famigliari – ha voluto consegnare una targa ai bagnini Fiorenzo de Francesco, Neil Marino Furlan e Ivan Merlino, “con stima e riconoscenza per i determinanti interventi di soccorso” compiuti quest’estate al Bagno Marino La Lanterna e ai Bagni Topolini salvando la vita a due persone. “Questo ci dimostra che c’è attenzione e organizzazione per evitare che momenti di gioia diventino improvvisamente un possibile dramma -ha detto il Sindaco – per questo abbiamo voluto testimoniarvi, proprio nella ‘casa della comunità’ per definizione, la nostra gratitudine ‘corale’ per il vostro encomiabile atto”.
Gli interventi di ‘doppio salvataggio’ sono avvenuti nel corso dell’estate, e nella stessa giornata, ai Bagni ai Topolini, dove il bagnino Ivan Merlino è riuscito a scongiurare il peggio soccorrendo una donna di 73 anni che stava rischiando di annegare per un malore; poco dopo, al Bagno La Lanterna, la prontezza e la tempestività dei bagnini Fiorenzo de Francesco e Nail Marino Furlan ha permesso di salvare la vita di un uomo di 75 anni. In entrambi i casi, erano intervenuti i sanitari del 118 che hanno poi condotto i bagnanti all’ospedale.

Al termine dell’incontro, cui hanno presenziato anche il presidente della Cooperativa La.se, Roberto Fermo e rappresentanti della Federazione Italiana Nuoto (che comprende anche il Salvamento) hanno consegnato al Sindaco e all’Assessore una maglietta ricordo della FIN.

 

Sulla Ferriera e sulle Iene

Per quanto riguarda il servizio delle Iene sulla Ferriera non ho alcuna difficoltà a dire che considero quello di Servola uno dei problemi più seri e gravi della città: proprio per questo merita e meriterebbe di essere trattato con un taglio giornalistico vero che evidenzi, senza sconti le criticità, ciò che non è stato fatto in passato e da chi, ciò che, invece, viene fatto e da chi.

E’ evidente che non è questo il taglio utilizzato dalle Iene: per quel che mi riguarda ho perso la pazienza –mi dispiace – visto il tono aggressivo che tendeva a darmi del responsabile unico di tutti i problemi senza lasciarmi il tempo di replicare interrompendomi in continuazione. Ho peso la pazienza anche perché l’hanno persa, cittadini, lavoratori e residenti che da anni non solo devono soffrire l’inquinamento e la paura di perdere il lavoro, ma anche le speculazioni costruite sulla loro situazione.  Inoltre, non occorre essere molto smaliziati per immaginare il taglia e cuci fatto durante il montaggio per mettermi in cattiva luce.

Spiego a tutti coloro che lo vogliono sapere –anche a quelli che mi criticano – come stanno veramente le cose: la Ferriera è là da 100anni, inquina l’ambiente esterno da decenni e tutto ciò va sicuramente risolto superando un contrasto fra la difesa dell’ambiente e della salute e la difesa del lavoro. Non starò a criticare il passato per la semplice ragione che non si è fatto nulla: sono state condotte campagne elettorali all’insegna della promessa della chiusura immediata dello stabilimento seguite dal NULLA, nessuna azione da parte di chi aveva fatto queste facili promesse, eppure le Iene non si sono viste in tutti questi anni…

Non ho paura delle critiche o dei servizi nazionali, mi interessa solo il benessere dei triestini e siccome contano i fatti, non le chiacchiere, non le polemiche e tanto meno gli insulti, di seguito vi riporto alcuni interventi fatti in questi due anni e mezzo:

  • Come comune abbiamo promosso, già nel luglio del 2011, un tavolo di lavoro che consentisse di riscrivere le prescrizioni per l’Autorizzazione Integrata Ambientale. Nel frattempo vi è stata la disponibilità al confronto pubblico con associazioni, sindacati, rappresentanze dei cittadini; la totale trasparenza e accessibilità agli atti del Comune riguardanti la Ferriera; momenti di analisi come, per esempio,  la Conferenza sulla Salute della Città, alla quale sono seguite importanti decisioni.
  • Interventi diretti del Sindaco. Una prima ordinanza, alla fine del 2011, che ha prescritto interventi ben definiti e individuati su punti di emissioni diffusi (in passato non erano mai state emesse ordinanze così chiaramente finalizzate a prevenire un possibile rischio per la salute). A seguito di una fuga di ammoniaca, il 28 marzo 2012, è partita una richiesta immediata alla Lucchini di rinforzare l’organigramma dello stabilimento, ne sono seguiti cambi dirigenziali e la sostituzione del responsabile della cokeria. Nell’ottobre 2012 è stata emanata un’ordinanza per il contenimento delle emissioni benzo(a)pirene ripetuta poi nel 2013.
  • Le medie attuali annuali delle concertazioni di Benzo(a)pirene 2013 sono state nettamente inferiori a quelle del 2012.
Centralina  (limite di legge è 1)
Anno St. RFI Servola V. Pitacco v. Svevo
2012 3.5 1.6 0.8
2013 1.3 0.9 0.5

Come si vede c’è stata una riduzione netta delle emissioni, quasi dappertutto sono scesi sotto il limite di legge. Rimane sopra il limite, ancorché ridotto a un terzo – e non è poco – il dato di un’unica centralina, attaccata allo stabilimento e peraltro oggetto di contestazione.

Le ordinanze quindi hanno avuto un’efficacia ben maggiore di quanto l’intervistatrice mi abbia consentito di spiegare e illustrare. 

Chi pensa che il Sindaco possa chiudere con un atto d’imperio un’attività non fa i conti con un sistema legislativo complesso in cui i poteri di un Sindaco in materia di salute sono legati, in realtà, a grandi emergenze e a fatti straordinari: la Ferriera, nonostante la delicatezza, non rientra tra questi, come dimostrano le stesse azioni della Magistratura con contenuti sì prescrittivi, ordinatori e sanzionatori ma che non prevedono la chiusura.

Chiudere avrebbe voluto dire commettere un atto facilmente contestabile e annullabile con conseguenti danni che il Comune, quindi la collettività, dovrebbe pagare, assistendo, tra l’altro,  anche alla riapertura dell’attività. Del resto se fosse un potere vero del Sindaco perché chi l’aveva promesso non l’avrebbe esercitato?

Aggiungo che la chiusura della Ferriera non rappresenterebbe di per sé la fine,  semmai l’inizio, di una vera e propria emergenza ambientale: un territorio e uno stabilimento inquinati abbandonati, probabilmente per molti anni e preda di un lungo contenzioso sulle responsabilità e sulle cose da fare, sarebbero destinati a disperdere altri elementi inquinanti, nell’aria e nel mare, in uno stato di totale abbandono, come si è visto in tanti casi in passato in Italia e sul nostro territorio; quindi non basta chiudere: al di là del problema industriale, non verrebbero garantiti nemmeno l’ambiente e la salute.

Ci siamo mossi, con tutte le altre Istituzioni, in primis con Debora Serracchiani che ha dato un apporto fondamentale, per cercare SOLUZIONI REALI che altri non avevano mai cercato. Chi andava a Roma prima di Cosolini e Serracchiani a rompere le palle a Ministri dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente, dell’Infrastrutture, del Lavoro affinché il Governo riconoscesse la gravità di questa situazione e si mettesse in gioco?

Di questo le Iene non hanno parlato e questo alla signora Toffa non interessava un fico secco…Non le interessava che il 31 gennaio sia  stato firmato un Accordo di Programma che affronta il tema dell’inquinamento, della messa in sicurezza e delle bonifiche e crea le condizioni affinché un progetto industriale moderno possa insediarsi, non inquinando più. Alle Iene e a coloro che approfittano di questa trasmissione per insulti faziosi non interessa che queste cose si siano fatte né, magari, interessa sapere perché qualcuno ha tardato (o forse tarda ancora) ad apporre la propria firma su quel documento…

Questi sono gli atti concreti in tema di Ferriera:            

Trasparenza e confronto,  ordinanze emesse e un impegno politico e istituzionale messo in campo per coinvolgere il Governo. Questi sono i primi risultati.  Qualcuno dirà pochi – io stesso vorrei averne raggiunti di più– ma quel qualcuno, se è onesto, dovrebbe anche riconoscere che sono un grande passo in avanti rispetto al NULLA (fatte salve le campagne elettorali) del passato.

Vorrei essere grato alle Iene per aver portato all’attenzione nazionale la questione della nostra Ferriera ma allora dico loro che se vogliono parlare seriamente della Ferriera e del rione di Servola le invito a fare un servizio approfondito sulla questione, sarà lieto di ospitarle e spiegar loro tutto quello che stiamo facendo, che non si è fatto e che si deve ancora fare. 

 

 

A TRIESTE IL GRUPPO SOCIALISTA E DEMOCRATICO AL PARLAMENTO EUROPEO

Caro Presidente Hannes Swoboda,

cari Parlamentari dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, è un piacere e un onore darvi il benvenuto della città e, ovviamente, con particolare calore, il mio personale in occasione di questa vostra RIUNIONE DEL GRUPPO SOCIALISTA E DEMOCRATICO AL PARLAMENTO EUROPEO per il cui svolgimento avete scelto Trieste.

Lo faccio sottolineando l’interesse per il tema scelto, “Politica industriale e innovazione, la ricetta per crescita e lavoro”, la cui grande attualità è vissuta giorno per giorno dai sindaci di tutta Europa nel rapporto quotidiano con la percezione della crisi, l’insicurezza per il futuro e la domanda di lavoro delle proprie comunità.

La scelta di Trieste è per noi un importantissimo riconoscimento della funzione europea della città che ho l’onore di amministrare.

Quando presento Trieste fuori dai nostri confini la definisco spesso una città che era Europea quando l’Europa, nel senso moderno che intendiamo oggi, non esisteva ancora.  Questa città infatti si è sviluppata come luogo naturale di convergenza di diverse comunità che ne hanno costruito la storia economica, portuale e commerciale innanzitutto, ne hanno determinato la  crescita sociale e la fioritura culturale, creando un contesto in cui i flussi di comunità di persone, di merci e di idee, oltre che dare sviluppo, l’hanno contrassegnata per la pluralità e la convivenza delle culture, delle nazionalità e delle religioni. L’architettura, il patrimonio culturale, i luoghi dei culti, i nomi della storia di Trieste segnano ancora oggi questa nostra profonda identità.

Trieste ha poi attraversato tutti i drammi del Novecento, dall’annuncio delle leggi razziali alle persecuzioni sistematiche operate dal fascismo nei confronti di ebrei, sloveni e croati, alla creazione del campo di sterminio della Risiera di San Sabba, e poi nel Dopoguerra, vivendo il dramma delle Foibe e dell’esodo. Questa città ha visto gravemente ferita la sua identità e la sua funzione europea ed è stata bloccata dai muri esterni e da quelli interni che dividevano le coscienze ferite da queste dolorose vicende. La caduta dei muri, il superamento dei confini, l’ampliamento dell’Europa, liberano nuovamente il grande valore che Trieste aveva accumulato e le consentono di riproporsi con una funzione al servizio dell’Europa, funzione che il nostro Governo può e deve pienamente riconoscere e valorizzare.

Oggi Trieste è una città nuovamente libera e aperta: chi vi parla è il primo Sindaco di sinistra di una città tradizionalmente considerata di destra; e questo è semplicemente il risultato della fase nuova che vede i nostri concittadini scegliere chi li deve amministrare sulla base di un’idea di futuro e non sulla base dei fantasmi delle contrapposizioni del passato.

La Trieste della rinnovata capacità di integrazione e di convivenza, la città che oggi riacquista la sua dimensione europea vive, certo, una crisi che però può affrontare consapevole del grande patrimonio culturale che la sua storia le ha consegnato, capace di valorizzare la sua funzione portuale in connessione con un’area importante in Europa, e un sistema dell’alta formazione e della ricerca che attrae centinaia di scienziati e ricercatori da molti Paesi e che aggiunge un ulteriore fattore di internazionalità.

Trieste vive di flussi di persone, di idee, di merci, ha rischiato di morire quando questi flussi si sono interrotti. La vostra presenza è perciò un momento importante nella costruzione di reti per le quali fin dall’inizio del mio mandato ho operato avviando incontri con i Sindaci delle città europee nostri naturali interlocutori, da Vienna a Lubiana a Graz a Fiume a Capodistria, prossimamente a Zagabria.

Anche le relazioni fra le città e il confronto di esperienze contribuiscono all’indispensabile processo di crescita e di integrazione europea: ne è stato un segno importante anche l’incontro pubblico che alcuni mesi fa, nell’ambito dell’annuale seminario dei socialisti viennesi, ha visto dialogare e scambiare esperienze i Sindaci di Vienna, Berlino, Bratislava e Trieste.

Queste vostre giornate sono perciò per noi importanti, mi auguro che per voi siano fruttuose e da Sindaco che ama profondamente la propria città (perché altrimenti sarebbe impossibile amministrarla) mi auguro che sia anche una bella occasione per conoscere e apprezzarne il fascino decisamente europeo.

Grazie.

1 dicembre 2012 Italia Bene Comune

Sostengo Pierluigi Bersani perché da Sindaco conosco e amo la fatica quotidiana del governo della comunità fatta di spirito di servizio, di tanti problemi quotidiani della gente, della consapevolezza che dietro ai numeri e alle statistiche ci sono le persone con i loro problemi, con le loro aspirazioni con le loro insicurezze e con le paure create dalla crisi, prima di tutte quella del lavoro e perciò del futuro. Allora scelgo, per governare il Paese, un candidato capace di incarnare questa fatica quotidiana del governo della comunità, che ridia dignità alla politica allontanandola dalle spettacolarizzazione così stridenti e dagli slogan dietro ai quali c’è il vuoto. Scelgo Bersani perché ha un programma serio e una squadra affidabile e competente e perché lo ritengo capace di coniugare l’indispensabile rigore con altri due principi, altrettanto indispensabili, che non ammettono più ritardi: equità e sviluppo.

Bilancio positivo per la prima edizione di Trieste Next

Il bilancio finale di Trieste Next si presenta straordinariamente positivo. Le presenze nei 3 giorni sono state oltre 30.000, con percentuali di presenze di giovani ai convegni che hanno superato il 70%. Enorme l’affluenza anche al padiglione centrale di Piazza Unità in particolare di famiglie con bambini e studenti delle scuole di ogni ordine e grado. La direzione del Salone stima che siano state oltre 5.000 le presenze provenienti da fuori la città di Trieste, con punte percentuali elevate dalle provincie di Udine, Pordenone, Gorizia, Treviso, Venezia, Padova e Vicenza. Oltre 200 gli imprenditori accorsi a Trieste per i diversi convegni e 110 i sindaci del Nordest che hanno visitato la città (molti per la prima volta) dopo la cerimonia della firma della Carta Antispreco. Oltre 200 gli studenti provenienti da tutte le più importanti università italiane che hanno seguito i convegni e 100 i ricercatori accorsi dall’intero Paese per seguire Nordest Technology Transfert e Italia x 10 promosso da Telecom Italia. Al brokerage event dedicato al settore Food&Nutrition, organizzato da AREA Science Park, sono stati 120 i partecipanti di imprese, centri di ricerca e dipartimenti universitari provenienti da sei diversi Paesi: Austria, Croazia, Italia, Serbia, Slovenia e Turchia.

Le aziende private hanno investito su Trieste Next oltre 300.000 €, di cui ne sono stati spesi nel territorio 60.000 € circa in viaggi, vitto ed alloggio per relatori, giornalisti, ospiti di prestigio, ed operatività dello staff che ha operato su Trieste negli ultimi 8 mesi per preparare la manifestazione, 30.000 € in attrezzature tecniche e materiali, oltre 100.000 € in promozione pubblicitaria di Trieste Next (e quindi di Trieste e del suo territorio) sui media nazionali e la restante parte è stata utilizzata per coprire interamente i costi di personale dello staff composto da 20 persone che ha curato l’intera manifestazione. La parte pubblica ha investito una quota quasi analoga, facendosi carico dei costi di tutte le strutture, dalla tensostruttura di Piazza Unità a quello di tutte le sale utilizzate sia per la tre giorni che per le manifestazioni collaterali, per il sostegno alle iniziative dei

centri di ricerca del Protocollo di Trieste, per le pulizie, affissioni, etc.

Oltre 100 kg di formaggio Gran Moravia sono stati offerti in assaggio gratuito ai visitatori dall’omonimo sponsor, 400 bottiglie di vini di diversi produttori offerte per i buffet finali dei convegni, 1.000 i litri di acqua minerale omaggiati da una nota azienda partner della manifestazione ai giovani volontari, omaggiati altresi da 300 volumi offerti da una nota casa editrice e 1.000 i panini omaggiati ai bambini

dalla ditta di imballaggi alimentari So4. Da un primissimo sondaggio effettuato presso i ristoratori locali si desume un incremento di vendite di cibi e bevande ha subito un considerevole aumento, con punte significative nelle aree circostanti i principali luoghi della manifestazione.

Fortissima la ricaduta sui media nazionali e internazionali, in particolare per questi ultimi nei media dei Paesi circostanti ma, perfino, su importanti media olandesi. Tra i giornalisti che hanno seguito la manifestazione anche il leader editor del Financial Times, Ferdinando Giugliano, che ha moderato l’incontro su innovare nel food, Riccardo Luna e Marco Panari di Repubblica, Massimo Sideri del Corriere della Sera, Marco Alfieri de La Stampa, Massimo Cirri di Caterpillar e, Davide Paolini e Federico Taddia di Radio 24, emittente che ha anche trasmesso in diretta da Piazza Unità sia il Gastronauta che  la Notte dei Ricercatori, manifestazione dalla quale Trieste era rimasta esclusa e che grazie a Trieste Next ha potuto reinserirsi nel circuito mediatico dell’evento.

 

 

Ancora qualche giorno di pazienza!

Buongiorno Trieste!

E’ un po’ che il sito non viene aggiornato, ed è anche comprensibile visti gli impegni: l’insediamento del Sindaco Roberto Cosolini, la creazione della giunta, i primi determinanti impegni per la città.

Questo per comunicarvi che entro pochi giorni saremo di nuovo online con aggiornamenti e newsletter costanti nel tempo per tenervi informati e mantenere quello splendido dialogo costruito in campagna elettorale.

Ma non solo aggiornamenti sul sito ufficiale: tornerà anche la newsletter e una nuova pagina Facebook per un’informazione quotidiana e costante, per un rapporto “uno a uno” con i Triestini.